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Non rimane che un tentativo. Chiamare Don Ciotti che ormai fa parte dell’entourage del premier incaricato, invitarlo ad organizzare una fiaccolata ed una veglia di preghiera per il miracolo che sospira Pierluigi.
Emanuel Galea
L’ha detto lui. Ci vuole un miracolo. Remando controcorrente, sperando contro ogni speranza, sfidando tutti, i compagni del partito e lo stesso Presidente. Incaponito, testa bassa come un ariete, passi fermi, va avanti, incurante del tempo prezioso che sta facendo perdere al Paese, mentre il prestigio nazionale, si logora sempre di più. Cerca il consenso dove non c’è. Non abbandona l’idea che qualche “cittadino” del M5s gli possa concedere la fiducia. A nulla vale che il capogruppo di questo movimento, subito dopo le consultazioni rilascia una dichiarazione dicendo: ''Non ci sono le condizioni perché noi del M5S si possa dare fiducia ad un governo fatto da questi partiti: ne' politico, ne' tecnico'' Appelli e consigli da parte di compagni ed amici, come Andrea Olivero, lo invitano a riconsiderare un maggior coinvolgimento di tutte quelle forze politiche che possono contribuire a dare avvio alla legislatura. Lo stesso Presidente non si stanca di raccomandare al segretario di pensare all’interesse generale dell’Italia per dare continuità alle istituzioni democratiche del paese. Bersani va avanti per la sua strada che, a detta di tanti, non può portare che alle urne. Nel partito trova chi lo incita ad andare avanti. Fassina non lascia alcuno spazio a trattative : “ Chi vuole l’accordo col Pdl vuole morto Bersani". Forse questo avvertimento era diretto a Renzi. Il premier incaricato non indietreggia di un millimetro e avanza una proposta a Berlusconi: fai partire il governo e scegliamo insieme il nome per il Colle . A un esponente vicino al segretario sfugge un commento, tra il serio ed il faceto: Se non stai a questa proposta, allora il capo dello Stato ce lo votiamo noi da soli. «E siamo pronti ad eleggere anche Ilda Boccassini, se serve». Ma il Pdl, per dichiarazione di Alfano, a consultazioni terminate, non lascia spazi a dubbi: “O Pdl coinvolto nel governo o nessun appoggio a Bersani". Dopo aver considerato questo scenario improbabile, risulta molto difficile comprendere in quale modo pensa di ottenere la fiducia Bersani. Non è facile capire cosa passa per la mente del segretario. Monti ormai, travolto dalla “valanga marò”, poco pensa alla fiducia a Bersani. L’episodio Terzi rende ancora più incerte le “certezze” di Bersani. Non rimane che un tentativo. Chiamare Don Ciotti che ormai fa parte dell’entourage del premier incaricato, invitarlo ad organizzare una fiaccolata ed una veglia di preghiera per il miracolo che sospira Pierluigi.
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