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di Emanuel Galea
All’inizio del 1900 si verificò un rapido processo di urbanizzazione seguito da una conseguente domanda di servizi. Sia l'evoluzione tecnologica che quella industriale poi, hanno contribuito allo sviluppo positivo del sistema dei servizi pubblici. Tutto questo ha dato inizio alla successiva nascita delle municipalizzazioni.
Nel corso di cent’anni anche queste, purtroppo, sono state vittime di deturpazioni. Alla Regione Lazio sono conosciute come spartizione della fiera delle nomine fantasia.
La spartizione della deliziosa “crostata sanità” farcita di nomine, poltrone impastate con tanto denaro, denaro che supera di ben lunga i 100 miliardi , gran parte “contante”. Un tesoretto a disposizione dei privati.
Il bacino di consensi elettorali fiorisce a Catania: la Asl e non solo. In Sicilia vegeta un esercito di precari da spartire, un mare dove l’homo politicus usa praticare la sua pesca a strascico.
La Rai è di tutto e di più- spartizioni- non- si- può. A spese del contribuente mantiene i managers super pagati, le sedi di rappresentanza con funzionari ben remunerati, i contratti di scarsa e dubbia utilità pubblica, organici in supernumero e non solo. Qui, ai “gottarelli” ed i loro spending review è vietato l’accesso. In questa “zona franca” è vietato il transito ai non appartenenti all’apparato della partitocrazia.
Nominare tutti i mari pescosi della politica italiana diventa un’impresa titanica. La politica è una piovra, con i suoi tentacoli inseriti nei gangli delle istituzioni, statali e para statali.
Prendiamo in esame una fra i tanti: la municipalizzazione. Secondo la definizione Wikipedia, con questo nome s’intende “ il fenomeno della presa in gestione diretta dei pubblici servizi da parte degli enti locali (In Italia: comuni, province e regioni), attraverso aziende di diritto pubblico”
Oggi il termine viene usato erroneamente per indicare società di diritto privato, come la SpA, la Srl ecc e peggio ancora , e molto sovente,a scopo di lucro. Questa discrezione ha introdotto maggiore libertà nella scelta delle politiche societarie. Sono seguite libere acquisti, libere assunzioni di personale, libere nomine della dirigenza. Una discrezione che con il tempo ha svincolato questi enti da qualsiasi obbligo di bando o concorso per l'acquisizione delle risorse. Questa ricca miniera, così accessibile non poteva non attirare l’appetito vorace dell’homo politicus. Nel giro di venti-trent'anni il mostro della politica ha allungato la sua “mano morta” sulla bella Italia, facendo sentire la sua stretta, iniziando dalla testa, nei cieli lombardi, per finire nel tallone dello stivale, senza risparmiare Sicilia e Sardegna. Tra Regioni, Comuni, Province e Comunità montane, negli ottomila partecipati, 300mila dipendenti, 16mila amministratori, circa 3mila dirigenti e 12mila facenti parte degli organi di controllo, l’homo politicus ha costruito un suo stabile bacino per consensi elettorali.
Il governo Renzi, annuncia che vorrebbe ridurre il numero elefantiaco
delle municipalizzate portandoli a numero mille. Spera, con questa operazione di aver un risparmio nelle spese, in tre anni, di 2 – 3 miliardi di euro. Precisiamo che quanto sopra costituisce solamente il solo desiderio di Renzi e , non si è detto che non avrà la fine dei suoi altri sogni, cioè andare in frantumi sugli scogli di Montecitorio. Incrociamo le dita!
Se poi traduciamo sulla realtà romana questo annuncio, significa chiudere o vendere oltre settanta delle aziende.
In fondo a tutto questo ci sta un “ma !”. Permetteranno i partiti, a Renzi, a realizzare questi sogni? L’esperienza dice di no. Se riuscirà a riformare, le municipalizzate, oltre a sanare, in parte, le bilancia, indirettamente riformerà i partiti, un miracolo insperabile.
Il 7 agosto Renzi ha dichiarato: . “Interverremo su quei santuari che nessuno ha voluto mai toccare e non risparmieremo nessuno”. Tutta l’Italia sta con il fiato sospeso perché questa sarebbe la chiave che aprirà la porta, alla “sblocca Italia”.
Riuscirà o rimanderà il tutto a data da destinarsi?
Incrociamo le dita . Auguri !
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