UE, IMMIGRAZIONE: TENSIONI SUI RICOLLOCAMENTI

di Christian Montagna

Bruxelles – E’ sempre più aspra la proposta della Commissione Ue sui ricollocamenti urgenti da Italia e Grecia di quaranta mila siriani ed eritrei richiedenti protezione internazionale. Numerose sono state finora le resistenze di paesi che seppure obbligati dal meccanismo stabilito in Commissione cercano di tirarsi indietro. Il prossimo 25 Giugno ci sarà un nuovo vertice dei leader per trovare un compromesso ma, alcune fonti, rivelano l'intenzione di far circolare, in modo informale, in una sorta di primo test, idee e scenari, su cui trovare accordi.

 

Il presidente Jean Claude Juncker afferma: “I governi devono ripartirsi in modo equo e solidale chi chiede protezione internazionale. Persone che non possono essere lasciate alle sole cure di Italia, Grecia, Spagna e Malta. E' un problema di ciascun europeo". In materia c’è grande divisione, molte polemiche e tantissime domande in merito: si mettono in discussione molti dei parametri già scelti come ad esempio il numero delle persone da ricollocare, i fondi a disposizione, e la capacità delle strutture degli Stati.

 

Le prime ad essersi già chiamate fuori sono state Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca. Si teme per gli altri un blocco di minoranza: Paesi baltici, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia sarebbero pronte a combattere il meccanismo obbligatorio. Un terzo dei Paesi invece pare sia ancora incerto sul da farsi.


Solidarietà e responsabilità: sono questi i concetti a cui si appellano i rappresentanti della Commissione. Foto segnalamenti e raccolta di impronte digitali sono le soluzioni a cui auspicano i Paesi “fedeli” all’Ue. Quello dell’immigrazione si appresta a diventare il più grande problema del secolo e per l'Italia la proposta della Commissione è "il minimo che può essere accettato", e se dovesse saltare la solidarietà, anche gli altri punti del programma sarebbero da rivedere.