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UE, IMMIGRATI: ANCORA NULLA DI FATTO E ANKARA AVANZA CON LE RICHIESTE

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Tempo di lettura 2 minutiSono stati molti i paesi che hanno chiesti di rinviare tutto al 17 e al 18 marzo perché la proposta non è stata negoziata.

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Redazione
 
Bruxelles – Si è tenuta una riunione con i leader Ue e la Turchia e l’argomento affrontato è stata la crisi dei migranti. Il vertice si è chiuso con un’intesa di principio. Renzi ha commentato l’incontro: “si fa un passettino avanti, ma per dirla in italiano che fatica! Finalmente anche l'Ue si sta rendendo conto di quanto sia gravissima la situazione, noi lo sapevamo” e ha aggiunto che ancora “molto resta da fare”. Per la Merkel si tratta di “un'intesa sui principi generali che dovranno essere tradotti in iniziative". Il prossimo vertice sarà il 17 e 18 marzo. Non è stato semplice il negoziato tra i 28 leader europei dinnanzi alla proposta di Ankara, concordata dal premier Ahmet Davutoglu, la Merkel, il premier olandese Mark Rutte all’ultimo minuto. Il presidente del consiglio europeo Tusk si è arrabbiato e si è sentito scavalcato dopo che aveva lavorato a lungo per trovare un’intesa. La Merkel e Rutte, con Juncker hanno spinto per giungere ad un accordo, a costo di far notte. Ma alle ore 21 non vi erano ancora delle posizioni conciliabili e i lavori sono stati sospesi, con lo scopo di arrivare ad un consenso mediante un nuovo testo. Ma quali sono stati gli “ostacoli”? Viktor Orban, premier ungherese, ha posto un veto in merito al meccanismo di reinsediamento dalla Turchia. Sono stati molti i paesi che hanno chiesti di rinviare tutto al 17 e al 18 marzo perché la proposta non è stata negoziata. Anche il presidente francese Hollande è stato uno di quelli che ha storto il naso, Matteo Renzi, insieme ad altri, ha sollevato la questione della libertà di stampa e ha minacciato un veto: “"le richieste turche sono state attutite da un documento che le diminuisce molto e c'e' un riferimento alla discussione sulla liberta' di stampa perche' noi siamo favorevoli all'ingresso nell'Ue ma proseguire quel cammino significa abbracciare i suoi valori costitutivi”. Dal paese con la mezzaluna arriva la seguente proposta all’Ue, un re insediamento secondo un sistema “uno a uno”, disposto a riprendere i migranti che hanno raggiunto illegalmente l’Ue da una data in poi, ma per ogni profugo siriano riammesso, i paesi dell’Unione ne dovrebbero accogliere uno in modo legale. Inoltre Ankara ha chiesto tre miliardi per il 2018 che dovrebbero essere stanziati dall’Europa per migliorare le condizioni di vita dei profughi. Inoltre chiede: apertura di cinque capitoli per il processo di adesione Ue, liberazione dei visti a giugno e non a ottobre e delle aree umanitarie sicure in Siria. Davutoglu aveva detto: “E' il secondo vertice in tre mesi. Questo dimostra quanto la Turchia sia indispensabile per l'Ue. La Turchia è pronta ad essere un membro dell'Ue". Il vertice si è dimostrato tortuoso. Tusk ha riferito “I giorni dell'immigrazione irregolare verso l'Europa sono terminati”. La Merkel nega che il piano turco sia di matrice tedesca, l’Ue intanto accetta di velocizzare la concessione dei visti per i turchi entro giugno e preparare i 5 capitoli negoziali nel processo di adesione di Ankara. Davutoglu ha inoltre riferito: “La liberta' di espressione e' uno dei nostri valori fondamentali, non solo dell'Europa, ma della democrazia turca” ha riferito che i media Turchi godono di libertà e che “la prova e' che molti di essi si oppongono al governo e lo criticano duramente, abbiamo media molto dinamici e l'anno scorso ci sono state due elezioni in un ambiente molto dinamico”.

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