Scienza e Tecnologia
UE, DISABILITA’: 9 MILIONI PER IL PROGETTO TOBI
Tempo di lettura 4 minutiIl progetto Tobi potrebbe aiutare le persone con gravi disabilita’ ad usare il pensiero per interagire con il computer
Tempo di lettura 4 minutiIl progetto Tobi potrebbe aiutare le persone con gravi disabilita’ ad usare il pensiero per interagire con il computer
Published
10 anni agoon
By
cmontagna
di Cinzia Marchegiani
Bruxelles – I progetti finanziati dall'UE, come TOBI (strumenti di interazione cervello-computer) stanno lavorando su tecnologie che potrebbero migliorare notevolmente la qualità della vita delle persone, come quella di Francesco Lollini, ragazzo di 20 anni o Jean-Luc di 53. Il progetto “Brain-Computer” ha permesso loro di riprendere il controllo di arti paralizzati, navigare in rete con il loro pensiero, così è possibile afferrare un bicchiere o scrivere una e-mail, questi sono alcuni gesti quotidiani che non sono possibili per le persone con gravi disabilità fisiche – anche se hanno la volontà e l'intelligenza per farlo. Viene definito il “Potere del cervello” e TOBI ha coinvolto almeno tre tipi di dialogo cervello a computer che permetteva a pazienti paralizzati di poter comunicare e anche muoversi.
Il primo esperimento ha coinvolto l'invio di segnali cerebrali di un cursore del computer tramite elettrodi collegati a un cappuccio indossato sulla testa. Semplicemente pensando a quello che volevano scrivere, i pazienti potevano controllare in remoto il cursore del computer per navigare in Internet e scrivere e-mail e testi.
Nel secondo esperimento, i pazienti inviavano segnali del cervello per controllare un piccolo robot con sensori video, audio e di rilevamento ostacolo. Si potrebbe quindi utilizzare il robot per fare una passeggiata 'virtuale' intorno all'ospedale o anche collegare con i propri cari in luoghi diversi.
Altri pazienti sono stati in grado di riprendere il controllo delle loro arti paralizzati semplicemente pensando a loro spostamento. Ciò è stato fatto utilizzando il software per computer progettato per rilevare l'intenzione di un paziente di eseguire un certo movimento. In alcuni casi, una formazione intensiva e la riabilitazione li hanno aiutati a mantenere il controllo anche dopo che l'elettronica sono stati rimossi.
Il professor Millán ha spiegato:”Abbiamo ascoltato le valutazioni di tutti i pazienti parte del gruppo di ricerca, per correggere errori di progettazione e fatto tutte le modifiche immediatamente. Abbiamo anche preso in considerazione le valutazioni di utenti finali professionisti che hanno lavorato con i pazienti in ospedale “
E’ davvero un raggio di speranza per quei disabili che possono rendersi propositivi e attivi non solo nella comunicazione con il prossimo, ma anche materialmente. L'ultimo anno di progetto concluso e diversi prototipi sono ancora in fase di perfezionamento. Alcune apparecchiature sono disponibile per i pazienti ricoverati in cliniche e ospedali che sono partner TOBI .
"Nel complesso, questa è la prova del grado di robustezza e possibilità della tecnologia di oggi interazione cervello-computer (BCI)" ha detto il professor Millán. La mamma di Francesco, Claudia Menarini spiega: “Progetti come TOBI rappresentano una vera speranza per le persone disabili. Questo dovrebbe essere il loro futuro, questo dovrebbe dare loro la possibilità di sentirsi soddisfatti “.
Il Vice-Presidente della Commissione europea Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda Digitale in merito ha dichiarato: “L'UE sta permettendo che le innovazioni siano un'opportunità, non un ostacolo, per le persone con disabilità le tecnologie possono consentire una maggiore autonomia e l'inclusione sociale.”
13 sono i partner provenienti da Austria, Germania, Italia, Svizzera e Regno Unito che hanno partecipato al progetto TOBI. L'Unione Europea ha investito 9.000.000 di euro nel progetto nell'ambito dell'UE settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2007-2013) per la ricerca e per sviluppare tecnologia pratica per l'interazione cervello-computer per migliorare la qualità della vita delle persone come Francesco e Jean-Luc. Sembra che il nuovo programma di ricerca e innovazione dell'UE Orizzont 2014-2020 prometta ancora più innovazioni e 80 miliardi di euro di finanziamenti disponibili per i prossimi 7 anni.
Il coordinatore del progetto José del R. Millàn, professore presso l' Ecole Pollytechnique Fédérale di Losanna esprime la sua enfasi, in merito ai risultati ottenuti:”'Ci sono molte persone che soffrono di diversi livelli di disabilità fisica che non possono controllare il loro corpo, ma il cui livello cognitivo è sufficientemente elevato. Noi vogliamo che siano parte della nostra società.”
In contrasto con esperimenti simili che di solito hanno coinvolto pazienti normodotati o impianti cerebrali invasive, TOBI ha aperto nuovi scenari, sviluppando prototipi non invasivi. Utilizzando apparecchiature poco costose e facilmente disponibili, il progetto potrebbe anche realizzare molto in un tempo relativamente breve.
La parola a loro che sono stata la parte attiva del progetto:
Jean-Luc Geiser, 53 anni e un ictus che lo ha lasciato completamente paralizzato e incapace di parlare. Grazie a TOBI, Jean-Luc è stato in grado di comunicare digitando messaggi di posta elettronica tramite un cursore del computer controllato attraverso le sue onde cerebrali, Jean scrive:"Partecipare a questo progetto mi ha permesso di vedere che posso ancora essere utile alla società ."
Francesco Lollini si dichiara felice di prendere parte al progetto: "Mi piace molto questo tipo di test, come io amo anche i film di fantascienza ".
La straordinarietà di questo progetto mette in evidenza quanto sia indispensabile per i disabili con gravi patologie poter accedere ed usare le tecnologie per connettersi con il mondo e soprattutto quanto sia fondamentale poter mantenere e/o ripristinare piccole funzioni del proprio corpo, come un dito o una mano che totalmente cambiano la qualità della vita dei malati spesso immobili all’attività non solo fisica… Progetti come Tobi dimostrano come si può affrontare l’ostacolo della disabilità, che diventa a pieno titolo un patrimonio dell’umanità e non più come un patologia senza speranza. Un raggio di sole con Tobi per i malati, un aiuto concreto anche per le famiglie che con amore e devozione riescono a rendere unici queste tavolozze piene di colore in attesa di poter dipingere il proprio quadro della vita.