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Redazione
All'indomani della dichiarazione G7, il presidente del consiglio Matteo Renzi, ha avuto un colloquio con il primo ministro Ucraino Arsenyatseniuk. Nel corso dell'incontro, Renzi ha espresso forte sostegno da parte dell'Italia al processo di riforme portate avanti dal governo Di Kiev.
Noi, i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, i Presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Europea, ci uniamo nell'esprimere la nostra profonda preoccupazione per i continui sforzi da parte di separatisti sostenuti dalla Russia di destabilizzare l'Ucraina orientale, ed il nostro impegno a compiere passi ulteriori per assicurare un ambiente stabile e pacifico per le elezioni presidenziali del 25 maggio.
Abbiamo accolto favorevolmente i passi positivi intrapresi da parte ucraina per adempiere ai propri impegni presi con l'accordo del 17 aprile a Ginevra da Ucraina, Russia, Unione Europea e Stati Uniti. Tali azioni includono lavorare ad una riforma costituzionale ed alla decentralizzazione, proporre un'amnistia per coloro che lasceranno pacificamente gli edifici occupati in Ucraina orientale e sostenere il lavoro dell'Organizzazione per la Cooperazione di Sicurezza in Europa (OSCE). Notiamo inoltre che il Governo dell'Ucraina ha agito con moderazione nei confronti delle bande armate che occupano illegalmente edifici governativi e formano check points illegali.
All'opposto, la Russia non ha intrapreso azioni concrete a supporto dell'accordo di Ginevra. Non ha sostenuto pubblicamente l'accordo, ne' condannato gli atti dei pro-separatisti che mirano a destabilizzare l'Ucraina, ne' fatto appello ai militanti armati perche' abbandonino pacificamente gli edifici governativi da loro occupati e depongano le armi. Invece, ha continuato ad accrescere la tensione con una retorica sempre piu' preoccupante e con le attuali, minacciose operazioni militari al confine dell'Ucraina.
Reiteriamo la nostra forte condanna del tentativo illegale da parte russa, che non riconosciamo, di annettere la Crimea e Sevastopoli. Daremo ora pieno esito alle conseguenze giuridiche e pratiche di questa annessione, incluse ma non limitandoci alle aree economica, commerciale e finanziaria.
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