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Tutti contro l’aggressione russa: ma è un’aggressione? O un’autodifesa?

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E’ vero, in democrazia si può esprimere quello che si vuole, sulla propria pelle. Pur tuttavia è madornale che tutta l’Europa abbia la insolenza di scagliarsi e vilipendere la Russia, questo grande immenso paese, più europeo di non pochi altri paesi europei: un odio vero e proprio, una isteria generale che sta conseguendo situazioni da ricottari, grottesche: alcuni provvedimenti emessi addirittura ridicoli e offensivi, senza citare la Unione Europea, rappresentata da pettegole ancelle degli Stati Uniti, a grande onta della storia europea e, di più, dello spirito dei sacri Trattati di Roma germinati a Ventotene, dove si legge, art.3,comma 5: l’Europa contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo… in particolare al rispetto dei principi della carta delle Nazioni Unite.

Invece bombaroli e minacce e insulti, nessuno di questi postulati è rispettato. Armi e soldi sì, pace no, diplomazia no! E gli Stati Uniti stanno raggiungendo i loro obiettivi: indebolire la Russia l’eterna rivale e soggiogare l’Europa. La Germania, deve la sua riunificazione e la caduta del muro famoso solo ed esclusivamente alla ideologia e sentimenti democratici di Gorbaciov, altrimenti oggi sarebbe ancora divisa; la Francia, l’insegnamento di De Gaulle quando parlava della Europa delle patrie e proclamava che l’Europa comincia all’Atlantico e termina agli Urali, quindi Russia parte integrante dell’Europa, altro che Biden e Co.! “Questi sciagurati e pazzi” -impiego le parole addolorate di Papa Francesco- dimentichi e svergognati, la stanno allontanando dalla sua matrice originaria.

Tanto odio e, invece, tanta simpatia ed affetto quasi patologici, verso l’Ucraina, con grandi armamenti e grandi soldi, tolti ai cittadini: solo morti e distruzioni immense: loro si ammazzano e i fabbricanti di armi e produttori americani di petrolio e gas giubilano, mentre la gente in Europa soffre per gli aumenti e i governanti solo servi e sudditi. Si possa ancora pensare e addirittura sostenere le guerre, in Europa, oggi! Ai piedi di Biden e della NATO, ai piedi dei veri ed autentici predatori e distruttori della democrazia e della libertà nel pianeta: la lista dei soprusi e delle violenze degli USA è lunghissima ma si dimentica. E l’ONU che moltissimo potrebbe, vegeta! Gorbaciov, l’uomo politico più significativo della moderna Europa, parlava di una “casa comune dell’Europa lontana da alleanze militari”! Tutto cancellato, grazie a Biden & Co. e ai ‘salvatori’ europei.

Una libido di odio che rasenta la ilarità: le cosiddette sanzioni stanno al contrario appezzentendo le nazioni coinvolte e le imprese che hanno impiegato anni e investimenti in Russia. E perché? Per restare genuflessi ai piedi di Biden e favorire le mire nazionaliste di uno stato rappresentato da un personaggio che, incoraggiato anzi aizzato dal ‘civile e colto mondo occidentale’, sta in effetti distruggendo il proprio paese ma petulando soldi ed armamenti dovunque, non la pace o la tregua. Inoltre cosa mai ha rappresentato l’Ucraina nella storia dell’Europa? Nulla e niente, nota solo per pogroms e persecuzioni con la Polonia contro gli Ebrei.

‘Pazzi e sciagurati’ sono stati definiti a chiare lettere i bombaroli europei e prima di tutti americani: dal loro Papa! Inascoltato ma si ascolta e onora Zelenskij. E i pericoli di un cataclisma. Rasenta il folklore l’Europa che si pavoneggia avvolta nella bandiera ucraina, per piacere agli USA e alla NATO! E’ vero, si è tutti succubi della potenza militare micidiale americana: infatti in molti stati europei il potenziale militare americano si è imposto da sempre con proprie ‘basi di difesa (!?)’, in Italia, serva per antonomasia, circa cento e, in più, una ventina, si dice, sconosciute agli Italiani stessi! La Storia d’Europa fatta di sangue e dolore per la conquista della libertà e della indipendenza è stata cancellata, sostituita dal presente stato di servilismo e di massina violenza. In America, si dimentica facilmente, al primo posto nel mondo per gli armamenti mentre per il benessere pubblico, la sanità, la esistenza dei bimbi, l’assistenza, all’ultimo posto tra le venti maggiori potenze industriali, al ventesimo, probabilmente anche oltre, al terzo mondo! Questa è l’America, oggi, un incubo per il pianeta: miseria per molta popolazione, cuccagna per il capitale.

Tutti contro l’aggressione russa – ma è un’aggressione? o un’autodifesa?- tutti contro Putin, divenuto una sentina di vizi e perversioni: nessuno contro Biden, il leader di uno stato scientificamente imperialista: Vietnam, Corea, Cile, Timor Est, Iraq, Afghanistan, Bosnia, Panama, Honduras, Nicaragua, Guatemala, Haiti, Libia, Cambogia, Cuba ecc.ecc… distruzioni e massacri, tutto nel segno della ‘democrazia’, della ‘pace’, della ‘sicurezza’,‘contro la minaccia sovietica’ e tutto impunemente!!! Autentici genocidi, nella completa indifferenza e/o ignoranza dell’Europa e dell’ONU: ora invece tutti afflato lirico per l’Ucraina, perché così ordina Biden.

E’ stato osservato che se il Processo nazista di Norimberga fosse tenuto a mente, non pochi dei ‘salvatori’ europei, assieme a Biden e a Zelenskij, farebbero la fine dei gerarchi nazisti! Ingannato e provocato a seguito di palesi e notori torti politici e da ripetute manovre subdole, Putin, l’aggressore, non ha fatto altro che operare e intervenire per la propria incolumità avverso le minacce della NATO e degli USA ai propri confini e avverso un territorio che, armato e aizzato da ‘salvatori’ e ’fanatici’! si fa promotore di iniziative separatiste e nazionaliste, istigato e sobillato in patria da un novello falstaff, incurante dei morti e delle distruzioni provocate; si rammenti che la indipendenza ucraina è anche essa risultato del caso e della contingenza nonché della presenza palese di notevoli forze nazionaliste e integraliste e soprattutto della documentata provocazione e istigazione degli Stati Uniti, che da sempre opera per la disgregazione della Russia, il grande concorrente. E’ come se in Sicilia o in Sardegna o altrove si levasse una voce indipendentista: è normale che la madrepatria intervenga con tutti i mezzi, contro i seminatori di odio e di discordie. Si odia la Russia e si favorisce Zelenskij, così impone Biden. Già Bertrand Russell di fronte alla ‘imprevedibilità del comportamento umano’, ‘alla confusione dei fanatismi nel conflitto’, alle ‘fallacie nei ragionamenti… dei salvatori’ ha ricordato ‘il pericolo della distruzione della civiltà quale noi conosciamo’ continuando con armamenti e soldi: l’unica via è la ricerca della pace e dell’accordo e il bando delle armi, specie nucleari.

Odiare la Russia che al costo di milioni di morti e di immani distruzioni ha salvato anche l’Europa dalla veramente tale, aggressione hitleriana e un secolo prima da quella napoleonica. La Russia che ha dato una serie infinita di letterati, di compositori, di artisti, una quantità di donne eccezionali e straordinarie, uniche in Europa per cultura e spesso anche fascino, quali pittrici, ballerine, politiche, professioniste, poetesse, pianiste, attrici, sovrane; da dove l’ardire di ignorare e di vilipendere e da dove questo vero generalizzato ‘malato circuito mentale’ che ha condotto a tale gigantesca umiliazione? Non sarà forse paura della sua grandezza storica e politica? Quanti grandi artisti sono perfino sepolti in Francia, per non parlare di quelli a Berlino, a Monaco, a Colonia, tanto amate e ricercate e oggi, masochisticamente, ostili e oltraggiose! Quale enorme cecità! M.Chagall, V.Kandinskij, N.Goncharova, N.de Stael, L.Bakst, S.Poliakoff, V.Niinskij, C.Soutine, R. Nureviev e tanti tanti altri; lo stesso la insulsa Italia che avrebbe l’obbligo di starsene tranquilla e neutrale a salvaguardia delle proprie fragilissime ricchezze artistiche uniche nel mondo e invece si atteggia, piena di debiti e di buontemponi, a grande potenza, ai piedi di Biden, a favore di Zelenskij, ignorando tra l’altro i chiari dettati della Costituzione che bandiscono la guerra! Eppure gli americani hanno polverizzato Montecassino faro di civiltà; bombe su San Lorenzo a Roma a pochi passi da San Pietro, a Napoli su Santa Chiara, mille altre distruzioni irrecuperabili a Bologna, Firenze.., tutto dimenticato, grazie ai bombaroli nostrani, che mandano armi -comprate magari in America- e poi non hanno un soldo per le impellenze italiane…

Quanti russi e russe in Italia, ricordare i soli nomi induce più che a vergognarsi dell’attuale grottesca giravolta, a purificarsi a mezzo di un meritato harakiri! Due astri, cito a memoria, del Novecento sepolti l’uno affianco all’altro a Venezia, dove sono anche una grande quantità di altri russi innamorati della città, il grande Diaghilev e il grandissimo Stravinskij; Anna Kuliscioff dei socialisti italiani, i Demidoff di Firenze, i Borodine e la schiera russa di Merano, Villa Wolskonky, Villa Abamelek, Villa Kvitka, e poi Maria Roza Radziwill, Tatiana Pavlova, Jia Russkaia, Irene Galitzine, Olga Resnevic Signorelli, Nadine Helbig, Gr.Sciltian, Nadežda Volkonskaja Campanari e la incredibile nonna Zinaida Wolskonky, tutte fino alla morte a Roma e poi, assieme ad altra quantità di presenze inimmaginabili quali Basilio Lemmerman, S.Stroganoff, Massimo Gorki, Ileana Leonidoff che tutti, assieme a tanti altri che ho difficoltà a rammentare, per oltre un secolo hanno dato vita e fulgore nelle arti, nel teatro, nella musica, nella letteratura e, incredibile, nella filantropia e solidarietà, fatto letteralmente vivere in tutti i sensi Roma dalla fine del 1800 agli anni ‘70 del Novecento, e così in Versilia, in Liguria, a Capri… Ora invece altre scelte: è il momento delle, pur sempre benvenute, badanti ucraine in Italia!

In un prossimo intervento mi auguro di essere in grado di ricordare quanto da anni scrive e proclama Noam Chomsky a proposito delle violenze internazionali e di atre peculiarità, del suo Paese, gli USA.
Gli studenti europei, se non ancora indottrinati da tutti i ’salvatori’ europei, siano gli iniziatori di una raccolta di firme in Europa per imporre alla Unione Europea un immediato ritorno al rispetto dei Trattati di Roma! In dieci giorni raccoglierebbero il milione di firme necessarie, volendo. La guerra che si sviluppa e il conseguente incremento elevatissimo della temperatura ambientale e la smisurata e accresciuta da Biden produzione di combustibili fossili e di armamenti, ci stanno anche essi portando verso un punto incombente di non ritorno, di cui ancora non ci rendiamo conto!

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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