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Editoriali

TUTTI AL MARE

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Tempo di lettura 3 minutiIl termine italiano "vacanza" deriva dal latino "vacantia", che indicava uno spazio vuoto da impegni e lavoro

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di Loredana Leonardi
Per molti italiani sono già iniziate le vacanze. Mare,monti ,laghi,agriturismo…ma la meta preferita è sempre il mare. Il termine italiano "vacanza" deriva dal latino "vacantia", parola che indicava uno spazio vuoto. Il termine in italiano ,infatti,ci suggerisce un vuoto piacevolissimo, un vuoto che è libertà. Giorni vuoti dal lavoro, dallo studio, dai vari impegni quotidiani , in cui i ritmi possono rallentare, in cui si può dormire di più, fare quello che ci pare.

Lunghe giornate assolate,in cui ci si dimentica di guardare l'orologio che è il nostro aguzzino,durante il periodo lavorativo. Gia' dai tempi dei Romani,vi era l'usanza di trasferirsi,sempre solo da parte dei cittadini più ricchi,in ville in campagna o in località amene e salubri,specie per sfuggire al caos,alla vita frenetica,al rumore assordante che dominavano Roma,specie durante il periodo imperiale.

Famosi sono gli "ozii di Capri" dell'imperatore Tiberio,che nell'isola possedeva una splendida villa. In seguito,piu' che il termine vacanza,si uso' il termine "villeggiatura":si pensi alla trilogia sulla villeggiatura scritta da Goldoni.L'etimologia della parola deriva dall'espressione "dimorare in villa",secondo l'usanza, che specie dal '700 in poi si affermò ,di passare l'estate,da parte di nobili e ricchi borghesi ,in sfarzose  ville in campagna,dove si tenevano banchetti,spettacoli teatrali,concerti e si passava il tempo in maniera piacevole e leggera.

Per quanto riguarda l'usanza di soggiornare in località balneari,dai primi del '900, era una abitudine che aveva per lo piu' finalità terapeutiche :ci si recava al mare,in abbigliamenti molto castigat,i e si respirava l'aria ricca di iodio .O si sfruttavano le virtù terapeutiche del sole. L'abbronzatura non era consentita:specie le donne,piu' avevano la carnagione pallida,piu' erano apprezzate.Una pelle bianca era segno  distintivo di appartenenza ad una classe superiore.Le donne che lavoravano nei campi,si abbronzavano e la loro pelle scura indicava il ceto di appartenenza.

A partire dagli anni '60,col boom economico,le vacanze cominciarono a diventare un fenomeno di massa,specie quelle al mare.L'abbigliamento da spiaggia cominciò a ridursi,e l'abbronzatura ,da cui prima bisognava difendersi,divenne segno di salute,benessere. Le coste si popolarono di stabilmenti balneari in cui le famiglie trascorrevano il loro periodo di ferie. Il resto è storia recente.

In questi ultimi tempi di crisi economica,i periodi  di soggiorno si sono accorciati o annullati,ma tutti cercano di passare anche  solo qualche giorno al mare. Le vacanze sono attese tutto l'anno,ma il fatto di caricarle di tante aspettative,spesso fa sì che una volta arrivati alla meta agognata,le tensioni accumulate,sfocino in liti,tensioni,che avvelenano il soggiorno nella località prescelta. I ritmi frenetici della nostra vita ci hanno catturato a tal punto,che trovandoci di fronte alla prospettiva di giorni liberi da impegni,dal lavoro,molti cadono in crisi e si riempiono le giornate di vacanza con una miriade di attività, tanto da non avere un attimo di tempo libero e da rientrare a casa, piu' stanchi di prima.

La verità è che noi accantoniamo per tutto l'anno una serie di problemi irrisolti,con noi stessi,con chi ci vive accanto.Gli impegni,il lavoro,sono una buona scusa per non   affrontarli.E quando questa scusa non c'è più,si va in crisi.

Le vacanze,con la loro assenza di impegni e lavoro,ci mettono di fronte a noi stessi.E questo per molti è difficile.E allora telefonino acceso notte e giorno anche al mare.Connessi costantemente su fb o a messaggiare di continuo su WhatsApp.Tutto ,pur di non rimanere soli con noi stessi,per non affrontare i problemi accantonati nel corso dell'anno.

I latini con l'espressione "otium",non indicavano tanto il nostro concetto di ozio,ma un periodo libero da impegni pubblici,in cui ci si dedicava alla lettura ,ci si guardava dentro,si coglieva l'occasione per crescere interiormente.

Niente a che vedere con le nottate  di sballo in discoteca, con il girare locali ,con lo stordirsi,con l'obbligo del divertimento a tutti i costi.

Le vacanze possono e dovrebbero essere una occasione per ritrovare se stessi,per avvicinarsi alle persone che amiamo e che durante l'anno per problemi di tempo,trascuriamo.Per ascoltare noi stessi e gli altri.Un 'occasione troppo spesso,sprecata,perchè in vacanza riproduciamo le stesse stressanti dinamiche del resto dell'anno.

E allora riempiamo il vuoto della "vacantia" , non solo con lo sballo,con una marea di attività che ci sfiniscono. Riempiamolo di mare,di sole,di tramonti,di emozioni,di stati d'animo.Di noi e di chi amiamo.

Il far niente puo' essere una meravigliosa opportunità. Sarebbe un peccato rinunciarvi proprio durante vacanze, in cui la parola d'ordine diventa  fare il più possibile

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