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Esteri

Turchia, Svezia e Finlandia: un memorandum trilaterale con molte promesse e pochi fatti

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La conclusione del braccio di ferro tra il presidente turco Erdogan e i due paesi nordici candidati NATO ha, come immaginabile, suscitato diffusi commenti e dibattiti in Finlandia

Alcuni i commenti sul cosiddetto Memorandum Trilaterale con la Turchia su  alcuni principali testate finlandesi: l’Helsingin Sanomat effettuava un sondaggio il giorno prima dell’accordo che dava il 70%  di finlandesi contrari a cedimenti alla Turchia, un 14% di favorevoli ed il restante, di non so. Per Iltalehti “i finlandesi sono totalmente contrari alle richieste della Turchia – non si piegano alle sue richieste”. Il sondaggio Gallup chiedeva “se la Finlandia debba cambiare la propria legislazione o rinunciare ad alcuni dei suoi principi per soddisfare le condizioni della Turchia, se ciò consentisse alla Finlandia di entrare nella NATO?” Per Ilta-Sanomat, commentando il sondaggio: “Sondaggio HS: la maggioranza dei finlandesi non vuole che la Finlandia si pieghi alle condizioni della Turchia per l’adesione alla NATO se questa chiedesse modifiche alla legge o compromessi sui principi”.

Secondo un noto commentatore e già esponente politico finlandese, Pekka Tiainnen, “non è di competenza del Presidente della Repubblica approvare da solo una questione del genere. La bozza del documento è stata la esaminata apparentemente in ambito TPUTVA (Comitato parlamentare per la politica estera e di sicurezza integrato dal Presidente della Repubblica) e si chiede quali poteri abbia conferito tale Comitato al Presidente e se lo stesso Comitato sia stato convocato durante i colloqui di Madrid o vi sia stata qualche comunicazione”. Prosegue affermando che “la questione è talmente importante da richiedere un’audizione parlamentare. In ogni caso, il Protocollo di adesione della NATO sarà deciso in via definitiva dal Parlamento dopo la ratifica dei Parlamenti dei Paesi NATO. Tale documento chiamato Memorandum non fa parte del Trattato NATO perché si tratta di un documento tra Paesi. Data la sua importanza, deve essere discusso separatamente dal Parlamento. Al momento sembra che alcuni di questi aspetti saranno inclusi nel protocollo di adesione della NATO e che la procedura parlamentare sarà gestita attraverso di esso. Tuttavia, i Paesi della NATO dovrebbero conoscere la posizione del Parlamento finlandese nelle loro procedure di ratifica, e la posizione di del citato Comitato non è sufficiente”.

Un passo avanti

Sono considerazioni abbastanza chiare e motivate e giustificano la prudenza e genericità delle dichiarazioni sia del Presidente finlandese  Niinistö che del  suo Ministero degli esteri per il quale “il documento è un impegno politico, firmato dai ministri degli Esteri di Finlandia, Svezia e Turchia. Il memorandum conferma il sostegno della Turchia all’adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO e consente progressi nel processo di adesione alla NATO di entrambi i paesi”. Lo stesso Presidente ha precisato, in una sua dichiarazione, che “la Finlandia continuerà, in tema di lotta al terrorismo ad agire “secondo la propria legislazione nazionale”  La scarna comunicazione del Ministero degli Esteri finlandese non faccia sottovalutare la fatica e lo stress profuso dai negoziatori per raggiungere questo accordo, anche se, come molti osservatori fanno notare, lo sblocco del veto turco all’ingresso in NATO dei due Paesi nordici sia stato un effetto della telefonata tra il presidente USA, Bidsen, e quello turco, Erdogan. Il che evidenzia come la posizione turca serva ad Erdogan più per ‘vendere’ sul suo mercato interno il risultato, anche per suoi motivi elettorali. Il testo infatti è più una sequenza di impegni che di elementi concreti, impegni che necessitano di tempi non brevi per la cui attuazione. Probabilmente ad Erdogan interessava più l’annullamento di certe sanzioni a suo carico sia da USA che nordici, sanzioni limitate e facilmente aggirabili, come tutte.

I commenti in Italia

Draghi ha commentato come “L’Italia accoglie con favore l’adesione all’Alleanza Atlantica di Finlandia e Svezia, ai sensi dell’articolo 10 del Trattato di Washington. Si tratta di una decisione sovrana, assunta democraticamente, da due Paesi che sono membri dell’Unione Europea e che condividono i principi ispiratori dell’Alleanza Atlantica, con la quale da anni collaborano strettamente. Svezia e Finlandia rafforzeranno il carattere dell’Alleanza come comunità basata sullo stato di diritto e sui valori democratici. Con le loro capacità, i due Paesi contribuiranno in modo significativo alla sicurezza ed alla missione difensiva dell’area euro-atlantica. La sicurezza di Finlandia e Svezia non deve essere messa a repentaglio in alcun modo. L’Italia afferma la sua determinazione a concorrere sin d’ora, in stretta consultazione con Finlandia e Svezia e nei modi più appropriati, alle loro esigenze di sicurezza e difesa. Conferma in proposito la validità degli impegni esistenti nel contesto europeo, ivi incluso l’articolo 42.7 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea.

 Il riferimento al “ carattere dell’Alleanza come comunità basata sullo stato di diritto e sui valori democratici” non è tanto riferibile alla Turchia quanto ai due paesi nordici il che è un chiaro segnale ad Erdogan ad accontentarsi del memorandum che sta già spendendo in Turchia come improbabile ‘grande vittoria’.

MEMORANDUM TRILATERALE

(Versione italiana non ufficiale, a cura di Gianfranco Nitti)

1. In data odierna i rappresentanti di Turchia, Finlandia e Svezia, sotto gli auspici del Segretario Generale della NATO, hanno concordato quanto segue.

2. La NATO è un’Alleanza basata sui principi della difesa collettiva e dell’indivisibilità della sicurezza, nonché su valori comuni. La Turchia, la Finlandia e la Svezia affermano la loro adesione ai principi e ai valori sanciti dal Trattato di Washington.

3. Uno degli elementi chiave dell’Alleanza è l’incrollabile solidarietà e cooperazione nella lotta contro il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni, che costituisce una minaccia diretta alla sicurezza nazionale degli Alleati nonché alla pace e alla sicurezza internazionale.

4. In qualità di potenziali alleati della NATO, la Finlandia e la Svezia offrono il loro pieno sostegno alla Turchia contro le minacce alla sua sicurezza nazionale. A tal fine, la Finlandia e la Svezia non forniranno sostegno alle YPG/PYD e all’organizzazione descritta come FETO in Turchia. La Turchia estende inoltre il suo pieno sostegno alla Finlandia e alla Svezia contro le minacce alla loro sicurezza nazionale. La Finlandia e la Svezia respingono e condannano con la massima fermezza il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni. La Finlandia e la Svezia condannano senza ambiguità tutte le organizzazioni terroristiche che perpetrano attacchi contro la Turchia ed esprimono la loro più profonda solidarietà alla Turchia e alle famiglie delle vittime.

5. La Finlandia e la Svezia confermano che il PKK è un’organizzazione terroristica proscritta. La Finlandia e la Svezia si impegnano a prevenire le attività del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche e le loro estensioni, nonché le attività di individui appartenenti a gruppi affiliati e ispirati o a reti collegate a queste organizzazioni terroristiche. La Turchia, la Finlandia e la Svezia hanno concordato di intensificare la cooperazione per prevenire le attività di questi gruppi terroristici. La Finlandia e la Svezia respingono gli obiettivi di queste organizzazioni terroristiche.

6. Inoltre, la Finlandia fa riferimento a diversi recenti emendamenti del suo Codice Penale con i quali sono stati introdotti nuovi atti punibili come crimini terroristici. Gli ultimi emendamenti, entrati in vigore il 1° gennaio 2022, hanno ampliato la portata della partecipazione alle attività di un gruppo terroristico. Allo stesso tempo, l’incitamento pubblico legato a reati di terrorismo è stato considerato un reato separato. La Svezia conferma che il 1° luglio entrerà in vigore una nuova e più severa legge sui reati di terrorismo e che il governo sta preparando un ulteriore inasprimento della legislazione antiterrorismo.

7. La Turchia, la Finlandia e la Svezia confermano che attualmente non esistono embarghi nazionali sulle armi. La Svezia sta modificando il quadro normativo nazionale per le esportazioni di armi in relazione agli alleati della NATO. In futuro, le esportazioni di armi da Finlandia e Svezia saranno condotte in linea con la solidarietà dell’Alleanza e in conformità con la lettera e lo spirito dell’articolo 3 del Trattato di Washington.

8. Oggi, la Turchia, la Finlandia e la Svezia si impegnano a compiere i seguenti passi concreti: – – — – Istituire un dialogo congiunto e strutturato e un meccanismo di cooperazione a tutti i livelli di governo, anche tra le forze dell’ordine e le agenzie di intelligence, per rafforzare la cooperazione in materia di antiterrorismo, criminalità organizzata e altre sfide comuni, secondo le loro decisioni. – – – La Finlandia e la Svezia condurranno la lotta contro il terrorismo con determinazione e risolutezza, in conformità con le disposizioni dei documenti e delle politiche pertinenti della NATO, e adotteranno tutte le misure necessarie per rendere più rigorosa la legislazione nazionale a tal fine. – La Finlandia e la Svezia affronteranno le richieste di espulsione o estradizione di sospetti terroristi presentate dalla Turchia in modo rapido e approfondito, tenendo conto delle informazioni, delle prove e dell’intelligence fornite dalla Turchia, e stabiliranno i quadri giuridici bilaterali necessari per facilitare l’estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con la Turchia, in conformità con la Convenzione europea di estradizione.

 – La Finlandia e la Svezia indagheranno e interdiranno qualsiasi attività di finanziamento e reclutamento del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche e delle loro estensioni, nonché dei gruppi o delle reti affiliati o ispirati, come indicato nel paragrafo 5.

– La Turchia, la Finlandia e la Svezia si impegnano a combattere la disinformazione e a impedire che le loro leggi nazionali vengano abusate a beneficio o per promuovere le organizzazioni terroristiche, anche attraverso attività che incitano alla violenza contro la Turchia.

– La Finlandia e la Svezia garantiranno che i rispettivi quadri normativi nazionali per le esportazioni di armi consentano i nuovi impegni nei confronti degli Alleati e riflettano il loro status di membri della NATO.

– La Finlandia e la Svezia si impegnano a sostenere il massimo coinvolgimento possibile della Turchia e di altri alleati non appartenenti all’UE nelle iniziative esistenti e future della politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione europea, compresa la partecipazione della Turchia al progetto PESCO sulla mobilità militare.

9. Per l’attuazione di queste iniziative, la Turchia, la Finlandia e la Svezia istituiranno un Meccanismo Congiunto Permanente, con la partecipazione di esperti dei Ministeri degli Affari Esteri, degli Interni e della Giustizia, nonché dei Servizi di Intelligence e delle Istituzioni di Sicurezza. Il Meccanismo Congiunto Permanente sarà aperto all’adesione di altri soggetti.

10. La Turchia conferma il suo sostegno di lunga data alla politica della Porta Aperta della NATO e accetta di sostenere al Vertice di Madrid del 2022 l’invito di Finlandia e Svezia a diventare membri della NATO.

Firmato da:

Sua Eccellenza Mevlüt Çavuşoğlu  Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Turchia

Ankara

Sua Eccellenza Pekka Haavisto Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Finlandia

Helsinki

Sua Eccellenza Sig.ra Ann Linde Ministro degli Affari Esteri del Regno di Svezia

Stoccolma

Madrid, 28 giugno 2022

Testo inglese del Memorandum Trilaterale:

https://um.fi/documents/35732/0/TU+SWE+FIN.pdf/03efa85e-a936-da51-4e09-a98ce514238c?t=1656454374367

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Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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