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di Maurizio Costa
Soma (Turchia) – Durante una manifestazione anti-governativa per protestare contro il premier turco dopo la grave esplosione nella miniera di carbone nella città di Soma, in Turchia, che avrebbe causato più di 282 morti, un manifestante, già bloccato dalle forze dell'ordine parlamentari, è stato preso a calci da un consigliere del Primo Ministro Tayyip Erdogan. Le immagini sono sconvolgenti: la persona immobilizzata potrebbe essere anche un parente di una vittima dell'incidente in miniera e tutto il Paese è scandalizzato dall'accaduto.
Il fautore del gesto è Yusuf Yerkel, consigliere del premier turco. Erdogan era in visita nella città di Soma per cercare di spiegare ai manifestanti la realtà delle cose, ma l'incontro è stato un disastro. Centinaia di scontri, che si sono allargati anche ad Ankara e ad Istanbul, sono lo specchio di un popolo che si lamenta delle condizioni delle miniere turche; l'incidente, infatti, secondo i manifestanti, sarebbe stato causato dalle troppe privatizzazioni nel settore e dalle poche norme che difendono i lavoratori.
La foto e il calcio del consigliere è solo la "ciliegina sulla torta". Infatti, Erdogan non è riuscito a farsi amare dalla folla: "C'è qualcosa in letteratura che si chiama incidente sul lavoro – ha dichiarato il Primo Ministro – ed è qualcosa che può accadere dappertutto." Queste parole hanno fatto infuriare la folla ed il premier è stato costretto a rifugiarsi in un supermercato.
Intanto si affievoliscono le speranze per i 150 minatori che ancora mancano all'appello. I sindacati promettono nuovi scioperi ed Erdogan non fa altro che proclamare tre giorni di lutto nazionale.
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