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Economia e Finanza

TRITON: CECILIA MALMSTRÖM CONFERMA CHE L’OPERAZIONE NON SOSTITUISCE MARE NOSTRUM

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Tempo di lettura 3 minuti Triton è destinato a sostenere gli sforzi italiani, e non sostituisce o sostituire gli obblighi italiani nel monitoraggio e rilevamento delle frontiere esterne di Schengen

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di Cinzia Marchegiani


Bruxelles– A decorrere dal 1 novembre 2014,  il Frontex ha coordinato un'operazione congiunta  denominata Triton che  inizierà la sua attività nel Mediterraneo centrale a sostegno degli sforzi italiani. I dettagli di Triton, tra cui l'area operativa e le risorse necessarie, sono stati concordati tra Frontex e l'Italia, sulla base delle richieste formulate dalle autorità italiane.
A parlare e mettere i puntini sulle “i” sul funzionamento dell’operazione Triton è il commissario europeo Cecilia Malmström, con una dichiarazione inequivocabile oggi 7 ottobre 2014:” Con il suo funzionamento Mare Nostrum, l'Italia ha fatto un lavoro formidabile per aiutare migliaia e migliaia di rifugiati che hanno rischiato la loro vita cercando di attraversare il Mediterraneo in vasi traballanti. È chiaro che l'operazione Triton non può e non sostituire Mare Nostrum. Il futuro del Mare Nostrum rimane in ogni caso una decisione italiana. Triton non influenzerà le responsabilità degli Stati membri nel controllo della loro parte delle frontiere esterne dell'UE, e dei loro obblighi nei confronti della ricerca e soccorso di persone in difficoltà. Sono fiducioso che l'Italia continuerà ad adempiere ai propri obblighi europei e internazionali e la Commissione europea è pronta a continuare a fornire assistenza europea a tali iniziative.” Il commissario Malmström spiega che per avere successo, questi sforzi in mare devono essere integrati da altre misure, gli stati europei ora devono dare piena attuazione del sistema europeo comune di asilo, e che sarà fatto un serio sforzo per stabilire un programma veramente europeo per il reinsediamento dei rifugiati:”Le sfide che l'Unione europea si trova ad affrontare richiede tutti gli Stati membri di assumersi la responsabilità, e offrire protezione a chi ne ha bisogno."

L'operazione Mare Nostrum è spiegata nei dettagli da una nota sul sito dell’UE, definita come operazione in corso in prossimità della costa libica con mezzi navali italiani. L'UE ha sostenuto l'operazione finanziariamente 1,8 milioni di  euro le azioni di emergenza nell'ambito del Fondo per le frontiere esterne. L’assistenza per l'Italia è stato fornito attraverso le due operazioni Frontex coordinate Hermes and Aeneas e le operazioni congiunte coordinate da Frontex Hermes ha, in una forma o l'altra e con poche interruzioni, andata avanti per diversi anni. L'Italia ha agito come unico Stato ospitante. Questa operazione congiunta è in corso in prossimità della costa italiana per il controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea con un budget annuale per il 2014 di circa 5 milioni di euro. Conformemente alla richiesta del paese ospitante, mare attività sostenute nel funzionamento provengono da Italia (Guardia Costiera e / o Guardia di Finanza); altri Stati membri contribuiscono con una sorveglianza di aeromobili e ospiti ufficiali sulla terra per aiutare con lo screening / debriefing.
Frontex ha inoltre coordinato Enea un'operazione congiunta con l'Italia come Stato ospitante. Questa operazione concentrata principalmente sui flussi migratori provenienti da Egitto e Turchia (via Grecia) per l'Italia.
Triton conta sulle risorse umane e tecniche messe a disposizione dagli Stati membri partecipanti. In questa direzione Frontex ha lanciato un invito agli Stati membri per i contributi di cui due velivoli ad ala fissa di sorveglianza, tre pattugliatori, così come sette squadre di agenti distaccati per debriefing / raccolta di intelligence e le finalità di screening / identificazione. Inoltre le attività italiane faranno parte dell'operazione.
Un costo esorbitante, il budget mensile è stimato intorno a 2.900.000 euro al mese. Per finanziare il lancio e la prima fase dell'operazione, i fondi sono stati riassegnati dal Fondo Sicurezza interna e all'interno del bilancio di Frontex. L’aumento del bilancio Frontex 2015 deve essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, al fine di finanziare l'operazione con la stessa intensità nel lungo periodo. Come per tutte le operazioni Frontex, Triton opererà nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e comunitari, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento che esclude spalle push.
Triton è destinato a sostenere gli sforzi italiani, e non sostituisce o sostituire gli obblighi italiani nel monitoraggio e rilevamento delle frontiere esterne di Schengen e nel garantire il pieno rispetto della UE e degli obblighi internazionali, in particolare quando si tratta di ricerca e soccorso in mare. Essa implica che l'Italia dovrà continuare a fare continui sforzi notevoli con mezzi nazionali, pienamente coordinati con l'operazione Frontex, per gestire la situazione.
Tutti gli Stati membri potrebbero utilizzare per il supporto operativo, vale a dire i costi di gestione delle loro operazioni di controllo delle frontiere, fino al 40% delle risorse disponibili per i loro programmi nazionali nell'ambito del nuovo Fondo Sicurezza. Nel caso di Italia, tenendo conto che oltre 156.000.000 di euro sono assegnati in Italia, più di 62.500.000 di euro potrebbe essere assegnato al supporto operativo nell'ambito del suo programma nazionale per il periodo 2014-2020.

Gli Italiani guradano e si stupiscono come i fondi per emergenze umanitarie siano sempre diponibili, ma non per le emergenze nazionali dei paesi membri. Una discriminazione che sta sempre più esasperando chi sta cominciando a vivere nella povertà nel proprio paese, senza assistenza e senza più diritti…dovrebbero spiegarlo a quegli italiani che avevano occupato palazzi abbandonati e fatiscenti e sfrattati per strada.

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Economia e Finanza

Conti pubblici, i temi caldi dell’autunno

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L’avvio di una procedura Ue nei confronti dell’Italia apre le porte alla trattativa sull’asse Roma-Bruxelles in vista della manovra d’autunno. Cruciale non solo l’impegno per la correzione dei conti ma anche la spinta della crescita condizionata all’attuazione del Pnrr da circa 191 miliardi di euro.

Le raccomandazioni della Commissione europea erano attese al ministero dell’Economia, reo lo sforamento del deficit nel 2023 lievitato al 7,4% del pil sotto il peso delle spese post-Covid e della mina del superbonus; stessa sorte per altri sette Paesi membri, tra i quali la Francia. Nessun ritorno all’austerity però, “perché sarebbe un terribile errore”, ha chiarito nei giorni scorsi il commissario Ue agli affari economici Paolo Gentiloni.

In base alle attenuanti previste dal Patto di Stabilità riformato Roma dovrebbe tagliare il disavanzo dello 0,5-0,6% del pil (circa 10-12 miliardi) ogni anno per sette anni, quindi fino al 2031 incluso, attraverso una strategia credile monitorata da Bruxelles anche sul fronte della spesa pubblica. La proposta di procedura approderà al tavolo del Consiglio Ecofin di luglio per il via libera. Dopodiché il Mef dovrà presentare entro il 20 settembre il documento che ha preso il posto della vecchia Nadef, il Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psb) con le stime programmatiche su crescita, deficit e debito e da cui si evincerà l’entità dell’aggiustamento del 2025.

La correzione impone al governo di trovare coperture equivalenti per finanziare le misure della nuova Finanziaria, visto che la leva del deficit sarà per sette anni off limits. E l’esecutivo ha in più sedi confermato la volontà di riconfermare il taglio del cuneo fiscale (quasi 11 mld) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (oltre 4 mld), per un totale di circa 15 miliardi. Se così non fosse salirebbero le tasse per un valore medio pari a 100 euro al mese nelle buste paga di 14 milioni di cittadini. Le coperture verrebbero reperite tra i risparmi dell’Assegno di inclusione (circa 3 mld), dal taglio dell’Ace (4 mld) e dalle risorse della lotta all’evasione e del concordato biennale.

Ma in scadenza ci sono altre misure per circa 5 mld complessivi: dagli stanziamenti per la nuova Sabatini e gli investimenti nelle Zes (1,9 mld) alla detassazione dei premi di produttività aziendali (833 mln), il taglio del canone Rai (430 mln) o l’anticipo pensionistico (260 mln), solo per citarne alcune.

Per rispettare gli impegni con l’Ue sarà cruciale la correzione dei conti ma anche l’andamento della crescita presente e futura, con il Pnrr a fare da traino con un impatto aggiuntivo stimato di 3 punti percentuali cumulativi fino al 2026 e di 9,6 punti in più fino al 2050, secondo l’Upb. Intanto questa mattina alle 11 è in programma la cabina di regia convocata dal ministro per le Politiche Ue Raffaele Fitto a Palazzo Chigi per fare il punto sull’attuazione dei 37 obiettivi che danno all’Italia il diritto di chiedere gli 8,5 miliardi della sesta rata, mentre si dovrebbe chiudere a stretto giro di posta l’esborso del quinto pagamento da 10,6 miliardi collegati ai 52 obiettivi del secondo semestre 2023.

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Castelli Romani

Bcc Colli Albani, assemblea dei soci: un impegno concreto per il futuro del territorio

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Presenti circa 1.500 persone al PalaCesaroni di Genzano

Nel suggestivo scenario del Palacesaroni di Genzano, si è svolta l’assemblea annuale della Banca di Credito Cooperativo (Bcc) Colli Albani, un evento che ha evidenziato il solido stato di salute finanziaria dell’istituto e il suo impegno verso la comunità locale.

Il focus principale dell’assemblea è stato il bilancio e la relazione del 2023, che hanno confermato l’ottima performance della Bcc Colli Albani nel corso dell’anno precedente. Grazie a una gestione oculata e prudente, la banca ha continuato a crescere in modo stabile e sostenibile, garantendo ai soci e ai clienti una solida base finanziaria.

Presente il deputato e sindaco di Lanuvio Andrea Volpi che si è complimentato pubblicamente: “Ciò che apprezziamo oggi – ha detto – è il frutto di un lavoro iniziato quasi 80 anni fa, un risultato maturato grazie al lavoro di uomini illuminati e da soci che nel tempo hanno visto ripagata la fiducia prestata. La fortuna di poter contare su una BCC locale risiede nella prossimità, risiede nell’umanità e nei valori che rappresenta, risiede nella capacità di sostenere e partecipare iniziative imprenditoriali.  La traccia di questo segno è ben evidente in tantissime azioni sul sociale, sulla sostenibilità, sullo sport, sulla cura degli spazi pubblici. Continueremo a lavorare in sinergia avendo ben in mente l’obiettivo primario della cura del bene comune e del sostegno ai nostri Comuni”.

Presenti anche il sindaco di Genzano Carlo Zoccolotti, il primo cittadino di Marino, Stefano Cecchi, il Vescovo di Albano Vincenzo Viva, il Direttore Generale Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica dott. Massimo Gargano.

Non è mancata la partecipazione delle Forze dell’Ordine. Polizia Locale, Carabinieri di Genzano, Albano e Nemi. Inoltre la Protezione Civile di Genzano ha prestato servizio per la sicurezza dei numerosi presenti unitamente al servizio di vigilanza privato incaricato dalla BCC Colli Albani.

Un aspetto particolarmente rilevante emerso durante l’assemblea è l’accentuato impegno della Bcc Colli Albani verso l’ambiente e il risparmio energetico. A tal fine, l’istituto ha annunciato la fondazione di una comunità energetica, un’iniziativa innovativa che mira a promuovere la sostenibilità ambientale e a favorire la transizione verso fonti energetiche rinnovabili nella comunità locale.

Inoltre, la Bcc Colli Albani ha evidenziato il suo ruolo sociale attraverso la Mutua Cam, fondata proprio dalla banca, che garantisce rimborsi spesa sanitaria ai soci e supporta una vasta gamma di servizi culturali, tra cui teatro, sport e turismo. Questa iniziativa dimostra l’impegno della banca nel promuovere il benessere e lo sviluppo della comunità locale, oltre a offrire vantaggi tangibili ai propri soci e clienti.

Il Presidente della Bcc Colli Albani, Maurizio Capogrossi, è stato elogiato durante l’assemblea per il suo esemplare impegno e la sua leadership nella gestione dell’istituto di credito. Capogrossi è considerato un esempio tangibile di vicinanza al territorio e di collaborazione con le amministrazioni locali, la Asl, le istituzioni militari, religiose e civili. La sua visione inclusiva e orientata alla comunità ha contribuito in modo significativo al successo e alla reputazione della Bcc Colli Albani nella regione.

L’assemblea della Bcc Colli Albani al Palacesaroni di Genzano ha confermato il ruolo cruciale dell’istituto di credito nella promozione dello sviluppo economico e sociale della comunità locale. Attraverso iniziative innovative, come la fondazione di una comunità energetica e la promozione di servizi culturali e sanitari, la Bcc Colli Albani continua a dimostrare il suo impegno verso il benessere e il progresso della sua comunità di riferimento.

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Economia e Finanza

Agricoltura, decreto fotovoltaico: sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati

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Sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto.

Gli impianti potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade. Sono fatti salvi anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione. E’ questa la decisione presa dal Cdm sul punto più spinoso del Decreto di aiuti al settore agricolo che il ministro Francesco Lollobrigida ha portato oggi in Consiglio dei ministri. “C’è stata grande serenità – ha detto Lollobrigida al termine della riunione – col collega dell’Ambiente Pichetto su un norma del 2021.

Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo. Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne ad impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie. Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo”. L’obiettivo, ha poi aggiunto, è quello di non sottrarre all’agricoltura terreni di pregio. La bozza del provvedimento prevedeva di fatto un divieto per l’agrivoltaico, cioè il fotovoltaico sui terreni agricoli: “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”.

Un divieto chiesto da tempo a gran voce da Coldiretti. e sostenuto con convinzione dal ministro Francesco Lollobrigida. Sembra anzi che il titolare dell’Agricoltura considerasse lo stop come il punto più importante del suo decreto di aiuti. Il problema è che l’agrivoltaico è considerato invece strategico dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per sviluppare le fonti rinnovabili in Italia. Il Mase a febbraio ha varato un decreto che stanzia 30 milioni all’anno per vent’anni per questo settore. L’obiettivo è di arrivare a oltre 1 Gigawatt di potenza installata già nel 2026. Quando la bozza ha cominciato a girare la scorsa settimana, il Ministero guidato da Gilberto Pichetto ha fatto subito sapere che il divieto dell’agrivoltaico “non era condiviso”. Il ministro non ha gradito la fuga in avanti del collega, che evidentemente aveva deciso sulla materia senza consultarlo, nonostante fosse anche di sua competenza. Dalla fine della scorsa settimana, è partita una trattativa fra i due ministeri per arrivare a un compromesso. Raggiunto in Cdm.

“Rafforziamo il ruolo del commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua, che ha predisposto un piano straordinario e lo autorizziamo a svolgere gli interventi di urgenza per riuscire a efficientare il sistema idrico italiano”. Così il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, illustrando il decreto varato in Consiglio dei ministri, dove è stato audito il governatore della Sicilia Renato Schifani. Serve una “pianificazione per affrontare in termini infrastrutturali una criticità ormai ciclica – ha aggiunto -: la siccità non è un’emergenza, ogni cinque anni circa colpisce in modo devastante il nostro territorio, in questo caso la Sicilia ma è capitato ad altre regioni. Con il cambio climatico gli effetti rischiano di aumentare”.

Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana. È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all’attuazione degli immediati interventi.

“Diamo la possibilità di ampliare il ruolo di guardia venatoria alle associazioni legittimate allo svolgimento dell’antibracconaggio e del controllo dello svolgimento regolare di tutte le attività previste per legge”, dice il ministro Lollobrigida. “Questo – ha spiegato – ampia lo spettro delle associazioni che potranno avere, con una certificazione che deve essere data a coloro che svolgono questa funzione, il controllo in particolare dell’antibracconaggio, che è l’elemento sul quale auspichiamo si muovano le guardie che hanno questo tipo di configurazione”.

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