TREMILA IMMIGRATI IN ARRIVO DALLA LIBIA: AL COLLASSO LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA

di Angelo Barraco

Roma – L’ondata di immigrati non si placa anzi, sembra accentuarsi sempre di più. La Guardia Costiera di Roma ha ricevuto 18 richieste di soccorso da altrettante imbarcazioni cariche di migranti che si trovano a circa 20-30 miglia a largo della Libia. Attualmente è difficile stimare il numero dei migranti ma una stima approssimativa vede su quei barconi e gommoni non meno di 2-3 mila migranti. Intanto sul canale si Sicilia sono schierati i mezzi italiani ed europei di soccorso, ma l’Italia può fronteggiare questo nuovo grande esodo? Cosa può garantire loro? Il flusso dei migranti verso le coste italiane non si ferma, non rallenta e il paese è in ginocchio per far fronte ai problemi che ne conseguono come l’accoglienza e la mancanza di risorse e strutture. Gli scafisti ogni giorno si muovono nel mare come il traghettatore di anime nel libro del sommo poeta Dante Alighieri, Caronte, portano da una riva all’altra le anime che sono alla ricerca di una vita migliore. L’ultimo sbarco di immigrati è avvenuto nella notte di metà agosto, quando 350 migranti che erano a bordo di un barcone a largo della Calabria sono stati salvati, a bordo dell’imbarcazione, inerme, un cadavere di un uomo morto durante il viaggio. I migranti sono stati salvati e trasferiti a Reggio Calabria. Un’altra tragedia verificatasi nel mare è avvenuta il giorno di ferragosto, quando 49 soggetti sono morti in un barcone di soli 14 metri. Costoro si trovavano nella stiva e la loro “colpa” è stata quella di non aver pagato abbastanza gli scafisti per poter stare sul ponte.
 
 
Dopo ogni tragedia la voce della politica si fa forte e dopo quella di metà agosto  Angelino Alfano ha ribadito: “sarà l'ultima tragedia se non si risolve il problema della Libia”. Il Comandante del Cigala Fulgosi, il capitano di fregata Massimo Tozzi si sono prodigati nel soccorrere i superstiti e si sono trovati davanti “una scena terribile: decine di corpi senza vita ammassati uno sull'altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti”. Non c’era nessuna traccia di scafisti a bordo. Un barcone con donne che piangevano i loro cari morti perché non avevano soldi per poter ubicarsi in una posizione migliore sulla barca, che tra l’altro era fatiscente e per niente sicura. E’ stato fondamentale l’intervento della Marina che ha evitato una tragedia ancora più grande. “Ma è questo che facciamo – ha detto il capitano – prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito”. Nella conferenza stampa di Ferragosto, il ministro Angelino Alfano ha sottolineato: “il mondo non può attendere di fronte alla crisi della Libia che è un vulcano acceso non di fronte all'Italia, ma all'Europa. O la comunità internazionale è in grado di risolvere la situazione lì o la tragedia di oggi non sarà l'ultima” ha aggiunto inoltre una risposta al mons. Galantino che aveva accusato nei giorni scorsi il Governo di essere assente sull’immigrazione “Noi  facciamo un mestiere diverso dalla chiesa e comunque do per buona la rettifica delle parole di monsignor Galantino e non quello a lui in un primo momento attribuito, noi facciamo fino in fondo quello che è il dovere di una grande democrazia: salviamo vite e rimpatriamo chi non fugge da guerre o da persecuzioni, ma arriva illegalmente sul nostro territorio”. Ma adesso? Adesso che succederà?