Tre milioni di posti a rischio, tutta colpa dei robot

di Marco Staffiero

I robot prenderanno il posto degli esseri umani? Poco tempo fa poteva sembrare uno scenario da fantascienza, ma ad oggi questa idea si va delineando sempre di più. Poche menti lucide oltre 30 anni fa avevano previsto questo pericolo, proprio attraveso l'avvento della tecnocrazia. Anche allora qualcuno con eccessiva superficialità sorrise.  Fatto sta che, oltre 3 milioni di posti di lavoro a rischio in Italia nei prossimi 15 anni. Per 'colpa' dei robot. E' lo scenario che delinea la ricerca 'Tecnologia e lavoro: governare il cambiamento', elaborata dall'Ambrosetti Club sulla base dell'articolo scientifico 'The Future of Employment: How susceptible are jobs to computerisation?' di C.B. Frey e M.A. Osborne, professori di Oxford, presentata ieri al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio.
 
"Con automazione si intendono tutte quelle tecnologie capaci di gestire sistemi meccanici e processi fisici o logici a complessità variabile, riducendo la necessità dell’intervento umano. Il continuo sviluppo della tecnologia genera un crescente timore verso l’effetto sostituzione uomo-macchina e le ricadute che questo fenomeno potrebbe avere su Paesi, imprese e persone", si legge. La ricerca, utilizzando dati forniti dall'Istat, ha consentito di effettuare analisi su 129 categorie professionali e di calcolare il numero di posti di lavoro che potrebbero essere persi nei prossimi 15 anni: "I risultati delle elaborazioni effettuate indicano che il 14,9% del totale degli occupati, pari a 3,2 milioni, potrebbe perdere il posto di lavoro nell’orizzonte temporale di riferimento". Quali categorie sono più al sicuro? "La non ripetitività del lavoro svolto, le capacità creative e innovative richieste per lo svolgimento delle mansioni, la complessità intellettuale e operativa delle attività svolte e le capacità relazionali e sociali sembrerebbero ridurre il rischio di automazione degli occupati". In una situazione economica disastrosa con un tasso di disoccupazione che va oltre il 40%, quale sarà il ruolo dll'essere umano con l'avvento dei robot nel lavoro?