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Roma

Tratta di esseri umani, scoperta organizzazione nigeriani: infiltrazioni anche a Roma

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Tempo di lettura 2 minutiL'indagine si è sviluppata con servizi di osservazione, pedinamento e controllo sul territorio, con intercettazioni telefoniche e ambientali

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ROMA – Sono 59 gli arrestati nell'ambito dell'operazione «Athenaeum», svolta in maniera congiunta dalla Squadra Investigativa «Anti Tratta» della Polizia Locale di Torino e Carabinieri. L'indagine nasce nel dicembre 2012, dopo la denuncia di una cittadina nigeriana, per tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione a carico di due suoi connazionali. I reati accertati, nel corso dell'indagine, sono quelli di rapina, tentato omicidio, lesioni personali, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, falsificazione di carte di credito e immigrazione clandestina. L'operazione ha permesso di scoprire l'esistenza di due «cult» (confraternite) segreti nigeriani, i «Maphite» e gli «Eiye», in perenne conflitti tra di loro. L'indagine si è sviluppata con servizi di osservazione, pedinamento e controllo sul territorio, con intercettazioni telefoniche e ambientali. Dalle indagini è emerso che non si tratta di bande sparpagliate sul territorio, ma di una grande organizzazione internazionale, dai contorni paragonabili alle mafie, che minaccia, sfrutta e talvolta uccide, ramificata in tutto il nord Italia, con infiltrazioni a Roma, Novara, Alessandria, Verona e Bologna. Nella Capitale soggiornava uno degli arrestati O.D. 40enne nigeriano sorpreso all'interno di un appartamento a Castel Verde. All'interno della villetta è stato trovato materiale rilevante per le indagini, trasmesso alla Procura di Torino, e sono state identificate altre 8 persone. Secondo quanto si apprende, alcune di esse svolgono attività di prostituzione ma al momento non ci sono elementi per evidenziarne lo sfruttamento. L'attività iniziata alle 5 di questa mattina è ancora in corso ed è condotta dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale e VI Gruppo coordinati dal vice comandante del Corpo Antonio Di Maggio. A far da contorno agli interessi economici dei «cult», fatto di spartizione del territorio per lo spaccio, prostituzione, vi sono innumerevoli spedizioni punitive con violenti scontri armati. Le indagini hanno accertato che i membri dei due gruppi praticavano affiliazioni occulte e riti raccapriccianti, fatti di cieca obbedienza, omertà assoluta e versamento periodico di denaro per finanziare i gruppi locali. Il reclutamento di nuovi adepti veniva effettuato con metodi coercitivi e violenti.

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