Redazione Lazio
TRASPORTO LAZIO ALLO SBANDO, AZIENDE TPL IN GINOCCHIO: LUNEDI' SI FERMA TUTTO
Tempo di lettura 4 minutiFiano e Capena senza trasporto pubblico già dallo scorso 1 dicembre
Chiara Rai
Roma – Le oltre 50 società di trasporto pubblico locale su gomma del Lazio confluite nell’associazione “Uni.A.Mo.La” confermano lo stato di agitazione e annunciano che lunedì 10 dicembre, in concomitanza con il fermo dei servizi nei Comuni, si terrà uno sit in sotto la giunta regionale.
Questo è quanto ha scritto Giuseppe Cilia il presidente dell’associazione che rappresenta le società di Tpl, a seguito di un’assemblea straordinaria con gli associati, che ha fatto seguito al vertice di giovedì in Regione con l’assessore regionale ai Trasporti Luca Malcotti.
Ciò che Cilia espone nella lettera cordiale e confidenziale all’assessore è la “mancata individuazione di possibili soluzioni per consentire alle imprese di avere le risorse arretrate dovute (14 mesi senza pagamenti) per continuare a garantire i servizi”. Inoltre,la convenzione con Sace “prevede pesanti oneri finanziari diretti e riflessi – scrive Cilia – che devono essere assunti dalla Regione e non risolvono il problema immediato della impossibilità per le imprese di approvvigionamento del carburante e pagamento dei dipendenti”. Tutte queste complicazioni, secondo gli associati “Uni.A.Mo.La”, sarebbero sopraggiunte a causa degli “ingiustificabili” ritardi della Regione nei pagamenti alle imprese. Inoltre gli associati hanno provveduto a confermare alla Regione la formalizzazione d’intimazione di adempiere ai pagamenti in un congruo termine.
Eppure lo stesso Malcotti era uscito fiducioso dal tavolo di giovedì scorso, definendo l’incontro proficuo dove sarebbero stati chiariti tempi e modalità di gestione dell’accordo “la cui validità – ha asserito Malcotti – è dimostrata dal fatto che, già giovedì, Sace ha deliberato favorevolmente sulla cessione dei crediti di alcune imprese che verranno pagate nei prossimi giorni”.
Ma Cilia resta con i piedi per terra e asserisce che la maggioranza delle società non può permettersi di aderire alle prescrizioni Sace: “andremo avanti ad oltranza – conferma il presidente “Uni.A.Mo.La” – continuare così significa far fallire le aziende. Ci auguriamo che Malcotti voglia accoglierci lunedì e firmare un protocollo di intesa venendo incontro alle nostre esigenze”.
Intanto Claudio D’amico titolare della società Damibus s.r.l. che fornisce Fiano Romano e Capena, che di fatto ha interrotto il servizio lo scorso 1 dicembre, dichiara di aver presentato il 30 novembre scorso la documentazione presso Sace, “mi sono attivato subito con una e-mail – ha detto D’Amico – per avere riscontro sui tempi di ed erogazione ma purtroppo nessuno mi sa dire niente, neppure in che modo bisogna fare le certificazioni dei Comuni, questo comporterà altre perdite di tempo. Non ultimo – conclude D’Amico – il costo di tale operazione è a totale carico dell’azienda con interessi che dovranno essere pagati subito al momento dell’eventuale erogazione e, nel caso la Regione dovesse ritardare il rimborso alla Sace, il rischio è di avere un effetto deflagrante ed a tempo. A questo punto chiedo una cosa: ma i soldi stanziati e messi in bilancio per i nostri servizi dove sono?”.
tabella PRECEDENTI: