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TRAPANI – Subacquea siciliana in lutto per la scomparsa di Nitto Mineo, pioniere delle immersioni alle Isole Egadi, comandante di pescherecci, corallaro, scopritore di relitti e soprattutto subacqueo delle tonnare. Un uomo stimato e apprezzato da tutti per la sua umanità e per la sua grande passione per il mare, era nato a Marettimo 84 anni fa ma ha vissuto a Levanzo prima di tornare a Trapani a causa delle sue condizioni di salute.
La sua grande popolarità la raggiunse a Favignana dove nel 1963 diventò il sommozzatore della tonnara
Iniziò la sua esperienza sott’acqua nel 1958 dapprima come pescatore, poi come sub della tonnara e infine come corallaro. Grazie al suo legame con Cecè Paladino, l’archeologia subacquea siciliana ebbe un forte impulso verso una delle scoperte più importanti effettuate alle Isole Egadi. Nitto aveva confidato a Cecè Paladino della scoperta, intorno al 1961, di un carico di anfore al largo di Cala Minnola a Levanzo che si rivelò, dopo i primi studi, un relitto romano del I sec. a. C.. Successivamente Nitto confidò un ritrovamento di ceppi d’ancora in piombo su un fondale di 25 metri a Est dell’isola nella zona di Capo Grosso. Paladino insieme ad altri amici, sulla base di quelle informazioni, estese le ricerche sui fondali circostanti al luogo del primo rinvenimento e rilevò la presenza di altri ceppi, molto numerosi stavolta, disposti secondo uno schema regolare, e che verosimilmente poteva essere correlato all’ormeggio di una ingente flotta di navi. Fu l’inizio di quella che diventò in breve tempo la scoperta del luogo dove si combattè la Battaglia delle Egadi nel 241 a. C.
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