Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
Un abbraccio eterno nelle acque gelide del fiume: la storia di Susanna e Mia scuote l’Italia
In un freddo giorno d’inverno, le acque del Piave hanno restituito una verità che nessuno avrebbe voluto conoscere. Susanna Recchia, 45 anni, e la sua piccola Mia, di soli 3 anni, sono state trovate abbracciate su un isolotto del fiume, vittime di un gesto estremo che ha posto fine alle loro vite.
La scoperta, avvenuta dopo ore di angosciose ricerche, ha gettato un’ombra di dolore su tutta la comunità di Miane, in provincia di Treviso. Susanna, igienista dentale con un passato segnato da tragedie e separazioni, aveva scelto di portare con sé la sua bambina in un ultimo, disperato atto d’amore.
“Vieni a prendere la bimba domattina, ti aspetto alle 8.15”. Queste le ultime parole di Susanna, inviate all’ex compagno Mirko, padre di Mia. Un messaggio che nascondeva un addio definitivo, seguito da una lettera di cinque pagine in cui la donna esprimeva la sua intenzione di porre fine alla sua vita.
Il procuratore Marco Martani ha descritto la vicenda come “senza ombre”, attribuendola a una “depressione maggiore”, una malattia subdola che “spinge a portare con sé quanti si amano”. Parole che tentano di dare un senso a un gesto altrimenti incomprensibile.
La vita di Susanna era stata segnata da numerose prove: un incidente stradale in cui perse la migliore amica, un matrimonio fallito, e la recente separazione da Mirko. La piccola Mia, nata da questa relazione, era affetta da gravi problemi di salute, aggiungendo ulteriore peso al cuore già gravato della madre.
L’ultimo viaggio di Susanna e Mia è iniziato venerdì sera. Lasciati a casa cellulari e documenti, madre e figlia sono salite su una Volkswagen Tiguan bianca, dirigendosi verso il ponte di Vidor. Qui, Susanna ha parcheggiato l’auto e, con la bambina in braccio, ha percorso i pochi metri che la separavano dal greto del fiume.
I cani molecolari hanno guidato i soccorritori verso l’Isola dei Morti, dove i corpi sono stati ritrovati, trascinati dalla corrente per circa un chilometro. Un luogo già tristemente noto per un altro dramma simile, avvenuto nel 2021.
Susanna lascia dietro di sé un vuoto incolmabile e tre figli più grandi, nati dal suo primo matrimonio. La sua vita, come testimoniano i suoi social, era un misto di momenti felici con i figli e immagini di paesaggi sconfinati, forse specchio di un’anima in cerca di pace.
Questa tragedia solleva domande profonde sulla solitudine, sulla depressione e sulla necessità di una maggiore attenzione alla salute mentale. L’abbraccio finale di Susanna e Mia nelle acque gelide del Piave rimarrà un monito silenzioso, un richiamo a non sottovalutare mai il dolore nascosto dietro un sorriso.
Correlati