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di Cinzia Marchegiani
Rete Impresa Italia fa il punto di una situazione grottesca che danneggia le imprese che ancora resistono alla crisi economica: “Il Decreto Milleproroghe contiene l’obbligo per le imprese di pagare entro il primo febbraio i contributi per un sistema obsoleto che, è dimostrato, non garantisce in alcun modo la tracciabilità dei rifiuti. Non solo. Alla scadenza del primo febbraio si aggiunge anche quella del 30 aprile, per il pagamento del contributo 2015. Un’assurdità da correggere immediatamente.” Insomma dopo sette anni, all’assurda vicenda del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) si aggiunge l’ennesima beffa. ll SISTRI prevede il pagamento di un contributo annuale. Le sanzioni per l'omessa iscrizione, il mancato pagamento del contributo annuale e per omissioni e errori nell'immissione dei dati nel sistema telematico sono state introdotte dal d.lgs. 205/2010. Nonostante il sistema sia operativo dal 3 marzo 2014, le sanzioni per i mancati adempimenti legati al SISTRI verranno erogate a partire dal 1º gennaio 2016 (inizialmente era stato stabilito il 1º gennaio 2015). Per ora, continueranno ad essere erogate sanzioni per mancati adempimenti legati al sistema cartaceo di tracciabilità (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale, Formulario d'Identificazione Rifiuto e Registro di Carico e Scarico).
Le sanzioni per la mancata iscrizione e per il mancato versamento dei contributi saranno erogate dal 1 febbraio 2015, mentre per il mancato/errato utilizzo le sanzioni saranno erogate dal 1 gennaio 2016.
Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla volontà del Governo di superare il Sistri pareva si fosse scritta definitivamente la parola fine su questa esperienza fallimentare. Non è proprio così! – tuona Rete Impresa Italia -: “Ora si chiede di pagare per un sistema la cui operatività è stata differita di un anno e che non è mai diventato effettivamente operativo, tanto che nei prossimi mesi sarà archiviato in maniera definitiva. Se il Governo ha compreso l’inutilità di questo sistema, non obbligando più le imprese a non rinunzia, però, a pretendere i soldi dalle imprese a fronte di un servizio inesistente.”
Ma non solo. La gravità emerge proprio per i pagamenti che le imprese hanno già pagato e a vuoto il contributo per l’utilizzo del Sistri negli anni 2010 e 2011, sottraendo rilevanti risorse agli investimenti proprio negli anni in cui la crisi ha picchiato più duro:“E’ necessario, dunque, correggere questa misura al più presto – conclude la nota di Rete Imprese Italia – e confermare la proroga complessiva, per operatività e pagamenti, del Sistri il tempo necessario a definire un sistema di tracciabilità dei rifiuti nuovo, efficace e condiviso con le associazioni di categoria”.
DENUNCIA di CONFTRASPORTI E ANITA
Arriva la stoccata anche da parte di CONFTRASPORTI e ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici): “SISTRI la beffa infinita. Il sistema per la tracciabilità dei rifiuti in 7 anni non è mai stato in grado di funzionare, ma il Governo continua a farlo pagare alle imprese di autotrasporto.”
Le due associazioni, fotografano l’ennesima beffa contenuta nel decreto Milleproroghe: “Se infatti è vero che le sanzioni per chi non installa a bordo dei propri camion il Sistri sono state rinviate al 1° gennaio 2016 è anche vero che e’ stata rinviata al 1° febbraio l’applicazione delle sanzioni per le imprese di autotrasporto non iscritte al sistri, sanzioni pari a 15.500 euro e che potranno scattare a ogni controllo moltiplicando la gia’ pesantissima multa all’infinito questo significa che entro febbraio migliaia di imprese non iscritte, per non essere sanzionate dovranno comunque pagare un sistema non funzionante e al centro di un’inchiesta giudiziaria il costo dell’iscrizione al sistema è pari a circa 1000 euro per impresa, ma per le imprese di autotrasporto è stata stabilita una quota aggiuntiva per ogni automezzo che rischia di far salire il solo costo d’iscrizione per le flotte più importanti a decine o addirittura a centinaia di migliaia di euro.”
E proprio sulle dichiarazioni del ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti c’è una discrasia, poiché ha più volte affermato pubblicamente che il Sistri è un sistema obsoleto e non funzionante, e allora perché le associazioni devono pagarlo?
E le domande che queste associazioni rivolgono sono per ora senza risposte.
Conftrasporti e ANITA chiedono rimedio se si tratta di un errore, ma se così non fosse, le associazioni non rimarranno in silenzio.
ANITA E FAI-CONFTRASPORTI CHIEDONO UN INTERVENTO
Insomma l’ultimo rinvio normativo in materia di Sistri, realizza una incongruenza legislativa, l’ennesimo presunto pasticcio all’italiana che penalizza fortemente i vettori specializzati nel trasporto di rifiuti pericolosi. Infatti le associazioni fanno notare che fino ad oggi le proroghe per l’applicazione del Sistri sono state concesse in maniera unificata e sempre con la stessa motivazione: far scattare le sanzioni solo quando il sistema di tracciabilità fosse divenuto efficiente e funzionale. Ma ora, per Thomas Baumgartner, presidente di Anita e Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, si tratta di una decisione inaccettabile, ed entrambi hanno scritto ai ministri Galletti e Lupi chiedendo di intervenire nella fase di approvazione e conversione del decreto legge 192/2014 per riallineare la decorrenza di entrambe le sanzioni alla data del 1° gennaio 2016, data entro la quale il sistema "dovrebbe essere semplificato, reso funzionante e funzionale, ma anche efficiente e poco costoso per tutti gli operatori della filiera".
Non ci meravigliamo se i paesi del Nord Europa, in qualche modo riescono ad affrontare la crisi economica con altre prospettive e norme che vanno incontro alle aziende che producono posti di lavoro, li mantengono e generano fatturato…
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