Costume e Società
Toscana, “Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme”: tappa conclusiva dopo 30 incontri
Pubblicato
7 anni fail
![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2017/11/lucca.jpg)
Violenza sulle donne. Dopo 30 incontri nelle varie province il progetto “Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme” approda e conclude le sue tappe in Toscana. Si è concluso il Convegno “Giù le mani” organizzato Panathlon Club Lucca e dal GS Flames Gold al Palazzo Ducale e moderato dall’Avvocato Ludovica Giorgi.
Dopo i saluti degli organizzatori Arturo Guidi presidente del Panathlon Club Lucca e Carmelo Mandalari Segretario Generale del GS Flames Gold hanno portato i saluti istituzionali il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini, il vicario del Prefetto di Lucca Francesco Fabio Marzano.
A seguire ha preso la parola l’atleta paralimpica lucchese campionessa del mondo di paradressage Sara Morganti.
Moderati dall’avvocato Ludovica Giorgi sono intervenuti poi la consigliera delegata della Provincia Grazia Sinagra, il prefetto Francesco Tagliente (ex Questore di Roma e Firenze), la dirigente della squadra mobile di Lucca Silvia Cascino, la criminologa Luana Campa, Daniela Caselli del Centro antiviolenza “La Luna Onlus”,Piera Banti responsabile del Codice Rosa dell’ospedale di Lucca, Donatella Buonriposi dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa Carrara, nonché Donatella Turri direttrice della Caritas di Lucca.
Nel corso del convegno è intervenuta anche l’autrice e sceneggiatrice Debora Scalzo presentando il suo romanzo tematico “Io resto così”. L’evento, ricco di preziosissimi contributi, è stato concluso dalla presidente dei Veterani dello Sport Carla Landucci.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita 18 anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione che ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.
Per celebrare l’evento istituzioni ed associazioni propongono vari incontri, convegni, dibattiti, conferenze, tavole rotonde, spettacoli, incontri nelle scuole, videoinstallazioni e flashmob per far riflettere sul tema della violenza di genere e combattere maltrattamenti e abusi sulle donne. In molte realtà territoriali negli ultimi anni le celebrazioni abbracciano tutto il mese di novembre.
Quest’anno, il GS Flame Gold ha voluto celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un Progetto ” Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme”, presentato in occasione di 30 incontri-dibattiti – su quanto ancora si può fare per evitare il femminicidio, lo stupro, la violenza fisica e morale contro tutte le donne – organizzati in varie provincie italiane e che si è concluso proprio il 25 novembre a Lucca.
Una giornata durante la quale si sono tenuti incontri di approfondimento, dibattiti, spettacoli teatrali, proiezione per gli studenti e per la cittadinanza, inaugurazione di istallazioni e di panchine rosse, mostre e iniziative nei negozi del territorio. Nella mattinata, nella sala Rappresentanza del palazzo della Provincia, c’è stato un incontro con gli studenti di alcune scuole superiori promosso da: Panathlon Club Lucca, GS Flame Gold, Provincia e Comune di Lucca, Codice Rosa ASL, Soroptimist Club Lucca, Ufficio Scolastico Territoriale di Lucca e Massa Carrara, e Associazione Luna.
All’incontro con le scolaresche, coordinato da Claudio Oliva, sono intervenuti l’atleta paralimpica Sara Morganti, l’ex cestista della Nazionale e ora allenatrice di Basket Imma Gentile, la giornalista Emanuela Lo Guzzo, nonché Daniela Caselli, presidente dell’Associazione Luna.
Nell’occasione c’è stato spazio anche per una performance musicale con la partecipazione del rapper Monés. A seguire, i partecipanti alle manifestazioni si sono ritrovati in piazza S. Michele per partecipare a letture itineranti in corteo per le strade principali del centro storico. Le celebrazioni si sono concluse con il Convegno tenuto nella sala Tobiolo al Palazzo Ducale al quale hanno partecipato centinaia di persone.
Nel corso del suo intervento il prefetto Tagliente ha chiarito che “La legge del 2009 e quella del 2013 hanno introdotto numerosi e importanti strumenti giuridici che permettono significativi segnali di miglioramento. Fatti e numeri importanti, ma non sufficienti, se si considera che a distanza di 8 anni dalla prima legge e dalle disposizioni ancora più incisive del 2013, a fronte dell’aumento delle denunce, degli ammonimenti, degli arresti in flagranza di reato, si registrano ancora così tanti gravi fatti, ritengo necessario, accanto ai punti di forza, valutare le criticità”.
“Accorrerebbe agire su più piani” ha detto Tagliente. “Servirebbe una ulteriore azione formativa mirata, che coniughi competenza ed esperienza e che si traduca in linguaggio comune, regole condivise, procedure operative. Una formazione che consenta l’interazione tra le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali e l’esperienza professionale degli operatori di settore. Sarebbe necessario rendere concrete le previsioni di legge sui programmi che hanno come obiettivo l’intervento nei confronti di maltrattanti e stalker.
Oggi apprendiamo che anche Torino avvia un percorso per salvare la vittima educando il carnefice. Una gran bella notizia. Ben vengano altri progetti come questo. Finalmente, dopo la positiva esperienza avviata 8 anni fa a Firenze, inizia a farsi strada l’idea che il maltrattante sia da prendere in carico.
Il primo Centro di Ascolto Uomini, il CAM fiorentino – ha chiarito Tagliente – è stato attivato 8 anni fa a Firenze, e già nel 2009 aveva come obiettivo quello di agire sui comportamenti maltrattanti, contribuendo alla loro individuazione ed elaborazione attraverso nuovi approcci esperienziali che vanno dall’osservazione e riconoscimento dei comportamenti maltrattanti, all’individuazione e lettura dei fattori che influenzano negativamente il comportamento maschile.
Attraverso le metodologie adottate, brainstorming, didattica attiva, lavoro di gruppo, materiale psico educativo, role playing, laboratori esperienziali si cercava, già all’epoca, di trovare un nuovo approccio preventivo sulla violenza alle donne, avviando processi di evoluzione della figura del maschio da stereotipi oppressivi, disagianti e fonti di conflitto sociale e relazionale”. “Fino a pochi anni fa – ha aggiunto il Prefetto – si registrava molta freddezza sui ‘Centri di ascolto specializzati per la gestione dei maltrattanti’.
E sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da prendere in carico. Per fortuna negli ultimi anni, sul modello del CAM di Firenze si stanno costituendo centri specializzati per i maltrattanti anche se con differente denominazione come “Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti”, “Centro Trattamento Maltrattanti”, “Un aiuto per uomini che vogliono cambiare”, “Relazioni libere dalla violenza”, “Lato oscuro degli Uomini”, “Il Cerchio Degli Uomini”, “Cambiamenti Training Antiviolenza per Uomini” ecc. Faccio riferimento ai centri di Ferrara, Forlì, Modena, Genova, Cremona, Milano, Magenta, Lodi, Varese, Olbia, Bolzano, Bassano del Grappa (VI) ma anche Napoli e Roma, Napoli”.
Nel 2013 è nata la rete nazionale RELIVE che raccoglie 21 Centri che in Italia si occupano attivamente del lavoro con gli autori. La vicepresidenza di Relive è tenuta da una importante esperienza piemontese precedente a quella del gruppo Abele e una delle prima in Italia, si tratta del Cerchio degli Uomini, che non solo è attivo a Torino, ma sta aprendo anche altri progetti in altre parti del Piemonte. Ad esempio a Cuneo è attiva una rete antiviolenza che da due anni sta riflettendo sul lavoro da impostare con gli autori”.
“Le vittime – ha aggiunto Tagliente- vanno protette con interventi sugli stalker. Per ridurre i casi di femminicidio servono “Centri di ascolto per maltrattanti” Infine Tagliente ha parlato della evoluzione della personalità umana concludendo che “Servirebbero regole severe su video ‘violenti’. Dobbiamo interrogarci su quali conseguenze possano determinare il linguaggio e le immagini di determinati cartoni e videogiochi il cui obiettivo è uccidere e ancora uccidere. Il concetto di violenza assistita ci dimostra come l’esposizione alla violenza su figure di riferimento crei traumi profondi e duraturi. Un bambino che ha subito un trauma o assistito a fatti di violenza, può dunque elaborare un’immagine che, da adulto, può condurlo a un comportamento e a stili di vita negativi.”
Correlati
Potrebbe interessarti
-
Frascati, Libri in Osteria: Riccardo Cucchi presenta i suoi libri
-
Lazio, violenza contro le donne: c’è un bando per l’avviamento al lavoro
-
Prefetto Tagliente: “Le vittime di violenza vanno protette con interventi su maltrattanti e stalker”
-
Violenza sulle donne: dalla Regione Lazio 5mila euro per ogni vittima accolta in case rifugio
-
Rocca di Papa e i Castelli Romani sono “Comunità Europea dello Sport 2020”
-
Orrore in Toscana: padre uccide il figlio di un anno con un coltello
Costume e Società
Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario
Pubblicato
1 giorno fail
15 Luglio 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/07/IMG_5243.jpeg)
Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.
Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.
L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione
Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.
Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”
L’Umanità di Francesco Tagliente
Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.
La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.
Un Esempio di Vita
La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.
Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.
Correlati
Costume e Società
Successo per la 4a edizione di “Puglia, uno stile di vita”, con turismo e cultura come catalizzatori
Pubblicato
2 settimane fail
1 Luglio 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/07/Mare-di-Taranto-foto-Marcello-Nitti.webp)
Tempo di lettura 4 minuti
![]() |
Privo di virus.www.avast.com |
Correlati
Costume e Società
Visitare Norimberga: da Roma 2 voli a settimana con Eurowings
Pubblicato
3 settimane fail
28 Giugno 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/06/la-rete-da-Norimberga.jpg)
Tempo di lettura 3 minuti
![]() |
Privo di virus.www.avast.com |