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di Marco Staffiero
E’ tutto pronto a Milano al polo fieristico di Rho-Pero per la ventunesima edizione de “L’Artigiano in Fiera”, la più grande manifestazione internazionale dell’artigianato in programma dal 3 all’11 dicembre. Sarà la solidarietà uno dei fil rouge dell’edizione, ospitando artigiani che, con il loro lavoro e il loro impegno, saranno testimonianza diretta di iniziative umanitarie capaci di generare occasioni di sviluppo nei Paesi d’origine. La rassegna, ad ingresso gratuito, si conferma, ancora una volta, come la più grande vetrina della genialità delle micro e piccole imprese artigiane, con più di tremila stand espositivi e prodotti provenienti da oltre centro Paesi. Un viaggio multisensoriale in 310mila metri quadrati di superficie espositiva, che coinvolgerà anche olfatto e gusto grazie agli stand enogastronomici e alle proposte della ristorazione da tutto il mondo: basterà sedersi in uno dei 41 ristoranti o nelle 24 “piazze e luoghi del gusto” per percepire profumi, odori e sapori di Paesi esotici o dei vicoli dei borghi più caratteristici dell’Italia. In un solo giorno sarà possibile gustare delizie casalinghe, vero orgoglio della cucina italiana, accanto a piatti della tradizione europea ed extraeuropea, che trasmettono millenni di tradizioni culinarie.
Ma non è tutto: Artigiano in Fiera presenta numerose proposte anche per tutti coloro che, per scelta o necessità, vogliono mangiare piatti vegetariani, vegani o senza glutine. Opere uniche, autentiche, originali e fatte interamente a mano, ma non solo. A Fiera Milano (Rho-Pero) saranno protagoniste anche tante esperienze significative nate in alcuni dei territori più poveri del mondo. E' il caso del progetto 'Sunshine agro products', un’iniziativa promossa nel 2007 da una donna ugandese, Pamela Anyoti Peroraci, che con il marchio Asante Mama opera, oggi, in dieci distretti del Nord Est del suo Paese. Questa impresa sociale, che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del governo di Kampala, coinvolge 10.000 agricoltori nella produzione di peperoncino, erbe e spezie culinarie, tisane e cacao. Lo scopo è quello di promuovere un’agricoltura sostenibile per le comunità rurali, a cui Pamela Anyoti Peronaci ha insegnato le tecniche di coltivazione più appropriate per proiettarle nel mercato.
Il sostegno alle fasce più deboli della popolazione è una delle peculiarità di 'Ferronerie d'art d'Alasora'. Un’impresa artigianale del Madagascar, situata a pochi chilometri da Antananarivo, in una delle aree rurali connotate dalla povertà estrema. Qui Dieudonné Razafinjatovo e Violette Ralalaseheno hanno dato vita a una cooperativa che impiega centinaia di persone, indigenti e diversamente abili, nella realizzazione di oggetti decorativi in ferro battuto e materiali riciclati. Circa 120 famiglie (400 persone tra uomini e donne) vivono, oggi, attorno a questo grande laboratorio di oggetti decorativi in ferro battuto e materiali riciclati. Nella periferia della capitale malgascia, i figli degli operai hanno la possibilità di frequentare gratuitamente la scuola e sono, così, sottratti all’analfabetismo. Contrasto alla povertà e alle sue conseguenze ma anche percorsi professionali dedicati ai diversamente abili. '
Arte Javane' proporrà, nei nove giorni di rassegna, oggettistica in bambù e, in particolare, amplificatori naturali per I-phone e smartphone realizzati, in Indonesia, da lavoratori disabili. Solidarietà, in questo caso, ma anche sostenibilità ambientale grazie all’uso di materiali autoctoni come il bambù, che prosperano nel più grande Stato-arcipelago del mondo. L’impegno a favore delle comunità locali emerge anche in una delle tante imprese europee presenti in fiera. 'Blindenhilfswerk Dresden' è un’impresa artigianale tedesca che impiega professionisti non vedenti nella creazione di spazzole e pennelli di alta qualità, fornendo ai dipendenti a possibilità di imparare un mestiere antico e di stampo puramente artigianale per il completo inserimento nel mondo del lavoro.
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