Connect with us

Cronaca

TORINO: ERGASTOLO PER L'OMICIDIO MUSY

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti Piero Fassino e il prefetto Alberto Di Pace avevano consegnato alla moglie l'onoreficenza di Commendatore della Repubblica conferita a Musy dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Redazione

Torino – Ergastolo, nonostante il condannato si proclami ancora "estraneo ai fatti". Francesco Furchi' e' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio del consigliere comunale Udc, Alberto Musy, ferito gravemente il 21 marzo 2012 e morto dopo 19 mesi di coma. La sentenza e' stata pronunciata oggi dal presidente della Corte d'Assise di Torino Pietro Capello. "Sono innocente, e' un'ingiustizia", ha commentato Furchi' all'uscita dell'aula, visibilmente sorpreso del'esito dell'udienza. Era il 21 marzo 2012 quando Alberto Musy, avvocato, docente universitario, gia' candidato a sindaco di Torino per il Terzo Polo e capogruppo dell'Udc in Comune, rientrava a casa, dopo avere accompagnato a scuola due delle quattro figlie. Nell'androne della sua abitazione in via Barbaroux, nel pieno centro di Torino, era stato colpito da alcuni colpi di pistola in un misterioso agguato. Da allora non aveva piu' ripreso conoscenza e dopo diversi giorni di agonia è deceduto. L'immagine del killer fu ripresa da diverse telecamere e la foto dell'uomo con il volto coperto da un casco integrale per diversi mesi accompagno' le indagini. Si cerco' in piu' direzioni, nella vita privata e professionale di Alberto Musy, nella sua attivita' politica, fino all'arresto di Francesco Furchi', che si e' sempre proclamato estraneo all'agguato al professore torinese. Musy si era laureato in giurisprudenza a Torino nel 1990, conseguendo una seconda laurea a Berkeley, negli Stati Uniti, nel 1995. Si era occupato del modello giuridico anglo-americano, dedicandosi anche ad approfondimenti sul trust e sull'efficienza della giustizia civile. Aveva lavorato come avvocato civilista anche a Milano, prima di stabilirsi definitivamente a Torino. Nel corso della sua carriera universitaria aveva insegnato in Bocconi, all'Academie de Nantes, alla Benjamin N. Cardozo School of Law di New York e in altre universita' straniere. Alle elezioni comunali della primavera del 2011 era stato candidato sindaco per il Terzo Polo. Entrato in consiglio comunale era stato capogruppo dell'Udc. Alcuni mesi dopo l'agguato, la moglie Angelica aveva chiesto alla Sala Rossa di far decadere il marito dalla carica di consigliere comunale e il Consiglio aveva quindi provveduto alla surroga. Nel luglio 2013, in una affollata cerimonia a Palazzo Civico, il sindaco di Torino Piero Fassino e il prefetto Alberto Di Pace avevano consegnato alla moglie l'onoreficenza di Commendatore della Repubblica conferita a Musy dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ora l'assassino di Musy pagherà l'omicidio con l'ergastolo.

Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti