Torino – Sembra un racconto fuori da ogni logica, eppure è accaduto davanti al Commissariato di Polizia “San Paolo” di Torino.
La storia inizia con un banale diverbio automobilistico, iniziato per futili motivi sulla statale che collega Poirino a Villanova d’Asti. L’automobilista non appagato dal diverbio si è messo all’inseguimento dell'auto a bordo della quale viaggiavano due coniugi ultra sessantacinquenni. La corsa è proseguita fino a Torino. Qui il conducente dell’auto inseguita, spaventato e in cerca di aiuto, in quegli istanti che sembravano non terminare, ha pensato di trovare aiuto dagli agenti della Polizia e si è fermato in corso Racconigi davanti al Commissariato “San Paolo”.
Un video riprende la parte finale del diverbio e la crudeltà con cui l’automobilista passa con la propria auto sopra il corpo dell’anziano signore.
L’automobilista si ferma, prima aggredisce l’anziano e poi lo investe con la macchina. L’aggressore, sceso dall’auto, ha aggredito la vittima, dapprima colpendola al volto con la portiera, poi ha volontariamente investito con la propria autovettura l’anziano che aveva cercato di difendersi da quella violenza inaudita. Dopo il colpo ricevuto dall'urto con la macchina, l’anziano è caduto violentemente a terra subendo traumi alla testa e alle gambe.
Inseguimento e arresto. Gli agenti del Commissariato “San Paolo” sono immediatamente intervenuti e si sono messi all’inseguimento dell’aggressore, che ha tentato di fuggire, prima di essere fermato dai poliziotti degli uffici e della Volante del Commissariato. L’autore di questa folle aggressione è risulato essere un cittadino italiano di 53 anni con precedenti di Polizia.
Violenza registrata dal sistema video-sorveglianza. L’episodio, è stato immortalato da alcune telecamere dei sistemi di video-sorveglianza, evidenziando l’azione del cinquantatreenne e la gravità del fatto commesso. La Procura della Repubblica, nella persona del Dr. Antonio Rinaudo, ha disposto il fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio e resistenza a P.U. Attualmente l’aggressore si trova ristretto in carcere.