TIVOLI (RM) – La sala del complesso “Santuario di Ercole vincitore”, a Tivoli, era gremita per il convegno “Belle e dannati”, organizzato dall’associazione “Il laboratorio del possibile”.
La presenza delle autorità cittadine, dal sindaco Giuseppe Proietti, con gli assessori Maria Luisa Cappelli e Urbano Barberini, al comandante della locale stazione dei Carabinieri, e soprattutto la partecipazione di Claudio Amendola che ha letto alcuni brani, tratti da storie vissute di violenza familiare, hanno coinvolto molte persone, che hanno seguito partecipi l’incontro.
Magistralmente condotti dalla presidente dell’associazione, Daniela Di Camillo, hanno portato i loro contributi alcuni professionisti che collaborano con il laboratorio, che lo scorso 28 novembre ha inaugurato uno sportello d’ascolto, per offrire un servizio diretto sul territorio, un luogo che sia un riferimento per le donne che hanno bisogno di una consulenza psicologia, legale, o semplicemente per una parola amica.
Come è stato evidenziato nel corso del convegno, non bisogna attendere le violenze conclamate per lanciare un allarme, di come oltre la violenza fisica, siano gravi le violenze psicologiche. Si è parlato della violenza assistita, come un bambino che vive una situazione di violenza in casa, una volta adulto è più soggetto a vivere la violenza domestica come una situazione normale. Per questo motivo si deve intervenire nelle scuole, per crescere una generazione migliore.
Per rendere visibile il concetto della violenza, alcune ragazze hanno sfilato con abiti da sposa e un trucco che simula le ecchimosi e le escoriazioni che spesso compaiono sul volto delle vittime. Perché l’inizio è per tutti uguale, un sogno, che parte con l’abito da sposa, e che presto si trasforma in un incubo.
A Claudio Amendola abbiamo chiesto le sue impressioni riguardo l’argomento, in una video intervista esclusiva.