THE MONUMENTS MEN, IL FILM DI GEORGE CLOONEY RIPROPONE UN TEMA DI ESTREMA IMPORTANZA: LA SALVAGUARDIA E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

di Elisabetta Bolondi

In tempi oscuri in cui Pompei collassa, si minaccia la vendita del Colosseo, si lascia il nostro patrimonio di Beni culturali  e paesaggi in mani incompetenti, il dissesto idrogeologico rischia di compromettere centri  storici, i terremoti distruggono interi tessuti di grande valenza culturale, un film americano tradizionale ma anche originale ci ripropone con urgenza un tema sopranazionale di estrema importanza: il salvataggio delle opere d’arte e la loro conservazione è una priorità di tutti i tempi e riguarda le politiche delle nazioni, sempre, per poter continuare a dire di  essere popoli civili.

Nel 1944, quando la guerra imperversava in Europa e Hitler ancora minacciava di poterne essere il vincitore, migliaia di opere d’arte venivano sottratte ai musei, alle chiese  e alle collezioni private, soprattutto di cittadini ebrei, per essere trasportate in Germania ad arricchire il futuro museo del Fuhrer. In questa enorme razzia il maresciallo Goering si distinse in modo speciale, aiutato da solerti ufficiali che in Francia, in Belgio, in Italia portarono via opere straordinarie che venivano caricate sui treni e stipate in territorio tedesco in miniere abbandonate: se non ci fosse stata l’auspicata vittoria finale, sarebbero state distrutte, cosa che in molti casi si verificò davvero.

Su questo tema poco esplorato George Clooney, partendo dal libro di Robert Edsel, costruisce un film d’azione servendosi di un cast stellare: lui stesso interpreta la figura dello storico d’arte new-yorkese Frank Stokes che si fa autorizzare da Roosvelt a mettere su una squadra di tecnici ( architetti, storici, collezionisti) che verranno spediti in Europa con la missione impossibile di ritrovare i capolavori che rischiano di andare perduti e di riportarli alle loro sedi: la Madonna di Bruges, la Pala di Gand, quadri di Renoir, Cézanne, Raffaello, Picasso, Vermeer, i tesori del Museo di Jeu de Paumes sono a rischio e i nostri eroi si getteranno con entusiasmo e coraggio nella impresa difficile, che si rivelerà molto pericolosa e causerà la perdita di due dei valorosi volontari.

Nel contesto del film di guerra, un po’ “Il giorno più lungo”o “Salvate il soldato Ryan”, il film propone un tema importante ma troppo poco frequentato a cui Clooney dà un giusto risalto, con considerazioni sull’importanza dell’arte come patrimonio comune dell’umanità che anche un film di cassetta può contribuire a segnalare.
Attori come Matt Damon, John Goodman, Bill Murray, Hugh Bonneville e la algida Cate Blanchett, che interpreta una funzionaria parigina che sotto le spoglie di una collaborazionista nasconde l’impegno a salvare le opere preziose che le sono state affidate, danno al film una convincente spettacolarità utile al messaggio importante che sottintende. Unico difetto della traduzione italiana, un doppiaggio a tratti improbabile, che in alcuni momenti rende difficile la comprensione: cosa vuol dire “conseguimenti” al posto di “Opere”? Perché dire Vermir invece che Vermeer?

Per il resto il film è coinvolgente, la musica trascinante, l’interpretazione e la regia ottimi, la ricostruzione storica corretta e credibile, mentre la bandiera a stelle e  strisce sventola su tutta l’operazione!