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Scienza e Tecnologia

The Evil Within 2: Shinji Mikami torna a far paura su Pc e console

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A tre anni dal lancio di The Evil Within, Bethesda pubblica il sequel dell’apprezzato quanto spaventoso survival horror di Shinji Mikami su Pc, Xbox One e PlayStation 4. Considerato dai gamers il vero erede di Resident Evil, il feeling del capitolo originale era lo stesso che ha reso famosi i Survival Horror di fine anni ’90, da cui The Evil Within trae non soltanto un’atmosfera sporca e a tratti disturbante, ma anche un immaginario contorto e spaventoso. The Evil Within 2 però cerca di guardare oltre i legami tradizionali del genere, ammodernando un po’ la stuttura complessiva di gioco e abbandonando in parte la simbologia criptica del suo predecessore. Assumendo il ruolo di produttore esecutivo e non partecipando direttamente allo sviluppo di questo sequel, Mikami ha lasciato il passo ad un team di talento, il Tango Gameworks, che ha saputo liberare la serie dal citazionismo estremo per dargli un carattere in parte nuovo. Qualcosa forse si è perso, in termini stilistici, ma tanto si è guadagnato in fatto di completezza e varietà. Non bisogna pensare, però, che The Evil Within 2 abbia poco a che vedere con il suo predecessore: il titolo non solo recupera il gameplay dello scorso episodio, ma si configura, narrativamente parlando, come la seconda parte di un racconto iniziato anni fa. Per poter comprendere appieno tutte le sfaccettature della trama c’è bisogno quindi di conoscerne gli antefatti, e di avere una visione d’insieme sulla storia e sulla psicologia dei personaggi. Se siete incuriositi da questo nuovo capitolo targato Bethesda, insomma, il consiglio che vi diamo per comprendere al meglio le vicende dell’agente Sebastian Castellanos è quello di giocare il primo atto.

 

A livello narrativo il titolo si lega perfettamente a quanto è accaduto in precedenza, per tre anni, dall’incidente del Beacon Mental Hospital, il protagonista dell’avventura è stato alla ricerca di risposte. Distrutto dagli avvenimenti del primo capitolo, Sebastian Castellanos ha trovato rifugio nell’alcool, ma non tutto è davvero andato come egli immaginava. Il protagonista scopre infatti che la figlia creduta morta è stata in verità rapita dalla Mobius, e usata come “nucleo” del terribile esperimento della corporazione. La volontà della società segreta infatti è quella di connettere l’umanità intera allo STEM, una sorta di simulazione virtuale in cui intrappolare le menti degli uomini. Il collante di questo esperimento è appunto la piccola Lily Castellanos, una bambina così pura e immacolata da essere il fulcro perfetto per una coscienza collettiva e indistinta, in cui la felicità del singolo si trasforma in felicità globale. Purtroppo, all’interno della simulazione qualcosa è andato storto: gli abitanti dello STEM hanno iniziato ad impazzire, trasformandosi in esseri perversi e corrotti. Lily nel frattempo è sparita, e le squadre di recupero inviate a cercarla sono state sopraffatte dagli orrori di un mondo irrimediabilmente corrotto. Sarà quindi Castellanos a connettersi alla macchina e investigare sugli eventi che hanno portato alla scomparsa della figlia. Da queste premesse, il racconto di The Evil Within 2 procede in maniera abbastanza classica ed esplicita: il viaggio del protagonista è un’indagine sulle perversioni umane, sulla sete di potere, ed un percorso interiore di superamento del senso di colpa. La psicologia del protagonista viene esplorata a fondo, e la sequenza conclusiva ha un ritmo trascinante capace di tenere in tensione il giocatore fino alla fine dei titoli di coda. I momenti meno emozionanti del titolo sono rappresentati dalle sezioni all’aperto, che, analizzando l’opera nel suo complesso sono quelle meno riuscite. Nella città fittizia di Union in cui è ambientato The Evil Within 2 non mancano infatti le missioni secondarie che spezzano il ritmo del gioco e il senso di tensione generale che accompagna i giocatori. Viaggiando in lungo e in largo per le strade infestate di Union si ha la sensazione che il team di sviluppo abbia voluto sperimentare un po’ e offrire delle alternative alla formula di gioco vista nel primo capitolo, ottenendo però risultati non sempre favolosi. Fortunatamente le missioni in esterna, sono piuttosto poche e occupano solo un quinto del gioco, mentre per quanto riguarda il resto dell’avventura The Evil Within 2 si rivela essere un videogame molto solido, che colpisce al cuore e sicuramente migliorato rispetto al predecessore.


A livello di giocabilità, i movimenti di Castellanos sono leggermente più fluidi rispetto al passato, l’inquadratura del personaggio meno soffocante, ma, nonostante questi accorgimenti, il gioco resta ancora saldamente attaccato al canone dei Survival Horror di qualche anno fa. Spicca ancora una certa “ruvidità” di base, legata alle animazioni affannate e alla mira incerta, che mette chi si trova dinanzi lo schermo in condizione di non essere mai troppo sicuro di quello che sta facendo. Affrontare a viso aperto le aberrazioni dello STEM poi non è mai la via migliore da seguire, infatti è sempre meglio avanzare con cautela per non trovarsi in situazioni di spiacevole inferiorità numerica, rischiando di sprecare preziosi proiettili, ma soprattutto scatenando la feroce ira delle mostruosità che popolano l’universo in game. Giocando a The Evil Within 2 è impossibile non notare come il bilanciamento dell’esperienza di gioco abbia fatto un passo più deciso in direzione delle meccaniche Survival, tanto che la raccolta di risorse e materie prime, con cui è possibile costruire munizioni e oggetti curativi, qui diventa un aspetto assolutamente fondamentale. Il gioco, inoltre, sfrutta delle soluzioni molto originali per riportare l’utente in una dimensione più intima e allo stesso tempo spaventosa. Di tanto in tanto, nel bel mezzo di quella che sembra una missione di poco conto, Castellanos si trova intrappolato dai suoi incubi: orrende creature lo riportano nelle stanze del Beacon Mental Hospital, lo costringono a nascondersi, lo braccano come carnefici degenerati, instillandogli il dubbio che tutto, anche l’esistenza stessa della Mobius e dello STEM, sia il delirio causato da un trauma insuperabile. Sia chiaro però, anche, che in The Evil Within 2 non mancano sequenze più tradizionali, più attente dal punto di vista della regia. Ci sono, anzi, interi capitoli in cui l’avanzamento si avvicina a quello del primo episodio, facendosi claustrofobico, ansiogeno e sempre molto teso. Da segnalare inoltre che tra le sequenze più memorabili dell’intera produzione, spiccano anche alcune boss fight contro creature dal design malato e perverso che hanno sempre dato lustro alla saga. Tecnicamente parlando The Evil Within 2 riesce a mantenere nel complesso una buona solidità del frame rate. Il motore grafico, derivato dall’id Tech 5 e chiamato per l’occasione STEM engine, assicura una buona stabilità, ma presenta anche qualche incertezza nel caricamento dei diversi strati di texture e di alcuni elementi degli scenari all’aperto. Di grande pregio è invece la modellazione poligonale dei personaggi principali, mentre è evidente quanto alcuni elementi, nelle fasi in esterna, siano stati realizzati in poco curato. Per quanto riguarda il doppiaggio, la localizzazione in Italiano è di discreto livello, anche se il doppiaggio di alcuni personaggi femminili risulta non sempre felice. La recitazione del doppiatore di Sebastian invece è esemplare e merita una nota positiva. Buoni anche gli effetti sonori e le musiche che, nel complesso, contribuiscono a generare una buona componente ansiogena in chi sta dinanzi lo schermo. Tirando le somme, al di là di alcuni piccoli nei, non esiste davvero nessun motivo per cui lasciarsi scappare The Evil Within 2. Il gioco rappresenta infatti un instant classic, un passo in avanti per il franchise e un’avventura che gli amanti dei survival horror non potranno assolutamente lasciarsi scappare.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise