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Castelnuovo di Porto (RM) – Chi si accinge a leggere, deve ben sapere a priori che nessuno vuole ergersi a giudice, nessuno vuole sostituirsi al delicato compito di chi è preposto a valutare, ad esaminare i dettagli della tremenda disgrazia che ha visto come vittima la signora Francesca Maria Martinico di 56 anni, madre di due figli, residente due isolati vicini alla ferrovia, di ritorno dal lavoro alla Camera dei Deputati. Si vuole solamente raccontare cosa hanno detto i ferrovieri, cosa ha detto la gente comune, cosa hanno detto e fatto i sindaci, gli organi preposti alla sicurezza ed alla incolumità della collettività che vive lungo la ferrovia.
Il giorno 2 gennaio 2014 nel Comune di Castelnuovo di Porto (chilometro 27 della via Flaminia), il treno 706 proveniente da Roma – Flaminio (partito alle 14,19), alle ore 15 circa, al passaggio a livello di via S. Antonio (casello numero nove), sprovvisto di barriere automatiche, munito di segnale acustico e luminoso, con le sue circa 150 tonnellate, urtava la parte finale dell’auto della povera signora, una Nissan Micra, che veniva  agganciata e trascinata per alcuni metri colpendo prima un paletto affogato nel cemento, ubicato al lato della ferrovia, poi il massetto ed il palo di sostegno della catenaria. Il decesso era pressoché istantaneo, per liberare il corpo dai rottami dell’auto ci è voluta un’ora da parte dei Vigili del Fuoco e Carabinieri di CastelNuovo di Porto e Bracciano. Il capitano dei carabinieri Raffaele Annichiarico, della compagnia di Bracciano, veniva incaricato delle indagini per comprendere la dinamica dell’incidente.

E’ inutile raccontare i dettagli del dramma e la disperazione dei parenti e vicini di casa. Alcuni ferrovieri dicono che il treno procedeva ad una velocità di venti chilometri inferiore a quella consentita, il macchinista è uno dei più bravi della ferrovia, che conosce perfettamente la tratta Roma Viterbo. I suoi anni di servizio e la sua esperienza sono conosciuti da tutti. Mai uno strappo, mai uno scossone lungo la tormentata e difficile discesa che porta alle Gole del Treja. Eppure quel fatidico 2 gennaio, come dicono, si è trovato improvvisamente questa vettura che sfrecciava a tutta velocità sui binari. La reazione del macchinista è stata eccezionale, basta vedere i segni dell’impatto sull’asfalto ed il luogo dell’arresto del convoglio. Il macchinista, sottoposto a vari esami per accertare l’eventuale uso di droghe od alcol, è risultato negativo. Stesso discorso per la povera signora. Immediatamente dopo l’incidente, i tecnici provvedevano a controllare il funzionamento del segnale luminoso ed acustico del passaggio a livello sprovvisto di barriere automatiche, che risultavano perfettamente funzionanti. La povera signora ha perso la sua vita, lasciando nei familiari ed in chi la conosceva uno sconforto indelebile. Il macchinista, messo a disposizione dall’ATAC, portato in caserma dai carabinieri ha affrontato un’ interrogatorio di due ore, è indagato per omicidio colposo. Non può guidare treni, deve affrontare un processo che probabilmente sarà lungo, oltre al legale nominato dall’ATAC, ha dovuto nominare un legale personale. Anche la sua vita e quella dei suoi familiari hanno ricevuto un trauma permanente e profondo. 

La lettera del Sindaco
Immediata la reazione del Sindaco di Castelnuovo di Porto, Fabio Stefoni che ha scritto una lettera indirizzata al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, all’ Assessore  Regionale ai Trasporti Michele Civita e per conoscenza al Prefetto di Roma, ai Sindaci di Fiano, Sacrofano, Rignano Flaminio, Morlupo, Magliano Romano e Sant’Oreste, esprimendo angoscia, preoccupazione, indignazione. Nella missiva, spiega il Sindaco, con una petizione popolare nel 2007 sollecitavamo l’allora ME.TRO S.p.A. ad effettuare interventi urgenti sulla ferrovia. Lo stesso, continua il Sindaco, avveniva il 7 marzo 2013 quando il Comune di Sant’Oreste ed i comuni interessati sollecitavano la messa in sicurezza di “quei maledetti attraversamenti ferroviari”. Una nota del 16 maggio 2013, prosegue  il Primo Cittadino di Castelnuovo di Porto, evidenziava l’impellenza di installare barriere automatiche al passaggio a livello di via Sant’Antonio a seguito di un incidente che coinvolgeva lo scuolabus in servizio nel Comune. Il giorno 8 luglio 2013, continua il Sindaco, nella conferenza sulla sicurezza ferroviaria tenuta a Castelnuovo di Porto, con il patrocinio del Comune e l’Associazione Città in Movimento, alla presenza dei vertici ATAC, l’Assessore ai Trasporti della Regione Lazio, l’Associazione Pendolari Ferrovia Roma Nord, le istituzioni rassicuravano circa l’attivazione di “ogni misura a tutela dei cittadini”.  La lettera del Sindaco di Castelnuovo di Porto, Fabio Stefoni, conclude la missiva, evidenziando che non si è più disposti ad attendere impegni disattesi, chiedendo l’immediata installazione delle barriere automatiche sugli attraversamenti, nella tratta Sacrofano – Sant’Oreste, pena azioni che verranno intraprese “in ogni sede ed in ogni luogo”. 
Di fronte alla disgrazia, i commenti, le critiche, le osservazioni, escono senza remore.
 
Il commento di un lettore di un giornale telematico
In un commento ad un articolo apparso su un giornale telematico, che riportava la notizia dell’incidente, viene criticato il titolo: “auto travolta da treno…”. L’autore del commento sostiene che se il treno era sulle rotaie ed anche l’auto lo era, non  è corretto sostenere che il treno ha investito l’auto, il CdS e il Dpr 753/ 80 parlano chiaro. Vivace la reazione di un probabile parente della vittima.

Il Comitato Barriere per Vivere
La prima reazione da parte di alcuni cittadini di Castelnuovo di Porto è stata quella di costituire un comitato: “Barriere per vivere”, al fine di convogliare l’interesse della collettività sul tema della sicurezza della Ferrovia Roma Nord che attraversa gran parte del territorio laziale. Patrizia Maccarelli, amica e concittadina della vittima: Maria Francesca Martinico, è la promotrice insieme ad altri del Comitato Barriere per Vivere. In una sua lettera evidenziava come gran parte della Ferrovia Roma Nord è sprovvista di barriere agli attraversamenti e spesso i segnali non funzionano o si incantano, inoltre con il sole contro il rosso non è visibile.
Erano circa 200 le presone intervenute all’assemblea antistante i binari della ferrovia, il giorno 12 gennaio 2014.Vincenzo Rossi, ideatore di “Barriere per Vivere” evidenziava che l’iniziativa nata per rendere sicuri gli attraversamenti ferroviari, contava già oltre 1200 adesioni.  Loretta Peschi, animatrice del Comitato ha ricordato con parole commoventi la povera vittima dell’incidente, poi i sindaci dei vari comuni toccati dalla ferrovia, hanno evidenziato le difficoltà di confronto con gli organi regionali. I presenti venivano informati che l’Assessorato ai Trasporti della Regione Lazio rendeva noto l’avvio di lavori per la messa in sicurezza della linea. Tale notizia veniva accolta dai presenti con scetticismo.  Il Sindaco di Castel Nuovo di Porto, Fabio Stefoni sosteneva che senza sicurezza, la ferrovia non é una risorsa ma un problema. Il Sindaco di Sant’Oreste, Sergio Menichelli evidenziava la mancanza di interesse dei politici per questa ferrovia. Tra lo stupore generale, dichiarava che per poter installare un autovelox, il Prefetto domandava il numero dei morti che c’erano stati. Il Sindaco di Morlupo Marco Commissari, osservava che al mattino alle sei le vetture del treno sono piene di gente ed i passeggeri rischiano ad ogni frenata. Faceva notare lo stato di abbandono della ferrovia:  bottiglie e lattine vuote, rifiuti di ogni genere, che si trovano lungo i binari. Occorrono i fatti, non le parole. Il Sindaco di Riano Mariella Ricceri ricordava l’incidente accaduto a Riano il
 
28 dicembre 2013, per fortuna senza vittime, sottolineando che i disagi degli anni 70 sono gli stessi di oggi. Gli studenti alle 6 del mattino, attendono l’arrivo del treno al buio ed al freddo. Muovendoci uniti, otterremo risultati importanti. Il Sindaco di Sacrofano Tommaso Luzzi ha sottolineato: “Non chiedano solo tasse, ma inizino a darci i servizi”. Il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord, nella persona del suo Presidente Fabrizio Bonanni, evidenziava che le promesse fatte dagli organi responsabili della Ferrovia, verranno controllate giorno per giorno se nella pratica verranno effettivamente attuate. L’ingegner Maurizio Milan di “Città in Movimento” accompagnato da Carlo Alberto Scoppola (dirigenti ATAC) evidenziava l’importanza vitale di questa ferrovia per l’Alto Lazio, purtroppo dimenticata con tante promesse inutili dai politici. Solo un’azione comune con le varie associazioni potrà smuovere qualcosa. Era anche presente l’architetto Carlo Colecchia, consulente esterno del Comiitato Lavori Pubbliici della Regione Lazio.
 
Tra i presenti all’iniziativa rimaneva un forte senso di meraviglia, per l’inerzia degli organi preposti alla sicurezza. Nessuno, dicevano, si è mai mosso: l’USTIF (Ufficio Speciale Trasporti e Impianti Fissi), la Regione Lazio, l’ Atac Spa,  nonostante i numerosi incidenti verificatisi lungo la ferrovia. A Castelnuovo di Porto, nel 2013 ci furono due commissioni di inchiesta dell’Atac per gli infortuni di aprile e maggio,  non dimenticando  poi gli incidenti di Magliano Romano, Riano, Rignano Flaminio.  Un gruppo d persone discutendo animatamente, osservava: il costo della politica in Germania è di 6 euro per abitante, in Francia è di 7 euro, in Italia è di 23 euro, ogni commento è superfluo.

Le promesse della Regione Lazio al Sindaco di Castelnuovo di Porto
Il Capo di Gabinetto di Zingaretti (presidente della Regione Lazio) Maurizio Venafro, inviava una lettera al Sindaco di Catelnuovo, Fabio Stefoni, con data 10 gennaio 2014, protocollo 15166 ove si poteva leggere:
“Questa amministrazione sta provvedendo alla messa in sicurezza della linea, attraverso interventi già in atto e altri di imminente attivazione. In particolare:
verranno installate le barriere e/o semibarriere di sicurezza nei passaggi a livello sprovvisti –tempo stimato-sei mesi;
in collaborazione con Atac si prevede di elevare il grado di sicurezza di tutti i passaggi a livello esistenti-tempo previsto un anno;
è in corso di  definizione la gara relativa alla eliminazione i 8 passaggi a livello dalle progressive 57+855alla progressiva 73+065-tempo previsto-due anni.
E’ in corso di stipula il contratto e di consegna l’appalto relativo alla progettazione esecutiva ed esecuzione delle opere e forniture necessarie per la realizzazione del primo stralcio funzionale del raddoppio della tratta “Montebello-Riano”, cosa prevista in due anni”.

Anni di prese in giro, bufale e menzogne
Correva l’anno 2010, esattamente era il 15 gennaio di quell’anno. Su un quotidiano della Capitale si poteva leggere:  "FERROVIA ROMA-VITERBO, A MARZO I LAVORI PER TRASFORMARLA IN METRO".
“La Giunta regionale ha finanziato per circa 328 milioni di euro l’ammodernamento ed il potenziamento della Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo. Si tratta di fondi Por-Fesr e fondi regionali che serviranno al raddoppio della linea, all’eliminazione di 29 passaggi a livello tramite interramento della linea e nuovo sovrappassi e alla realizzazione del raddoppio dei binari e alle varianti a Castelnuovo, Rignano e Morlupo. I lavori il cui inizio è previsto per il prossimo marzo, trasformeranno di fatto la vecchia ferrovia in una metropolitana di superficie, migliorando nettamente il collegamento dei centri lungo la Flaminia con la stazione di Piazzale Flaminio a Roma”. “Aumenteranno la frequenza dei convogli e la velocità ‘verrà’ portata a 80 chilometri all’ora, diminuendo radicalmente i tempi di percorrenza”. Nel finanziamento è compreso anche l’acquisto di nuovi treni. Una ferrovia di proprietà regionale sulla quale la Regione Lazio ha deciso di investire anche in virtù della realizzazione del nuovo aeroporto di Viterbo. La ferrovia infatti garantirà un efficiente collegamento non solo tra Roma e i centri della Flaminia e della Cassia, ma anche con il nuovo scalo aeroportuale della Tuscia. Una grande innovazione per il sistema dei trasporti dell’asse nord”. Queste dichiarazioni venivano rilasciate da Carlo Lucherini, vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio e segretario provinciale del PD.

Nel 2011 la giunta Polverini ha annullato il bando di gara per i lavori di raddoppio della tratta Riano Sant’Oreste, dopo aver verificato che i fondi erano stati utilizzati per altri scopi. Ha successivamente accantonato il progetto di ammodernamento della tratta Civita-Viterbo, pensando anche di chiuderla definitivamente.
Eclatante il caso del mancato impiego di 50 milioni di euro di fondi statali destinati all’acquisto di nuovi treni e all’ammodernamento della linea Roma-Civita Castellana-Viterbo. Ecco quanto dichiarava il 24 luglio2013 Massimiliano Valeriani, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio: “Questi fondi sono disponibili dal 2008, ma sono rimasti bloccati per un contenzioso legale, di cui nessuno si è voluto occupare per oltre cinque anni. Eppure queste risorse sono fondamentali per potenziare il servizio di una infrastruttura strategica del quadrate nord del Lazio”.                                                                                               “Di fronte alla rilevante carenza di fondi, appare ancora più grave non essersi avvalsi degli stanziamenti disponibili per migliorare le infrastrutture della mobilità, come la ferrovia ex concessa per Viterbo, che trasporta ogni giorno circa 75.000 passeggeri e registra molto spesso ritardi e corse soppresse perché il parco rotabile è vetusto e limitato, non è stato completato l’ammodernamento della rete ferroviaria e di parcheggi sono inadeguati”. Un ulteriore disastro gestionale che impone alle nuove amministrazioni Zingaretti e Marino di recuperare tempi e risorse, a partire da questi 50 milioni di euro, per dare una nuova prospettiva al sistema della mobilità pubblica e rispondere alle esigenze dei pendolari”.

Le strane bizze dei passaggi a livello
In tutta questa storia di mancate promesse per la messa in sicurezza dei passaggi a raso della ferrovia, si aggiungono i malfunzionamenti dei segnalatori acustici e luminosi.
Eclatante l’episodio verificatosi il 17 novembre 2013 (domenica) a Bagnaia. Un treno è transitato con il passaggio a livello aperto (barre alzate), semaforo verde per gli automobilisti e non è la sola volta che si verifica questo evento.
Il giorno 12 gennaio 2014 il segnale acustico del passaggio a livello di Monte Calcara/Montelungo ha suonato a vuoto dalle 20,15 alle 22,45 (segnalazione su facebook: Barriere per vivere). Altri affermano che ha suonato per 12 ore ininterrotte.
Il giorno 16 gennaio 2014 il passaggio a livello di Monte Calcara/Montelungo alle ore 19,30 aveva il segnale sonoro bloccato (segnalazione su facebook: Barriere per vivere).
Altri malfunzionamenti, come raccontano, si sono verificati a Magliano Romano, a Riano, a Rignano Flaminio, a Morlupo.
Tutto questo genera in chi effettua l’attraversamento della ferrovia un senso di sfiducia estremamente pericoloso che può generare gravi incidenti.

Perché non è stato fatto?
Ove adesso sorgono interi centri abitati, centri residenziali, a fianco della ferrovia, c’erano delle mulattiere e tanta campagna. Poi le mulattiere sono divenute delle carrarecce ed infine delle strade asfaltate con tanto di case, tante case. I poveri abitanti per uscire o tornare a casa debbono ogni giorno attraversare la ferrovia e questo spesso avviene più volte al giorno. E’ ovvio che l’abitudine genera sicurezza, a volte anche sottovalutazione del pericolo. A volte poi la segnaletica che non sempre di giorno è visibile a causa del riflesso del sole sulle luci intermittenti oppure il malfunzionamento dell’apparato acustico ed ottico di segnalazione generano nel tempo leggerezza in quello che si sta facendo.
Quello che molti si domandano è perché i sindaci dei vari comuni posti lungo la ferrovia hanno permesso lo sviluppo di un disordinato piano regolatore a cavallo della ferrovia, creando così anche problemi al traffico ferroviario, perché non hanno obbligato i vari costruttori ad edificare dei sottopassi o sovrappassi per l’attraversamento della ferrovia?
L’articolo 49 del DPR n. 753 del 11 luglio 1980 recita quanto segue:
Lungo i tracciati delle linee ferroviarie è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza, da misurarsi in proiezione orizzontale, minore di metri trenta dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia.  Perché questa distanza non è stata rispettata?
A cavallo della ferrovia sono sorte una miriade di case, di centri residenziali, interi villaggi, non si sapeva forse che l’attraversamento dei binari, prima o poi avrebbe creato problemi ai residenti, alla ferrovia ai pendolari?

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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