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Cronaca

Terrore a Crema, autista brucia pullman con 50 alunni a bordo: “Le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini”

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Studenti salvi grazie ai carabinieri

Si sta cercando di tornare alla normalità alla scuola Vailati di Crema dopo che ieri un autista ha bruciato un pullman rischiando di uccidere 50 alunni. Buona parte di loro ancora non è arrivata all’istituto, mentre la madre di una ragazzina che non era a bordo del mezzo ha deciso comunque di portarla, nonostante la figlia abbia paura. “Ho deciso di portarla anche perche’ a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata. Questa notte non ha dormito”.

Davanti alla scuola i genitori si interrogano. Filippo, che ha una figlia in prima media, sostiene che nell’azienda di autobus per cui lavorava il conducente che ieri ha dato fuoco al mezzo “non si fanno controlli”. “Conosco una persona che è andata in pensione e che lavorava per un’azienda di Milano: faceva controlli sulle sue condizioni quasi ogni mese”, ha raccontato: “E’ inaccettabile che sia accaduto questo”. I ragazzi di seconda media che erano a bordo dell’autobus andato in fiamme a scuola ancora non si sono visti. E’ probabile che oggi rimangano a casa, in considerazione della fatica della giornata di ieri e della paura.

Ousseynou Sy, l’uomo arrestato, è sorvegliato a vista in una cella insieme ad altri detenuti nel carcere di San Vittore dove è stato portato intorno all’una della scorsa notte. L’uomo, che subito dopo l’arresto era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, ieri sera ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. Questa mattina, invece, incontrerà lo psichiatra, lo psicologo e l’educatore del reparto.

‘Il caso della nave Mare Jonio è stato “l’episodio scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso”. E’ quanto avrebbe detto in sostanza, Ousseynou Sy, l’autista che ha dirottato un bus con 51 studenti e gli ha dato fuoco, nell’interrogatorio davanti al capo del pool dell’ antiterrorismo milanese Alberto Nobili e al pm Luca Poniz.

Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo‘. E’ quanto avrebbe detto Ousseynou Sy47enne senegalese di origine ma italiano dal 2004, che ha sequestrato un autobus di cui era alla guida a San Donato Milanese, con a bordo una cinquantina di studenti, e poi, dopo aver forzato un blocco, gli ha dato fuoco, minacciando di uccidersi. E’ stato fermato dai carabinieri dopo che aveva già versato benzina all’interno del mezzo. Non risultano feriti. Sy dopo aver sequestrato il mezzo si era diretto verso l’aeroporto di Linate. Dopo esser stato bloccato, l’uomo è sceso dal pullman con in mano un accendino e ha dato fuoco al mezzo, mentre i carabinieri salvavano dalla parte posteriore i ragazzi dopo aver rotto i finestrini. Ad un certo punto Sy avrebbe cambiato percorso e, rivolgendosi agli studenti con in mano un coltello, avrebbe detto: “Andiamo a Linate, qui non scende più nessuno”. 

Dopo la telefonata di un alunno al 112, l’autobus sequestrato è stato intercettato da tre pattuglie dei carabinieri ma non si è fermato e ha speronato una macchina colpendone poi altre due “senza provocare feriti”, ha spiegato il comandante dei carabinieri parlando di “momenti durati pochi minuti ma molto concitati”. 

È durato poco meno di 40 minuti il viaggio del terrore dei 51 studenti.

I ragazzi sono tutti in codice verde, uno degli adulti è stato trasportato in codice giallo alla clinica De Marchi. “Nessuno”, spiegano dal 118, è ferito. In tutto sono stati 23 i bambini visitati sul posto in cui è stato dato alle fiamme l’autobus che avrebbe dovuto riportarli a scuola dopo l’attività sportiva. I ragazzini, che frequentano le medie, sono stati poi portati in una palestra di San Donato Milanese, in attesa dell’arrivo dei genitori e con supporto psicologico.

L’uomo aveva dei precedenti penali. Perquisita la sua casa a Crema. 

“La cosa importante è la felice risoluzione di un evento, che poteva portare a un epilogo tragico, grazie al coraggio dei ragazzi che sono stati veramente bravi”: è quanto ha detto Luca De Marchis, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano.  

LE INDAGINI – La procura di Milano effettuerà anche una serie di verifiche per capire come l’uomo, con precedenti per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse svolgere l’attività di autista di bus. L’inchiesta è coordinata dal pm Luca Poniz e dal capo del pool dell’antiterrorismo Alberto Nobili.

Al momento Sy, che ha pronunciato frasi sconnesse nei confronti della politica di Salvini e Di Maio, risponde di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza. E non è più al vaglio ma è stata contestata nei suoi confronti l’aggravante della finalità del terrorismo. 

Ousseynou Sy “ha ammesso la premeditazione cioe’ di aver ponderato da giorni” il gesto compiuto: lo ha spiegato in conferenza stampa il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili. Non e’ legato all’Isis e a nessun genere di organizzazione terroristica di matrice islamica il 47enne, ha detto Nobili che ha spiegato che al momento la vicenda non va inquadrata nel “terrorismo islamico”.

“E’ stata una mia scelta personale – sono state alcune delle parole che ha detto ai pm Ousseynou Sy durante l’interrogatorio -, non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall’Africa”.

Il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco nel ringraziare i carabinieri in particolare quelli della stazione di San Donato Milanese ha detto che con il loro coraggio “hanno compiuto un’operazione che si vede nei film delle squadre speciali” anche perché “l’intento stragista era partito e l’ uomo stava per dare fuoco come poi ha fatto al pullman”. “Se non stiamo a piangere 52 bambini è grazie a loro”, ha detto.

LA TESTIMONIANZA – Ci ha ammanettati e ci minacciava. Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini. Poi i carabinieri ci hanno salvati”. Questo è il racconto di una ragazzina che era sul bus.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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