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Il sindaco Mazzola scrive al presidente del consiglio Enrico Letta
Redazione
Tarquinia (VT) – «Abbiamo i soldi ma non possiamo usarli per pagare ditte e imprese. Il patto di stabilità ci lega mani e piedi e ci trasforma in amministratori non in grado di rispettare gli impegni economici». Lo dichiara il sindaco Mauro Mazzola che ha inviato questa mattina, giovedì 12 settembre, una lettera al presidente del consiglio Enrico Letta in cui sottolinea le gravissime difficoltà degli enti locali e chiede interventi concreti e urgenti. «Il mio appello nasce dalla nota inviata dal titolare di una ditta che, dopo aver vinto una gara di appalto e aver portato a termine il suo impegno con professionalità e in tempi rapidi, chiede semplicemente di vedere liquidato il suo credito. – prosegue il primo cittadino – Il problema è questo: mentre dai mezzi di comunicazione provengono parole rassicuranti relative allo sblocco dei pagamenti alle pubbliche amministrazioni, con tanto di sanzione per quelle inadempienti, nella realtà dei fatti, il patto di stabilità non ci permette di far fronte agli impegni economici e ci rende incapaci di rispettare i tempi di consegna delle opere pubbliche, diventando, agli occhi della gente, amministratori bugiardi e inetti. Per quanto riguarda il caso di questa impresa, il paradosso sta nel fatto che la copertura finanziaria c’è ed è completamente disponibile. Non solo, il Comune ha sempre rispettato tutti i termini di legge, amministrando con oculatezza e in perfetta adesione a tutte le regole, giungendo, attraverso lo zelo degli amministratori e con la professionalità dei dirigenti, a pagare fatture a 3/7 giorni. Alla mia rivendicazione unisco l’accorato appello del titolare dell’impresa che sta rischiando di chiudere a causa di normative troppo gravose e in totale disaccordo con le intenzioni più volte manifestate dal Governo, reclamate dall’Unione Europea e, soprattutto, pretese dal buon senso. Mi auguro che il mio monito, aggiunto a quelli di tutti i sindaci che ogni giorno tentano di amministrare nonostante le grandissime difficoltà, non resti inascoltato».
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