TARANTO, ANIMALI IN STRADA PER PUBBLICIZZARE IL CIRCO: SCOPPIANO LE PROTESTE

di Christian Montagna

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Taranto – E’ la foto di un dromedario in giro per le strade di Taranto che ha fatto in pochi giorni il giro del web a richiamare la nostra attenzione sul problema del Circo con gli animali. A Taranto, dal 3 al 19 Ottobre, andrà in scena il Circo di Spagna nel Parco Archeologico delle Mura Greche. Ma, le proteste non sono mancate. L’associazione animalista italiana LAV, attiva dal 1977, ha inviato un comunicato al Comune di Taranto chiedendo di verificare il regolamento CITES del 2006 per il mantenimento degli animali dei circhi e nelle mostre itineranti, invitando i cittadini a boicottare l’evento.


La denuncia della FVE. Già la FVE (Federazione Europea dei Veterinari) aveva bocciato ampiamente l’utilizzo di animali esotici nei circhi invitando “tutte le autorità Europee competenti di proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in quanto non vi è affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte”, precisando poi come non ci sia “alcun beneficio di carattere di conservazione, ricerca o educazione che possa giustificare l’uso di animali esotici nei circhi”.


Anni e anni di lavoro, gruppi e conferenze internazionali si sono susseguiti negli anni per vietare quella che a tutti gli effetti è una mattanza di animali anche se, nel nostro bel paese, non esiste ancora alcuna legge che lo vieti ufficialmente. A differenza di molti paesi europei e non, nel paese del finto moralismo, si stima secondo quanto si legge dal comunicato LAV, che “ circa 2000 animali siano detenuti nei circhi italiani, tra cui 250 grandi felini (leoni e tigri) e 50 elefanti, cifre elevatissime rispetto ad altri Stati. Inoltre l’Italia “ è l’unico Paese che finanzia con fondi pubblici i circhi con animali, con uno stanziamento di circa 3 milioni di euro all’anno. Per questo motivo la LAV ha lanciato una petizione per chiedere di cancellare il finanziamento pubblico ai circhi con animali.”

 

Finanziare una mattanza? In Italia si può. Non sono bastati i blitz degli attivisti animalisti nel corso degli anni e chissà per quanto ancora non basteranno: la legge italiana non vuole vietare le violenze perpetrate a danno degli animali nei circhi- lager. Violenze che si ripetono di giorno in giorno, sotto gli occhi ciechi di spettatori che, silenti, partecipano ad una sofferente denaturazione. Molestie, umiliazioni, costrizioni al lavoro e privazioni sono all’ordine del giorno in quelle che per gli ignari bambini sono oasi felici ma che per tutti noi sono veri e propri lager. Animali privati dei loro habitat, delle loro caratteristiche fisiologiche ed etologiche, mutilati degli istinti naturali, sedati perché ribelli, offesi perché indifesi. Eppure, hanno un cuore, un’anima che accumula emozioni e le trasforma in amari ricordi. Incredibile pensare che un dromedario possa passeggiare per le strade sull’asfalto rovente; incredibile pensare che tutto ciò non possa nuocergli alla salute. Gli animali detenuti passano tutta la loro vita in gabbie, fuori dal loro ambiente naturale, costretti a viaggi massacranti, addestrati spesso con la violenza e con esercizi contrari alle loro caratteristiche fisiche ed etologiche. Per non parlare poi degli spettacoli, tra luci abbaglianti e rumori assordanti, che alimentano ancor di più il terribile stress.


Il reportage. Grazie alla collaborazione di Alba Buzzacchino, siamo riusciti ad avere delle foto del circo ma, degli animali, nemmeno l’ombra. Stivati in gabbie per giorni prima del debutto, costretti a lavori forzati e ritmi circensi, i poveri animali, anche in questa occasione, mi sa che frutteranno migliaia di euro ai loro aguzzini senza che nessuno li fermi.


Le proteste degli animalisti. Era a San Lazzaro, come a Napoli, come a Roma, come a Pavia, come a Milano che gli animalisti, quelli veri, nel corso degli anni avevano fatto sentire la propria voce. Non c’è circo che tenga senza una vagonata di proteste che lo precedono, lo accompagnano e lo seguono. Lo avevano fatto contro la campagna Valfrutta ambientata nel mondo del circo, tappezzando la sede aziendale con cartelli e striscioni al grido di “Vergogna”. Invano. Anche i militanti di CasaPound avevano protestato contro il Circo Orfei, chiedendo la fine delle violenze sugli animali e invitando il Comune ad ostacolare gli spettacoli.


“Disumane, inutili, diseducative e dispendiose barbarie” : così, erano state descritte le violenze dai movimenti animalisti e seppure avessero fatto non poco scalpore, purtroppo, il divieto, non essendo legge, non ha potuto annullare gli spettacoli . Anche a Padova, gli attivisti 100% animalisti avevano oscurato i manifesti che pubblicizzavano il circo e durante la notte, con un raid, si erano scagliati contro i negozianti che lo sponsorizzavano.

Purtroppo, c’è chi ha il coraggio di sponsorizzarlo come “paradiso” popolato da animali felici ma, continua, a mio avviso, ad essere la più grande offesa alla dignità di esseri viventi e senzienti.