Morto Joaquin Navarro Valls, storica voce di Wojtyla

 

E' stato per oltre vent'anni la 'voce' di Giovanni Paolo II. Prima medico, poi giornalista, fu chiamato nel 1984 dal Papa polacco a rivestire un compito che si rivelò un ruolo chiave del pontificato, quello della comunicazione, del rapporto con i media, che fu modernizzato, rivoluzionato, proprio dal pontefice venuto "da una Paese lontano". Sempre accanto a Wojtyla al quale lo legava uno strettissimo rapporto di fiducia e di amicizia. Indimenticabili le sue lacrime davanti ai giornalisti di tutto il mondo il giorno in cui riferì dell'ultimo bollettino medico di un Papa ormai agonizzante che sarebbe infatti morto di lì a poche ore. Joaquin Navarro Valls, 80 anni compiuti lo scorso novembre, è morto oggi. Era da tempo malato. A diffondere la notizia è stata la Sala Stampa Vaticana che lui aveva diretto per quasi un quarto di secolo, prima con Papa Giovanni Paolo II e per un breve periodo, prima dell'arrivo del gesuita padre Federico Lombardi, anche con Papa Benedetto XVI. "Joaquin Navarro. Rip. La grazia sotto pressione", ha twittato in inglese l'attuale direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, che subito dopo ha diffuso un secondo tweet, "Joaquin Navarro. 1936-2017. Continua a sorridere", cui è allegata una foto dell'ex portavoce vaticano sorridente insieme a Papa Giovanni Paolo II. Una scena di complicità e allegria che si ripeteva ogni volta che il pontefice dialogava con i giornalisti, soprattutto su quei voli che lo hanno portato nei quattro angoli del pianeta. L'approdo in Vaticano è datato 1984, quando Wojtyla lo strappò al quotidiano Abc, di cui era corrispondente in Italia. "Ma come si fa dire di no a un Papa?" ricordò in seguito lo stesso Navarro. La sua giornata di lavoro, soprattutto all' inizio, non conosceva tregua: "Sono in contatto con tutto il mondo 24 ore su 24 – amava raccontare -. Di giorno mi chiamano da Europa e Africa, di sera e di notte dall'America, prima dell'alba da Giappone e Asia". Ma non era solo l'intermediario tra il Vaticano e i giornalisti: era uno dei più stretti collaboratori del Papa, anche un consigliere. Navarro Valls era nato a Cartagena, in Spagna, il 16 novembre 1936. Studiò presso l'Università di Granada, ottenendo una laurea in Medicina e Chirurgia nel 1961. Altre lauree ad honorem gli sono arrivate nel corso degli anni, così come riconoscimenti in Giornalismo e in Scienze delle Comunicazioni, nonché un master ad Harvard in psicologia. Poliglotta, appassionato di sport, fece parte dell'Opus Dei da quando, da ragazzo, incontrò il fondatore Josemaria Escrivà de Balaguer. Un incontro che risultò decisivo per la sua vita. Almeno il primo: poi quello con Wojtyla che segnò definitivamente la sua vita.




L'EX TERRORISTA TURCO IN VISITA ALLA TOMBA DI WOJTYLA ESPULSO PER DOCUMENTI DI SOGGIORNO IRREGOLARI

Redazione

Un ex terrorista turco che ha tentato di uccidere Papa Giovanni Paolo II nell''81, si ravvede e decide di portare i fiori sulla tomba del Santo Padre Wojtyla. Succede straordinariamente anche questo, peccato che Alì Agca sarà espulso dall'Italia perchè i suoi documenti di soggiorno sono risultati irregolari, secondo quanto si apprende, e non conformi alla legge italiana dopo un controllo da parte della Questura di Roma.

Alì Agca, l'uomo che tentò di uccidere papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981, si è recato oggi in Vaticano e ha portato un mazzo di fiori sulla tomba di Papa Wojtyla. Lo riferiscono fonti vaticane. Agca sarebbe stato riconosciuto in piazza San Pietro da un poliziotto che l'avrebbe accompagnato negli uffici dell'Ispettorato Vaticano per un controllo sui documenti. Agca ha già lasciato gli uffici di polizia.

"Sentivo la necessità di fare questo gesto": così Ali Agca ha spiegato negli uffici dell'Ispettorato di Polizia l' intenzione di portare fiori sulla tomba del Papa al quale sparò nel 1981. Agca è arrivato ieri in auto a Roma dall' Austria. A chi ha avuto modo di incontrarlo ha mostrato un atteggiamento tranquillo. L' ex terrorista turco è arrivato verso le 12:45 negli uffici dell' Ispettorato di Polizia in Vaticano e vi è rimasto per circa mezz'ora, il tempo necessario per la verifica dei documenti e del passaporto. Poi è uscito per andare a rendere omaggio a Giovanni Paolo II.




CROCE CRISTO REDENTORE DEDICATA A WOJTYLA UCCIDE SUL COLPO UN GIOVANE NEL BRESCIANO

Redazione

Lovere (BG) – Una tragedia colpisce la comunità del bresciano. Ad ucciderlo, fato ha voluto, proprio il peso di un simbolo religioso. Un giovane di 21 anni di Lovere (BG) è morto a Cevo,in Vallecamonica,nel bresciano,schiacciato dal Cristo Redentore,la croce realizzata dall'artista Enrico Job per la visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel 1998. Non è stato ancora appurato se il giovane abbia cercato di appendersi alla scultura provocandone la rottura o se abbiano ceduto i cavi. Con il ragazzo, morto sul colpo,anche un 31enne, trasportato con l'eliambulanza in ospedale.Non è in pericolo di vita.Facevano parte del gruppo dello stesso oratorio.




ROMA: WOJTYLA E RONCALLI SANTI INSIEME IL 27 APRILE 2014

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Roma – Sarà una giornata memorabile. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II Santi insieme. Saliranno sugli altari il 27 aprile prossimo, Festa della Misericordia, solennità istituita da Wojtyla nel 2005. Il papa polacco morì proprio alla vigilia della ricorrenza da lui voluta per ricordare la santa polacca Faustina Kowalska. La conferma ufficiale della canonizzazione era arrivata all'inizio di luglio 2013, quando Papa Francesco aveva firmato il decreto per i due predecessori. Wojtyla e Roncalli verranno proclamati santi insieme. Papa Francesco aveva «approvato il miracolo, attribuito all'intercessione del Beato Giovanni Paolo II, Sommo Pontefice» ed aveva «approvato, infine, i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi circa la canonizzazione del Beato Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli)», quindi aveva deciso di convocare un Concistoro.  Il rito di beatificazione di Giovanni Paolo II era stato aperto dal cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma: «Il totale affidamento a Maria, che da vescovo avrebbe espresso con il motto 'Totus tuus', rivela anche il segreto di guardare il mondo con gli occhi della Madre di Dio – aveva detto il cardinale che aveva seguito il processo di beatificazione del Papa polacco -. I tratti della sua spiritualità, ai quali rimase fedele fino alla morte, furono la devozione sincera allo Spirito Santo e all'amore alla Madonna»