Palermo, “voto connection”: compravendita di voti in cambio di promesse di lavoro

PALERMO – Alle prime ore del mattino, i Carabinieri del Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Termini Imerese su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di:

˗ Caputo Salvatore detto Salvino, avvocato monrealese, già membro dell’Assemblea Regionale Siciliana durante la XVI Legislatura e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative tenutesi la scorsa primavera;
˗ Caputo Mario, avvocato monrealese, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’ARS nelle liste del movimento “Noi con Salvini”;
˗ Vercio Benito, 62enne, “procacciatore di voti” termitano.

Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe, inoltre, dimostrato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati in correità con ulteriori indagati.




PALERMO, DENARO E POSTI DI LAVORO IN CAMBIO DI VOTI: 5 ARRESTI

di A.B.

Palermo – La Guardia di Finanza ha dato l’esecuzione di cinque misure cautelari emesse dal gip di Palermo, le misure cautelari sono nei confronti di soggetti accusati di compravendita di voti nelle elezioni del 2012 per il rinnovo del Consiglio comunale di Palermo e dell’Assemblea regionale siciliana. Per i cinque indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari e sono accusati di aver ricevuto denaro o altro in cambio di voti per se e per altri.
 
Nella lista dei cinque vi sono due consiglieri dell’Assemblea regionale siciliana che sono tutt’ora in carica e un ex deputato regionale. I soggetti in questione sono: Nino Dina (Udc), che è il presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale, l’altro soggetto è Roberto Clemente (Pid), Franco Mineo, Giuseppe Bevilacqua (Pid). Nella lista degli indagati vi è anche un finanziere che è accusato di corruzione, i politici rispondono invece di voto di scambio. Per tutti i soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari, l’inchiesta nasce da un’indagine di mafia condotta dalla Guardia di Finanza.
 
L’indagine ha accertato che alcuni candidati, in cambio di voti, offrivano denaro e posti di lavoro. Il tutto è partito da un’intercettazione a Giuseppe Bevilacqua che era candidato alle comunali nel 2012, non è stato eletto però. Il soggetto aveva rapporti con la mafia e in particolare, da quanto emerso dalle intercettazioni, aveva rapporti con il boss di San Lorenzo e Tommaso Natale, Calogero di Stefano e Giuseppe Antonio Enea. Nelle telefonate intercorse si parla espressamente di scambio di voti.