Vittorio Sgarbi, lite con carabinieri: la Corte d’Appello di Milano sentenzia il “non doversi procedere”

La frase ‘vi porto in Tribunale’ rivolta da Vittorio Sgarbi ai carabinieri di Expo non è minacciosa ma rientra nel “consueto approccio forzatamente aggressivo e denigratorio che tale personaggio adotta nelle più svariate occasioni” e che contraddistingue “il personaggio come un ‘brand’ o un marchio di fabbrica”. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello di Milano ha dichiarato il “non doversi procedere” per il critico d’arte ai sensi del ‘ne bis in idem’ e ha assolto il suo autista Nicola Mascellani, nel processo di secondo grado per resistenza a pubblico ufficiale e con al centro un diverbio, avvenuto il 22 maggio del 2015 tra l’ex parlamentare con alcuni militari dell’Arma davanti ad uno degli ingressi dell’Esposizione Universale. In primo grado Sgarbi e il suo autista erano stati condannati rispettivamente a 5 mesi e a 4 mesi di carcere per violenza e minaccia a pubblico ufficiale.




Vittorio Sgarbi: la lista Rinascimento partirà dalla Sicilia

 

di Silvio Rossi

 

L’occasione è stata la rappresentazione teatrale: “Emozioni in cornice”, una traduzione delle opere di Shakespeare liberamente adattate dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. Ieri, 14 agosto, l’istrionico personaggio ha portato la pièce al teatro sannitico di Pietrabbondante, nelle montagne isernine.

Tra i punti di forza della quarantatreesima stagione del Sannita Teatro Festival, al termine della sua performance, Sgarbi ha effettuato un giro nel paese altomolisano accompagnato dal sindaco Giovanni Tesone. Abbiamo notato la presenza del critico grazie al capannello di folla che si è creato intorno a un negozio aperto occasionalmente la sera per via di una delle sagre che nel mese di agosto rallegrano le serate di residenti e turisti. Tutti a chiedere selfie, foto, autografi, con Vittorio che scherzava affabilmente con le persone presenti, con una disponibilità che difficilmente si può riscontrare nelle sue apparizioni televisive, evidentemente l’atmosfera schietta che si trova nei borghi appenninici crea una predisposizione naturale che difficilmente si può ricostruire in uno studio televisivo.


Durante il “corteo” nel corso del paese, intervallata da qualche passo di valzer effettuato nella piazzetta dove un duo musicale rallegrava la folla, Sgarbi ci ha concesso una intervista esclusiva.

Quando si muove Sgarbi c’è un bagno di folla, è sempre così?

Sì, è così da tanti anni. Però adesso non c’è solo la notorietà, c’è anche credo una condivisione, un po’ per tanta televisione, nella quale tante cose vengono discusse. Adesso c’è Facebook, per cui la gente vede delle cose abbastanza forti che io faccio, e c’è una condivisione più ampia, oltre alla notorietà, l’idea che dura da tanti anni.

Questa esperienza del teatro, cosa porta in più rispetto alle altre esperienze come critico o personaggio televisivo?
L’ho fatto comunque da molto tempo, cominciai con il cantante Dino Sarti, che era un po’ in declino trent’anni fa. Poi ho fatto regie liriche, mille conferenze, adesso abbiamo inventato lo spettacolo su Caravaggio, quello su Michelangelo, su queste altre cose, mi fanno fare una serie di incontri che hanno più un carattere teatrale, anche nei contenuti.

Ci troviamo in Molise. Ricordo che Lei qualche anno fa ha frequentato questa regione per alcune battaglie. Come le appare questa terra?

Mi appare un po’ indifesa, malgovernata a livello regionale.

Questo, però, è un male comune a molte regioni

Sì, ma qui, essendo più piccola, avrebbe bisogno di un presidente forte, perché questa cosa della proliferazione delle pale eoliche, che stanno mettendo ancora, che sembrava fuori limite, con un presidente forte come potevo essere io, che dicesse, NO, punto. Che stai li a discutere? Non devi discutere, il paesaggio di una regione così piccola, deve essere protetto come un parco, invece hanno fatto esattamente il contrario. Adesso ricomincerò a combattere, io fra i primi, forse il primo, poi Stella e altri, per Sepino. Ma ti pare che a Sepino devono fare certi scempi? È tutto così.

Sepino è abbandonata da anni, fino a poco tempo fa ci pascolavano le pecore

Tra l’altro, dico, un Presidente della Regione, quelle poche cose che ha, le deve difendere con le unghie e con i denti.

Recitare nel teatro di Pietrabbondante, con la preziosità degli scavi, per un appassionato d’arte, è qualcosa di speciale?

Certo. È anche bello perché è quasi integro. E anche la strada per arrivarci è un’altra cosa spettacolare.

Ultima domanda. Alle prossime elezioni, cosa farà Sgarbi?
Farò una lista Rinascimento, una lista autonoma che stiamo iniziando ad annunciare, e forse partirà dalle elezioni siciliane, ci stiamo lavorando in queste ore.
 




Nemi elezioni, Tersigni: "Vittorio Sgarbi è con noi per difendere Nemi"

 

Red. Politica


Nemi (RM)
– "È per me un onore e un privilegio poter ufficialmente annunciare che l'On. Vittorio Sgarbi ha scelto di sostenere la mia candidatura a Sindaco di Nemi". Questo quanto annunciato nel pomeriggio di oggi mercoledì 3 maggio dal candidato sindaco di Nemi con la lista "Insieme per Nemi" Stefano Tersigni.

"Sapere di poter contare sulla vicinanza del più famoso critico d'arte, – prosegue la nota del candidato sindaco – di una persona di una cultura senza eguali e che ha ricoperto ruoli di primo piano a livello sia nazionale che locale, è una gioia per me, per noi e una notizia importantissima per l'intera cittadinanza. Abbiamo fuso il simbolo della lista civica 'Insieme per Nemi' con quello del Movimento di Sgarbi 'Rinascimento', questa non è stata solo una fusione grafica ma vuole rappresentare una comunione di intenti. Nemi ha un enorme patrimonio storico e archeologico che versa in uno stato di totale abbandono, da Palazzo Ruspoli al Tempio rupestre di S. Michele passando per la Villa di Cesare e il Tempio di Diana. Tutto ciò è inaccettabile e l'ausilio dell' On. Vittorio Sgarbi è di fondamentale importanza per poter restaurare e valorizzare i predetti siti, portando di conseguenza – conclude – anche alla luce tutta l'economia sommersa di Nemi. Grazie Vittorio! ''.
 




Nemi elezioni, colpo di scena per la lista di Stefano Tersigni: Vittorio Sgarbi sposa il progetto


Red. Politica


NEMI (RM)
– Vittorio Sgarbi sostiene ufficialmente il candidato sindaco di Nemi alle prossime amministrative dell'11 giugno con la lista "Insieme per Nemi" Stefano Tersigni. Ad annunciarlo è stato direttamente Tersigni durante l'intervista con il direttore del quotidiano L'Osservatore d'Italia Chiara Rai, andata in diretta su L'Osservatore Laziale Tv venerdì scorso. "Abbiamo avuto il sostegno ufficiale di Vittorio Sgarbi e del suo nuovo movimento Rinascimento. – ha detto il candidato sindaco – Se una persona di questo spessore – ha proseguito – di questa levatura sia morale che di fortissima preparazione sceglie di sostenere e sposare il nostro progetto ovviamente quasi automaticamente è perché è valido".


"Una notizia importante quindi – ha detto Chiara Rai apprendendo il fatto –  perché Vittorio Sgarbi spesso ha citato Nemi come polo storico e archeologico di ricchezze e bellezze naturalistiche d'Italia". Stefano Tersigni ha inoltre dichiarato che in caso di vittoria elettorale proporrà a Sgarbi di prendere in carico l'assessorato alla cultura. Il candidato sindaco si propone quindi di valorizzare, una volta per tutte, quel patrimonio storico archeologico immenso di Nemi, da Palazzo Ruspoli, al Tempio di Diana, alla Villa di Cesare, all'Eremo di San Michele che fino ad oggi "non è stato assolutamente valorizzato". Certo che, in caso di vittoria di Tersigni, una figura come quella di Vittorio Sgarbi all'assessorato alla Cultura di Nemi garantirebbe una attenzione istituzionale, fino ad oggi perlopiù assente, che potrebbe stimolare quei finanziamenti necessari alla sistemazione quindi al recupero di questo immenso patrimonio archeologico, storico e culturale. "Io mi interfaccio spesso con i cittadini ma anche con i turisti che sono un pò il cuore di Nemi, perché il paese vive di turismo e la sua economia deriva e deve essere rafforzata tramite il turismo – ha proseguito poi Tersigni – e la domanda che mi pongono sempre è 'come faccio ad arrivare alla valle del Lago?', 'dov'è la villa di Cesare?', 'dov'è il tempio di Diana?', 'dov'è il Tempio di San Michele?'" "Dov'è la terza nave?" ha chiesto Chiara Rai, alludendo alle ricerche messe in piedi ultimamente riguardo la presenza di una presunta terza nave dell'imperatore Caligola e suscitando una risata in Stefano Tersigni, il quale ha detto di chiederlo a chi ha creduto in questo progetto che assolutamente è fondato su una ricerca storica, che però  "è stato attivato in questo momento a ridosso delle elezioni come i cantieri elettorali e altre cose messe in campo solo ora a pochi giorni dal voto".

L'INTERVISTA DI CHIARA RAI SU L'OSSERVATORE LAZIALE TV AL CANDIDATO SINDACO DI NEMI STEFANO TERSIGNI




VITTORIO SGARBI OPERATO IN SEGUITO AD UN MALORE

di A.B.

Brescia – Vittorio Sgarbi, mentre era in viaggio con la sua auto da Brescia verso Roma la notte scorsa, ha avuto un malore ed è stato operato presso il Policlinico di Modena. A dare notizia dell’accaduto è il suo staff sul profilo facebook di Sgarbi: “Questa notte Vittorio Sgarbi, mentre era in viaggio con il suo autista da Brescia verso Roma, ha avuto un malore ed è stato ricoverato al Policlinico di Modena, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Adesso è in terapia intensiva. Le sue condizioni sono buone.  E' stato lo stesso Sgarbi ad avvisare familiari e collaboratori. Vi terremo aggiornati nelle prossime ore”.



URBINO, VITTORIO SGARBI: VIA L’ALBERO O MI DIMETTO

di Cinzia Marchegiani

Urbino – Un’opera che dovrebbe simboleggiare un albero di Natale ha fatto inorridire Vittorio Vittorio Sgarbi dove nella cittadina marchigiana è assessore alla Rivoluzione e alla Cultura. Sgarbi, tramite il suo ufficio stampa ha manifestato “disprezzo e nessuna comprensione per la scelta dell’amministrazione comunale di allestire in piazza della Repubblica un albero di Natale. Che albero non è: solo una inutile bruttura immorale” – marca stretto Vittorio Sgarbi.

Sgarbi contro un’opera artistica: “Rende più brutta la città”. «Il Natale – argomenta Sgarbi – non può essere un pretesto per rendere più brutta la città. Una città, durante le feste natalizie, può essere più luminosa, più colorata, più magica, non più brutta. L'albero ha bassorilievi inutili, lastre artistiche che artistiche non sono. E il Comune ha pagato dei soldi per tutto questo. Inoltre, con quale diritto si è deciso di coprire un’architettura preesistente come la fontana ?»

Sgarbi lamenta, inoltre, la decisione di collocare un tendone da circo nella Piazzetta delle Erbe: "Il tendone di plastica è una forma di violenza. E’ inutile, poiché le stesse attività svolte all’interno di quell’obbrobrio, possono essere collocate altrove, in luoghi belli".

L’ultimatum, Sgarbi minaccia delle dimissioni. Categorico è l’ultimatum di Vittorio Sgarbi: “Se entro domani non verranno tolti albero e tendone, io mi dimetto. In altre città avrei detto: "non mi piacciono", ma nella città in cui io sono assessore, non li tollero”.




ARICCIA, GIOVEDI' SGARBI PRESENTA "LA MORTE DI CLEOPATRA" A PALAZZO CHIGI

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Redazione

Ariccia – Giovedì 29 novembre, ore 18,00, Vittorio Sgarbi presenterà a Palazzo Chigi in Ariccia la Morte di Cleopatra dello “Pseudo-Caroselli”, uno straordinario dipinto inedito di un misterioso pittore del ‘600 così detto per l’affinità con il pittore caravaggesco Angelo Caroselli, con cui è stato a lungo confuso.

La conferenza si inserisce nell’ambito del programma di presentazione e mostra presso il Palazzo Chigi di Ariccia, sede del Museo del Barocco, di dipinti inediti del Barocco italiano da parte di studiosi di livello internazionale, specialisti sui singoli artisti e le rispettive scuole pittoriche. I dipinti, provenienti da collezioni private estere, rimangono in mostra per due mesi nel Palazzo Chigi.

Le opere, tutte di altissima qualità, sono tutte inedite, per la prima volta esposte e pubblicate di volta in volta in singoli fascicoli, nella collana “Quaderni di Palazzo Chigi”.

Un’iniziativa di alto livello scientifico e culturale, che si propone di fornire un significativo ed inedito contributo allo studio della pittura del Seicento e Settecento. Tra gli studiosi che hanno sino ad oggi partecipato, Alberto Lattuada, Vincenzo Pacelli, Massimo Pulini, Erich Schleier, Annalisa Scarpa, Nicola Spinosa, Nicholas Turner ed altri.


La morte di Cleopatra

La composizione illustra un tema caro alla pittura del ‘600, svolto con particolare originalità e caricato di complessi connotati simbolici di non immediata decodificazione. L’impostazione è quella di una carnascialesca e sguaiata messinscena teatrale.

L’episodio della morte di Cleopatra, avvenuto nell’agosto del 30 a. C., dopo la sconfitta di Azio e il suicidio del suo amante Marco Antonio, è ricordato dai classici (Virgilio, Orazio, Lucano, Svetonio, Velleio Patercolo, etc.). Viene descritto con particolare attenzione da Plutarco, il quale racconta che la regina “raccoglieva ogni sorta di veleni mortali, tra i più forti che ci fossero, e di ciascuno di essi provava se erano efficaci e nello stesso tempo indolori, propinandoli ai detenuti in attesa di morire. Poiché vide che quelli istantanei procuravano una morte subitanea, ma dolorosa, e i più dolci non erano rapidi, provò gli animali, osservandoli di persona, mentre venivano applicati uno dopo l'altro. Fra tutti trovò quasi solo il morso dell'aspide, che induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo…” (Vita di Marco Antonio). Le fonti dicono che  si  suicidarono  con  lei  anche  due  fedeli ancelle, quelle presenti nel dipinto, come ha riproposto William Shakespeare nella  sua  tragedia  Antonio e Cleopatra  edita nel 1623, chiamandole Carminia e Ira.

 


Il pittore

 

La tavola è riferibile al cosiddetto “Pseudo-Caroselli”, un misterioso ‘pittore di genere’, forse di origine nordica, ma di cui non conosciamo il nome, prossimo ai modi di Angelo Caroselli (Roma 1585-1652), con cui è stato spesso confuso; l’incognito generista è autore di una serie di dipinti di soggetto allegorico dai toni caricaturali, tra il magico, lo stregonesco, l’occultistico, il negromantico e la vanitas, non privi di erotismo dissacrante e accentuazioni volgari, con donne vestite sfarzosamente e spesso discinte, cortigiane e prostitute. Emerge la predisposizione a pittore di natura morta, abile nella rappresentazione di stoffe e tappeti, ma anche di animalista.

Il dipinto oggetto dello studio in esame si pone chiaramente come un caposaldo nell’opera dello “Pseudo-Caroselli”, sia in termini qualitativi che per la presenza di personaggi a figura intera. Raro è anche il supporto su tavola, che dimostra una matrice culturale cinquecentesca, peraltro comune ancora una volta a diverse composizione del maestro.

Molto suggestiva l’ipotesi di Federico Zeri, come riferisce Fabrizio Lemme, il quale riteneva che il pittore potesse identificarsi con il paesaggista fiammingo Balthasar Lauwers (Anversa 1578 – Roma 1645), italianizzato Baldassarre Lauri, la cui figlia Brigida sposò nel 1642 in seconde nozze Caroselli. Il pittore romano fu peraltro maestro dei suoi due figli: il paesaggista Francesco Lauri (1610-1635), che secondo la testimonianza di Passeri collaborò nell’esecuzione della Messa di San Gregorio in Santa Francesca Romana, e soprattutto il più noto Filippo Lauri (1623-1694), che copiava e abbozzava le sue opere imitandolo alla perfezione, come ricordava Baldinucci.

Rimane indubbia la matrice caroselliana di tale produzione, sia in termini iconografici che formali. Il Passeri attesta la predilezione da parte del Caroselli di dipinti in “tela da testa” a sfondo ritrattistico, poiché “In cose picciole, e nelle mezze figure prevalse più ch’ in altra cosa…”. Gli antichi inventari confermano l’esecuzione di soggetti affini a quelli riconducibili al suo anonimo imitatore.

L’analisi dei dipinti oggetto di questo contributo mostra tuttavia la mano di un altro artista, non solo per la tipicità rustica e ruvida dei soggetti, ben distanti dalla classicità e dall’eleganza del Caroselli, ma soprattutto per la tecnica esecutiva che è completamente diversa. Come la pittura del romano è progressivamente sempre più sciolta e libera, quella del suo imitatore è invece sempre estremamente levigata nella finitura e accurata in termini descrittivi, mostrando una cultura di matrice cinquecentesca. La descrizione della figura umana evidenzia impacci e licenze anatomiche, oltre ad un’esasperazione espressiva in termini grotteschi e caricaturali.

Si tratta sicuramente di un artista che aveva frequentato la bottega del Caroselli, ma di estrazione nordica, per i caratteri espressionisti della sua ispirazione.    

L’origine di questa pittura è riconducibile ad una matrice culturale olandese o fiamminga, fortemente realistica e materialistica, ben distante dall’idealizzazione della scuola italiana, forse con implicazioni di carattere religioso ed escatologico. Motivi che accomunano l’anonimo generista a pittori come Francois de Nomé detto Monsù Desiderio, Didier Barra, Filippo Napoletano in alcuni suoi momenti, etc.

L’artista poteva avere certamente rapporti con la “Bent” (Houbraken), la cosiddetta Nederlandsche Schildersbent, cioè la “Banda dei pittori neerlandesi”, “costituente una vera e propria compagnia artistica che accoglieva la rigogliosa colonia di pittori, scultori, incisori e decoratori, provenienti dai Paesi Bassi e dalle Fiandre. Come ricorda Hoogewerff i membri, tutti ragazzi tra i venti e i venticinque anni, erano chiamati bentveughels, cioè ‘uccelli della banda’, a ‘costituire una solidarietà professionale e collegiale fra i soci’. La colonia viveva nella zona attorno a piazza di Spagna, tra via Margutta, la Strada Felice (via Sistina) e la via Paolina (via del Babuino). Frequenti erano le scampagnate, le ubriacature nelle osterie romane e le feste che si protraevano fino all’alba presso il Mausoleo di Santa Costanza, noto come ‘Sepolcro di Bacco’. La Schildersbent nasceva in contrapposizione all’Accademia di San Luca, sia per il rifiuto della stessa pratica accademica che per l’atteggiamento anticlassico. Era costituita infatti da artisti che sulla scia del caravaggismo praticavano il naturalismo, con una propensione alla specializzazione e alla pittura di genere; era in pratica una “controversia fra due principi artistici contrastanti”, il naturalismo e il realismo, che nel 1633 era culminata nella causa contro l’Accademia di San Luca, quando la congrega di artisti nordici si rifiutò di pagare la tassa annua a suo favore stabilita da un Breve di Urbano VIII”.

FROSINONE, SGARBI VITTIMA DI UN INCIDENTE: IN COMA IL SUO GIOVANE AUTISTA

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Angelo Parca

Frosinone – La mercedes di Vittorio Sgarbi la scorsa notte sbanda, probabilmente a causa di un pneumatico scivolato da un camion, ed esce fuori strada sfondando il guard rail vicino Frosinone, nel Lazio. Il volo dell’automobile si interrompe con violenza contro un muretto, nel parcheggio di una abitazione privata.

 

 

Sgarbi è finito all’ospedale di Frosinone con diverse fratture ad un braccio e nei prossimi giorni verrà operato al gomito. Il critico d’arte, alle prime ore del mattino, dopo l'ingessatura al braccio, ha voluto lasciare l'ospedale ciociaro "Fabrizio Spaziani" per raggiungere la sua abitazione di Roma e seguire da vicino le condizioni di salute del suo collaboratore.

Infatti, il suo giovane autista, Antonio La Grassa di 31 anni, si trova in condizioni critiche in quanto ha riportato un trauma cranico e attualmente si trova in coma farmacologico all’Umberto I .   

I soccorsi sono stati chiamati da un conducente di un'auto che è passata pochi minuti dopo l'incidente.