VITERBO E PROVINCIA TRA MITI, FIABE, LEGGENDE E STORIA: LE STREGHE DI MONTECCHIO SCENDONO IN CITTÀ

Le favole delle nonne  raccontavano che di notte,  le streghe  si trasformavano in un  uccello notturno e vagavano  per il paese, cercando una occasione buona per succhiare il sangue dei bambini nella culla e instillare loro il proprio latte, avvelenandoli.

 

Rubrica settimanale di Emanuel Galea [ Già pubblicata sull'edizione de L'osservatore d'Italia sfogliabile di sabato 12 aprile 2014 – per consultare www.osservatoreitalia.com ]

Viterbo – Al colle di Montecchio, le streghe non volano. Non montano le scope per fare delle escursioni verso la luna. Le streghe di Montecchio indossano larghe vestiti neri, ben cinte ai fianchi, con cappuccetto che gli copre completamente i cappelli. Portano i nasoni ad uncino, lunghi menti, occhi fitti, come li vedeva Plauto e con doppie pupille, secondo la descrizione  di Cicerone. Non sorridono, sbadigliano, mettendo in mostra una solitaria  coppia di incisivi cariati. Mani scarnite e dita affusolate. Unghie lunghe come artigli degli orribili uccelli notturni. Le streghe di Montecchio non generano, sono  sterili, aridi, ripugnanti e nessuno osa avvicinarle. Nelle notti calde di agosto, le nonne circondate dai bambini del borgo, tutti sistemati comodamente nell’aia, raccontavano le vicende di queste streghe ed i piccoli sbarravano gli occhi e volevano ascoltare sempre di più. Nelle sere gelide d’inverno,al riparo dalla tormenta, la comitiva si riuniva intorno al grande camino nel camerone della fattoria e le vecchiette aggiungevano altre storielle.

Le favole delle nonne  raccontavano che di notte,  le streghe  si trasformavano in un  uccello notturno e vagavano  per il paese, cercando una occasione buona per succhiare il sangue dei bambini nella culla e instillare loro il proprio latte, avvelenandoli. Così la stirpe di queste dame del maleficio si perpetrava nel tempo.
Tanti le vogliono identificare con le  sette sataniche, con l’occultismo e con la magia nera. Le streghe sono tutta un'altra cosa. Sono delle entità a sé. Da non confondere nemmeno con le fatine.Quelle di Montecchio, se non volavano, se non adoperavano le scope per viaggiare ed attraversare gli immensi spazi dei cieli, nelle notti di plenilunio, cosa erano? A Montecchio, poi, ci sono state davvero quelle strane  metamorfosi notturne di vecchie malefiche? Nell’avvicinarmi agli eventi misteriosi di Montecchio, non pretendevo  di incontrare evidenze e testimonianze di queste vicende. Se si vuole ritornare all’origine della leggenda delle streghe la ricerca dovrebbe arrivare ben oltre il IV secolo a.C. Risalire al culto di Cibele e quindi all’antichità sannitica ed a quella romana. Di certo  sappiamo che ci sono state certe  trasmigrazioni di popoli e di comunità da regione a regione.  Sappiamo inoltre che nei pressi di Montecchio, in una piccola comunità, vivevano realmente delle donne, sole donne, una comunità matriarcale. Da quello che si può desumere non furono molto ospitali. Da dove venivano? Cosa facevano? Sta di fatto che la tradizione ci dice che erano rispettate e temute. Perché? Forse per il loro abbigliamento stravagante? Per la loro lingua sconosciuta alla gente del posto? Per le loro abitudini? Erano senza meno diverse ed il diverso fa paura! La paura agita l’immaginazione e sveglia la fantasia. Nella fantasia si trovano spazio,visioni,avvistamenti, incontri ravvicinati con ombre elevate a spettri, streghe e fantasmi. Sono solo ipotesi?  Quanti scherzi ci può giocare la fantasia! “Belle figlie della luna”, vecchie signore decrepite e curve e che ti fissano,  non possono essere altre che streghe.

E’ una materia di studio, tema interessante per favole per bambini. Tanti paesi hanno avuto la loro fiaba sulle streghe. La strega di Benevento è famosa. A Marignano, Valtellina e nella stessa capitale se ne possono raccon
tare più di una.Manca la morale della favola. Ci sta pure quella. Ancora oggi vaga per il paese  quel malefico uccello notturno con il becco ad uncino , esce di notte per succhiare il sangue a tanti giovani e , ahimè, li instilla il moderno maleficio, droga di ogni tipo.  Le streghe moderne hanno anche loro  i  sabba: rave party,  spesso con droga servita in pillole o in siringa. Questi moderni uccelli malefici  succhiano salute, speranza, futuro e vita a tanta giovinezza.  Se questo che intendevamo, allora sì, le streghe ci sono ancora fra di noi, a vagare per tutti i “Montecchio” della penisola.