CASTELLI ROMANI, NATALE: COMUNE CHE VAI LUCI CHE TROVI

di Angelo Parca

Castelli Romani (RM) – Se è vero che i Castelli Romani sono ancora più suggestivi durante le festività natalizie perché si presentano come presepi naturali a cielo aperto, non si può certo dire che la presenza o assenza di luminarie per i vari borghi castellani non contribuisca ad attirare più o meno visitatori.

E allora, ecco che L'osservatore d'Italia ha inteso fare un bel giro per i vari paesi alle porte di Roma al fine di stilare una sorta di classifica dei Comuni più o meno illuminati e comunque più o meno attenti al Natale nonostante l’influente e globale fattore “crisi economica” che ha contribuito a rendere diffusamente sobrio di luci ma anche di iniziative questo Natale 2013.

Sul podio del vincitore quest’anno c’è Genzano di Roma, la città dell’Infiorata e del pane casereccio che in questi ultimi tempi ha saputo risvegliare un certo fermento culturale nell’hinterland e oltre alle luminarie ha regalato un alla cittadina l’”albero della memoria”: “In piazza Tommaso Frasconi – commentano il sindaco Flavio Gabbarini e l’assessore allo Sviluppo locale Virginio Melaranci – abbiamo posto l’attenzione sul monumento ai caduti, realizzando un grande albero della memoria che racchiude in sé i valori più nobili dell’animo. Qui sono racchiusi i valori, di pace e fratellanza, fulcro cardine della nostra comunità e della nostra memoria”. L’atmosfera di Genzano è il frutto di un ottima sinergia tra amministrazione e associazioni impegnate in mercatini, animazione per bambini, visite guidate a Palazzo Sforza Cesarini.

In coda alla classifica il limitrofo Comuni di Rocca di Papa che oltre alla consueta stella di Natale in cima la rocca non ha luminarie per il paese. Un paesaggio presepiale davvero scarsamente illuminato e privo di eventi particolari durante le festività. Ma diciamo che questo è il clima diffuso nell’hinterland.

Le cittadine più grandi come Ciampino, Velletri e Frascati non hanno sorpreso per le luminarie ma sicuramente hanno sui territori una partecipazione attiva degli esercenti. A Velletri ad esempio l’associazione de commercianti si è data da fare. Oltre al suggestivo coro gospel, con il solo contributo delle attività commerciali della città, sono state raccolte più di 200 adesioni che hanno permesso di istallare in tutto il centro storico le luminarie.

Questo finesettimana per il centro è previsto un percorso enogastronomico, intrattenimento per bambini e musica.

Casterl Gandolfo quest’anno ha sbalordito con le sue luminarie: con fiocchi blu e luci dai colori caldi e si è aggiudicata il secondo posto in classifica non tanto per il gusto impresso dal sindaco Milvia Monachesi ma per l’idea di non lasciare al buio la frazione di Pavona che quest’anno è stata illuminata come non succedeva da un decennio. Questo è stato possibile grazie all’aiuto del comitato di Pavona insieme all’amministrazione.

Stessa cosa non si può dire per Nemi con la sua stiracchiata sufficienza che, nonostante le sue piccole dimensioni, ha lasciato povera di luci e di iniziative piazza delle Colombe che sembra un quartiere abbandonato, illuminando tardivamente soltanto il centro storico con delle fascine di legna ricoperte da rami d’abete trapuntati di lucette.

Terzo posto pari merito va alla nobile Albano e alla suggestiva Marino. La prima è viva grazie al prezioso contributo dei commercianti, a Marino le luminarie le ha messe l’amministrazione tranne l’albero in piazza Matteotti sponsorizzato dalla Cassa Rurale. Monte Porzio, Monte Compatri, Lariano e un pizzico meno Rocca Priora mantengono negli anni invariato il fascino di sempre.  Il Natale ancora si sente molto forte nei piccoli borghi castellani, dove c'è ancora tanta cura nel preparare persino i presepi.




LANUVIO, TUSCOLO E GENZANO: AREE ARCHEOLOGICHE NEL DIMENTICATOIO

Maurizio Costa

Castelli Romani – L’Italia possiede il patrimonio archeologico più importante e più grande del mondo. Non fanno eccezione i Castelli Romani, che possono vantare numerosi siti e musei da fare invidia a molte altre regioni della penisola italiana. Spesso però questo patrimonio della collettività viene ignorato, dimenticato e scartato per la troppa burocrazia e per la mancanza di fondi. Dei numerosi siti inagibili o non ancora attivi al cento per cento, ne abbiamo scelti tre, importantissimi anche a livello mondiale per la qualità e la quantità di reperti archeologici e culturali.

Lanuvio – Il Tempio di Giunone Sospita, risalente al VII secolo a.C., è stato uno dei santuari più ricchi e più frequentati del mondo antico. Costruito in età etrusca, fu poi restaurato successivamente dai romani, che lo utilizzarono come luogo di culto per adorare la Dea Giunone. I primi scavi cominciarono nel 1914 e portarono alla luce questa meraviglia. Negli ultimi anni però quest’area è stata abbandonata a se stessa: erba alta e percorsi chiusi privavano l’accesso a chi avesse voluto visitare il tempio. Sebbene oggi una parte del sito archeologico sia visitabile, numerose file di transenne ostacolano l’accesso al resto dell’area. La mancanza di pannelli informativi o di cartelli divulgativi non permettono al visitatore di comprendere cosa stia osservando. Il direttore del Museo Civico di Lanuvio, Luca Attenni, è stato molto chiaro: “L’area del tempio di Giunone Sospita è visitabile – ha dichiarato a L’osservatore laziale – anche perché negli ultimi mesi abbiamo pulito e bonificato il sito, rendendolo agibile. Come è documentabile dal nostro sito, la Provincia di Roma e il Comune di Lanuvio hanno stanziato ben 271.970,28 euro per riqualificare e valorizzare l’area.” Questi fondi dovrebbero rendere il tempio un vero e proprio museo a cielo aperto, sebbene adesso non si avvicini neanche lontanamente allo scopo finale. La promessa di Attenni è chiara: “Entro un anno apriremo anche l’interno del santuario, adesso inagibile per problemi strutturali.”

Tuscolo – Il Parco Archeologico presenta sulla sua sommità molti resti di età etrusca e romana di grande valore; basti pensare al teatro che si trova al centro del foro tuscolano oppure ai rinvenimenti recenti di edifici romani che presentano al loro interno mosaici di rara bellezza e manufatti preziosi. Quest’area archeologica, immersa in un territorio ameno dei Castelli Romani, rischia però il degrado e l’incuria, dovuti soprattutto ad atti vandalici e comportamenti scorretti. Spesso l’area è disseminata di rifiuti e le erbacce crescono incolte in varie parti del sito archeologico.
L’area del foro e del teatro è circondata interamente da transenne molto alte, che non permettono la vista e l’entrata. L’accesso al sito è possibile solamente il sabato e la domenica, dalle dieci fino al tramonto, e il resto della settimana non si può visitare il foro, se non su richiesta esplicita di scolaresche o gruppi di studio. La situazione ci è stata spiegata dal Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani, Giuseppe De Righi: “Tutto ciò che appartiene alla Comunità Montana in questo momento mi sembra che sia in condizioni buone. Occorrerebbero delle iniziative di carattere più incisivo per estirpare l’erba con un trattamento diserbante in modo da non rovinare i monumenti. I comuni dovrebbero anche imporre ai proprietari privati di alcune zone del Tuscolo di provvedere alla pulizia e alla cura di queste aree.” Riguardo alle transenne che circondano il foro ha così continuato il Presidente: “Non possono essere tolte per tre ragioni: prima di tutto la soprintendenza ci impone di tutelare i rinvenimenti; secondo, anche per l’incolumità personale del visitatore che potrebbe rischiare di farsi male; infine non credo sia bello lasciare aperto tutta l’area con il rischio di atti vandalici.” I programmi per il prossimo anno sono chiari: “Abbiamo affidato con un bando pubblico la gestione del parco ad alcune associazioni che provvederanno all’accoglienza dei visitatori. Tutto questo comincerà la prossima primavera, adesso è tutto in fase di stallo. Riguardo agli scavi che devono essere ancora effettuati posso dire che andranno avanti compatibilmente con le risorse che ci verranno affidate.”

Genzano – La Villa degli Antonini è forse una delle più imponenti opere romane situate nei Castelli Romani e, probabilmente, quella che versa in una condizione di degrado più elevata. In questa villa nacquero Antonino Pio e Commodo ed è situata tra il VIII ed il XIX miglio della via Appia Antica. Grazie al ritrovamento di numerosi ritratti, si può affermare con certezza che appartenesse agli Imperatori di Roma. Gli scavi cominciarono nel 1989 e ancora non sono terminati; infatti, nei pressi della villa, è stato rinvenuto recentemente un “piccolo Colosseo”, un anfiteatro, che probabilmente aveva le stesse funzioni ludiche del più famoso monumento del mondo. Potrebbe essere un sito di notevole importanza ma sono tanti i fattori che lo emarginano e lo hanno reso un rudere inaccessibile. Prima di tutto non ci sono indicazioni stradali che permettano di recarsi al sito: infatti la villa è per lo più sconosciuta. Tra l’altro non si può accedere al suo interno, visto che l’intera area è transennata da anni e inondata da un’altissima vegetazione, che non permette nessun tipo di avvicinamento. Non solo: nel 2004 è stata approvata l’edificabilità dell’area circostante, satura ormai di abitazioni, che rovina questo importantissimo patrimonio. Infine i resti di immondizia e di scarti di edifici rendono il tutto un vero scempio.  Ne abbiamo parlato con l’Assessore ai beni culturali di Genzano, Virginio Melaranci, che ha dichiarato: “La Villa degli Antonini, in prospettiva, è uno dei siti archeologici più importanti e monumentali del nostro comune. Negli ultimi anni non sono stati fatti progetti di rivalutazione per mancanza di strumenti gestionali e economici. Quattro anni fa abbiamo intrapreso una collaborazione con l’Università del New Jersey, che ha permesso di rinvenire molte altre parti della villa ad un costo minore di gestione.” Melaranci, riguardo la possibilità di aprire l’area al pubblico, ha così continuato: “I progetti di apertura sono stati fatti ma senza finanziamenti adeguati. Il costo dell’impresa non è alla portata del nostro comune, quindi abbiamo chiesto dei soldi che però non sono mai arrivati. Essendo un’area molto estesa (si tratta di 500 metri lineari), si spenderebbero 60.000 Euro per recintare la zona, portare l’elettricità e la videosorveglianza.” L’Assessore non è molto ottimista: “Adesso il comune deve affrontare problemi più importanti (buche e fognature) ma entro un anno proveremo a trovare fondi, mediante donazioni e sottoscrizioni, per recintare l’area e cominciare a scavare sul serio.”

Come abbiamo visto la situazione è molto complicata.  Il problema maggiore è la mancanza di fondi, che non permette al cittadino di fruire di opere maestose, che in altre zone del mondo verrebbero mantenute sicuramente meglio. Speriamo che le promesse vengano mantenute, e che tra “un anno”, riusciremo a visitare queste aree senza fare lo slalom tra rifiuti e sterpaglie.

Nota: Articolo pubblicato anche sull'edizione sfogliabile de L'osservatore laziale del 10 ottobre 2013. Per leggere andare su www.osservatorelaziale.com e scegliere edizione del 10/10/2013 a pagina 3




GENZANO, IL COMUNE METTE RADICI ANCHE ALLA FRAZIONE LANDI

Redazione

Genzano (RM) – “Si è avverato un sogno: l'amministrazione comunale è presente sul territorio e ci ha messo a disposizione questa sede”. Paolo Previtali, delegato per il sindaco della frazione Landi, ha iniziato così l'inaugurazione della nuova sede comunale in via dei Landi 59 alla presenza del sindaco, Flavio Gabbarini, di tutto il comitato Landi, del presidente del Consiglio comunale Sandro Giannini, dell'assessore allo Sviluppo locale Virginio Melaranci, quello al Bilancio, Bruno Romagnoli, del presidente della Bcc “G.Toniolo” Maurizio Capogrossi e del parroco dei Landi, don Corrado Fanfoni. “Ringrazio i componenti del  comitato Landi che stanno dando tutto per questo territorio e per la gente che vi abita – prosegue Previtali -.  Abbiamo trovato un po' di freddezza perché gli abitanti dei Landi vogliono toccare con mano l'amministrazione e vogliono vedere i risultati. Noi tutti del comitato, però, ci stiamo lavorando e siamo sempre più vicini alla gente”. “Più di un anno fa chiesi un punto informativo: oggi è realtà e io come presidente sarò a disposizione con tutto il comitato una o due volte alla settimana per parlare con la gente”. 

“Devo ringraziare il presidente e tutto il comitato: siete come i 'magnifici sette' – ha detto il sindaco di Genzano Flavio Gabbarini -. Avete fatto molto in questi due anni perché mettete a disposizione il vostro tempo totalmente gratis, siete l'esempio che l'Italia può andare avanti se tanta gente mette a disposizione il proprio tempo: ho saputo che avete sistemato questa sede da soli, pulendo anche per terra. Cercheremo di aiutarvi mettendovi a disposizione un dipendente comunale che in futuro possa venire a sbrigare alcune pratiche”. “Non nascondiamoci dietro le difficoltà: tanto abbiamo fatto con i soldi che abbiamo trovato nelle casse comunali e stiamo pagando una mole importante di debiti che aveva l'amministrazione verso le aziende e le ditte. Ma ci impegniamo come abbiamo già fatto, a trovare altri soldi nel prossimo bilancio per migliorare ancora questa frazione: voi siete cittadini genzanesi e non altro dal centro della città. È necessario che ci sia la sede dei Landi, tanto stanno facendo anche la banca “G. Toniolo” che ha aperto uno sportello e la parrocchia – conclude il sindaco -. E' fondamentale anche mantenere la scuola: se i ragazzi vanno via a perdere è il territorio e la sua identità.