Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood: date rinviate al 14-17 giugno 2020

Veronafiere ha deciso di rinviare le date di
Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood al 14-17 giugno 2020

Una decisione presa “in considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale” a fatto sapere Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 5/3/2020

La nuova data rappresenta “il periodo migliore – ha sottolineato il direttore generale – per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business”.

“Vinitaly, insieme ad OperaWine si
svolgerà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in
Italy, come Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di
rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine
dell’Italia.

La decisione è stata frutto “di un’attenta
analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli
stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione
Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli
indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo”.




Vinitaly, Gotto d’Oro: la linea “Vinea Domini” protagonista assoluta. Zingaretti: “Una bella tradizione che si rinnova”

Grande
affluenza ed entusiasmo allo stand F6 del padiglione otto della prestigiosa
kermesse internazionale del vino, dove Vinea Domini è stata protagonista
insieme allo Chef Stellato Ciro Scamardella del Ristorante Pipero, di una merenda all’insegna del gusto, della qualità e dell’eccellenza.

La sfida di
Gotto d’oro su Vinea Domini, linea composta da sei monovitigni, (Chardonnay,
Sauvignon, Viognier, Cabernet Sauvignon, Syrah e Petit Verdot), e da tre
autoctoni, Frascati Superiore docg, Roma doc Bianco e Roma doc Rosso, è quella
di dare all’ hinterland Romano la giusta importanza e il giusto valore
esaltando un’ area geografica che per territorio, cultura vitivinicola,
sapienza e tradizione, offre al mercato Italiano e internazionale dei prodotti
unici di alta qualità che si sposano alla perfezione con i piatti gourmet dei
grandi chef stellati.

Una sfida tutt’altro
che semplice, ma il grande successo e l’entusiasmo di ieri rappresentano una
tappa importante per il percorso verso un obiettivo sempre più raggiungibile
per Vinea Domini, che grazie ai i suoi 1200 ettari di terreno, la produzione di
7.000.000 di bottiglie l’ anno, una distribuzione capillare e mirata e un
fatturato in costante aumento, vede crescere il suo prestigio in maniera
esponenziale.

Nicola Zingaretti: “Una bella tradizione che si rinnova”

“Con la
presentazione della nuova linea Vinea Domini, Gotto d’oro rappresenta una bella
tradizione che si rinnova. Attraverso la promozione di questa nuova etichetta,
si comunica un grandissimo senso di eleganza e qualità. E’ vero che
oggi fare scelte d’innovazione è una sfida difficile. Però è anche vero che, se
le porti fino in fondo, queste sfide le vinci. E secondo me, voi vincerete
un’altra volta.”

Luigi Caporicci: “Una grande cantina ricca di eccellenze”

“La nostra
ambizione è quella di essere profeti in patria, lo siamo stati in Italia, nel
mondo e oggi vogliamo esserlo nella nostra città e far capire
alla ristorazione Romana che Gotto d’oro è una grande cantina ricca di
eccellenze. E quale miglior modo per farlo se non coinvolgendo personalità come quelle
di  Alessandro Pipero e Marco Reitano?”

Alessandro
Pipero
, originario di Albano Laziale e grande
estimatore di Vinea Domini, e lo chef Ciro Scamardella, hanno sposato il
progetto, deliziato gli ospiti ed esaltato i vini offrendo a tutti i presenti
una merenda gourmet a base di prodotti tipici della tradizione Romana
rivisitati secondo l’estro e la logica culinaria di Pipero.

Grande
sorpresa ed entusiasmo anche per gli altri ospiti intervenuti di cui riportiamo
le dichiarazioni:

Marco Reitano Sommelier La Pergola e Presidente di Noi di Sala

“Bellissima
novità per il nostro panorama vitivinicolo che finalmente vediamo
sfruttato a modo. Faccio i complimenti a Vinea Domini per la tecnica, la natura
e la piacevolezza che sono tipiche del territorio.”

Matteo Zappile Restaurant Manager e Sommelier del Ristorante Pagliaccio sul
Doc Roma Bianco

“Finalmente un vino che valorizza il territorio e qualcosa da raccontare sulla nostra bella capitale d’ Italia.”




VERONA: CINQUANTESIMO VINITALY E CINQUANT’ANNI DI DOC ITALIANE

di Antonella Avantaggiato

Verona – Il rituale appuntamento, che ogni anno si svolge alla fiera di Verona, è una tra le più importanti manifestazioni nel mondo dedicate al vino.

Quest’anno, il Vinitaly, ha celebrato la cinquantesima edizione, in concomitanza con la ricorrenza del cinquantenario delle denominazioni di origine del vino italiano. Il primo novembre 1966 entrarono in vigore i disciplinari delle prime quattro doc italiane, riconosciute da un Decreto del presidente della Repubblica del 3 marzo 1966:  la Vernaccia di San Gimignano, con disciplinare pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 110 del 6 maggio del 1966, l’Est! Est! Est! Di Montefiascone, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 111 del 7 maggio 1966, l’Ischia bianco, l’Ischia rosso e l’Ischia superiore pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 112 del 9 maggio 1966 e il Frascati, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 119 del 16 maggio 1966.

Con la presenza di 130mila operatori da 140 nazioni, ha visto superare lo storico record di 100mila metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie con più 4.100 espositori giunti da più di 30 Paesi. Aumentano in modo significativo le presenze: i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento).

Nei quattro giorni dell’evento si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, degustazioni guidate e incontri di formazione sul mondo del vino. In contemporanea a Vinitaly, si sono svolte Sol&Agrifood, la manifestazione sull’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola. Hanno seguito la manifestazione 2.357 giornalisti provenienti da 47 nazioni. I visitatori intervenuti, sempre più qualificati, sono stati, in questa edizione, prevalentemente addetti ai lavori. Fuori al salone il “Vinitaly and the City” ha registrato 29mila presenze, interpretando la strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali, da quella rivolta ai appassionati del vino con degustazioni ed eventi culturali nelle piazze del centro storico di Verona. L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che la 50ª edizione di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni: wine business in fiera e wine festival in città, come voluto dal presidente di Veronafiere, Maurizio Danese.

Una svolta storica, dopo anni, ha visto risalire le vendite del vino nei supermercati italiani del 2,8%, con un aumento record, è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti. I vini che hanno avuto maggiore incremento delle vendite in Italia, sono stati quelli da vitigni autoctoni, seguendo il trend di cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che premiano le produzioni legate al territorio.

Nella classifica dei primi dieci vini che nel 2015 in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, soltanto uno è internazionale. Si tratta dello Syrah che si colloca peraltro solo al decimo posto.Nel tempo della globalizzazione gli italiani, precisa la Coldiretti, bevono vino a “chilometri zero”. Sono pericolosi i tentativi di minare la distintività delle produzioni, come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione, che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Lambrusco, Negroamaro e Vernaccia, ma anche Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Falanghina e  Vermentino solo per fare alcuni esempi.

La Top Ten dei vini per crescita vendite bottiglie nel 2015 (Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Infoscan Census)

                 Vino                                                     Volumi (litri)    Variazione % volumi
1 – Passerina (Marche)                                      836.933                    34,3
2 – Valpolicella Ripasso (Veneto)                     503.419                    22,2
3 – Pecorino (Abruzzo/Marche)                     1.228.339                     19,9
4 – Nebbiolo (Piemonte)                                   756.852                     18,0
5 – Marzemino (Trentino A.A.)                            731.734                     14.9
6 – Traminer (Trentino A.A.)                          2.157.291                      13,2
7 – Negroamaro (Puglia)                              2.651.228                      13,0
8 – Custoza (Veneto)                                      1.707.500                      11,6
9 – Vernaccia di S.Gimignano (Toscana)  1.251.404                       11,0
10 – Syrah (Internazionale)                            2.547.050                        9,0

“Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti nel rilevare che “difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere piu’ forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”.

Il Consorzio Chianti Classico ha celebrato i suoi 300 anni a Vinitaly con le 115 aziende presenti nello spazio da 270 metri quadrati, su cui campeggiava il motivo grafico dedicato alla ricorrenza del bando di Cosimo III de’ Medici, che nel 1716 individuò la denominazione storica nel territorio a cui oggi fa capo il Gallo Nero.
 La partecipazione al Vinitaly è stata occasione per rammentare il progetto di candidatura   del territorio del Chianti Classico a Patrimonio dell’Umanità. Il vino Chianti Classico forte della ripresa del mercato interno, è tornato a crescere dopo anni di stasi, merito anche dell’introduzione della Gran Selezione, volta a valorizzare le eccellenze qualitative.

Si è tenuta presso il Vinitaly la conferenza di presentazione del quinto Premio Gambelli edizione 2017, istituito nel 2012 da ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) che premia ogni anno l’enologo under 35 il cui lavoro abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti dal Maestro del Sangiovese: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale. La consegna del Premio avverrà nel 2017 a Firenze in occasione dell'Anteprima del Consorzio Vino Chianti Classico. Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, presente all’incontro, ha annunciato l’attribuzione alla memoria di Giulio Gambelli del prestigioso Gonfalone d’Argento, un omaggio che il mondo del vino accoglierà con grande soddisfazione, dopo il Pegaso conferito anni fa all’altro grande del vino toscano, Giacomo Tachis.

Giacomo Tachis è stato l’enologo italiano di successo internazionale. Nato a Poirino, Piemonte nel 1933, nel 1954 si è laureato presso la Scuola Enologica di Alba. Nel 1961 fu scelto come enologo junior da Antinori a San Casciano in Toscana, impegno durato 32 anni. Tachis ha collaborato alla creazione di nuovi generi di vino rosso italiano, ha saputo creare non solo alcuni dei più conosciuti vini italiani (Sassicaia, Tignanello, Solaia, Turriga e tanti altri noti come “Supertuscan”), contribuendo sensibilmente al lancio definitivo della Toscana nel mondo, ma ha anche collaborato alla valorizzazione e la riscoperta di territori antichi di grande vocazione quali le Marche, la Sardegna e la Sicilia. Ha fatto scelte innovative per il suo tempo, nella specifica zona del Chianti Classico, utilizzando la fermentazione malolattica e l’utilizzo di barrique per i periodi d’invecchiamento. Ha promosso e collaborato alla produzione di molti altri vini, tra cui il sardo Vermentino e Carignano, il siciliano Nero D’Avola, Inzolia , Cataratto e Grillo  e i piemontesi Barbera e Nebbiolo.

“Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l’intuizione,
il privilegio e l’onore di lavorare al suo fianco, ha dichiarato Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere, Giacomo Tachis ha rappresentato il Rinascimento dei vini italiani e resterà per sempre nella Scoria dell’enologia italiana e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto”. Ufficialmente in pensione dal 2010, Tachis ha comunque continuato a occuparsi di vino. Nel 2010 la rivista Decanter ha pubblicato la sua autobiografia e nel 2011 l’ha proclamato “uomo dell’anno”. Tachis ci ha lasciato il 6 febbraio del 2016 all’età di 82 anni. Vinitaly gli ha dedicato la più importante degustazione della 50esima edizione.

La prossima 51ª edizione di Vinitaly sarà in programma dal 9 al 12 aprile 2017.
 




VINITALY 2014: TRIONFO PER IL VINO BIANCO "INFIORATA" DI GENZANO

Redazione


Genzano – Trionfa il vino di Genzano al Vinitaly di Verona: “Infiorata” 2012, il vino bianco Lazio IGT dell’azienda agricola F.lli Cavalieri ha vinto il premio “Gran Menzione” al 21° concorso enologico internazionale 2014, nella categoria Vini tranquilli a denominazione di origine e a indicazione geografica – gruppo 2, vini bianchi prodotti nella vendemmia 2012 e precedenti.

L’azienda agricola dei Fratelli Cavalieri non è nuova ai riconoscimenti per il vino che produce: nel 2012 aveva vinto una medaglia d’oro e una d’argento al concorso enologico internazionale “La selezione del sindaco 2012”, promosso dall’associazione nazionale Città del Vino con i vini Rùtilo e Infiorata.

“E’ un premio – ha commentato il sindaco Flavio Gabbarini – che conferma l’eccellenza vitivinicola del nostro territorio. L’azienda dei Fratelli Cavalieri da anni ormai ha raggiunto alti livelli di qualità e i riconoscimenti che arrivano dimostrano, puntuali, come il lavoro fatto bene con passione e valorizzando il territorio premia sempre. Auguriamo ai fratelli Cavalieri di continuare a ricevere riconoscimenti di così alto livello”. 




VINITALY: "ITALIAN SECCO" DI GANCIA… MA LE UVE SONO ARGENTINE. SCANDALOSO!

Redazione

Verona – Si chiama “Italian secco” e sull’etichetta è ben evidente la scritta in italiano "spumante secco" e il marchio "Gancia", ma con una lente d’ingrandimento dietro la bottiglia si può leggere che è prodotto in Argentina. Lo ha mostrato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al Vinitaly in occasione dell’incontro “La legalità nel bicchiere, il piano d’azione” organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare alla presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, del Presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità Gian Carlo Caselli.
 
Il nome richiama il nostrano Prosecco, il vino nazionale che ha avuto il maggior incremento delle esportazioni, ma siamo di fronte a una bottiglia – denuncia la Coldiretti – che i consumatori identificano facilmente come italiana, ma che di italiano non ha niente perché le uve da cui proviene sono coltivate in Argentina, l’imbottigliamento avviene nel Paese sudamericano. Del resto lo scorso 7 agosto 2013 la Russian Standard, uno dei più grandi gruppi integrati produttori di liquori e vini, ha annunciato di aver aumentato al 94,1 per cento la sua quota di partecipazione in Gancia SpA, fondata nel 1850 da Carlo Gancia, creatore del primo spumante italiano Gancia e leader internazionale nella produzione di spumanti e vermouth.
 
Sul sito argentino www.gancia.com.ar nelle caratteristiche tecniche si legge che – riferisce la Coldiretti – "l’”Italian secco” è ottenuto dal 40 per cento viogner (40 per cento), chennin (25 per cento), chardonnay (25 per cento) e Ugni blanc (10 per cento) ed è uno spumante giallo verdastro che possiede un eccellente perlage, si annusano aromi da frutta come ananas, pesca e fiori di acacia, miele e lievito (pane appena sfornato)".
 
“Dopo che il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano si è dimesso dalla società che deteneva indirettamente una quota in una spa che controlla la società ungherese Magyar, produttrice di un similgrana, siamo ora di fronte nel settore del vino ad un caso di italian sounding che colpisce pesantemente un altro settore di punta del Made in Italy agroalimentare”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’esigenza di una profonda riflessione sulla politica di sviluppo agroalimentare del Paese per difendere l’identità del patrimonio agroalimentare nazionale. Troppo spesso denunciamo il fenomeno dell’italian sounding all’estero per poi scoprire che nasce all’interno dei confini nazionali, anche da chi dovrebbe essere portavoce del vero Made in Italy".
 




VINITALY: LA GERMANIA PORTA IL FERNET MAFIOSI E L'ITALIA GLI STENDE IL TAPPETO ROSSO… VERGOGNA!

Redazione

Verona – Un “Fernet Mafiosi”, con tanto di gangster e pistola disegnati, che viene venduto in uno degli Stati europei dove la presenza degli italiani è maggiore, la Germania. Il nuovo esempio di prodotto che richiama una delle forme di criminalità organizzata più dolorose ed odiose per il nostro Paese è stato presentato alla Coldiretti al proprio stand nel Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7, alle 10,00 del 6 Aprile in occasione dell’apertura del Vinitaly  con l’incontro “Alla ricerca della legalità perduta”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nella sala riunione dell’area MIPAAF presso Palaexpo al piano terra alle ore 16,00 con l’intervento del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, del Presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità Gian Carlo Caselli e del Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.  Sull’etichetta della bottiglia compare il nome “Mafioso”, con tanto di disegno di un padrino, mentre sul collarino della bottiglia è addirittura raffigurata una pistola, sotto la scritta “Stop!”. Il fernet è prodotto dalle Distillerie Altenburger, ditta tedesca che si trova nella cittadina di Alterburg, centro con oltre trentamila abitanti della Turingia. Sul sito dell’azienda (www.distillerie.de) è possibile acquistare il prodotto al prezzo di 8,50 euro, ma è in vendita in tutto il mondo compresi gli scaffali della “Hetzi Hinam” di Tel Aviv, una delle più grandi e famose catene di supermercati di Israele.
 
“Un vero e proprio schiaffo all’immagine del nostro Paese, ma anche a tutti quegli italiani che tanti anni fa emigrarono in Germania, dando un contributo sicuramente non secondario alla crescita di quella che è oggi la principale potenza economica europea – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Occorre dunque un intervento delle Istituzioni nazionali e comunitarie per fermare comportamenti commerciali inaccettabili che danneggiano l’immagine dell’Italia all’estero, ma soprattutto colpiscono profondamente i tanti italiani che sono stati o sono purtroppo vittima della criminalità organizzata”. Proprio per contrastare l’espandersi delle organizzazioni malavitose nel comparto del cibo Coldiretti ha costituito un Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, con la Presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Gian Carlo Caselli.
 
Ma il “Fernet Mafiosi” non è l’unico esempio di prodotto alcolico che associa all’estero l’Italia alla mafia, ma c’è anche il vino Syrah “Il Padrino” prodotto nella Santa Maria Valley California da Paul Late “For those who dare to feel” (per quelli che osano sentirsi). Un business che coinvolge anche l’Italia dove a Corleone in Sicilia si imbottiglia il vino il “Padrino – Vito Corleone”, ma anche il liquore d’erbe “Don Corleone” a base di miscela d’erbe ed estratti naturali e con lo stesso nome si vende anche un limoncello, senza dimenticare l’amaro “Il Padrino” anch’esso nato da una antica ricetta corleonese per acchiappare qualche turista. Secondo una indagine Coldiretti/Ixe’ il 52 per cento degli italiani che si esprime non assaggerebbe mai una bottiglia di “Il Padrino” perchè la mafia è un grave danno all'immagine del Paese mentre il 38 per cento sorriderebbe ritenendolo un classico stereotipo dell'Italia.
 




VINITALY 2013, LA QUALITÀ DEI VINI DOC E IGT DELLA TUSCIA

Redazione

Viterbo – Bottiglie allineate e calici pronti per la degustazione dei vini Doc e Igt che 14 imprese della Tuscia presenteranno al Vinitaly, il Salone internazionale dei Vini e dei Distillati in programma a Verona dal 7 al 10 aprile. La Camera di Commercio di Viterbo – insieme all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, Unioncamere Lazio, gli Enti camerali e le province laziali – anche per questa edizione favorisce la partecipazione delle imprese vinicole della provincia nell’ambito di un’apposita area dedicata al “mondo che amiamo” ubicata nel padiglione Lazio. Da 47 edizioni Vinitaly detiene, nel settore enologico, il primato di evento blasonato per eccellenza, dove promuovere il meglio della produzione di settore e confrontare le qualità tra il più ampio numero di etichette, rinnovando, anno dopo anno, un contesto che di fatto scandisce l'evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà economiche. “Questa manifestazione- dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo, rappresenta per le nostre imprese oltre a una prestigiosa vetrina promozionale, l’occasione per consolidare relazioni commerciali e aprire nuovi canali nei mercati nazionali ed esteri. Ringrazio la Regione Lazio e Unioncamere Lazio per aver accolto le nostre sollecitazioni e quelle delle imprese, superando ostacoli che avrebbero certamente penalizzato la presenza dei vini laziali al Vinitaly, tra le più importanti fiere internazionali del settore”.Prendono parte al Vinitaly: Antica Cantina Leonardi di Montefiascone, Ciucci di Orte, Mazziotti di Bolsena, Cantina Sociale di Montefiascone, Falesco di Montefiascone, Cassano di Canepina, Fattoria Madonna delle Macchie di Castiglione in Teverina, Paolo e Noemia d’Amico di Castiglione in Teverina, Sergio Mottura di Civitella d’Agliano, Tenuta Ronci di Nepi, Tenuta S.Isidoro di Tarquinia, Trappolini di Castiglione in Teverina, Trebotti di Castiglione in Teverina, Viticoltori dei Colli Cimini di Vignanello.




L'ITALIA NON BRINDA PIU'? ADDIO AD UN BICCHIERE SU QUATTRO NEGLI ULTIMI 10 ANNI

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

A.C.

Consumi – Gli italiani non brindano piu' e dicono addio ad un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22% in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall’Unità d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, inferiori addirittura ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene saldamente il primato mondiale.

Così  la Coldiretti lancia l’allarme in occasione del Vinitaly nell’evidenziare che per effetto della crisi e del cambiamento di abitudini in Italia sono stati versati 40 milioni di litri di vino in meno nel 2012 rispetto all’anno precedente (-2%).

Il consumo nel 2012 è sceso sotto i 40 litri all’anno per persona con quasi un italiano su tre (32%) che dichiara di consumare il vino solo in occasioni di festività  particolari, il 27% lo porta in tavola tutti i giorni secondo un sondaggio on line condotto da Coldiretti.

Un ulteriore 6% degli italiani non beve mai il vino e il 18% che lo versa nel bicchiere solo una o due volte la settimana mentre il 17% piu’ volte.

“Il settore del vino ha affrontato nell'alimentare la piu' grave crisi dei consumi interni, ma è comunque diventato la punta di diamante del Made in italy nel mondo puntando sulle esportazioni e su una innovazione senza precedenti che valorizza la distintività del prodotto e il legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “il nuovo mondo del vino fornisce gli elementi per definire il modo, la natura, l’identità e il processo di un più generale modo di essere e rappresentare il Made in Italy nel mondo”. Dal primo spumante con polvere d’oro a quello dietetico, dal vino invecchiato tra i ghiacciai a quello negli abissi marini, dal ritorno del vino dei Celti al primo vino sinfonico sono solo alcune delle novità del Vinitaly 2013 che saranno presentate all’apertura di domenica 7 aprile dalle ore 10,00 allo stand della Coldiretti Centro Servizi Arena – nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7.

L’Italia è in controtendenza rispetto a quello che è avvenuto a livello globale dove invece quest’anno sono cresciuti i consumi che hanno raggiunto 245,2 milioni di ettolitri (+0,6%). Un risultato che è l’ effetto dell’aumento della domanda in Cina con 18 milioni di ettolitri (+9%) e negli Stati Uniti che, con 29 milioni di ettolitri (+2%).. In Europa – continua la Coldiretti – i consumi crescono un poco in Francia e sono invece stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di 60 milioni di litri in un solo anno.

Si sta dunque profondamente modificando – sottolinea la Coldiretti – la mappa internazionale della domanda di vino in una situazione in cui dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) che ha stimato la produzione mondiale di vino in calo del 5% a 251 milioni di ettolitri che rappresenta il minimo storico da quando sono iniziate le rilevazioni.

I consumi di vino degli italiani sono scesi ad un valore che – sottolinea la Coldiretti – è leggermente superiore a quello di 21,5 milioni di ettolitri fatto segnare dalle esportazioni che invece negli ultimi dieci anni sono aumentate in quantità del 58%. L’Italia resta saldamente il maggior esportatore di vino nel mondo dove quasi una bottiglia scambiata su cinque è Made in Italy. Con un valore record delle spedizioni di 4,7 miliardi di euro nel 2012, il vino si classifica come il prodotto agroalimentare italiano piu’ esportato nel 2012. Negli Stati Uniti il vino italiano supera lo storico tetto di un milione di euro in valore, con un aumento del 6% mentre un incremento a due cifre si registra in Cina, dove le bottiglie tricolori stanno conquistando sempre più spazi di mercato (+17%, da 66 milioni a 77 milioni). Ma – continua la Coldiretti – è l’intero continente asiatico a rivelarsi terra di conquista per i nostri prodotti, con un aumento netto del 20%. Tra le destinazioni  si registra un aumento del 4% in Germania che è il secondo mercato dopo gli Usa, del 5%in Gran Bretagna, dell’11% in Canada mentre c’è un calo del 15% cento in Russia.

VALORE DELLE ESPORTAZIONI DI VINO ITALIANO NEL MONDO NEL 2012 (Euro)

Canada 283.398.392 (+11 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Amarone della Valpolicella, Chianti, Barolo

Gran Bretagna 535.179.058 (+5 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Prosecco, Chianti, Barolo

Germania 957.660.405 (+4 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Prosecco, Amarone della Valpolicella, Collio

Russia 100.142.699 (-15 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti

Cina 77.019.297 (+17 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Brunello di Montalcino, Barolo, Amarone della Valpolicella

Stati Uniti 1.006.023.597 (+6 per cento rispetto al 2011)

Vini più apprezzati: Chianti, Brunello di Montalcino, Pinot Grigio, Barolo, Prosecco

TOTALE 4.690.618.646 (+6 per cento rispetto al 2011)

Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Istat