VINITALY, PADIGLIONE LAZIO: IL PEGGIORE DI TUTTI

Redazione

E' accaduto a tutti di capitare in un ristorante ed essersi trovati male e quando ci si è sentiti chiedere se andava tutto bene, Per quieto vivere, spesso, si è risposto "si tutto ok" anche  per non scatenare polemiche  ripromettendosi di non tornarci mai più.

Lo si fa per piaggeria, per voglia di non fare polemica, per timore di discutere. E così può accadere anche che al Vinitaly riguardo il padiglione del Lazio alla domanda se è andato tutto bene se si dovesse rispondere che non è tutto ok, si potrebbe essere presi sottocchio e magari anche marginalizzati.

E così all'ultima edizione del Vinitaly svariate storiche cantine del territorio laziale non sono state presenti nel padiglione Lazio e succede anche in questo caso che nessuno ha mai detto che non è tutto ok.  Ma una voce fuori dal coro si è levata ed è quella di Franco Maria Ricci, Presidente di Worldwide Sommelier Association e curatore della testata Bibenda."Non è assolutamente necessario al Vinitaly stare tutti insieme, – scrive Franco Maria Ricci sul numero 142 di Bibenda – quello delle Regioni del Vino è sempre stato un metodo per far pagare le Regioni e risparmiare. Bene. Moltissime sono le Aziende che si collocano per conto loro e costruiscono i loro Stand ben disegnati, storici, folcloristici… Ma le Regioni hanno un grande spazio. Abbiamo visto ambienti eleganti e ben realizzati e soprattutto ben distribuiti per una migliore visibilità delle Aziende. Il peggiore di questi è di gran lunga il Lazio".

Si auspica che il prossimo anno la Regione Lazio e l'Arsial, sentendo tutti gli operatori del settore, facciano in modo che il giudizio sia più che positivo.  




VINITALY 2014, LAZIO: C’E’ CHI HA ABBANDONATO IL “GREGGE” DELL’ARSIAL

di Ivan Galea

Regione Lazio – Una sana critica sulla figura che ha fatto il Lazio al Vinitaly è doverosa. Non si può certo affermare che il Lazio ne sia uscito vincente e non si può neppure asserire che sia stata sostenuta una promozione lungimirante e salda a tal punto da tenere unite tutte le aziende laziali sotto una forte identità e con alle spalle una agenzia regionale di sviluppo – l’Arsial – che abbia lavorato con largo anticipo all’evento.
 
Ciò ha prodotto uno sparpagliamento di molti grandi nomi di aziende storiche, quali Gotto d’Oro, Fontana di Papa, San Marco, Fontana Candida, Pallavicini e D’amico, che alla luce di una mancata e tempestiva organizzazione da parte della Regione Lazio e dei paletti piantati dall’Ente all’ultimo momento, hanno di fatto impedito una coesione sinergica, opportuna e necessaria, per la perfetta riuscita del Padiglione Lazio sulla prestigiosa vetrina del Vinitaly.
 
Tirando le somme, chi è andato per conto suo ha avuto sicuramente dei risultati migliori che non avrebbe, con tutta probabilità, conseguito se si fosse "uniformato" alle direttive dell’Arsial.
 
Infatti, quest'anno l'Arsial ha voluto dare al padiglione Lazio, una forma collettiva: tutti uguali.
 
L’effetto è stato mediocre: il Padiglione Lazio, si è mostrato occupato da tante piccole aziende, di valore sicuramente, ma è stato frequentato di conseguenza. E non a caso è stato uno degli stand meno visitati. Peraltro si è trattato di un padiglione condiviso con l'Irpinia, che pure è riuscita ad avere una sua rappresentazione appariscente. Il Lazio si è contraddistinto sostanzialmente per il suo anonimato. Dopo anni di faticosa ricerca di unità del vino Laziale, in un anno, si può affermare che si è rotto il giocattolo. Gli sforzi fatti ai tempi di Somma, sono stati vanificati e probabilmente non saranno più realizzabili.
 
“Il nostro Vinitaly – dice il presidente Gotto D’Oro Luigi Caporicci –  ci ha consentito di ottenere soddisfazioni e sostanzialmente i risultati voluti. Anche se in extremis, abbiamo potuto inviare ai nostri interlocutori la posizione (padiglione e stand) e, per la prima volta dopo dieci anni, tutti, con calma e per tempo, hanno potuto visitarci e fare le loro proposte. Fuori dal caos abbiamo potuto raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi”.

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VINITALY 2013, LA GOTTO D'ORO REGINA DEL PADIGLIONE LAZIO

Angelo Parca

Al Vinitaly il padiglione Lazio si presenta con spazi ed espositori ridotti rispetto le trascorse edizioni. Comunque un padiglione funzionale e ben allestito, arioso e di alta visibilità nel quale emerge col suo stand color giallo oro, la storica cantina Gotto d'Oro, vanto della enologia dei Castelli Romani, di Marino e di tutti i soci. Situata all'ingresso del padiglione costituisce un biglietto di buon augurio. Pur concentrato in quattro giorni, il Vinitaly  ha visto la presenza complessiva di oltre 140.000 visitatori, nonostante il prezzo di 50 euro il biglietto di ingresso,  venuti a degustare i migliori vini italiani. 

Circa 4 mila espositori hanno messo in mostra i migliori vini per tutte le occasioni, per il consumo giornaliero con i vini tradizionali, per le feste con i vini selezionati e per le grandi occasioni con i vini di gran valore. Si è rilevata una minore presenza di stranieri, mentre è aumentato il pubblico italiano.

Oltre ai vini, l'hanno fatta da padroni i nostri grandi spumanti che col Bellavista ed i Franciacorta in genere hanno un gusto che è talora più gradevole dello champagne;  tanto di cappello ai francesi, ma gli italiani non intendono più essere secondi a nessuno.

Tante le novità, finita la moda dei vini ad alta gradazione  e dal sapore sempre più legnoso, il gusto si è evoluto verso vini giovani, freschi, briosi e talora di bassa gradazione fino a quelli sperimentalmente dealcolizzati, per ora solo prove, per venire incontro ai consumi fuori casa nel rispetto della legge.

Nel padiglione Lazio gli eventi si sono susseguiti con interessantissimi convegni sull'analisi sensoriale, con indagini specifiche poste in essere con i consumatori, a cura dall'azienda Romana Mercati.

Durante la giornata dello scorso lunedì il nuovo assessore regionale all' Agricoltura Sonia Ricci ha visitato il padiglione laziale insieme ad altri esponenti del mondo agricolo, Confagricoltura, Coldiretti, AGCI, Confcooperative, Lega Coop e soprattutto della Camera di Commercio.

Il Presidente della Gotto d'Oro, l’ingegnere Luigi Caporicci, ha dichiarato di ritenersi soddisfatto dei risultati e dei numerosi incontri con operatori italiani e sopratutto esteri finalizzati ad attivare nuove prospettive nel segno di prezzi remunerativi in modo da rendere effettivamente vantaggioso vendere su mercati esteri. Il Presidente ha inoltre dichiarato: “I francesi esportano volumi di vino inferiori a quelli italiani, ma incassano molto di più. L'impegno di tutta la filiera sarà quindi quello di ridurre questo GAP al fine si possa ricavare sempre meglio nel mercato estero, allentando la concorrenza sul mercato interno, prima causa della morte di tante cantine. Da qui comincia il rilancio del vino italiano e da questo Vinitaly trarremo le giuste premesse, che consolideremo il prossimo anno, con l'auspicio che nel fattempo il comune di Verona migliori l'organizzazione della viabilità (due ore e trenta minuti per arrivare e parcheggiare in fiera) e dei parcheggi (due ore  per uscire dal parcheggio) non si può certo gestire un evento straordinario, con metodi e mezzi ordinari.

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