Nemi, Covid-19 a Villa delle Querce. L’amministrazione comunale: “Rimanere a casa e rispettare le restrizioni dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri”

NEMI (RM) – L’Amministrazione Comunale di Nemi fa sapere che sta già lavorando per organizzare al meglio la FASE 2 attraverso tutti gli accorgimenti del caso e rammenta a tutti i cittadini ancora la necessità fino al 3 maggio, di rimanere a casa e di rispettare le restrizioni dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Riguardo il focolaio esploso nella Clinica Villa delle Querce sono stati effettuati i tamponi a tutto il personale sanitario ed a tutti i pazienti ricoverati  nella struttura dove si sono evidenziati 24 casi positivi di cui 21 positivi asintomatici, già tutti isolati, più 3 operatori sanitari.

Sono state attivate tutte le procedure per il trasferimento di questi pazienti in una struttura Covid. La situazione è strettamente monitorata anche dalla Asl. Nella clinica di Villa delle Querce potrà accedere solo il personale sanitario.




Nemi, Covid-19 a Villa delle Querce. Si attendono altri 35 tamponi di personale sanitario e pazienti: ecco la situazione

NEMI (RM) – Una gestione che appare molto più attenta che in altre strutture dove i contagi hanno superato abbondantemente le 100 unità. Ancora una volta in un momento difficile, in piena emergenza, il direttore sanitario della clinica Villa delle Querce di Nemi Dottor Roberto Ferappi fa chiarezza sulla situazione.

Intanto oggi è stato il terzo giorno di ispezioni e controlli da parte degli ispettori della Asl Rm6 e domani mattina torneranno ancora. Alle 20:30 gli ispettori Asl ancora stanno stilando i verbali con le prescrizioni che la struttura deve attuare.

Ulteriori misure di contenimento

Dai corridoi sanitari, ai viaggi della lavanderia “sporco e pulito”, a qualche accortezza da prendere negli spogliatoi. Tutti i pazienti risultati positivi al coronavirus ma asintomatici si trovano in isolamento al decimo piano.

L’isolamento covid e no covid è avvenuto tempestivamente

Nel frattempo il reparto di medicina sarà oggetto di una sanificazione speciale con un’alta concentrazione di cloro. “Il problema che abbiamo avuto – dice Ferappi – è con un paziente che ci è stato inviato dal Santa Maria Goretti di Latina intorno alla prima settimana di aprile. Sulla sua cartella c’era scritto “Polmonite in Covid-19 negativo”. Soltanto dopo abbiamo scoperto che non aveva fatto il tampone perché a Latina non lo hanno ritenuto necessario. Abbiamo avuto i sospetti all’esito di una radiografia che non ci convinceva. Poi effettuato il tampone è venuto fuori positivo. Nel frattempo il paziente aveva infettatto gli altri degenti di medicina che camminano tranquillamente nel reparto. Attendiamo adesso altri 35 tamponi di personale sanitario e pazienti del reparto di medicina. Stiamo facendo il possibile per contenere questa ondata inaspettata”.




Nemi, villa delle Querce: arriva con uno scompenso cardiaco, diventa positivo al Covid-19 e contagia i compagni di stanza. Ecco cosa è successo

L’intervista al direttore della clinica Villa delle Querce

NEMI (RM) – Contattato il direttore della clinica Villa delle Querce Dottor. Ferappi, lo stesso si è mostrato disponibile a rispondere alle nostre domande. E con estrema trasparenza ci ha spiegato cosa è successo.

Ferappi ha tenuto a ribadire più volte che è stata effettuata una procedura corretta nella gestione dei pazienti risultati positivi e che tutte le decisioni sono state prese seguendo quanto previsto dalla normativa e in stretto contatto con la Asl Rm6.

Buongiorno Direttore e grazie per avermi risposto. Cosa è successo con i casi Covid-19 all’interno della struttura? Sappiamo che c’è stato un primo caso entrato per dei problemi cardiaci che poi si è rivelato essere positivo al Coronavirus che purtroppo ha infettato anche altri due pazienti che erano nella stanza con lui e che erano ricoverati per altre patologie. Un parente di una persona positiva è estremamente preoccupato e ci ha contattato.
Intanto le premetto che riteniamo di aver applicato le procedure corrette perché abbiamo sottoposto il nostro operato all’attenzione del servizio di Prevenzione SPreSAL della ASL RM6 nella persona del dottor Maurizio Leone il quale ci ha risposto che le procedure erano state eseguite in maniera corretta. Lo stesso ci ha suggerito di inserire alcune voci, alcuni richiami di normativa che noi abbiamo prontamente inserito nella revisione successiva e le abbiamo messe in atto.

Mi fa capire com’è andata con i pazienti che sono stati contagiati a seguito del primo caso accertato? Ci parla di questo terzo caso positivo che ci risulta si trova ancora nella struttura?
Il terzo caso positivo può risalire a una quindicina di giorni fa quando è venuto a contatto con il primo paziente arrivato da Palestrina, ospedale non a rischio, ricoverato con uno scompenso cardiaco e che poi ha manifestato la positività soltanto dopo. Il primo paziente di Palestrina, ultranovantenne, è stato subito trasferito allo Spallanzani e fortunatamente alla sua veneranda età non è stato necessario intubarlo e le sue condizioni sono buone. A seguito del primo caso gli altri degenti della stanza hanno manifestato la positività pian piano.

Nel tempo intercorso tra l’effettuazione del primo tampone e l’esito, avete lasciato il paziente di Palestrina insieme agli altri pazienti?
Il 7 marzo abbiamo predisposto l’isolamento. All’inizio tutti nella stessa stanza. Poi accertata la prima positività li abbiamo separati. Comunque il risultato del tampone è arrivato dopo 12 ore e c’è da dire che gli altri pazienti erano in contatto con la persona di Palestrina già da diversi giorni, nella settimana dal primo al sette di marzo. All’inizio di marzo non c’erano così tanti casi di Coronavirus nel Lazio e Palestrina faceva parte degli ospedali non a rischio.

Il primo paziente quando si è positivizzato?
L’otto marzo (domenica n.d.r.)

E gli operatori sanitari che sono entrati in contatto con queste persone?
Sono stati individuati, contattati, inviati in elenco al Sisps e secondo l’ordinanza del 6 marzo continuano a lavorare ma sono posti in sorveglianza sanitaria, se vuole in quarantena, dal servizio di Prevenzione e sono asintomatici.

Quindi mi conferma che nonostante siano venuti in contatto con i pazienti positivi, gli operatori sanitari individuati sono monitorati ma continuano a lavorare?
Si, continuano a lavorare perché asintomatici. In base all’articolo 22 dell’ordinanza del 6 marzo.

Ci sono operatori sanitari che hanno manifestato sintomi?
Abbiamo due infermieri in casa con un po’ di raffredore e febbre, abbiamo fatto fare i tamponi dalla Asl e sono risultati entrambi negativi, quindi rimangono a casa perché sono sintomatici. Ma se gli operatori sanitari in casa dovessero continuare ad avere manifestazioni correlabili all’infezione da covid -19 scatterebbe il secondo tampone per escludere una successiva positività.
Gli infermieri sono dotati tutti di mascherina o ci sono carenze di dispositivi?
Non abbiamo carenza di dispositivi di protezione individuale al punto tale che abbiamo fornito delle mascherine perché in abbondanza.

Com’è l’attuale situazione del terzo paziente?
Le faccio presente che avuta la seconda positività dell’ex degente che aveva condiviso la stanza con il primo positivo e gli altri due, questo secondo contagiato è stato trasferito allo Spallanzani. Ci tengo a precisare che nonostante gli altri due fossero asintomatici e apiretici e nonostante la normativa non prevedesse il tampone, abbiamo deciso di fare ugualmente il tampone anche a questi due pazienti asintomatici. Uno è risultato positivo (il terzo caso Covid-19 n.d.r.) e un altro negativo.

E a quel punto che avete fatto?
Il positivo è risultato asintomatico e afebbrile (senza febbre n.d.r.), abbiamo chiamato lo Spallanzani che ci ha risposto che al momento non aveva posto e in quanto asintomatico di tenerlo in osservazione e isolamento così come era in osservazione da prima. Da ieri (giovedì 19 marzo 2020 n.d.r.) ha iniziato ad avere sintomi di difficoltà respiratoria, abbiamo fatto l’emogas ieri al limite e oggi (20 marzo n.d.r.) è peggio e ci siamo mossi per trovare un posto letto in una struttura adeguata. Lo Spallanzani non ha posti letto e così ci siamo rivolti al reparto di pneumoinfettivologia di Tor Vergata i cui posti sono gestiti dalla centrale del 118. Avvertita la centrale del 118 con un fax dal primario di quel reparto, adesso attendiamo disposizioni per poterlo trasferire nel più breve tempo possibile. Aldilà del primo caso che ha contagiato i colleghi nella stessa stanza non ho avuto altri casi in Medicina nonostante gli arrivi dai pronto soccorso.

Il paziente dove si trova al momento?
Si trova nel reparto di Medicina in una stanza singola in isolamento per due motivi. Il primo è che è l’unico reparto per acuti che abbiamo e il secondo è che per un chiaro motivo di norma igienica non lo porto in giro per l’ospedale. Tutti gli accertamenti vengono fatti solo nella stanza del paziente. Il paziente non si muove dal 7 di marzo da quella stanza.
Capisco la preoccupazione del parente del paziente che l’ha contattata le ripeto che non era possibile prevedere che quel paziente arrivato da Palestrina con uno scompenso cardiaco, con un questionario epidemiologico negativo, proveniente da un ospedale non a rischio, potesse essere sospetto e quindi andava posto in isolamento appena arrivato. Non era possibile prevedere le conseguenze. Tutte le procedure sono state corrette. Abbiamo fatto il massimo.




Nemi, Covid-19: terzo contagiato a Villa delle Querce

NEMI (RM) – Terzo caso positivo di Covid-19 a Nemi presso la clinica Villa Delle Querce. Si tratta di un paziente di 82 anni che per un certo periodo è venuto in contatto con gli altri pazienti accertati positivi.

L’uomo si trova ancora a Villa delle Querce in isolamento in una stanza singola nel reparto di medicina. Le condizioni dell’anziano si sarebbero aggravate ieri sera con difficoltà respiratorie. Presumibilmente verrà trasferito in queste ore presso il primo ospedale romano disponibile con un reparto di terapia intensiva.

Preoccupazione da parte di molti cittadini di Nemi riguardo questo ulteriore caso. Da Villa delle Querce hanno assicurato di aver messo in atto fin da subito tutte le procedure corrette per il contenimento del contagio. Procedura confermata come corretta anche dal reparto di prevenzione della ASL Roma 6.




NEMI, VILLA DELLE QUERCE: UNA "TRUFFA" USCITA SULLE CRONACHE AD OROLOGERIA

 

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di Angelo Parca

Nemi (RM) – Un ciclone giudiziario ha investito le cliniche Villa delle Querce a Nemi e Villa Gaia a Nettuno facenti capo all’urologo Mario Garofalo, tra i più grandi imprenditori della sanità romana. L’accusa è di truffa ai danni del sistema sanitario nazionale.

A Villa delle Querce avrebbero fatturato prestazioni sanitarie mai effettuate e ospitato pazienti nei reparti di riabilitazione e lungodegenza pur non avendo le autorizzazioni e, proprio in quei reparti riservati a patologie gravi, accoglievano le persone affette da obesità e polifagia. E’ principalmente questo il motivo per cui i gestori e gli amministratori delle cliniche sono finiti sotto processo. Secondo gli inquirenti, le richieste dei medici di base sarebbero state firmate su sollecitazione della casa di cura, che avrebbe indirizzato i pazienti negli studi di alcuni dottori per ottenere i certificati necessari al ricovero.

I fatti sono riferiti agli anni che vanno dal 2006 al 2008. A scoprire il presunto giro di false prestazioni e fatture gonfiate sono stati i Nas, le cui indagini sarebbero iniziate incrociando il numero dei pazienti ricoverati e il personale addetto. Secondo i militari, l’orario di lavoro del personale sarebbe stato insufficiente per consentire l’espletamento delle terapie indicate nelle fatture.

Sebbene l’accusa rimanga quella di truffa, un altro fatto coinvolge sempre Mario Garofalo con la clinica del litorale Villa Gaia. L’uomo, in concorso col responsabile amministrativo, Fabrizio Nanni, avrebbe permesso di svolgere nella casa di cura un’attività sanitaria riabilitativa, di lunga degenza medica e di residenza sanitaria assistenziale pur senza l’autorizzazione della Regione Lazio. In realtà Mario Garofalo avrebbe continuato a svolgere la riabilitazione perché in mano aveva una determina dirigenziale e un parere firmato da Elda Melaragno che ai tempi era direttore del dipartimento sociale della Regione Lazio. Questa presunta mis en scene avrebbe permesso alla clinica di avere rimborsi dalla Regione Lazio per oltre 2 milioni di euro.

Eppure la notizia che ha voluto investire il nome dei Garofalo come di “truffatori” non è stata accolta come un fatto scontato da chiunque abbia avuto rapporti con la famiglia degli imprenditori, conosciuti per essere particolarmente precisi nella loro attività imprenditoriale. Diciamo che è un gruppo che si è saputo fare strada nel mondo della sanità e che ha visto Mario Garofalo ricoprire cariche di particolare prestigio come la presidenza dell’Associazione Italiana Sanità Privata che ha incentivato anche le borse di studio per i figli dei dipendenti meritevoli. Secondo molti il Gruppo deve almeno in parte la sua fortuna ai rapporti stretti dei fondatori, i fratelli Mario, Antonio e Raffaele Garofalo, con la nomenclatura dal vecchio Pci. Tornando dunque a Villa delle Querce, dotata di Rsa, riabilitazione motoria riabilitazione cardiologica, day surgery e reparto per acuti, parliamo in un certo senso di una struttura che è stata sempre un fiore all’occhiello della sanità locale e questa notizia di ciclone giudiziario sembrerebbe essere quasi un evento radiocomandato, fatto esplodere sulle cronache con il timer. 

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NEMI, VILLA DELLE QUERCE: ANZIANA SI SUICIDA DAL SECONDO PIANO DELLA CLINICA

Redazione


Nemi (RM) –  Ieri pomeriggio intorno alle 19 una signora anziana si è lanciata dal secondo piano di Villa delle Querce. Era ricoverata al primo piano e soffriva di psicosi cronica. La signora era nubile, classe ’48 e da agosto era ricoverata presso la struttura. La donna è deceduta dopo 10 minuti dall’impatto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Nemi, diretti dal comandante Fabio Adinolfi, i quali hanno effettuato i rilievi del caso. Tecnicamente, adesso, c’è da capire come mai la signora sia riuscita a consumare un gesto del genere all’interno di una struttura dove c’è personale che vigila sulla incolumità dei pazienti.




NEMI AZZURRA MARINELLI (SEL): "SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DI VILLA DELLE QUERCE"

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Angelo Parca

Nemi (RM) – Il circolo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) di Nemi, Castelli Romani, attraverso l’esponente e candidato alla Camera dei deputati Azzurra Marinelli, esprime piena solidarietà e vicinanza ai circa 500 lavoratori di Villa delle Querce in stato di agitazione per il mancato pagamento degli stipendi di dicembre. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai dipendenti preoccupati per la loro attuale condizione economica – dice Marinelli – i quali, nonostante non abbiano ricevuto lo stipendio di dicembre, continuano a prestare servizio presso l'Istituto di riabilitazione di Nemi con la speranza che le trattative con la Regione Lazio si risolvano il prima possibile”. Marinelli, rimarca altresì con stupore l’assenza di una qualsiasi forma di solidarietà da parte dell’amministrazione comunale e dell’opposizione, specialmente quella di centrosinistra che dovrebbe essere ancora più sensibile ai temi come il diritto al lavoro e la tutela dei dipendenti in difficoltà.

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