ROMA, ASPETTANDO GODOT. “LA VELA DELLA VERGOGNA”: ARRIVA IL SOPRALLUOGO DEL RETTORE E DELL’ARCHITETTO SPAGNOLO

Prosegue l’inchiesta de L’osservatore laziale. Martedì 3 dicembre 2013 è stato effettuato un sopralluogo a Tor Vergata nell’area della Vela, al quale erano presenti i maggiori esponenti del Comune, dell’Università di Tor Vergata e dell’impresa che ha vinto l’appalto ed ha costruito questa cattedrale nel deserto, la “Vianini lavori SPA” di Caltagirone.

 

di Maurizio Costa

Roma – Dopo l’inchiesta de “L’osservatore laziale”, si è alzato un vero e proprio polverone intorno al grande spreco di denaro, circa 200 milioni di euro, utilizzato per costruire la cosiddetta “Vela”, opera del famosissimo architetto Santiago Calatrava.

La struttura avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009 ma non è mai stata terminata. Servirebbero altri 500 milioni di euro, cifra improponibile soprattutto in questo periodo di ristrettezze economiche.

Doveva essere un incontro vietato ai giornalisti, quello di martedì 3 dicembre 2013, quando è stato effettuato un sopralluogo nell’area della Vela, al quale erano presenti i maggiori esponenti del Comune, dell’Università di Tor Vergata e dell’impresa che ha vinto l’appalto ed ha costruito questa cattedrale nel deserto, la “Vianini lavori SPA” di Caltagirone.

Santiago Calatrava, l’architetto che ha ideato il progetto, ha presentato al Rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, la struttura vista dall’interno. Presente anche l’Assessore alla Trasformazione Urbana di Roma, Giovanni Caudo, l’ingegnere della “Vianini” che ha guidato tutto il cantiere, Giovanni Polini e il Professor Rodolfo Maria Strollo, responsabile del progetto. L’architetto è stato molto ottimista: “I monumenti e le opere più importanti del mondo, tra cui l’Empire State Building e il Rockefeller Center di New York, sono stati costruiti sempre in periodi di crisi economica.” Calatrava ha poi continuato: “E’ un’opera grandiosa, che ti fa venire la sindrome di Stendhal ogni volta che la vedi. Sarebbe stata la “serra” più grande al mondo. Avevamo previsto un trampolino per i tuffi straordinario.”

L’architetto spagnolo spera di trovare i fondi per ultimare l’opera anche a livello nazionale: “Non bisogna pensare ai fondi che dovrebbe dare il Comune di Roma o l’Università, ma dovremmo guardare ai Ministeri, come quello dello Sport, che potrebbero rivalorizzare quest’area. Rifaremo il progetto in modo che accolga più discipline diverse, così da aumentarne gli usi. Questo è il momento migliore.”

Il capo cantiere della Vianini di Caltagirone, Giovanni Polini, che all’inizio ci aveva negato la presenza per un sopralluogo, ha descritto le caratteristiche tecniche della struttura: “Qui è tutto bellissimo. Dobbiamo mettere la copertura vetrata sopra la struttura di acciaio. Abbiamo pensato l’intera opera per renderla all’avanguardia; potrà diventare una struttura importante per il futuro. Il riscaldamento dello stadio doveva venire dai pavimenti, che avrebbero riscaldato fino ad otto metri di altezza; il comfort invernale sarebbe stato garantito. I posti, che sono 4000, potranno essere estesi fino alle ottomila unità.”

L’Ingegnere non ha poi risparmiato battute sulla stampa: “Sono state dette molte bugie intorno all’intera vicenda.”

Il Rettore dell’Università di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, è stato l’unico a rilasciarci un’intervista integrale; il suo impegno è quello di non abbassare l’attenzione su questo spreco di denaro pubblico: “Dobbiamo provare in tutti i modi a recuperare questa città dello sport. Oggi abbiamo partecipato ad una riunione importante e anche a questo sopralluogo, con la presenza di tutte le parti interessate. L’ipotesi di investimenti stranieri è fattibile se in Italia non si trovano fondi. Si potrebbe puntare su dei fondi di ricerca europei oppure su investitori privati, che potrebbero essere usati a tappe, insieme ai fondi pubblici, per non gravare troppo sulle spese del Comune e dell’Università.”

Il progetto è il nodo da sciogliere: “Vogliamo rivedere l’intero disegno con Calatrava, per cercare delle rimodulazioni di parti del progetto iniziale. Si sta studiando un modo per ridimensionare l’area per renderla fruibile dal Comune ma anche dall’Università.” Anche Novelli è ottimista: “Oggi abbiamo istituito un tavolo tecnico ufficiale con tutte le parti, che comincia a lavorare, a produrre idee, che verranno poi sottoposte a Calatrava che si impegnerà a modificare il piano di lavoro. Successivamente saremo in grado di stabilire quale sarà il prezzo del nuovo progetto.”

Anche l’Assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo, ha voluto dire la sua: “C’è qualcosa che si muove. Dobbiamo riprendere l’incarico e fare il meglio per la città. Proveremo a vedere cosa serve per finire l’opera ed aumentarne la multifunzionalità.”

Vedere tutte queste “autorità”, l’architetto pluripremiato, l’Assessore e il Rettore, passeggiare sotto la struttura, che invece di ospitare nuotatori accoglie tra le sue braccia solamente volatili, con esclamazioni di stupore e meraviglia, è stato un po’ come vedere una commedia, con dei personaggi che non si rendono conto di stare davanti a 200 milioni di euro spesi dai cittadini e che sono serviti solamente a costruire una struttura che adesso nessuno vuole. Il futuro è nero; la speranza che la zona venga rimodulata per essere utilizzata al meglio è ancora lontana.

La Vela senza vento stenterà ad alzarsi, ancora per molto tempo.

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