Nemi, rifiuti: un quadro ormai fuori controllo

NEMI (RM) – Mobili, pneumatici, cartoni, materiale elettrico, buste in plastica e chi più ne ha più ne metta: via della Radiosa a Nemi è diventata ormai una discarica abusiva dove chiunque butta rifiuti: sia ingombranti che indifferenziato e umido. Del resto la raccolta differenziata a Nemi non è ancora partita su tutto il territorio e la società “Lazio Ambiente” ultimamente si dedica solo al servizio minimo indispensabile di raccolta dell’immondizia vuoi perché Nemi, come del resto altri Comuni castellani, deve circa 100mila euro alla società di proprietà della Regione Lazio.

Dunque diversi problemi “spazzatura” su più fronti per la città delle fragole che ci si augura si possano risolvere al più presto. Multare i trasgressori non dovrebbe essere un problema perché con l’ausilio del servizio di videosorveglianza (le cosidette foto trappole) gli “incivili” ormai non avranno più vita facile.

 

Resta il problema di rimuovere quella sorta di area di gestione rifiuti in via della Radiosa a soli 60 metri dal pozzo dell’acqua che rifornisce il paese. Quell’area non dovrebbe essere dove si trova e a dirlo è la legge che tutela le acque e il suolo. La risoluzione di tutto potrebbe essere nel tanto atteso avvio del servizio “porta a porta” sul territorio che, secondo quanto annunciato dagli attuali amministratori durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative (pochi mesi fa, dunque), avrebbe dovuto essere un’operazione imminente grazie ad un accordo con il Comune di Ariccia che avrebbe condiviso con Nemi l’isola ecologica. Ma nei fatti il quadro rifiuti a Nemi è ancora allarmante: il freno va messo quanto prima.

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Nemi, rifiuti: via della Radiosa il fallimento della gestione del buon padre di famiglia

 

di Ivan Galea


NEMI (RM) – Continua la gestione dei rifiuti fuori norma a Nemi in via della Radiosa, a ridosso dello stadio comunale, dove ormai da un anno su questo giornale, e in solitaria, si è denunciato, con numerosi tabella e con esposti presentati a tutte le Autorità competenti, l’attività di carico e scarico rifiuti, effettuata da parte della società incaricata dal Comune della raccolta rifiuti, presso un’area recintata, dove sono presenti diversi cassonetti della spazzatura. Un'area che dista solo 60 metri dal pozzo d’acqua che serve la popolazione.

Un’attività, dunque, espressamente vietata dalla legge,
che stabilisce un’area di salvaguardia di 200 metri in presenza di pozzi d’acqua. E per di più un’area dove l’amministrazione comunale uscente avrebbe voluto realizzare un’isola ecologica, dopo il fallimento e lo sperpero di soldi pubblici relativo la scelta del precedente sito, e che in sede di conferenza di servizi ha ricevuto una sonora bocciatura da parte di Acea, proprio a causa della presenza del pozzo a soli 60 metri di distanza.

Ci si chiede allora come possa essere possibile, che a distanza di un anno che si denuncia l’illecita attività gestionale dei rifiuti presso un sito che invece è salvaguardato da ferree norme in materia di tutela delle acque sotterranee destinate all’uso potabile da parte delle persone, possa continuare indisturbata l’attività di carico e scarico rifiuti. Si era addirittura interessato il Garante Idrico della Regione Lazio che aveva calendarizzato un sopralluogo a Nemi e che poi aveva disdetto il sopralluogo a causa di improvvisi impegni dell’ultimo momento da parte del sindaco uscente.

Forse a questo punto, visto e considerato che i camion della società incaricata della raccolta dei rifiuti continuano indisturbati a scaricare e caricare la mondezza in via della Radiosa,  resta solo la speranza che il 12 giugno qualcuno voglia mettere subito mano a questa situazione e ripristinare uno stato di legalità per l’area che ora è invece destinata a mondezzaio cittadino in barba a tutte le leggi e norme e nell’assoluta assenza di chiunque avrebbe potuto o meglio avrebbe dovuto intervenire con somma urgenza fin dall’inizio.




Nemi, rifiuti e acqua potabile: a.a.a. cercasi tutori della Legge

 

di Angelo Parca


NEMI (RM) – Persiste a Nemi la situazione di pesante degrado in via della Radiosa dove esiste un'area recintata con tanto di cancello che viene utilizzata dalla società incaricata dal Comune per la raccolta dei rifiuti per il carico e scarico della spazzatura.

Una situazione, quella dell'area rifiuti, che non può esistere per legge in quanto a circa 60 metri di distanza è presente un pozzo che serve acqua potabile alla popolazione. Una situazione che questo giornale va denunciando dallo scorso mese di luglio, documentando con foto e filmati l'illecita attività di gestione rifiuti in una zona, lo ripetiamo, espressamente tutelata dalla normativa.

Grande preoccupazione, quindi, da parte di molti cittadini, per le sorti di un pozzo d'acqua che rappresenta una delle fonti principali di approvvigionamento d'acqua potabile.

Una situazione che sicuramente avrebbe meritato una maggiore attenzione da parte delle pubbliche istituzioni
che sono a conoscenza, ormai da quasi un anno, di questa area abusiva e mai autorizzata da nessuno a gestire i rifiuti e che è addirittura adibita a parcheggio dei mezzi della Lazio Ambiente.

A mostrare una certa attenzione alla grave problematica dell'acqua di Nemi il Garante Regionale del servizio idrico
che aveva convocato il sindaco di Nemi e il direttore di questo quotidiano per lo scorso 27 Aprile 2017, ma il primo cittadino di Nemi a causa di "sopraggiunti impegni" aveva disdetto l'appuntamento.

Intanto a Nemi si spendono soldi pubblici per mettere foto trappole sul territorio al fine di scoraggiare la pratica dell'abbandono dei rifiuti. Ultimamente sono stati spesi infatti 6.100,00 euro per la Ditta Aquila 13 di Grottaferrata per "il servizio di estrapolazione di immagini, identificazione di eventuali trasgressori e relazionare al fine di contestazione di eventuali illeciti per mesi due con decorrenza 10.04.2017". Un buon deterrente, invece, sarebbe quello di smantellare immediatamente l'area abusiva in modo da rendere un servizio utile ai cittadini, scoraggiando coloro che senza troppi sensi di colpa, visto che la stessa Lazio Ambiente carica e scarica i rifiuti,  lasciano la spazzatura in via della Radiosa.

Per il momento la situazione è quindi immutata rispetto le denunce presentate dal nostro quotidiano a luglio 2016. Continueremo a seguire questo caso fino a quando in via della Radiosa non vedremo smontati definitivamente paletti, rete, cancello e tolti i cassonetti in un'area che deve essere tutelata per legge.          
 




Nemi, acqua potabile e rifiuti: in via della Radiosa il tempo passa tra frigoriferi e materassi


GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

 

di Angelo Parca

 

NEMI (RM) – Ancora nulla di risolto rispetto ad una gestione rifiuti non autorizzata che continua imperterrita in via della Radiosa a Nemi, a circa 60 metri da un pozzo di approvvigionamento di acqua potabile.

 

Lo spettacolo è a dir poco indecoroso, ormai da oltre sei mesi questo quotidiano denuncia lo stato di degrado in un'area senza autorizzazioni e che di fatto non dovrebbe esistere e che rischia di compromettere anche la vicina falda acquifera.

 

Cosa si aspetta a intervenire? Abbiamo puntualmente documentato tutto con foto, video, inviando Pec, email  a tutte le Autorità competenti in materia.


I rifiuti che si trovano nell’area sono poggiati direttamente sul terreno. In questi sei mesi abbiamo immortalato di tutto e puntualmente informato tutte le Autorità competenti. Gli ultimi scatti riguardano un frigorifero, materassi, carrozzelle per disabili con tanto di gatto seduto sopra, testimonianza del fatto che in quell’area “si mangia” perché l’umido trasuda dai cassonetti e perché la gestione rifiuti è continua e sotto gli occhi di tutti.

 

Il cancello di quest'area che, lo ripetiamo, non dovrebbe esistere, a volte è chiuso e a volte è aperto. Secondo quanto ci risulta Il Corpo Forestale dello Stato ha fatto lunghe indagini su questo caso. Sono piovute anche sanzioni per privati residenti in altri Comuni che andavano a gettare i rifiuti nell’area, probabilmente si saranno sentiti autorizzati alla vista della mondezza a cielo aperto e con tanto di cancelli spalancati.

 

Adesso si attende l’intervento della magistratura per capire se quest’area non autorizzata, sorta vicino a un pozzo dell’acqua e in pieno Parco dei Castelli Romani possa essere oggetto o meno di sequestro. Ricordiamo che siamo di fronte ad una gestione rifiuti che si pone in netto contrasto con quanto disposto dalla legge. Esiste infatti un decreto legislativo, il 152/2006 per l'esattezza, che disciplina le norme in materia ambientale, che all'articolo 94, parlando di aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, vieta espressamente la gestione dei rifiuti. E comunque fissa una zona di rispetto, partendo dal pozzo di acqua, di 200 metri.