VETRALLA: IL VANGELO DELLA DOMENICA, PENSIERO DI DON LAMBERTO DI FRANCESCO: “I SANTI? CHI SONO?”

di Gennaro Giardino
 
Vetralla (VT) – Il Parroco della chiesa SS. Filippo e Giacomo di Vetralla Don Lamberto Di Francesco invia un messaggio ai fedeli.
 
I Santi ? E chi sono?
Sono coloro che sono passati attraverso una esistenza non sempre semplice e hanno fatto diventare la Parola di Dio  opera e vita.
Hanno realizzato con entusiasmo la Speranza Cristiana Affidabile.
I Santi non sono morti, sono vivi: i viventi della vita di Dio. 
Immagini del Dio Vivente; sono il Popolo del Dio Vivente.
Anche noi siamo i Santi del Popolo di Dio Vivente, 
quelli che sono ancora in cammino.
Siamo noi chiamati a rimboccarci le maniche e dire: se le infedeltà del Popolo di Dio (che siamo noi) cagionano danni che portano il Signore Gesù ad una Storia di Morte, 
noi dobbiamo fare in modo che, per la nostra opera, il Signore Gesù riesca a far sentire e a far vivere una Storia di Eucaristia, di Resurrezione: Resurrezione del Signore e nostra. 
Siamo, dunque, noi, Popolo di Dio, Eucaristia di Dio, Storia di Salvezza per noi e per tutto il Creato.
Questo è essere cristiani.
 
Ma chi deve fare questo? Il Papa, il Vescovo, il Sacerdote, il Catechista? O il Popolo di Dio?!
Lo deve fare il Popolo di Dio che siete voi, che siamo noi e, nel Popolo di Dio, il Papa, il Vescovo, il Sacerdote, il Catechista, a  Servizio di Dio per il Servizio della Parola e dell’Eucaristia per il Popolo di Dio.
Che cosa fa, oggi, il Popolo di Dio, i Santi di Dio? Si lamenta!
Occorre lavorare per un mondo diverso. Non fare le sfilate in piazza! Occorre costruire dal basso un Popolo nuovo, che conosca la Parola di Dio per organizzare la vita. 
Questo è essere cristiani.



VETRALLA: IL VANGELO DELLA DOMENICA, PENSIERO DI DON LAMBERTO DI FRANCESCO: "E’CRISTIANO METTERSI A SERVIZIO, NON ESSERE SERVI".

di Gennaro Giardino
 
Vetralla (VT) – Il Parroco della chiesa SS. Filippo e Giacomo di Vetralla Don Lamberto Di Francesco invia un messaggio ai fedeli.
 
Ama per non avere paura. 
 
La paura rende servili. Essere servi e servili dona paura.
 
Gesù si è espresso con parole che diventavano azioni, e azioni che avvaloravano le parole. 
 
Nella Parola di Dio ce n’è abbastanza per chiudere la bocca ai farisei di tutti i tempi. Gesù non vuole intavolare discussioni vane; condanna il modo dì vivere la fede quando è sclerotizzato: vi regnano talmente numerose le virtù, che non c’è più posto per un gratuito atto d’amore. 
 
Amore:
 
per i cristiani,  agape:  amore, sacrificio, amore disinteressato, donazione gioiosa di sé che ama e accetta l’altro trasfigurandolo. 
 
Amare non abolisce l’obbedire ma lo rende filiale; non annulla il timore di Dio, ma gli toglie il carattere servile; non rende meno impegnativa la relazione con Dio, ma non sopporta una formulazione del verbo amare all’imperativo. 
 
per i pagani, eros:  desiderio dell’altro, nobile autoaffermazione determinata dalla bellezza e dal fascino dell’altro, 
 
L’amore non lo si esegue, lo si vive in una festa di libertà: 
 
                                                                          Sogni di Libertà.
 
Gesù, andando oltre l’Antico Testamento («ama il prossimo come te stesso»), afferma: «amatevi l’un l’altro come io vi ho amato».
 
La vita di una comunità che viva queste parole è contagiosa e diffonde il Vangelo.
 
 (In parte, a tratti, liberamente: da Lectio Divina S. Maria di Pulsano)
 
Preghiera
 
O Padre, donaci un cuore libero
 
Avvisi e una domanda:
 
“Ma il cuore chi lo educa?”. (Vescovo Lorenzo)
 
Semplificare il cuore dell’Uomo.
 
Se uno mi ama, osserverà la mia parola: non c’è bisogno che qualcuno lo comandi.
 
“Volere il Bene”, non “Volere bene”.
 
Facciamola finita di andare appresso ad un mondo di chiacchieroni.
 
 “Deus caritas est” (Benedetto XVI) 
 
1 Corinzi 13 (S. Paolo)
 
Salmo 17, «Ti amo, Signore, mia forza».