VIA DEI LAGHI, NEMI – VELLETRI: LA PROVINCIA DI ROMA HA PULITO

di Angelo Parca

Nemi – Velletri (RM) – La Provincia di Roma c’è. Il 28 agosto abbiamo pubblicato un articolo reportage [VIA DEI LAGHI, NEMI – VELLETRI: A.A.A. CERCASI PROVINCIA DI ROMA] che testimoniava una situazione di vegetazione incolta sulla via Dei Laghi, pericolosa per pedoni e automobilisti. Delle foto che non avevano bisogno di molte descrizioni. La via dei Laghi, strada ad alta percorribilità e a doppio senso di marcia, nel tratto tra Nemi e Velletri presentava erbacce che ormai avevano completamente invaso e ricoperto i marciapiedi e i pedoni, costretti a camminare sulla carreggiata. La vegetazione fuoriusciva di almeno 30/40 cm dal guardrail. La Provincia di Roma è finalmente intervenuta: il tratto in questione adesso si presenta pulito. Le erbacce sono state eliminate tranne qualche “barbetta” lasciata qua e la. Adesso i rovi prima invadenti e incolti però, non danno più fastidio.

LEGGI ANCHE:

28/08/2014 VIA DEI LAGHI, NEMI – VELLETRI: A.A.A. CERCASI PROVINCIA DI ROMA



VIA DEI LAGHI, NEMI – VELLETRI: A.A.A. CERCASI PROVINCIA DI ROMA

di Angelo Parca

Nemi / Velletri (RM) – Il nostro reportage non ha bisogno di molte descrizioni. Ci troviamo sulla celebre via dei Laghi: una strada ad alta percorribilità e a doppio senso di marcia, nel tratto tra Nemi e Velletri. La vegetazione selvaggia predomina. Le erbacce ormai hanno completamente invaso e ricoperto i marciapiedi e i pedoni sono costretti a camminare sulla carreggiata. La vegetazione esce almeno 30/40 cm dal guardrail. Per i ciclisti questa mancanza di manutenzione è pericolosissima, per non parlare delle rigature alle macchine provocate da rovi e arbusti. La domanda è la seguente: la Provincia di Roma ha effettuato una regolare manutenzione del verde quest’anno? A dire dalle immagini sembrerebbe di no. Va bene le ricche piogge ma sicuramente si è trascurato un tratto importante di una arteria tra le più pericolose d’Italia per incidenti stradali. Quando si deciderà la Provincia di Roma a fare le pulizie di Pasqua in ritardo?
 




VELLETRI, SCOMPARSA DAVIDE CERVIA: NEL 2015 ATTESA UNA PRESCRIZIONE CHE LASCIA ANCORA TROPPI INTERROGATIVI

di Chiara Rai

Velletri (RM) – “Anche questa volta ci precludono il diritto alla verità, ci avviamo verso una archiviazione per prescrizione”. E’ amareggiata Marisa, moglie di Davide Cervia scomparso misteriosamente nel 1990 dopo un turno di lavoro alla Enertecnel Sud di Ariccia, a circa 15 minuti dalla sua abitazione a Velletri. In primavera 2015 dovrebbe arrivare la prescrizione tanto indesiderata da lei e i figli Erika e Daniele Cervia che in 24 anni di ricerche hanno lottato soprattutto contro le stesse istituzioni per ottenere da un tribunale una sentenza che confermasse la tesi del rapimento. E ancora l’ombra della scomparsa di Davide Cervia tormenta la famiglia, colpita tutt'oggi, da telefonate anonime non appena si risveglia l’attenzione su Davide, sia con un sit in o anche con la semplice realizzazione di un documentario.

 

L'attentato

Nel 2012, tre giorni prima delle riprese di un docu – film sul caso ( regia di Francesco Del Grosso, titolo "Fuoco Amico"), ci fu un attentato a casa Cervia: Qualcuno ha fatto esplodere le finestre alle 13:30 di giorno. Marisa racconta che i vigili, su sollecito,  non sono intervenuti soltanto dopo 45 giorni. Gli inquirenti non avrebbero indagato in maniera approfondita tanto che addirittura le fotografie che riguardavano i particolari dell’esplosione non sono mai risultate nei fascicoli.  

 

La citazione in giudizio ai Ministeri della Difesa e Giustizia

Tutto sembra dunque rapidamente evolvere verso il silenzio definitivo della giustizia, nonostante i 54 punti presentati dalla famiglia nel 2012 per la citazione in giudizio ai ministeri della Difesa e della Giustizia davanti al Tribunale civile di Roma, chiedendo il risarcimento dei danni subìti “per la violazione di ciò che può definirsi il diritto alla verità”. Una citazione, firmata dal legale Alfredo Galasso difensore di parte civile dei famigliari delle vittime di Ustica, insieme all’avvocato Licia D’Amico,  che raccoglie un groviglio di negligenze e depistaggi che hanno accompagnato I’indagine fin dal primo giorno, come riconosciuto dalla stessa Corte di appello.

 

Il ruolo della Marina Militare

Punto fondamentale è che la Marina Militare ha negato per anni la specializzazione di Davide, esperto in guerra elettronica con la sigla ETE/GE. Davide era esperto di un sistema di puntamento Teseo Otomat che veniva installato sulle principali fregate italiane che venivano vendute all'estero, come la Lupo o la Maestrale, dove lo stesso Davide Cervia era stato addestrato e aveva partecipato all'istallazione del Teseo Otomat. Il fatto è che a negare è stato lo stesso reparto che ha rilasciato all’uomo la specializzazione. Per la Marina Davide era un semplice elettricista ma la famiglia dell’uomo a quel punto, il 12 settembre del 1994, occupò per una decina di ore le stanze del ministero della Difesa, allora diretto da Cesare Previti, ottenendo, dopo un paio di giorni, il foglio matricolare con le specializzazioni dell’uomo. Nel 1998 la Procura generale di Roma  ottenne dal Sismi le note informative, che ipotizzavano il rapimento da parte di stati mediorientali e nordafricani. Per i servizi segreti della Marina militare (Sios), il caso era irrilevante: “i responsabili non ritennero l’episodio più di pertinenza di quell’ufficio”, si legge nella richiesta di archiviazione del fascicolo del 1999.

 

L'ipotesi della scomparsa

Marisa è decisamente convinta che un organizzazione criminale sia l’artefice della scomparsa del marito, sequestrato sei anni dopo il congedo, a poca distanza dall'invasione del Kuwait e dallo scoppio della prima Guerra del Golfo: “ Pensi che ipotesi – dice Marisa – prima lo Stato li addestra e poi li fornisce come accessorio all’armamento. Impossibile vero?”. All’epoca del rapimento c'era un embargo in atto da parte delle Nazioni Unite che imponeva all'Italia e ad altri Paesi come la Francia il divieto di vendere armi o addestrare militari dei Paesi del Medio Oriente. Questo bando internazionale coinvolgeva tutta una serie di sfere politiche e militari che probabilmente ha portato al rapimento di Davide Cervia. Comparse addirittura un biglietto aereo a nome di Davide Cervia l’8 gennaio del 1991. Ma poi pare scomparve.  E allora perché il corpo di Davide non è mai stato ritrovato? Davide Cervia è figlio della bandiera tricolore, è stato un onesto lavoratore ed è padre di famiglia, un uomo la cui vicenda non può essere dimenticata perché con tutta probabilità nasconde dinamiche messe in atto da poteri forti che i comuni mortali non possono conoscere. Ma bisogna sempre cercare la verità.

 

L’appello di Marisa

“Davide è vittima di alcune istituzioni italiane che negando lo stato di fatto si sono rese complici di un episodio criminoso, perché si parla di rapimento – dice la donna piena di rabbia ma ancora carica di una ammirevole volontà di lottare – mai Davide avrebbe immaginato di correre pericoli di questo genere, non me accennò mai. La sua storia non può essere dimenticata, non deve finire con un’archiviazione”.

 

Il rapimento

La mattina del 12 settembre del 1990 è uscito di casa presto per recarsi alla Enertecnel Sud di Ariccia, l’azienda dove lavora come perito elettronico, a circa un quarto d'ora di auto. Alle 17, finito il turno, ha salutato i colleghi ed è salito sulla sua Volkswagen Golf bianca per tornare a casa, dove non è mai arrivato. Gli inquirenti hanno parlato subito di allontanamento volontario, anche quando, circa due mesi dopo, un vicino di casa ha dichiarato di aver visto alcuni uomini caricare a forza Davide Cervia su un’auto di colore verde scuro. Posizione mantenuta anche dopo la testimonianza dell’autista di un autobus, che il giorno della scomparsa fu costretto a effettuare una brusca frenata a causa di una Golf bianca e di un’auto verde che non avevano rispettato lo stop e gli avevano tagliato la strada a forte velocità, provenendo da via Colle dei Marmi, dove si trova casa Cervia. L’1 marzo 1991, una lettera anonima recapitata a “Chi l’ha visto?” ha permesso di ritrovare l’auto di Cervia, parcheggiata a Roma nei pressi della stazione Termini. Un ex commilitone del periodo in cui Cervia era arruolato nella Marina Militare, contattato dalla moglie, ha ipotizzato che la scomparsa sia da mettere in relazione con le conoscenze sulle armi elettroniche che lui aveva acquisito. Dopo il diploma di perito elettronico, nel 1978, all'età di 19 anni, si era arruolato come volontario entrando a far parte come sottufficiale degli addetti agli armamenti tecnologici della nave Maestrale. Nel 1980, inoltre, aveva frequentato il corso di specializzazione che lo aveva qualificato esperto in guerra elettronica con la sigla ETE/GE. Il 5 aprile 2000 il caso è stato archiviato dalla magistratura come “sequestro di persona a opera di ignoti” per l’impossibilità di rintracciare i responsabili. I figli Erika e Daniele insieme alla madre Marisa la settembre del 2102 hanno citato a giudizio i Ministeri della Difesa e della Giustizia davanti al Tribunale civile di Roma, chiedendo il risarcimento dei danni subìti “per la violazione di ciò che può definirsi il diritto alla verità”.




VELLETRI, SUL MONTE ARTEMISIO LA MADONNA FA LA PREDICA AI SACERDOTI: VERGOGNATEVI!

di Chiara Rai

Velletri (RM) “Figli miei, vi ringrazio di tutto cuore che siete venuti a Me con tanta fede e con tanta gioia, purtroppo è venuto a mancare un vostro fratello ma non dovete preoccuparvi, lui è qui con me.
Vorrei dire alcune cose ai Sacerdoti di Velletri: «Ve lo dice la vostra Madre Celeste, Vergognatevi! Farvi mettere sui giornali, non avete rispetto neppure per il vostro Vescovo, dovete fare ubbidienza, mi dispiace di cuore dovervi dire queste cose, purtroppo siete voi che non state più dando l’esempio ai vostri fedeli. Ecco perchè le Chiese sono vuote, cercate di dare il buon esempio. Mio Figlio non vuole giornali ne riviste, è molto dispiaciuto, rispettate il vostro Vescovo Vincenzo.» Per voi Figli miei, dico solamente: «Cercate di crearvi l’Arca come Noè, però la vostra Arca è con i Sacerdoti nella Chiesa, spero che mi ascoltino.»
E che la Benedizione di Dio scenda su di voi e anche su di loro, Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”
Questo il messaggio che la Madonna avrebbe inviato ai sacerdoti locali tramite Angela.

A Velletri, 700 metri di altitudine, dove c'è la fonte d'acqua Donzella, una sorgente in cima al Monte Artemisio di Velletri un folto gruppo di persone si riunisce all’alba di ogni primo giorno del mese  per assistere all’apparizione della Madonna che può vedere e sentire soltanto la sensitiva signora Angela, folgorata il primo ottobre 2010 dalla prima apparizione mariana. Proprio accanto alla fonte, c'è un piccolo santuario, all'interno di una casetta, improntato da Angela. La madre di Gesù, secondo i racconti di Angela, apparirebbe accanto alla statua per mandare messaggi ai fedeli. Però, prima di abbeverarsi di «santità», fare riserve d'acqua per la casa e leggere le missive benedette, occorre affrontare a piedi un tortuoso, ma suggestivo, cammino in salita di circa un'ora. Ciononostante, da quattro anni ormai, i fedeli continuano a crescere a dismisura. E sfidano i dissensi della Chiesa, i veti degli ambientalisti e le raccomandazioni degli scettici. Il sindaco, osservando la crescita dei pellegrinaggi, ha anche vietato il transito alle auto, sin dal 2011, facendo chiudere il sentiero con lucchetto e sbarra in ferro. Ma i devoti non conoscono sigilli, ne li spaventa la faticosa passeggiata. Tirano dritto, pervasi dal proprio credo, onorano la fonte Donzella dalla quale sgorga acqua all’arsenico. Il passaparola ha restituito una discreta fama alla signora sensitiva che da casalinga e cercatrice di funghi, in pochi mesi, è diventata “la prescelta”. Molti residenti della provincia romana la considerano «l'eletta», perché interlocutrice privilegiata dalla Vergine Maria. Attorno alla sua figura, venerata come portatrice di messaggi celesti, è sorta addirittura l'associazione dei «Figli dell'Immacolata Concezione».
 




VELLETRI, POLIZIA IN AZIONE: ARRESTATI TRE ROMENI PER FURTO AGGRAVATO

Redazione

Velletri (RM) – Una pattuglia del Commissariato di Velletri, diretto dal dott. Roberto CIOPPA, mentre attraversava viale Marconi in direzione della circonvallazione Appia, ha notato due persone che stavano  salendo su un auto ferma vicino a un cantiere edile.

L’auto alla  vista dei poliziotti tentava subito di allontanarsi ma veniva bloccata dagli agenti.

All’interno di questa i poliziotti, hanno identificato tre persone M.G. 32enne, V.M.L. 27enne, e un 17enne, tutti di origini romene.

Da un controllo  nella banca dati della polizia, gli agenti hanno riscontrato a carico dei due maggiorenni  numerosi precedenti per reati di furto.   

Sul sedile posteriore dell’auto inoltre,   i poliziotti hanno trovato un grosso cacciavite e una torcia e, all’interno del cofano, hanno rinvenuto  due taglia mattoni, un trapano e attrezzi vari da cantiere.

Sulla scorta degli elementi di prova acquisiti, gli agenti hanno accompagnato i tre negli uffici del commissariato per gli ulteriori accertamenti.

Il responsabile del cantiere, contattato dalla polizia, ha riconosciuto gli attrezzi rinvenuti nell’auto, e insieme ai poliziotti ha constatato che erano stati rubati in un locale all’interno del cantiere stesso.  

Al termine degli accertamenti M.G. e V.M.L. sono stati  arrestati e messi a disposizione dell’A.G., per rispondere del reato di furto aggravato, in concorso tra loro, mentre il diciassettenne è stato denunciato in stato di libertà e affidato ai genitori.




PARCO REGIONALE DEI CASTELLI ROMANI: AL VIA LE ESCURSIONI PER UTENTI DEL CENTRO DI RIABILITAZIONE PSICHIATRICA

Redazione

Velletri (RM) – Un ciclo di quattro escursioni, organizzate e condotte dal Servizio educazione ambientale del Parco regionale dei Castelli Romani, destinate agli utenti del Centro diurno per la riabilitazione psichiatrica Roma H Distretto H5 di Velletri.

Un progetto che torna, dopo il successo delle edizioni precedenti, e che propone itinerari accessibili agli Utenti del Centro, accompagnati, oltre che dal personale dell’Ente, anche da medici e infermieri del Centro diurno, affinché i partecipanti possano apprezzare le bellezze del Parco e beneficiare degli innumerevoli benefici che regala una passeggiata in mezzo al bosco, alla scoperta di piante, alberi e animali.

“Questa iniziativa – commenta il commissario straordinario, Sandro Caracci – va nella direzione di rendere fruibile il territorio per coloro che sono impegnati in un percorso di riabilitazione psichica. Il Parco torna a lavorare su tematiche delicate e importanti, riprendendo un progetto con il quale si vuole rendere accessibile una parte della rete sentieristica a coloro che presentano diverse tipologie di handicap. Facendo leva sul nuovo quadro finanziario della UE 2014/2020, il Parco intende coinvolgere soggetti pubblici e privati, in quello che è un progetto di accessibilità ma, soprattutto, di civiltà”.
 




VELLETRI: RIFLETTORI ACCESI SU "STORIA DI UN CANTASTORIE"

 

Daniele Mutino, una fisarmonica itinerante / Racconto intervista a cura di Maria Lanciotti
 
Redazione 

Velletri (RM) – Dall’incontro tra Maria Lanciotti e Daniele Mutino nasce un’articolata intervista che, seguendo i percorsi esteriori dei interiori del protagonista e le vicende collettive che egli ha attraversato, racconta in realtà tante diverse storie, richiamando alla memoria anche alcune vicende dimenticate che appartengono a tutti noi.
 
“[…] Ho chiamato questo progetto Cantastorie per Tempi Moderni in omaggio al meraviglioso film di Charlie Chaplin, ed in particolare alla scena finale, in cui Charlot e la sua compagna, dopo avere, nel giro di pochissimo tempo, conquistato e perso ogni cosa – lavoro, casa, successo -, si ritrovano all’alba di un nuovo giorno da soli, senza più niente se non il loro amore, e camminano mano nella mano su una strada dritta che, in un paesaggio del tutto spoglio, porta verso un orizzonte indefinito e vuoto: lei guarda verso il basso sconsolata, ma Charlot le indica con un gesto di alzare lo sguardo e di sorridere, e così, sorridendo, mentre una musica meravigliosa li accompagna, s’incamminano verso l’ignoto, verso il futuro.Per il futuro, sulla traccia indicata dal grande Charlie Chaplin, ma anche per me da mio nonno Useo Carmelo D’Aiuto, mi piacerebbe sviluppare pienamente questo progetto sul cantastorie, per raccontare alla gente la drammaticità del nostro tempo attraverso il sogno della musica e del sorriso”.
 




VELLETRI E NEMI: SEQUESTRATA AREA DI 5MILA MQ NEL CUORE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI

Redazione
Velletri e Nemi (RM)
–  I Carabinieri della Compagnia di Velletri, nel corso di un predisposto controllo di contrasto alle violazioni delle normative in materia ambientale e di monitoraggio eventuali riciclatori/commercianti abusivi di metalli, effettuato unitamente ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma, hanno sequestrato un’area di circa 5.000 mq posta all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. L’attività ispettiva svolta dalla Stazione Carabinieri di Nemi con gli specialisti del NOE, ha consentito di individuare un sito di stoccaggio di veicoli fuori uso, componenti elettronici, parti meccaniche e di carrozzeria, olii esausti; al vaglio dei carabinieri un’attività di gestione e deposito di veicoli fuori uso da parte di una società.

Dai primi accertamenti è emersa l’assenza delle autorizzazioni previste dalla legge in zona soggetta a vincolo paesaggistico-ambientale ed idrogeologico posta tra i territori comunali di Velletri e Nemi. Sono state inoltre riscontrate irregolarità nello stoccaggio dei materiali ed oli esausti, nonché la mancata realizzazione di idoneo sistema di raccolta e trattamento acque di piazzale e meteoriche. Il titolare della società è stato deferito alla competente Autorità giudiziaria per reati in materia ambientale:
–    art. 256 c. 1 lett. a e b d. lgs n. 152/2006: violazioni varie al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia ambientale;
–    art. 13  d.lgs n. 209/2003: violazioni della normativa in merito allo smaltimento dei veicoli fuori uso;
–    art. 181 d.lgs 4/2004 opere eseguite in assenza di autorizzazione o in  difformità da essa su beni paesaggistici.

LEGGI ANCHE:

: 17/07/2014 VELLETRI / NEMI, UNO SFASCIO NEL CUORE DEL PARCO DEI CASTELLI: MAXI OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI VELLETRI CHE SCONGIURANO UN DANNO AMBIENTALE


 




VELLETRI, CENTRO DI ACCOGLIENZA. FATTORI: "UN CENTRO DI INTERESSI ECONOMICI E POLITICI"

Redazione

Velletri (RM) – "Il solito ricatto morale, la solita prassi in salvaguardia di interessi individuali, il tutto travestito da azioni sociali. – Dichiara la senatrice della Repubblica Elena Fattori attraverso un comunicato – Verrebbe da dire: "niente di nuovo". – prosegue la Fattori –  Ecco cosa rappresenta la vicenda legata allo SPRAR di Velletri. Un centro di accoglienza, in apparenza, che sembra, però, essere molto più un centro di interessi economici e politici; di sicuro, un progetto ben lontano da un'azione di reale solidarietà verso le popolazioni costrette a scappare dalle proprie terre".

Il Movimento 5 Stelle, da mesi, sta informando i cittadini riguardo l'ennesimo inciucio, portando costantemente battaglia in consiglio comunale, grazie alla figura del Consigliere Paolo Trenta; ne viene alla luce un modus operandi a dir poco bizzarro. "E' incomprensibile un atteggiamento del genere. Cooperative gestite come scatole cinesi, deroghe da parte del Ministero degli Interni, assegnazioni dirette, revoche e riassegnazioni agli stessi soggetti. Questo è lo SPRAR. Due milioni di euro di soldi pubblici che finiranno nelle tasche di soliti noti in un groviglio acrobatico di atti e contro atti.

Roba da far annichilire anche un circo", dichiara il Consigliere del Movimento 5 Stelle, che sulla vicenda ha anche coinvolto la cittadina in Senato Elena Fattori, la quale ha presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda, diretta proprio al Ministro Alfano.

"Quello dei centri di accoglienza e della loro organizzazione è un problema di grande attualità che merita una legge organica e provvedimenti seri come l'abolizione del reato di clandestinità e non del solito contenitore clientelare" dice la Fattori, che aggiunge:" Spesso in questi centri la dignità umana non viene rispettata e anzi si tende al risparmio anche sui beni di prima necessità affinchè il margine di guadagno proveniente dai fondi pubblici sia maggiore. Abbiamo il sentore che l'organizzazione per accedere a questi finanziamenti sia ben organizzata a livello Regionale e il fatto che i nomi delle Cooperative coinvolte siano sempre gli stessi non fa assolutamente ben sperare. Mi auguro che il Ministro Alfano si degni di rispondere anche se poco confido in chi ha fatto silenzio anche su vicende come quelle legate a Priebke o sulla trattativa coi tifosi di Roma e Napoli". Di certo la vicenda non si conclude qui per quanto riguarda noi del Movimento 5 Stelle, che andremo avanti nell'indagine e nelle denunce presso gli organi preposti al controllo. Chiosa il Consigliere Paolo Trenta:" Questo dei centro di accoglienza è uno scempio che deve terminare. I soggetti che hanno agito a Velletri sono gli stessi di Ariccia. Non credo sia un caso, ma il gioco di potere e quello economico sono le reali motivazioni di una politica propagandista che sperpera denaro pubblico a fronte dell'inadeguatezza strutturale e politica."
 




VELLETRI TRIBUNALE: NOMINA DI LUCIO DI LALLO "CONGELATA AL MINISTERO"

di Chiara Rai

Velletri (RM) – Due presidenti del Tribunale di Velletri per una sola poltrona, anche volendo non è "cosa" possibile perché l'attività giudiziaria si paralizza e chi ci rimette sono i cittadini. Il Tribunale di Veliterno non è più commissariato in quanto lo scorso maggio il commissario ad acta Onofrio Fanelli ha nominato presidente il magistrato Lucio Di Lallo. Di fatto il ministero della Giustizia deve ratificare la nomina affinché sia effettiva, ma da quasi due mesi è tutto congelato proprio lì. Così Di Lallo pur pronto e nominato non può esercitare, mentre l'ex presidente Francesco Monastero ancora è sullo scranno di fatto tutt'ora conteso.

I cittadini e tutti gli utenti devono barcamenarsi nel caos del tribunale che non può garantire al meglio una organizzazione dell'attività giudiziaria: dalla cancelleria, agli avvocati fino ad arrivare a semplici ratifiche di tirocini o divorzi. Ci vuole un solo "comandante" e Di Lallo sta sollecitando il ministero affinché possa effettivamente traghettare la propria nave e garantire una efficiente gestione del personale di magistratura.

E intanto ci si chiede se gli atti che vengono siglati dall'ex presidente si possano considerare efficaci. E’ infatti del 7 aprile la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso proposto dal magistrato Lucio Di Lallo contro il Consiglio Superiore della Magistratura per l’ammissione all’incarico di Presidente del Tribunale di Velletri e di fatto condanna il Ministero della Giustizia ed il CSM a restituire a Di Lallo le spese dell’ultimo grado di giudizio.

Di Lallo aveva svolto per oltre quindici anni, tra il 1992 ed il 2008, un incarico semidirettivo, quale presidente di sezione del Tribunale di Velletri e per un periodo le funzioni presidenziali di fatto. Lucio di Lallo a questo punto ha conteso la poltrona con Francesco Monastero, quest’ultimo nominato nel 2009 Presidente del Tribunale di Velletri.

La nomina di Francesco Monastero, impugnata da Di Lallo, ha aperto una serie di ricorsi e impugnazioni tra i due magistrati fino ad arrivare all’ultimo giudizio. Il Consiglio di Stato ha ribadito la valenza dei due magistrati candidati alla poltrona di presidente, come si legge, nella sentenza, si tratta di “valentissimi magistrati senza alcuna pecca o macchia di alcun genere nelle rispettive carriere, di condotta cristallina, e cui nulla, giammai, si è potuto rimproverare sotto alcun profilo”. Viene evidenziato anche che, sotto il profilo della molteplicità delle esperienze “strettamente giudiziarie”, l’impugnante Di Lallo ha percorso esperienze più variegate: dal civile al penale, seppur sempre di merito ed all’interno del Tribunale di Velletri. Mentre Monastero ha esplorato prevalentemente il campo del diritto penale.

LEGGI ANCHE:

14/04/2014 VELLETRI, COMMISSARIATO IL TRIBUNALE: IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO DEL MAGISTRATO LUCIO DI LALLO CONTRO IL CSM



VELLETRI: SI COSTITUISCE IN CARCERE FABIO NALIN DI LATINA, ACCUSATO DI TRAFFICO ILLECITO NELLA OPERAZIONE ANTIDROGA "ARCO"

Redazione

Velletri (RM) – Alle ore 11.00 di questa mattina si è costituito presso la Casa Circondariale di Velletri, anche Fabio Nalin43 enne di Latina,  colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere nella recente operazione antidroga convenzionalmente denominata "ARCO", eseguita lo scorso 27 giugno, nellambito della quale sono statearrestate altre 23 persone per traffico illecito di sostanze stupefacenti .

L'uomoera riuscito a sottrarsi alla cattura e da quella mattina aveva fatto perdere le proprie tracce, abbandonando la propria abitazione. I Carabinieri, tuttavia, hanno avviato un piano di ricerche a largo raggioe, senza mai interrompere le indagini, sono riusciti a mettere sotto pressione  Nalinche sentitosi braccato, ha deciso di costituirsi accompagnato dal suo legale di fiducia.