Vaccini: sì all’obbligo nelle scuole dell’infanzia

Niente ingresso a scuola se prima non si fanno tutte le vaccinazioni. “Già a decorrere dall’anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l’avvenuta vaccinazione”. E’ quanto specifica un parere del Consiglio di Stato sulla normativa vigente in materia di obbligo vaccinale, reso in risposta a un quesito del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Soddisfatta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sulla sentenza del Consiglio di Stato sui vaccini.”Una buona notizia: è sempre importante ricordare che i vaccini sono le uniche armi che abbiamo per combattere virus pericolosissimi”.

Mentre per Zaia non è andata bene: “Il parere al Consiglio di Stato sulle modalità di applicazione della legge nazionale sui vaccini lo avevamo chiesto noi, quindi ne rispettiamo totalmente le conclusioni. Ci riserviamo peraltro di leggerne integralmente i contenuti, aldilà delle anticipazioni avute tramite le Agenzie”. Lo dice il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, commentando la notizia che il Consiglio di Stato ha indicato che già a decorrere dall’anno scolastico in corso trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai nidi e alle scuole per l’infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l’avvenuta vaccinazione. “Resta in piedi – aggiunge il Governatore – il nostro ricorso alla Corte Costituzionale, che è anche stato aggiornato sulla base della conversione nella legge 119 del Decreto Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini, la cui discussione è stata proprio oggi fissata dalla Consulta per il 21 novembre 2017 in udienza pubblica”




Udine, vaccini: porta la figlia a scuola senza documenti e chiama i carabinieri

UDINE – Porta la figlia all’asilo senza firmare l’autocertificazione sull’avvenuta vaccinazione e quando la scuola la richiama agli obblighi di legge la mamma chiama i Carabinieri. L’episodio – riportato oggi dal Messaggero Veneto – si è verificato ieri mattina in una scuola dell’infanzia di Latisana (Udine). Il personale dell’istituto aveva già richiamato venerdì la donna, ricordandole l’obbligo di presentare l’autocertificazione. Ma ieri la donna ha riportato la figlia a scuola senza i documenti richiesti e, a fronte della nuova richiesta del personale di firmare i certificati, la signora ha richiesto l’intervento di Carabinieri e Polizia locale che hanno solo registrato l’episodio. La bambina è stata ammessa a scuola con riserva per un solo giorno.




Vaccini, oltre 21mila prenotazioni su 30mila inadempienti: già rilasciati 106mila certificati in Lombardia

“Al 6 di settembre sono stati rilasciati 106.618 certificati e registrate 21.190 prenotazioni per la somministrazione della profilassi, su 30.493 bambini, fino a 6 anni, che risultano non vaccinati. Quindi quasi tutti hanno già fatto la richiesta per mettersi in regola”. Lo ha riferito l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera rispondendo a un’interrogazione presentata dal Pd in Consiglio regionale. “Nonostante una legge approvata in piena estate e circolari attuative poco chiare e lacunose, emanate da metà agosto a qualche giorno fa, in Lombardia non c’è stato nessun problema e nessuna disfunzione – ha proseguito – abbiamo agito con tempestività ed efficacia”.”Regione Lombardia – ha spiegato inoltre l’assessore – ha un sistema informatizzato presso tutte le Ats. La piattaforma, denominata’Gev’, consente una lettura comune dei dati che ci permette di verificare lo stato vaccinale e rilasciare certificazioni corrette e aggiornate per tutti in nati sul nostro territorio. Siamo già da tempo al lavoro per la realizzazione di un’unica anagrafe regionale vaccinale in grado di assicurare maggiore omogeneità e raccordo su tutto il territorio che sarà pronta entro marzo del 2018, in concomitanza con la scadenza del termine fissato dalla legge per la presentazione dei certificati vaccinali da parte di coloro che hanno presentato l’autocertificazione”. “Il vero sistema di semplificazione per sgravare le famiglie dalla presentazione della documentazione – ha concluso l’assessore – è lo scambio reciproco di dati tra Scuole e Ats. Avevamo per questo interpellato il Garante della Privacy, visto che lo scambio di dati sensibili non è consentito dalla legge, ma l’unica autorizzazione concessa riguarda la possibilità dell’invio dei dati solo da scuola a Ats e non viceversa, a meno che non si proceda alla predisposizione di un regolamento ad hoc. Abbiamo già iniziato a lavorare alla sua definizione e nell’arco di qualche settimana, sottoporremo al Consiglio la richiesta di una modifica del codice della privacy per arrivare a inoltrare la nuova richiesta al Garante entro fine ottobre, in modo da offrire un concreto e reale aiuto alle famiglie lombarde”.



Vaccini, governo contro Zaia: si pensa a ricorso contro la moratoria del Veneto

Il governo, tramite il Ministero della Salute, sta valutando di impugnare il decreto della Regione Veneto che sui vaccini concede una moratoria fino al 2019. Un mandato formale, secondo quanto si apprende, non è ancora stato dato all’Avvocatura dello Stato, ma informalmente è già stato avviato l’esame del dossier per impugnare la norma di fronte al Tar del Veneto.

L’esame, che coinvolge anche il distretto del Veneto dell’Avvocatura dello Stato, riguarda i contenuti della norma regionale che dà tempo fino all’anno scolastico 2019-2020 in Veneto per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bambini da zero a sei anni, evitando la decadenza dell’iscrizione dagli asili nido e infanzia. Il principio cardine su cui farà leva l’impugnazione è che sebbene la sanità sia una materia in gran parte concorrente, cioè di competenza sia delle Regioni che dello Stato, la salvaguardia della salute è invece una competenza esclusivamente statale e quindi non è possibile che ci siano trattamenti e regole diversi a seconda degli orientamenti regionali.

Il Veneto aveva invfatti prorogato la scadenza all’anno scolastico 2019-20, per presentare la documentazione di avvenuta vaccinazione dei bambini per l’iscrizione a nidi e scuole dell’infanzia, evitando la decadenza dell’iscrizione stessa. La decisione arriva con un decreto che predispone le ‘indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin’, firmato dal direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, mentre la Regione attende l’esito del ricorso alla Consulta.

A pochi giorni dallo squillo della prima campanella e dalla scadenza fissata all’11 settembre per presentare la documentazione o l’autocertificazione in merito alle dieci vaccinazioni divenute obbligatorie per l’iscrizione a scuola da 0 a 6 anni (per gli altri gradi di scuola, fino ai 16 anni, il termine è invece fissato al 31 ottobre), si complica dunque il quadro a livello regionale. E se il Veneto opta per la moratoria, la regione Lombardia fa invece ‘marcia indietro’ e congela la delibera che prevedeva una deroga di 40 giorni dall’inizio della scuola per mettere in regola i bambini iscritti agli asili nido (gli unici di competenza diretta) dal punto di vista delle vaccinazioni.

Sull’obbligo vaccinale già a partire da questo anno scolastico 2017-18, le ministre dell’Istruzione e della Salute, Valeria Fedeli e Beatrice Lorenzin, hanno però più volte ribadito di non ammettere proroghe o deroghe, sottolineando l’urgenza di assicurare una uniformità delle coperture vaccinali nelle scuole. Per facilitare le procedure, la circolare congiunta dei due ministeri dello scorso 1 settembre aveva appunto ‘ufficializzato’ anche la possibilità di ricorrere all’autocertificazione. Il Veneto ha però deciso di ‘smarcarsi’: la scelta della moratoria, in attesa dell’esito del ricorso contro la legge sull’obbligo vaccinale già presentato dalla Regione alla Consulta, deriva – informa una nota della Regione – da “incongruenze nella legge Lorenzin che non renderebbero chiari i tempi di applicazione della decadenza dell’iscrizione, evidenziate dai tecnici della Regione Veneto”. Al contrario, la Regione Lombardia ha invece annunciato che sta valutando, dopo la nuova circolare del Governo, se approvare o meno l’annunciata delibera sull’applicazione della legge sui vaccini, valutazione che era prevista nella Giunta che si è riunita stamane ma che non ha preso una decisione. A chiarire la posizione è lo stesso presidente Roberto Maroni: “Non voglio lo scontro col Governo – ha detto -. Ho parlato con la ministra Fedeli, ci siamo chiariti. Non c’è posizione di conflittualità, vogliamo risolvere il problema con la leale collaborazione tra istituzioni”.

Da parte sua, il ministro Fedeli ribadisce che “tutto il sistema dello Stato ha operato per facilitare l’applicazione della legge, perché essa ha un valore in sé. Noi – ha sottolineato – abbiamo fatto di tutto per facilitare, informare, coinvolgere, dare anche strumenti concreti, con la circolare congiunta che abbiamo mandato in tutta Italia sulla autocertificazione”. L’importante, ha aggiunto, “è che il genitore sia consapevole della scelta che fa. A me dispiace molto, soprattutto per i bambini, perché una delle due sanzioni, oltre a quella economica, è quella che il bambino non può frequentare il nido”. La tensione resta però alta e critiche sono giunte anche da Lega , M5S e Federconsumatori. Intanto, in molte regioni continua la ‘corsa’ delle famiglie per mettersi in regola in vista dell’avvio dell’anno scolastico, con i centri vaccinali in vari casi presi d’assalto.




Lombardia, vaccini. Gallera: “dal 10 settembre 40 giorni per riammettere bambini esclusi”

“Avremmo voluto dare 40 giorni di tempo affinche’ nessun bambino restasse fuori da scuola e si desse la possibilita’ ai genitori con piu’ dubbi o resistenze di poter accedere a un percorso di recupero dell’inadempimento, li daremo ugualmente per garantire il vero obiettivo della legge sui vaccini che e’ raggiungere la massima copertura vaccinale”. Lo dice l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera che, in una nota che inviera’ nel pomeriggio ai ministri alla Salute Beatrice Lorenzin e all’Istruzione Valeria Fedeli, annuncia la firma di un decreto che consentira’ ai bambini che il 10 settembre verranno allontanati da Nidi e Scuola dell’infanzia per la mancata presentazione della documentazione, di poter accedere a un ‘Percorso formale di recupero dell’inadempimento’ che, nel breve periodo di 40 giorni, consentira’ loro di mettersi in regola e riprendere la frequenza.

“Regione Lombardia – ha detto l’assessore – dal principio crede e si e’ impegnata per convincere le famiglie che vaccinarsi sia l’unica scelta responsabile per i propri figli e per la comunita’, tanto che nell’aprile scorso, grazie alla comunicazione ai pediatri dell’elenco dei bambini non vaccinati, e’ stato recuperato il 10 per cento di questi. Per questo motivo, e per colmare alcune lacune e rigidita’ del percorso transitorio della legge sui vaccini, presenti nella Circolare ministeriale del 16 agosto, avevamo proposto al ministro Lorenzin un’interpretazione della norma, costituzionalmente orientata ai principi ragionevolezza, che equiparava la semplice prenotazione della vaccinazione con la conclusione del percorso di recupero dell’inadempimento, dando cosi’ la possibilita’ a nessun bambino di venire escluso da scuola neppure per pochi giorni”. “Con soddisfazione – ha aggiunto – abbiamo constatato che le nostre osservazioni hanno spinto i due Ministeri, della Salute e dell’Istruzione, a emettere una nuova Circolare, quella del 2 settembre, che ha introdotto metodi semplificati per le famiglie, come la prenotazione via mail e telefonica delle vaccinazioni e la presentazione dell’autocertificazione”. “Verificato, pero’, che la nostra offerta interpretativa – ha proseguito – non ha trovato, purtroppo, il pieno accoglimento e che il provvedimento da noi definito non e’ estensibile alle scuole dell’infanzia (che devono uniformarsi alle indicazioni statali), per evitare confusione alle famiglie, abbiamo ritenuto di mantenere un’omogeneita’ del percorso attuando anche per i Nidi le indicazioni previste per la Scuola dell’infanzia, evitando, quindi, disparita’ di trattamento”. “Ritenendo, comunque – ha concluso Gallera -, che nelle indicazioni ministeriali permanga un vuoto riguardo alla possibilita’ di recuperare nel minor tempo possibile gli inadempienti e convincere le famiglie piu’ restie a vaccinare i propri bambini, Regione Lombardia ha deciso di mantenere attivo il ‘Percorso di recupero dell’adempimento’. Un percorso che formalizzeremo per decreto, nei prossimi giorni, che consentira’, ai genitori che non avendo presentato la documentazione, l’11 settembre vedranno i loro bambini allontanati dalle scuole, di partecipare ad un’azione di recupero. Un’azione da espletarsi in un massimo di 40 giorni che, attraverso colloqui approfonditi con i nostri esperti, dia loro la possibilita’ di mettersi in regola e, ai propri figli, di essere immediatamente riammessi alla frequenza scolastica”.




Regione Lombardia, vaccini. Maroni: “Non vogliamo scontri con il Governo” ministri Lorenzin e Fedeli hanno riconosciuto correttezza nostra posizione

Palazzo Lombardia rinvia la delibera con la proroga di 40 giorni per le famiglie: “Valuteremo se sia sufficiente una norma interna per rendere più semplice l’attuazione della legge”

È arrivata alle 10.30 di questa mattina la risposta dei ministri Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli – a capo, rispettivamente, di Salute e Istruzione – alla lettera che Regione Lombardia aveva inviato qualche giorno fa, in cui l’assessore al Welfare Giulio Gallera e il governatore Maroni sollevavano alcuni dubbi sull’attuazione del decreto Lorenzin e illustravano la delibera (che si sarebbe dovuta approvare oggi) , che aveva proponeva di concedere alle famiglie 40 giorni per risolvere eventuali inadempienze e presentare la documentazione in regola sulle vaccinazioni. “La lettera riconosce, in un passaggio importante, l’ impegno e la correttezza delle questioni poste da Regione Lombardia”, ha detto il governatore chiarendo che, però, “non tutte le nostre esigenze sono state accolte. Non vogliamo lo scontro con il governo: ho parlato con il ministro Fedeli e ci siamo chiariti. Non c’è conflittualità, noi vogliamo risolvere il problema con collaborazione. Però la risposta del governo non è completamente soddisfacente. Oggi valuteremo se sulla base della circolare e della lettera sia utile per noi fare una delibera che chiarisce alcuni passaggi che nella circolare non ci sono o se basterà una norma interna nostra per rendere più semplice l’attuazione della norma di legge”. Un norma che Maroni ha definito “complicata, sbagliata, attuata in agosto e questo crea complicazioni”, ha concluso Maroni. Gli fa eco l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che ha ribadito che “Il nostro obiettivo è di non lasciare a casa nessuno da scuola. I genitori si convincono con un lavoro serio, approfondito e specifico.Faremo di tutto, anche con i nostri legali”.

FEDELI, SPERO LOMBARDIA DECIDA DI COMPORTARSI COME ALTRE REGIONI
“Ho capito intanto che non fanno deroghe. Però devo vedere, dovremo vedere effettivamente la delibera che propongono”. Così in mattinata il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, a Radio 24 era tornata sulla posizione sostenuta della Lombardia  “Credo che abbiano anche apprezzato tutto il lavoro fatto e l’ulteriore circolare che abbiamo mandato venerdì. Si tratta di facilitare le cose, che credo sia ciò che chiedevano la Regione, ma anche le famiglie e le scuole. La maggioranza delle Regioni italiane ha lavorato esattamente sulla facilitazione così come abbiamo spiegato nella circolare. Sarebbe l’unica, la Regione Lombardia, invece che sceglie di fare diversamente. Spero che non sia così.”




Vaccini, Fedeli: “Spero che la Lombardia decida di comportarsi come le altre regioni”

LOMBARDIA – Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli si è espressa sulla questione dell’obbligo vaccinale per le iscrizioni a scuola in Lombardia, intervistata da Luca Telese nella prima puntata da lui condotta di 24Mattino su Radio24. Lo riferisce una nota della trasmissione. “Ho capito intanto che non fanno deroghe – ha detto – Però devo vedere, dovremo vedere effettivamente la delibera che propongono, credo proprio questa mattina o oggi pomeriggio al Consiglio Regionale. Credo che abbiano anche apprezzato tutto il lavoro fatto e l’ulteriore circolare che abbiamo mandato venerdì. Si tratta di facilitare le cose, che credo sia ciò che chiedevano la Regione, ma anche le famiglie e le scuole. La maggioranza delle Regioni italiane ha lavorato esattamente sulla facilitazione così come abbiamo spiegato nella circolare. Sarebbe l’unica, la Regione Lombardia, invece che sceglie di fare diversamente. Spero che non sia così.”




Vaccini, Gallera a Fedeli: Lombardia agisce nel rispetto legge

“Regione Lombardia agisce nel rispetto della legge e non è fuori legge. Diamo una rassicurazione assoluta al ministro Fedeli: non ci sono proroghe per la presentazione della documentazione”. Così l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha risposto – durante una conferenza stampa convocata a Palazzo Lombardia al ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli che aveva definito ‘fuorilegge’ la Regione per l’iter concesso alle famiglie per regolarizzare eventuali inadempienze. Gallera ha chiarito che parlare di “proroga” è “un’inesattezza” e che “in Lombardia nessun bambino non vaccinato potrà frequentare gli asili”. La querelle tra Regione e Governo è nata in seguito alla decisione del Pirellone di concedere, in totale, 40 giorni alle famiglie per consegnare i documenti che attestino le vaccinazioni (attraverso un’autocertoficazione) o per regolarizzare le inadempienze avviando un percorso formale di recupero, comprendente anche incontri con personale Ats per superare dubbi e resistenze. “Abbiamo solo predisposto un percorso che attraverso una ragionevole e sistematica interpretazione della norma, aiuti a raggiungere l’obiettivo della legge che non è escludere bambini o applicare sanzioni, ma farli vaccinare”, ha spiegato Gallera. L’interpretazione “consente, anche a coloro che hanno dubbi o che hanno una situazione clinica del proprio figlio preoccupante e non presentano la documentazione, di attivare quel percorso formale di recupero dell’adempimento, previsto dalla legge, che, in via ordinaria, viene fatto prima dell’inizio dell’anno scolastico e che, inspiegabilmente, è saltato nella fase di applicazione transitoria”. “Non è corretto che chi non è vaccinato e fa la richiesta di vaccinarsi e, magri dopo qualche mese, decide di non vaccinare più il proprio figlio, frequenti per alcuni mesi la scuola, e chi, invece, avendo gli stessi dubbi non presenta la domanda, viene escluso immediatamente”, sostiene. “Quindi, noi abbiamo fatto un’operazione di grande giustizia nel pieno rispetto della legge”. Gallera ha poi definito “bizzarra” la richiesta di semplificazione del ministro Fedeli: “Che un ministro di un governo che ha fatto approvare una legge 20 giorni fa, inviti a semplificarla è un paradosso. Perché non l’hai fatta più semplice?” – si chiede l’assessore – “ma questo da parte del nostro paese”.




Milano vaccini, Gallera: altri 40 giorni di tempo. Per famiglie possibilità di ‘mettersi in regola’

MILANO – Quaranta giorni è il tempo che i bambini non vaccinati degli asili nido e delle scuole materne della Lombardia avranno a disposizione per recuperare eventuali inadempienze. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha chiarito, durante una conferenza a Palazzo Lombardia, la procedura che le famiglie dovranno seguire per quanto riguarda le vaccinazioni, diventate obbligatorie dopo l’approvazione del Decreto Lorenzin dello scorso 29 luglio.

Entro il 10 settembre i genitori dovranno consegnare i documenti di autocertificazione relativi alle vaccinazioni (scaricabili dal sito dell’Ats) alle segreterie della scuola. Nei dieci giorni successivi saranno proprio le scuole a controllare i documenti e le autocertificazioni: da quel momento chi risulterà inadempiente sarà convocato, nei 15 giorni successivi, tramite una raccomandata, ad un incontro formativo con gli esperti della Ats che proveranno a risolvere dubbi e sciogliere eventuali resistenze. A quel punto la famiglia potrà decidere di risolvere l’inadempienza (in questo caso la vaccinazione sarà programmata entro 15 giorni) o rifiutare, andando incontro alla sanzione, ovvero all’esclusione dal bambino della scuola. Responsabilità e competenza, in questi caso – ha chiarito Gallera – “non spetta alla Regione Lombardia, che ha il compito di fare le sanzioni, ma spetta a chi gestisce la struttura. Non sarà la Regione a togliere bambini dalla scuola”. L’assessore ha lanciato un messaggio ai lombardi, invitando le famiglie a “consegnare l’autocertoficazione che è il modo più veloce e comodo. Un metodo semplice e immediato. Ci vuole un minuto di orologio per compilarla, non si dica che c’è un disagio”. Ad oggi, negli asili nodo in Lombardia, i bambini non ancora vaccinati per esavalente sono 8950 e 10240 quelli ancora inadempienti per morbillo, rosolia e parotite, su un totale di 165mila. Per chi ancora non è vaccinato, ma ha intenzione di farlo, tre sono i modi per richiederlo: con una email tramite posta certificata (PEC), attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno o presentando direttamente richiesta alle Asl. L’obiettivo, ha chiarito Gallera, “è quello di applicare una norma e un principio, non di impedire a qualcuno di andare a scuola” piuttosto di “portare consapevolezza e fare vaccinare i bambini”.




Isola del Liri, caos vaccinazioni: mancano i medici


ISOLA DEL LIRI (FR)
– Sono tanti i disagi che si stanno verificando in questi giorni presso il centro vaccinazioni della Asl di Isola del Liri dove per mancanza di personale medico i genitori che si recano per vaccinare i figli vengono invitati a recarsi presso il polo di Via Piemonte a Sora. Qui neanche la situazione è delle migliori per via delle lunghe file che si formano e delle interminabili liste di attesa. Presso il centro vaccinazioni di Alatri, invece, è la mancanza di vaccini che sta creando il disappunto delle famiglie. Problematiche queste destinate a ripetersi dopo il nuovo decreto vaccini stabilito del ministro Lorenzin, che prevede l’obbligatorietà di 12 vaccini indispensabili per l’iscrizione a scuola.
“Siamo alle solite, nel nostro Paese il legiferare rimane ben lontano dalla realtà attuativa. –dichiara il consigliere provinciale capogruppo di Forza Italia e presidente della XV Comunità montana ing.Gianluca Quadrini- La carenza di organico dei centri vaccinali delle Asl e altre problematiche come i ritardi dell’arrivo dei vaccini che si protraggono da troppo tempo creano gravi disagi ai bimbi e ai genitori, rischiando di trasformare negativamente la nuova operazione vaccini obbligatori, che metterebbe al tappeto gran parte delle strutture sanitarie italiane”.
“L’irresponsabilità di questo governo di centro sinistra sul decreto vaccini sta già precipitando in una situazione di caos che preoccupa i cittadini. Il decreto è infatti impraticabile con in tempi ipotizzati”.




Vaccini, Lorenzin: "Saranno gratis per tutti e senza ticket"

 

SALUTE – "Con il nuovo piano nazionale vaccini, collegato ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), il cui decreto è stato firmato dal premier Paolo Gentiloni, i vaccini saranno gratis per tutti e senza pagamento del ticket, perche' i vaccini non sono da considerarsi una cura ma attengono alla prevenzione collettiva della popolazione". Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.Tra le vaccinazioni che saranno gratuite, l'anti-Pneumococco, anti-Meningococco, Papillomavirus anche agli adolescenti maschi, vaccino anti-influenzale per gli anziani over-65.

"Per l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non bisognerà attendere altri 15 anni", ha sottolineato Lorenzin, ricordando come sia stata infatti costituita la Commissione nazionale per l'aggiornamento dei Lea. "La Commissione – sottolinea il ministro – avrà il compito di monitorarne costantemente il contenuto dei Lea, escludendo prestazioni, servizi o attività che divengano obsoleti e valutando di erogare a carico del Servizio sanitario nazionale trattamenti che, nel tempo, si dimostrino innovativi o efficaci per la cura dei pazienti". Lo stanziamento previsto, ha ricordato Lorenzin, è pari a 800 milioni. I nuovi Lea, "dopo 15 anni – ha ribadito il ministro – rappresentano un passaggio storico per la sanità italiana".