VACCINI ALTERATI RIPETUTI DUE VOLTE: LO SCANDALO DEL CASO DI LODI. BEN 140 BAMBINI IMPLICATI

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di Chiara Rai

Il caso dei vaccini a Lodi lascia l’amaro in bocca. Circa 140 bambini sono stati richiamati dall’Asl lodigiana dopo la scoperta che i vaccini a cui erano stati sottoposti nell’ultima decade di luglio non erano ben conservati a causa della rottura di un frigorifero. Il sistema d’allarme della cella del distretto di Casalpusterlengo ha rilevato il problema con enorme ritardo, quando i vaccini (per la maggior parte esavalenti sui neonati) erano già stati somministrati. La temperatura ha avuto un picco fino a meno 10 gradi sottozero, una temperatura tutt’altro ottimale per la conservazione dei vaccini, che si sono ovviamente ghiacciati. Intanto il vaccino esavalente non è obbligatorio, questo tipo di vaccinazione infatti contiene 6 vaccini  di cui 2 facoltativi ma spacciati per obbligatori e piuttosto che richiamare le famiglie e somministrare nuovamente il vaccino bisognerebbe accertarsi del loro stato di salute.

 L’Asl ha tranquillizzato i genitori e diramato una spiegazione in merito: “Non c’è possibilità che l’alterazione della temperatura di un vaccino lo renda pericoloso, può solo diminuirne l’efficacia. Anche l’effettuazione di una dose supplementare di un vaccino che ha determinato una risposta immunitaria comporta unicamente un rafforzamento dell’immunità». Ma resta la preoccupazione dei genitori”.

Ben si esprime sul caso di Lodi la Dottoressa Gabriella Lesmo , iscritta all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Milano. "Il buon senso vorrebbe che si verificasse la avvenuta immunizzazione o meno – dice l’esperta – prima di iniettare ancora farmaci proinfiammatori immunoattivi quali sono i vaccini. Tuttavia non solo il buon senso è stato cancellato dal formulario delle vaccinazioni, ma la presunta cattiva fede fa scrivere che non è necessario controllare perché "una dose in piu' fa bene". In realtà si oscura la sostanza del fatto cioè che i farmaci -vaccini non sono stati correttamente conservati e che il personale asl stipendiato ad hoc, e si immagina opportunamente formato,non se ne è "accorto" prima della somministrazione. Sarebbe opportuno sapere chi ha dato l'allarme e quando. Si tace anche il fatto che non è possibile controllare l'efficacia della immunizzazione per alcuni vaccini,che la presenza di anticorpi specifici non significa avvenuta immunizzazione. Fare esami di laboratorio potrebbe anche mostrare che magari esiste leucopenia. L'omertà italiana – conclude –  è particolarmente efficiente, correranno tutti a fare dosi extra"

 

Il calendario vaccinale prevede la prima dose 3 mesi (si considera terzo mese all'età di 2 mesi ed un giorno), richiami a 5/6 mesi e 11/12 mesi. Un richiamo in più senza verificare lo stato immunitario potrebbe essere letale come in questo caso. La storia della piccola Elisa è un esempio: Al decimo mese di vita Elisa tremava e non riusciva più ad alzare la testa. Gli esami hanno rivelato un ritardo psicomotorio causato dal mancato sviluppo della materia bianca nel cervello. I medici non riuscivano a spiegare la disabilità e i genitori di Elisa hanno vissuto per anni con il senso di colpa. Credevano si trattasse di un problema genetico, ma dopo sette anni di indagini sono riusciti a scoprire la verità. Alla piccola era stata somministrata per due volte la terza dose del vaccino. Alla Asl di Monza Brianza si erano dimenticati di registrare la prima vaccinazione. “La madre della piccola Elisa viene convocata dalla Asl di Monza Brianza nel 2010,per effettuare il richiamo delle vaccinazioni “obbligatorie”. Aprendo il libretto ci si rende conto di ben altro,ma si procede comunque. La prima dose è stata effettuata il 19 maggio 2004; La seconda dose è stata effettuata il 14 luglio 2004; Vengono poi richiamati i genitori per l’effettuazione della terza dose il 21 dicembre del 2004. La stessa dose le viene somministrata anche il 25 gennaio 2005. In occasione della quarta e ultima dose del 28 settembre 2010 si rendono conto che qualcosa non va,essendo stata somministrata ben due volte la terza dose del vaccino con conseguenze drammatiche”

 

G. M. , infermiere commenta il caso di Lodi: "I vaccini sono farmaci soggetti a conservazione tramite il cosiddetto ciclo del freddo. Qualora il ciclo del freddo subisca alterazioni, manomissioni, e/o interruzioni non dovrebbe essere somministrato alcun farmaco, tanto più un vaccino adulterato che risulta indistinguibile (a occhio nudo) da un vaccino correttamente conservato. Però la ASL in questione si preoccupa esclusivamente di richiamare le persone, fra le quali molti neonati per somministrare nuovamente il vaccino esavalente (tutt'altro che obbligatorio come riporta l'articolo), venendo meno al suo dovere (sancito all'art. 7 della Legge 210/92) di attuare tutte le precauzioni per valutare lo stato di salute di tutti coloro ai quali è stato somministrato un vaccino adulterato ed evitare la possibile insorgenza di reazioni avverse (Principio di Precauzione).Se questa non è follia, non saprei come definirla."

Già di per sé i rischi da vaccini esavalenti sono molteplici, figuriamoci poi se questi risultano alterati e se si prvvede a ripeterli così, alla cieca.

I rischi sono numerosi ma spesso e volentieri non vengono menzionati: Infezione virale, candidosi, otite media, infezione delle prime vie respiratorie, faringite, infezione, Disturbi psichiatrici, irritabilità, pianto inconsolabile, irrequietezza, alterazioni del sistema nervoso, torpore, sonnolenza, disturbi oculari, congiuntivite, alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastino, bronchite, tosse, rinite, broncospasmo, laringite, stridore, alterazioni dell’apparato gastrointestinale, perdita dell’appetito, diarrea, enterite, gastro-enterite, dolore addominale, vomito, stipsi, alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo, rash, dermatite, eczema, disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione, massa al sito di iniezione, indurimento, gonfiore dell’intero arto dove è avvenuta l’iniezione, dolore, rossore, gonfiore locale al sito di iniezione (≤ 50 mm), febbre ≥ 38°C, reazione al sito di iniezione, gonfiore locale al sito di iniezione (> 50 mm)*, febbre 39°C, gonfiore diffuso dell’arto dove è avvenuta l’iniezione, che coinvolge talvolta l’articolazione adiacente*, affaticamento, alterazioni del sistema immunitario Reazioni allergiche (incluso rash e prurito), reazioni anafilattoidi (inclusa orticaria) alterazioni del sistema nervoso, convulsioni (con o senza febbre), collasso o stato simile a shock (episodi ipotonici-iporesponsivi), disordini general. 

Chi non ricorda il caso del signor Giovanni Nesci il quale si ammalò di poliomielite dopo pochi mesi di vita a causa di un vaccino, ma l’autorità sanitaria non glielo aveva mai riconosciuto. A rendergli giustizia dopo quasi 60 anni è stato il Tribunale di Paola (Calabria), che ha condannato il ministero della Salute, in primo grado, a risarcirgli quasi 80mila euro e a dargli un vitalizio mensile di 800 euro al mese. Nesci di 57 anni è rimasto vittima di un caso di malasanità, consistente nell’assunzione di un vaccino in cattivo stato di conservazione quando aveva appena sei mesi di vita.

Uno studio scientifico mostra che il tasso di mortalità infantile aumenta all'aumentare del numero di dosi vaccinali somministrate.  Maggiori informazioni si trovano nell’articolo "Infant mortality rates regressed against number of vaccine doses routinely given: Is there a biochemical or synergistic toxicity?" di Neil Z Miller e Gary S Goldman, pubblicato orginalmente sulla rivista scientifica ufficiale Human & Experimental Toxicology – 2011

Nel caso di un ritiro dal commercio di un vaccino, meglio evocarne l’inefficacia che il pericolo. Lampante l’esempio dell’Hexavac, sospettato di essere stato responsabile di numerosi casi fatali di edema cerebrale nei neonati.

Fu detto: Il provvedimento non sarebbe legato a problemi di sicurezza del vaccino – riferisce l’Aifa – ed è stato adottato a scopo cautelativo poiché è stata rilevata una variabilità nel processo di produzione che potrebbe attenuare la sua capacità nell’indurre una risposta anticorpale a lungo termine (5-10 anni dalla vaccinazione) contro l’epatite B.

Questi opinabili e flebili argomenti furono utilizzati con la complicità dell’Agenzia europea per i medicinali, forse per coprire qualche immagine di qualche industria farmaceutica e per prevenire l’inchiesta, in quel momento in fase di completamento, che era stata avviata in Germania. Il tutto si è concluso con il ritiro dei vaccini Sanofi

Un recente studio che ipotizza una relazione fra l’impennata dei casi di autismo e le vaccinazioni contro il morbillo. Il lavoro non prende in considerazione il thimerosal ma i frammenti di Dna fetale inseriti nel vaccino.

Dunque, è la stessa scienza che ipotizza vi siano collegamenti fra le sostanze contenute nei vaccini e i disturbi dell’autismo. Non si tratta di certezze assolute? Non è ab-soluta nemmeno la medicina, e allora perché negare l’esistenza di questi studi? http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26103708

Torneremo sul caso con una intervista ad uno specialista in pediatria.