USA: RECUPERATI AFFRESCHI RUBATI A POMPEI NEL 1957

di Ch. Mo.

Sono stati recuperati in Usa questa mattina i tre splendidi affreschi del I secolo a.C. rubati nel 1957 dai locali della Soprintendenza di Pompei. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del reparto Tutela Patrimonio Culturale e l’Ice (Istituto nazionale commercio estero). Gli affreschi sottratti appartenevano alla collezione di un magnate americano deceduto e sarebbero presto andati all’asta.

I tre affreschi ritrovati negli Usa raffigurano una giovane donna con amorino sulla spalla, una figura maschile e una figura femminile con oinochoe. Nel ’57 erano stati rubati insieme ad altri affreschi recuperati subito dopo dai Carabinieri. In Europa e negli Stati Uniti è sempre più fiorente il mercato nero di opere d’arte che spesso, finiscono per arredare le case di grandi magnate o sceicchi. Insieme agli affreschi recuperati oggi, erano stati rubati anche un affresco con un pavone ritrovato in Svizzera ; un ritratto di Dioniso ritrovato in Gran Bretagna e infine una Ministra sacrificante recuperata negli Usa.




USA: HACKER ATTACCANO SITI HARD. A RISCHIO LA PRIVACY DEGLI UTENTI

Redazione

Washington- Il sito AdultFriendFinder.com, è rimasto vittima di un attacco hacker capace di minacciare l'incolumità per i dati sensibili dei 64 milioni di utenti che “navigano nelle acque” riconducibili al sito.
Proprio la compagnia che detiene la proprietà del sito, la californiana FriendFinderNetwork inc, ha annunciato di aver preso provvedimenti immediati, sottolineando che la -” sicurezza delle informazioni degli iscritti resta un'assoluta priorita”-.

AdultFriendFinder si descrive come la comunità più hot di incontri. Gli iscritti devono indicare una serie di informazioni personali: dal loro orientamento sessuale alle passioni più nascoste.
L'azienda, pertanto, dichiara di aver bloccato la ricerca per i nomi dei suoi iscritti, dopo aver accuratamente oscurato i dati di quelli che potrebbero essere stati eventualmente colpiti. La natura dell'attacco informatico resta però ancora da chiarire. 




ISIS MINACCIA ATTACCO CONTRO USA

Redazione 
 
Isis- L’Isis conquista territori e uccide, ma l’Isis minaccia anche e si fa sentire. Il reporter John Cantlie, ostaggio-megafono dell’Isis, ha annunciato che un ordigno nucleare o dell’esplosivo faranno qualcosa di grande negli Stati Uniti. L’Isis ha anche una rivista che si chiama Dabiq e nell’ultimo numero di essa Cantlie ha scritto che l’Isis compirà un attacco che ricorderà gli attacchi del passato.
 
Cantlie parla dell’attacco e dell’ordigno importato secondo diversi step, ovverso dal Pakistan, dalla Libia, Nigeria e poi Sudamerica e in fine Messico aggiungendo “sfruttando le tratte del traffico di droga ed esseri umani". L’Isis nella rivista richiama gli attentati compiuti in Texas, attentati avvenuti per l’evento dedicato a Maometto a maggio e dice che ciò che sta per arrivare sarà più doloroso. Dabiq contiene anche tabella contro i paesi della coalizione Usa, vi sono messaggi che richiamano ai video pubblicati dall’organizzazione. L’America intanto è in allarme, e i controlli si intensificano sempre di più. 
 
ISIS A RAMADI
Continua l’assedio Isis e dopo Palmira ora anche su Ramadi si erige la bandiera nera. Anche oggi decine di soldati sono stati decapitati e numerosi civili sono stati presi in ostaggio. Secondo quanto riferito dall’Onu, l’Isis ha impedito ai civili di lasciare la città ancora prima che fosse totalmente conquistata. Grande è la preoccupazione per i civili rimasti in città. Obama si dichiara pronto a reagire e dichiara “Non stiamo perdendo la guerra”.



SIRIA, PENTAGONO: "ABBIAMO UCCISO LEADER DELL'ISIS"

di Maurizio Costa

Siria – Il Dipartimento della Difesa statunitense dichiara: "Abbiamo ucciso Abu Sayyaf, importante leader che commerciava il petrolio e il gas sul mercato nero". Durante un blitz condotto venerdì scorso, infatti, le forze speciali a stelle e strisce hanno ucciso Abu Sayyaf e catturato sua moglie, Umm Sayyaf.

Durante l'operazione sono stati uccisi almeno dieci jihadisti, mentre le truppe statunitensi sono rimaste illese. Il Segretario della Difesa, Ashton B. Carter, ha affermato che "Abu Sayyaf è stato ucciso nel corso dell'operazione che ha impegnato le forze Usa".

Il leader svolgeva un lavoro importantissimo. Sayyaf, infatti, commerciava gas e petrolio sul mercato nero: un'attività che portava milioni di dollari al giorno nelle casse dell'Isis, che così poteva acquistare armi e mezzi di guerra.

Carter ha anche dichiarato di aver preso la moglie di Abu: "Umm Sayyaf è stata catturata e portata in un centro di detenzione in Iraq".

Bernadette Meehan, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale Usa, ha affermato che "l'operazione ha portato anche alla liberazione di una giovane donna Yazidi che è stata trattata come schiava dalla coppia. Abbiamo intenzione di farla ricongiungere con la sua famiglia il più presto possibile". Gli Yazidi sono una minoranza religiosa perseguitata dall'Isis.

Intanto i miliziani dell'autoproclamato califfato dell'Isis avrebbero ucciso 9 bambini e sarebbero in procinto di conquistare Palmyra.




LA NORDOCOREA VERSO LA "BLACK LIST" DEL TERRORISMO USA

Redazione

Se l'appoggio al terrorismo aumenta allora bisogna fare marcia indietro. A 7 anni di distanza dall'apertura di George W. Bush, la Corea del Nord potrebbe tornare nella lista Usa dei Paesi sponsor del terrorismo. Pyongyang ha accresciuto il suo "sostegno materiale" alle organizzazioni terroristiche da quando il predecessore di Barack Obama decise di cancellarla dalla "black list", nel tentativo di aprire un dialogo per risolvere la disputa sul nucleare.

Il rapporto. Lo afferma un nuovo rapporto presentato dal blogger Joshua Stanton al Comitato per i diritti umani in Corea del Nord, denominato "Arsenale del Terrore", che suggerisce al Congresso e al Dipartimento di Stato di ridefinire i "vaghi e inconsistenti" standard in base ai quali si definiscono gli Stati "sponsor" del terrore, e reinserire Pyongyang nella lista. "Dal 2008 la Corea del Nord ha incrementato l'uso del terrorismo come strumento della politica di Stato e sembra aver accresciuto il suo sostegno materiale alle organizazioni terroristiche", ha spiegato Greg Scarlatoiu, direttore del Comitato. "La recente condotta del regime minaccia gli attivisti per i diritti umani, i dissidenti in esilio, la popolazione civile della Corea del Sud e di altri Paesi, compresi gli Stati Uniti.




USA: A TRE ANNI SPARA AL PADRE E ALLA MADRE INCINTA

Redazione

Usa – Una tragedia sfiorata. Un dramma familiare che poteva finire con la morte e una bambina orfana. Un bimbo di tre anni ha sparato al padre e alla madre incinta all'ottavo mese: fortunosamente nessuno dei due e' morto. Il piccolo, insieme ai genitori in una stanza d'albergo ad Albuquerque, in Messico, ha preso la pistola dalla borsa della madre e sparato un colpo, che ha raggiunto il padre nel fondoschiena; il proiettile ha pero' continuato la sua corsa e, uscito dall'anca, ha colpito la madre alla spalla destra. Il padre e' stato gia' dimesso, mentre la madre e' stata ricoverata in condizioni stabili, e non sembra che ci siano state conseguenze per il nascituro. Ma adesso l'incauta coppia rischia la denuncia per negligenza. Il piccolo e la sorellina di 2 anni, che era anche lei nella camera d'albergo, sono invece stati temporaneamente affidati ai servizi sociali




USA: POLIZIOTTO UCCIDE GIOVANE AFROAMERICANO

di Maurizio Costa

Usa – Un poliziotto ha ucciso un ragazzo di colore a Berkeley, colpendolo con diversi colpi di pistola. Il ragazzo ucciso, Antonio Martin, un diciottenne della zona, si sarebbe opposto ad un normale controllo di routine della polizia e avrebbe estratto una pistola.

Secondo la famiglia, invece, Antonio si sarebbe trovato insieme alla fidanzatina. Il fatto è avvenuto alle 23.15, ora locale: il poliziotto stava facendo un normale controllo presso un distributore di benzina quando ha visto due ragazzi. Uno di loro avrebbe tirato fuori una pistola e l'agente, sentendosi in pericolo, avrebbe sparato e ucciso il diciottenne afroamericano.

La polizia avrebbe recuperato l'arma del ragazzo ucciso. Un cordone di agenti ha protetto la zona, subito assediata da centinaia di manifestanti. Il fatto è avvenuto a pochi chilometri da Ferguson, divenatata famosa dopo l'uccisione di un altro ragazzo nero, solamente pochi mesi fa.

"Cosa avrebbe fatto il ragazzo per meritarsi questo?" continuano a ripetere i manifestanti. La ragazza di Antonio si rifiuta di parlare.

La situazione negli Usa sta diventando insostenibile: lo stato più democratico del mondo continua ad uccidere ragazzi neri senza nessun motivo. Obama dovrà prendere delle decisioni importanti per porre fine a questa carneficina.




USA, BIMBO MALATO DI LEUCEMIA A 4 ANNI: PER LUI E' SUBITO HALLOWEEN E NATALE!

Redazione

Stati Uniti – Halloween, Natale e anche il suo compleanno: tutto anticipato per un bimbo statunitense di 4 anni malato di leucemia e che sta perdendo la sua battaglia. La malattia ormai e' incurabile e cosi' un'intera cittadina americana, in Utah, si e' mobilitata, insieme ai suoi genitori, per regalargli gli ultimi istanti di felicita'. Ethan Van Leuven, soffre di leucemia limfoblastica acuta, da quando aveva 22 mesi. Ha lottato coraggiosamente contro la malattia praticamente per tutta la sua vita, ma a meta' ottobre i medici hanno detto ai genitori che non risponde piu' alle cure. E cosi' la coppia, insieme a tutti gli abitanti di West Jordan, in Utah, si e' mobilitata.
  Il comune ha anticipato Halloween di dieci giorni: il bimbo ha cosi' indossato il costume del suo eroe preferito, Superman, e insieme ai cinque cugini, ma seduto su un passeggino, e' andato a bussare alle porte dei vicini, in cerca di caramelle e dolcetti. Due giorni piu' tardi, tutta la citta' e' sfilata dinanzi alla sua casa, per festeggiare il suo quinto compleanno, che cade tra un mese: davanti al giardino ha marciato un'allegra, colorata brigata – Darth Vader, Indiana Jones, una cornamusa e decine di altri- mentre un agente di polizia, dall'auto, scandiva il suo incitamento: "Sei il nostro eroe. Grazie per far parte della nostra vita". Venerdi' infine tutta West Jordan si e' tuffata a capofitto nella festa preferita del piccolo, il Natale: decorazioni, luci, ghirlande e renne erano ovunque. Babbo Natale in persona ha issato Ethan sul camion dei pompieri per fargli fare il giro della citta' e fargli vedere il Presepe vivente organizzato proprio per lui.
Sabato mattina poi, il piccolo ha aperto i regali.




ISIS: QUANTO GUADAGNANO GLI USA PER COMBATTERE IL CALIFFATO?

di Maurizio Costa

Da mesi ormai, gli Stati Uniti bombardano l’Iraq e la Siria per cercare di affievolire e debellare la minaccia dell’Isis. Tutto questo schieramento di armi e uomini ha un costo e secondo il quotidiano inglese “The Independent” le industrie delle armi statunitensi stanno percependo guadagni incredibili.

I prezzi delle azioni delle aziende che producono missili, droni e aerei che vengono dirottati poi in Medio Oriente, sono alle stelle. Vediamo qualche esempio.

Le azioni di Lockheed Martin, un’azienda che produce missili da guerra, sono in ascesa del 9,3%, mentre altri due colossi come Raytheon e General Dynamics sono in crescita rispettivamente del 3,8 e del 4,3 per cento.

Non ci sono solamente dati borsistici, ma anche introiti monetari veri e propri. La Raytheon ha ricevuto 251 milioni di dollari per rifornire le navi statunitensi di missili Tomahawk, che costano un milione e mezzo l’uno.

Le cifre sono impressionanti e inaccettabili per questo periodo di crisi mondiale e gli Usa potrebbero tranquillamente dirottare questi soldi in Africa per cercare di sconfiggere il virus Ebola, che ha già ucciso più di 4.500 persone.




EBOLA, OBAMA: "NON C'È EMERGENZA NEGLI USA"

di Maurizio Costa

Barack Obama abbassa i toni dell'emergenza globale di Ebola e cerca di portare un po' di calma. In conferenza stampa, il presidente degli Stati Uniti afferma che la missione principale dei governi europei e americani è quella di aiutare i paesi più colpiti dall'epidemia, cioè Sierra Leone, Liberia, Nigeria e Guinea.

"Le probabilità di una diffusione del contagio negli Usa sono molto basse – ha dichiarato Obama, che ha poi continuato – ho stretto mani, abbracciato e baciato medici e infermiere all’Emory Hospital di Atlanta (dove vengono curati i pazienti che hanno contratto il virus) e mi sono sentito sicuro nel farlo."

Il sindaco di Dallas, Mike Rawlings, città dove è situato l'Ospedale che ha avuto in cura la prima vittima dell'Ebola in suolo statunitense e anche l'infermiera che lo ha curato e che adesso è in gravi condizioni, ha affermato che anche la seconda infermiera venuta a contatto con il "paziente zero" è sotto osservazione e versa in una situazione problematica.

Quindi, fino ad ora, negli Stati Uniti, c'è stata una sola vittima, mentre i contagiati sarebbero solamente due e corrispondono alle infermiere che hanno curato la persona deceduta a Dallas di Ebola.

Negli Usa è sorta anche una grande polemica dopo la comparsa su Internet di un video che vede una persona, probabilmente un giornalista, che si avvicina all'ambulanza con all'interno l'infermiera che ha contratto l'Ebola. Questa persona non ha nessuna tuta né protezioni davanti alla bocca. Dopo qualche minuto, i dottori intorno all'ambulanza hanno allontanato il presunto giornalista ma lo scandalo rimane.

I morti di Ebola sono arrivati a quasi 4.500 e si cerca di fermare i focolai africani, che, a differenza degli anni scorsi, hanno colpito le grandi città. Questa differenza porta all'espansione incontrollata del virus.




ISIS, INGHILTERRA: ARRESTATI SEI PRESUNTI TERRORISTI

di Maurizio Costa

LONDRA – La polizia britannica continua ad indagare per stanare presunte cellule terroristiche affiliate all'Isis in Inghilterra. Dopo i tre arresti di ieri, oggi le forze dell'ordine hanno fermato altre sei persone, tre uomini e tre donne, accusate di essere terroristi islamici.

Questi sei indagati sarebbero accusati anche di aver premeditato attacchi terroristici all'estero.

L'Inghilterra, insieme alla Francia e alla Germania, è uno dei paesi con più popolazione islamica in Europa e il rischio di far arrivare l'Isis anche a Londra è altissimo.

Intanto, a Kobane continuano i combattimenti. I raid Usa hanno permesso ai curdi che difendono la città di tirare un po' il fiato e di sferrare una controffensiva contro i miliziani dell'autoproclamato califfato.

I peshmerga hanno conquistato qualche zona della città a Sud e ad Est, riuscendo ad uccidere 13 jihadisti. Qualche colpo di mortaio è stato sparato anche vicino al valico di confine con la Turchia, che, dal canto suo, rimane a guardare senza intervenire.

I carri armati turchi rimangono schierati al confine mentre il popolo curdo muore sotto i colpi dell'Isis. La Turchia vorrebbe evitare l'intervento in Siria perché la sconfitta dei jihadisti porterebbe a un aumento del potere del dittatore Assad, acerrimo nemico della Turchia.

Inoltre, i turchi sono contrari ad aiutare il popolo curdo, che da anni porta avanti una campagna di indipendenza dalla Turchia.

I jihadisti si trovano anche in Iraq, dove hanno conquistato la regione di Hit dopo una ritirata strategica dell'esercito iracheno.

La Turchia, intanto, smentisce le voci intorno alla cessione della base aerea di Incirlik agli Stati Uniti. Fino a nuovo ordine, nessun aereo a stelle e strisce potrà usare il territorio anatolico come base prima dei bombardamenti sulla Siria e Sull'Iraq.