USA, FBI DIRAMA ALLERTA PER IL 4 LUGLIO

Redazione

L'Fbi e il ministero dell'Interno (Homeland Security) hanno diramato alle autorita' locali in tutti gli Usa un allerta per possibili attentati in coincidenza con il 4 luglio, anniversario dell'Indipendenza, ad opera di Isis o estremisti interni. Lo riferisce Usa Today sottolineando che non si ha notizia al momento di piani specifici di attacco in corso di pianificazione ma che, come in ogni festivita' nazionale, il rischio di un attacco terroristico cresce




USA: MATRIMONI GAY LEGALI IN TUTTI GLI STATI

di Christian Montagna

Usa – La Corte suprema americana ha stabilito con una decisione 5 a 4 che il diritto al matrimonio gay debba essere garantito su tutto il territorio. Indubbiamente all’avanguardia rispetto al nostro paese in merito alla questione, finora negli Usa solo in alcuni paesi due persone dello stesso sesso non si sarebbero potute unire in matrimonio. Oggi, invece, la decisione di estendere tale diritto a tutti gli stati, dopo cinque cause legali che erano state portate all'attenzione della corte e dopo decenni di attivismo e di battaglie per il matrimonio.


Il presidente Barack Obama. "Oggi e' un grande passo nella nostra marcia verso l'uguaglianza", ha commentato il presidente Obama con un tweet. Alle 17 di oggi in Italia, il presidente ha infatti tenuto un discorso per congratularsi con tutti gli attivisti per la sentenza. L’imposizione dunque va anche a quei 13 stati che ancora vietavano espressamente il matrimonio. Soddisfazione è stata espressa anche da Hilary Clinton e Martin O’Malley.

 

Intanto, a Washington, per le strade e dinanzi alla Corte Suprema sono andati in scena i festeggiamenti per quella che si prefigura essere una grande vittoria per e un grande passo avanti nella parità sociale tra gli esseri umani che in Italia, è ancora latitante.




NSAGATE: LO SPIONAGGIO CONTINUA

di Matteo La Stella


Parigi – Dopo le rivelazioni arrivate mercoledì direttamente da Wikileaks, Julian Assange non si ferma e annuncia all'emittente francese TF1, poi ripresa da le Monde, che le indiscrezioni sulle operazioni di spionaggio operata dall'agenzia di sicurezza americana Nsa sarebbero solo ai blocchi di partenza:”Altri documenti arriveranno, ancora più importanti, è il momento di agire”, dice il fondatore di Wikileaks. Così, a 24 ore dall'uscita della notizia che ha idignato l'Eliseo, preso di mira, secondo Wikileaks negli anni dal 2006 al 2012, durante i mandati degli ultimi 3 presidenti, i rapporti della Francia con gli Stati Uniti vengono messi a dura prova.

Il fondatore di Wikileaks. Assange nel corso dell'intervista ha aggiunto che: ”Altre informazioni usciranno quando sarà il momento, da un punto di vista politico, quello che verrà fuori sarà ancora più importante”, prima di porre una domanda: “La questione che si pone ai leader francesi è, quali sono le possibilità di reagire?”, finalizzata ad esortare Parigi:”A prendere l'iniziativa, insieme alla Germania, e di lanciare un'inchiesta parlamentare”. Sempre secondo Assange: “Bisogna lanciare un messaggio chiaro: se la reazione della Francia- è quella dello -struzzo, e' un segnale chiaro agli Stati Uniti, ma anche alla Russia e alla Cina”.

Dagli Usa. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha assicurato nel frattempo che l'intelligence a Stelle e Strisce dichiara non spiare ora Francois Hollande, né nessun altro membro del governo d'oltralpe. Lo stesso segretario ha affermato in una conferenza stampa:“Non stiamo prendendo né prenderemo di mira amici come il presidente Hollande, e non conduciamo alcuna attività di sorveglianza se non ci sono validi e specifici scopi di sicurezza nazionale, che non sono propri di questa circostanza”.




NSAGATE: LO SPIONAGGIO MADE IN USA ARRIVA IN FRANCIA

di Matteo La Stella


Parigi – Il quotidiano francese “Liberation” sostiene che le "antenne" americane sarebbero state puntate sul paese d'oltralpe per sei anni, dal 2006 al 2012, in un'operazione di spionaggio operata dalla Nsa, l'agenzia di sicurezza a Stelle e Strisce. Nel mirino delle intercettazioni, emerse secondo “Liberation” dalla documentazione definita “top secret” riportata Wikileaks, sarebbero finiti ministri, diplomatici e deputati all'ombra della Tour Eiffel, oltre agli ultimi 3 capi di stato: Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e Francois Hollande, “spiato” nei primi mesi dopo l'elezione all'Eliseo.


Misure francesi
.Da Parigi è forte l'indignazione, tanto da chiamare subito l'ambasciatore americano a rapporto al Quai d'Orsay : Jane Hartley sarà ricevuta dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, alle 18:00. Il governo francese denuncia l'accaduto come: “Inaccettabile tra alleati”. In merito all'incredibile scoperta, il ministro e portavoce del governo francese, Stephane Le Foll tuona: “Francia e Stati Uniti sono spesso alleati nel mondo a favore della democrazia e della libertà. Che ci sia stata questa “copertura” evidentemente non è né accettabile né' comprensibile”. Alla luce dei fatti, la Francia invierà nei prossimi giorni un rappresentante dell'intelligence negli Stati Uniti per discutere della scottante rivelazione di Wikileaks.
Intanto dall'Eliseo, Hollande ha convocato una riunione con i principali ministri e i più alti responsabili dell'esercito e dei servizi segreti.

Dall'America. Dalla Casa Bianca arrivano invece notizia di tutt'altro tenore: non sarebbero in corso ora operazioni di spionaggio nei confronti di Hollande, né tanto meno si intende approntarle nel futuro. Le ombre, però, restano sulle intercettazioni pregresse che Washington non esclude di aver posto in essere nel passato. “Non stiamo considerando un obiettivo e non prenderemo di mira le comunicazioni del presidente Hollande” ha spiegato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della White House.

Tutti spiati, nessuno escluso.
Tra le intercettazioni emerse dai dati pubblicati da Liberation e dal sito Mediapart , farebbero capolino l'iniziativa di Sarkozy di far partire nel giugno 2011 i negoziati di pace israelo-palestinesi ,allo stesso modo in cui sta operando ora il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, senza coinvolgere gli Usa ed il concreto timore di Hollande di un'uscita dall'Eurozona della Grecia, già prevista nel maggio 2012. Dunque, in seguito ai riguardi inesistenti nell'intercettare i presidenti francesi, e sulla scorta dello spionaggio attivato nei confronti del cancelliere tedesco Angela Merkel, finita sotto la lente del del Nsa dal 2000, quando era solo leader della Cdu, sale il sospetto nei riguardi degli americani. Questi, esclusi forse i presidenti della rete anglosassone di spionaggio Echelon (oltre agli Usa, Canada, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda), non avrebbero lasciato scampo ad alcun leader o presidente, spiati uno per uno come in un grande reality show. 




TERRORISMO: LE VITTIME SONO CIRCA 33.000

di Angelo Barraco

Washington – Un rapporto di Stato indica i numeri di vittime di attacchi terroristici, nel 2014. Tale numero è arrivato all’80% e ha raggiunto quasi le 33.000 morti. La maggior parte delle vittime è legata alle stragi dell’Isis in Iraq e Siria e Boko Haram in Nigeria. Il rapporto indica che l’episodio di maggiore entità si è verificato quando l’Isis ha conquistato Mosul, la seconda città irachena.
 
Il rapporto indica che l’altra piaga causata dal terrorismo sono i rapimenti; nel 2014 le persone prese in ostaggio sono state 9.400, un numero tre volte superiore rispetto al 2013. Il rapporto evidenzia come l’Isis tende ad eliminare le minoranze religiose come i cristiani e Yazidi oltre ad uccidere i giornalisti. Recentemente l’Isis ha usato anche altre tecniche di uccisione come la crocefissione e la decapitazione, l’uccisione di bambini, la lapidazione. 



USA, CHIESA DI CHARLESTON: LA STRAGE E' STATA PREMEDITATA

di M.L.S.


USA – Emergono nuovi e inquietanti particolari sulla vita del 21enne Dylann Storm Roof, autore della strage razziale nella chiesa episcopale metodista di Charleston, in South Carolina. A poche ore dall'omicidio plurimo di 6 donne e 3 uomini tutti afro-americani, freddati dai colpi di pistola esplosi dal 21enne, si scopre che quest'ultimo aveva già in mente la creazione di un pretesto per arrivare ad una guerra civile tra neri e bianchi.

Strage premeditata. Secondo Dalton Tyler, coinquilino dell'omicida da un anno, il 21enne: “Era fissato con cose tipo la segregazione razziale e voleva cominciare una guerra civile-ha spiegato Tyler in un'intervista rilasciata al canale Abc- Mi disse che stava per accingersi a fare una cosa di questo tipo e che poi si sarebbe ucciso” ha raccontano il coinquilino, prima di soffermarsi sul rapporto sporadico del "suprematista" bianco con la famiglia. Ed è proprio dalla famiglia, che il ragazzo aveva ricevuto in dono l'arma utilizzata per uccidere le 6 donne e i 3 uomini presenti alla funzione metodista nella chiesa African Emanuel. Roof, infatti, aveva ricevuto la pistola in dono dal padre in occasione del compleanno dei 21 anni. Il genitore aveva proibito l'utilizzo dell'arma al ragazzo, concesso poi una settimana fa, pochi giorni prima della carneficina mossa dall'odio raziale. 

 


La risposta di Obama. Proprio in merito alla presenza diffusa e spregiudicata di armi negli Stati Uniti si è espresso il presidente Barack Obama. “Abbiamo un mucchio di lavoro da fare” ha tuonato il presidente americano in occasione di evento per la raccolta fondi del Partito Democratico a Beverly Hills. Ospitata dall'attore afro-americano Tyler Perry, la testa di serie della casa bianca ha lanciato un appello: “Se non siete contenti che da un mese all'altro si verifca un omicidio di massa, allora ho bisogno che vi mobilitiate”. Prima di chiudere ha poi aggiunto che i prossimi 18 mesi saranno dedicati a sollecitare le persone su temi come il controllo delle armi, senza far emergere, però, una risposta chiara che serva a risolvere il problema. Obama, accortosi di non aver centrato il problema ha così concluso:”Sulla questione razziale ho fatto bei discorsi, ma i bei discorsi non risolvono il problema”. 




USA, CHIESA DI CHARLESTON: ARRESTATO L'AUTORE DELLA STRAGE

di M.C.I.

Usa – Dopo una lunga caccia è stato arrestato dalla polizia il presunto autore della strage razzista nella chiesa di Charleston. A riferirlo è stata la Cnn: si tratta del 21 enne suprematista bianco Dylan Roof, fermato in North Carolina.

 

La dinamica.  Entra in una chiesa in cui era riunita una comunità di afroamericani e spara. Otto persone muoiono sul colpo, un’altra in ospedale. Il killer sarebbe un bianco di cui è stata fornita una descrizione e su cui la polizia ha messo una taglia.Ieri sera, alcuni fedeli della comunità afroamericana si erano dati appuntamento nella Chiesa episcopale metodista African Emanuel di Charleston, in South Carolina, per la lettura della Bibbia. Intorno alle 21, un ragazzo bianco entra in chiesa, apre il fuoco contro la folla e uccide 8 persone sul colpo. La nona, gravemente ferita, morirà in ospedale. Fra i morti, il pastore della chiesa Clementa Pinckney, sui 40 anni e padre di due figli, senatore democratico dello Stato della Carolina del Sud. Sulla base delle descrizioni raccolte dai sopravvissuti, il killer è stato descritto come sui 21 anni, biondo, vestito di stivali, jeans e maglietta grigia. L’uomo, dopo aver sparato, è subito fuggito e vani sono stati fin’ora ricerche e spiegamento di elicotteri. Su di lui il capo della polizia ha messo una taglia il cui importo verrà deciso nelle prossime ore.

 

Falsi allarmi. In un primo momento si era diffusa la notizia dell’arresto di un uomo la cui fisionomia sembrava coincidere con la descrizione del ricercato e alcuni avevano pubblicato su Twitter foto dell’arresto. La polizia ha in seguito fatto sapere di uno scambio di persona. Il timore degli agenti è il rinvigorirsi di focolai di scontri sociali fra bianchi e comunità afroamericana mai completamente sopiti in America, dove la discriminazione dei neri e i soprusi che spesso subiscono da alcuni poliziotti bianchi sono sempre dietro l’angolo. Da ciò l’interesse a trovare immediatamente il colpevole e infliggergli una pena esemplare, in grado di scongiurare, o almeno di attenuare, scontri e manifestazioni di protesta prevedibili in queste ore. Smentita anche la notizia di un allarme bomba nei pressi della chiesa, circolata nelle ore successive alla strage.

Le reazioni. Il capo della polizia cittadina, Greg Mullen, ha parlato di "crimine d'odio" razziale e ha aggiunto: "Posso assicurare che stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per trovare chi ha sparato”.
"Io e la mia famiglia preghiamo per le vittime della tragedia di questa notte" ha commentato Nikki Haley, governatrice democratica dello Stato in cui si è consumata la strage. Per il sindaco Joe Riley "E' una tragedia incomprensibile". Anche Hillary Clinton, candidata dei Democratici alle presidenziali, che ieri si trovava in città, è intervenuta commentando via Twitter: "Notizia terribile da Charleston"; mentre Jeb Bush, candidato repubblicano alle primarie per le presidenziali del 2016, esprime vicinanza alle famiglie coinvolte: "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le persone e le famiglie colpite dai tragici eventi di Charleston".

Il 4 Aprile l'omicidio di W.Scott. Charleston è la città in cui lo scorso 4 aprile l’agente Michael Thomas Slager, bianco, aveva sparato a sangue freddo al 50enne disarmato Walter L. Scott, nero, in seguito a un diverbio scaturito da un fermo per un fanalino rotto. L’agente aveva sparato 8 colpi di pistola all’uomo che dopo il diverbio tentava di correre via, una volta colpito lo aveva ammanettato, mentre era accasciato a terra in fin di vita, aveva tentato di inquinare le prove per tentare di salvarsi con la legittima difesa, piuttosto che fornire i primi soccorsi a Scott, dichiarato morto all’arrivo dei soccorsi. Tuttavia, incastrato dal video di un passante, consegnato alla famiglia dell’afroamericano, è stato incriminato per omicidio e ora rischia 30 anni di carcere senza il diritto di parola. Metà della popolazione del nord di Charleston è costituita da afroamericani che, insieme agli attivisti per i diritti civili, avevano organizzato veglie e proteste. Proprio il pastore Pinckney, rimasto ucciso ieri, nella strage della chiesa metodista, era divenuto uno dei volti simbolo delle veglie di preghiera della comunità afroamericana in memoria di Walter Scott.




USA, ATTACCO HACKER: OBAMA "RICORREREMO A SANZIONI"

di A.B.
 
Houston – In seguito agli ultimi attack subiti dal governo americano da parte di hacker che hanno violato dati sensibili, il presidente Barack Obama sta valutando l’idea di sanzionare gli hacker che hanno violato il database dell’Office of Personnel Management. Tale probabilità la scrive il New York Times in seguito ad un secondo attacco hacker sferrato ai danni dell’ufficio del personale dell’amministrazione Usa. Tale attacco avrebbe compromesso informazioni riguardanti amici e parenti di dipendenti pubblici oltre ai file degli agenti dell’Fbi e altre agenzie governative.
 
Ciò che sospettano gli investigatori è che l’attacco sia stato compiuto da hacker cinesi. Questo attacco è avvenuto mentre avvenivano le stime del primo attacco. Sarebbero stati compromessi ben oltre 4 milioni di dati e sarebbero circa tra i 9 e i 14 milioni e le informazioni violate e  riguarderebbero anche agli anni 80. Obama intanto starebbe valutando l’ipotesi di imporre sanzioni agli hacker e a coloro che ne beneficiano. 



USA, INCIDENTE BUS: MORTI DUE ITALIANI E L'AUTISTA AMERICANO

di Christian Montagna
 
Usa – Erano diretti alle cascate del Niagara i turisti italiani che ieri hanno rischiato la vita. Dopo 120 km è finita in tragedia il viaggio: il bus è stato travolto da un tir e nell’impatto sono morte tre persone, tra cui l’autista americano. Gli altri due sono italiani: un settantenne della provincia di Brescia ed un giovane farmacista vicentino in viaggio di nozze. La Prefettura di Brescia sta tentando di mettersi in contatto con i figli dell'uomo che, separato, era negli Stati Uniti con la compagna, anche lei bresciana, rimasta gravemente ferita nello schianto. Per quanto riguarda invece il giovane vicentino, si chiamava Marco Fornasetti ed era in luna di miele con la moglie Elena, anche lei rimasta ferita.
 

Ancora non del tutto fuori pericolo i feriti in gravi condizioni secondo il rapporto della Farnesina. Una scena apocalittica quella che si è presentato ai soccorritori: lamiere ovunque, urla dei feriti e rottami. Molti privi di sensi e alcuni in condizioni più critiche sono stati trasportati con l’elicottero in ospedale.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha così commentato l’accaduto: “Purtroppo l'incidente che è capitato è di enorme gravità: abbiamo seguito la vicenda fin dal primo momento attraverso il nostro Consolato; abbiamo una struttura fondamentale come l'Unità di Crisi il cui compito è seguire le vicende, in questo caso drammatiche e sfortunate, che riguardano nostri connazionali all'estero".

 
L'AUTISTA
Il suo nome è Alfredo Telemaco, uno dei tre morti nel terribile incidente che, nella giornata di mercoledì ha coinvolto un pulman di turisti italiani, diretti alle cascate del Niagara. Telemaco, 54enne di New Yorck, era alla guida del pulman e sarebbe morto sul colpo nel violento impatto. A riferire la sua identità ci ha pensato la polizia poi citata dalle televisioni.

L'INCIDENTE

Un terribile incidente è avvenuto ieri sull’Interstatale 380 vicino all’uscita Mount Pocono dove è rimasto coinvolto un bus che probabilmente era diretto verso le cascate del Niagara. Il bilancio dell’incidente è di tre morti e un numero imprecisato di feriti che sono stati ricoverati al vicino ospedale. Le autorità della contea di Monroe riferiscono che tutti i passeggeri dell’autobus sono italiani ed è avvenuto alle ore 10 (ora locale) a circa 120 chilometri a nord ovest di New York. Emerge intanto che l’aeroporto vicino al luogo dell’incidente “ Mount Pocono Regional Airport” è stato reso  disponibile per le operazioni di volo per consentire partenze di aerei necessari per i soccorsi e la strada in cui è avvenuto il terribile incidente è stata chiusa inizialmente, poi successivamente riaperta in direzione sud.

E’ stata ricostruita una prima dinamica dell’incidente che ha coinvolto l’autobus e la causa dell’incidente sarebbe stata causata da un tir che avrebbe superato, dal lato opposto, la linea dello spartitraffico e si sarebbe schiantato violentemente contro l’autobus cagionando la morte e il ferimento di molte persone. Una persona che vive dietro l’autostrada ha raccontato di aver sentito un rumore fortissimo e all’improvviso avrebbe sentito fortissime urla, successivamente la gente che transitava lungo quel tratto di strada si sarebbe fermata e avrebbe cercato di aiutare i feriti. 



USA,DATI 2015: 385 PERSONE UCCISE DALLA POLIZIA

di A.B.
 
Washington – Secondo le stime degli Usa, la Polizia statunitense, nei primi mesi del 2015 ha sparato ed ucciso ben 385 persone. Una cifra che è raddoppiata rispetto a quella dell’anno scorso. In questi numeri emerge anche una componente razziale emerge poiché la percentuale di soggetti uccisi dalla polizia appartenenti a minoranze etniche è di due terzi rispetto ai bianchi.
 
I dati dell’FBI riportano che negli anni che vanno tra il 2000 e il 2009 sono stati uccise 400 persone l’anno, 1,1 vittima al giorno. Nel 2015 il livello invece è di 2.6 morti al giorno. La polizia americana è autorizzata all’uso della forza armata rispetto che in Europa, la polizia può aprire il fuoco se teme di essere in pericolo, ma le vittime sono tante e su 385 vittime soltanto in 3 casi vi sono stati agenti incriminati. 



UEFA: CHIESTO IL RINVIO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI FIFA

di Matteo La Stella/ Christian Montagna

Zurigo-  Sono passate poche ore dall’ annuncio dello scandalo Fifa ma per molte altre persone coinvolte potrebbero scattare le manette. “Vogliamo essere chiari: questo e' solo l'inizio, non la fine", dicono gli investigatori dell’ Fbi e il capo della sezione criminale dell’Agenzia del fisco americana (Irs). Ammonizioni e condanne a quanto è accaduto giungono anche dal ministro della giustizia americano che ha così commentato l’inizio delle indagini : "Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale".

Commenti in merito alla vicenda giungono da ogni parte del globo. Perfino il campione Diego Armando Maradona ha pubblicato su Facebook la foto del presidente con la scritta “ladro”. Sei dirigenti Fifa arrestati questa mattina si sono opposti alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti e nel frattempo è scattata la battaglia legale per la competenza della giurisdizione.

L'Uefa intanto ha chiesto di rinviare le elezioni presidenziali della Fifa, in programma venerdì prossimo a Zurigo, dopo lo scandalo corruzione di oggi. Potrebbe inoltre, sempre per lo stesso motivo, boicottare anche il congresso della federazione internazionale. 

LO SCANDALO

All'alba di mercoledì mattina, alcuni membri ai vertici della Fifa sono stati arrestati in Svizzera su richiesta degli USA. L'inchiesta condotta dalla giustizia americana mette in discussione gli ultimi 20 anni di pratiche ai piani alti dell'organizzazione, comprese le gare conclusive di due Coppe del Mondo. A farne le spese, una decina di dirigenti, stanati dalla Polizia svizzera nel lussuoso Baur Au Lac hotel di Zurigo: gli agenti in abiti civili si sono fatti consegnare le chiavi nella hall, prima di raggiungere gli indizziati nelle camere per arrestarli.

Le accuse mosse nei loro confronti sono di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e frode telematica. La notizia dell'operazione è stata annunciata dal New Yorck Times, secondo cui nel mirino della giustizia a Stelle e Strisce sarebbero finite, oltre alle gare di Coppa del Mondo, gli accordi di marketing e di sfruttamento dei diritti televisivi degli eventi di punta. Tra gli arrestati figurano anche componenti del comitato esecutivo Fifa, le teste di serie dell'organizzazione che operano nell'ombra. Secondo il New Yorck Times, sarebbero finiti in manette: Jeffrey Webb, delle Isole Cayman, uno dei vicepresidenti del comitato esecutivo; Eugenio Figueredo, Uruguay, anche lui vicepresidente e presidente fino al 2014 della sudamericana Conmebol ; e Jack Warner, di Trinidad e Tobago, ex membro del comitato e presidente della Concacaf tra il 1990 e il 2011.L'organismo governativo del calcio mondiale viene investito così dallo scandalo proprio in procinto del congresso annuale e dell'elezione del prossimo venerdì in cui, il presidente Sepp Blatter, che non è stato toccato dall'indagine Usa, dovrà fare i conti con il principe giorndano Ali bin Al Hussein per mantenere il mandato di presidenza. Impresa ardua per Blatter che, in ogni caso dovrà fare i conti con quanto successo oggi in casa Fifa.