Pronto a morire per l'Isis: arrestato tunisino che gestiva migranti

Redazione

Una banda di trafficanti di migranti con a capo Mohamed Khemiri, tunisino di 41 anni, "pronto a morire" e a fare propaganda per la causa dei terroristi del Daesh. E' stata scoperta dai carabinieri del Ros coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha chiesto e ottenuto un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto stranieri indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al falso documentale. Khemiri, arrestato, e' indagato dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Napoli anche per associazione con finalita' di terrorismo internazionale assieme ad altre persone in via di identificazione. Al centro dell'operazione un'organizzazione che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, regolarizzando cosi' la posizione sul territorio nazionale. Per Khemiri la Procura di Napoli aveva sollecitato l'arresto per terrorismo, ma il gip aveva respinto la richiesta. "Sono isissiano finche' avro' vita. E se moriro' vi esorto a farne parte", diceva il 26 gennaio scorso. Gli investigatori del Ros hanno documentato la sua progressiva auto-radicalizzazione, manifestata anche attraverso social network, commentando, tra l'altro, con favore gli attentati di Parigi. L'indagine dei Ros, iniziata a settembre 2014, coordinata dalla procura antiterrorismo di Napoli e in collegamento con quella di Bari, traccia la sua progressiva radicalizzazione nei confronti dell'ideologia fondamentalista. Cresce sui social la sua condivisione della propaganda diffusa dallo stato islamico, tanto che in alcune conversazioni intercettate esprime soddisfazione per le numerose vittime degli attentati di Parigi del gennaio 2015. "Non era il mio factotum e l'ho visto pregare una decina di volte, ma mai ho notato atteggiamenti strani perche' queste persone che inneggiano alla violenza non avvicinano persone dell'Islam che non sono per la violenza. Sono disposto a collaborare". Cosi' l'Imam della moschea di San Marcellino, in provincia di Caserta, Nasser Hidouri, replica a chi descrive Khemiri come suo stretto collaboratore. Il
tunisino abitava in un appartamento vicino alla moschea. "Oggi e' un'altra giornata di successi per lo Stato che ha sferrato un duro colpo a una organizzazione criminale", afferma il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Questa indagine dimostra che c'e' il rischio che soggetti vicini al jihadismo possano entrare nella gestione dei traffici migratori", e' il commento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.