Roma, arrestato truffatore seriale: si tratta di un 43enne di Napoli

ROMA – Un 43enne di Napoli, con precedenti, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione Roma piazza Farnese con le accuse di uso di atto falso, possesso di documenti contraffatti e tentativo di truffa in concorso. L’uomo, truffatore incallito, era solito utilizzare il “nome d’arte” di Antonio Apicella per commettere i suoi raggiri.

Un 35enne di Terni, che in passato aveva “venduto” un orologio ad un tale che diceva di chiamarsi Apicella e che però lo aveva truffato, pagandolo con un assegno risultato falso, ha voluto prendersi una rivincita. Il 35enne umbro quando ha pubblicato una nuova inserzione, su un noto portale web di annunci, mettendo in vendita un succulento Rolex Daytona da 19.000 euro è stato contattato nuovamente da un tizio che diceva di chiamarsi Antonio Apicella; ha fatto delle ricerche in Rete e ha notato che anche altre persone erano state truffate con lo stesso sistema da un uomo che usava lo stesso nome.

Il venditore ha cosi combinato un appuntamento con il fantomatico Apicella, non prima però di avere avvisato i Carabinieri.

I Carabinieri della Stazione Roma piazza Farnese hanno così organizzato un servizio di appostamento, nel luogo e orario prefissato, dove il truffatore, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato insieme a due complici. “Antonio Apicella” ha mostrato la sua carta di identità e ha consegnato nelle mani del venditore un assegno – poi risultati entrambi falsi – e a scambio avvenuto i Carabinieri sono intervenuti fermando i tre truffatori e portandoli in caserma.

Il 43enne, che non si chiama in realtà Antonio Apicella, è stato arrestato mentre i suoi 2 “soci” sono stati denunciati a piede libero per il reato di tentata truffa in concorso.

 




Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso

“Uno squillo sul cellulare, uno solo, da un numero con prefisso +373 o altro ma sempre estero, poi la telefonata viene interrotta. Chi vede la chiamata senza risposta, il più delle volte prova a richiamare e inizia il raggiro”. Nuova allerta da parte della Polizia che, attraverso il profilo Facebook “Una vita da social”, richiama l’attenzione su una truffa che nonostante la grandissima informazione che c’è sull’argomento, riesce a trarre in inganno ancora tantissime persone. “Chi chiama viene dirottato su numeri e opzioni che portano a sottoscrivere un nuovo abbonamento telefonico, il tutto senza chiedere autorizzazioni e consensi” si legge nel post della polizia. “Ma a volte basta richiamare il numero e, anche senza ricevere risposta, si entra in un circuito di collegamento internazionale che prosciuga ricariche e minuti di abbonamento, perché senza saperlo si va su una linea a pagamento con costi che vanno da 1 euro a 1 euro e 50 ogni dieci secondi”. Le chiamate arrivano in genere di sera, tra le 18:30 e le 20:30, “quando la maggior parte delle persone è più libera dal lavoro e più propensa a richiamare. Che è la cosa da evitare assolutamente – viene precisato -. Se vi capita, consigliamo di denunciare subito il fatto alla Polizia per permettere agli investigatori di raccogliere quanti più elementi sul caso”. Adesso che lo sapete, se ricevete uno squillo da un numero sospetto sul vostro telefonino cellulare sapete cosa bisogna fare e come comportarsi. Diffondete la notizia e avvertite amici e parenti perché per finire in un guaio basta davvero poco.

F.P.L.




Roma: sventato raggiro ad ignaro automobilista nella Capitale

ROMA – La scorso pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Roma Montespaccato hanno arrestato un 30enne di origini sinti, perché a bordo di uno scooter ha simulato un sinistro stradale ai danni di un anziano automobilista romano e lo ha costretto a pagare una somma di denaro.

Il 30enne, non nuovo a questo tipo di reati, era bordo di un Honda Sh in via Mattia Battistini quando, al sopraggiungere di un’auto condotta dalla vittima “designata”, un 82enne di Roma, alla guida di una Ford Fiesta, gli ha lanciato un oggetto sulla carrozzeria dell’auto e lo ha costretto a fermarsi, simulando la scena del finto sinistro stradale.

L’anziano è uscito dall’auto e il truffatore lo ha indotto a pagare la somma di 100 euro, come risarcimento per un fantomatico danno subito dal suo motociclo.

L’anziano che lo stava liquidando è stato bloccato dalla pattuglia dei Carabinieri in transito che ha notato la scena ed è immediatamente intervenuta.

Alla vista dei militari, il 30enne si è dato alla fuga ma dopo un breve inseguimento è stato bloccato.

L’arrestato, è stato trattenuto in caserma in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo. Dovrà difendersi dalle accuse di truffa aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.




ALLARME A FIRENZE: ARRIVA LA TRUFFA DELL’AVVOCATO. ANZIANI NEL MIRINO

di Ci. Ma.

Firenze – Gli anziani sono purtroppo il bersaglio preferito di truffe fantasiose che riescono ad intercettare persone sole o sprovvedute. E così puntuale, dopo le ferie, arriva una nuova truffa. Già soprannominata “La truffa dell'avvocato”, questo reato sta colpendo anziani soprattutto nella provincia di Firenze.

 

La truffa, come raggira il malcapitato. Si tratta di una banda non ancora identificata dalle forze dell'ordine che utilizza come base sempre la stessa "risorsa": la debolezza e la fragilità psicologica delle proprie vittime. La "variazione sul tema" questa volta riguarda i figli. La banda pianifica la truffa cercando di conoscere la composizione della famiglia della vittima ed il suo numero di telefono.


A questo punto scatta una telefonata che scatena l'ansia dell'anziano: colui che chiama si finge avvocato e racconta alla vittima che suo figlio, o un congiunto comunque esistente, è stato fermato dalla Polizia o dai Carabinieri a seguito di un reato (magari un omicidio colposo in un incidente stradale); questo premuroso "avvocato" aggiunge poi che per rimettere in libertà la persona fermata serve una cauzione, un istituto in realtà inesistente nel sistema processuale penale italiano.
A seconda del tipo di risposta più o meno agitata, espressa dalla vittima, scatta la richiesta di una somma di denaro da ritirare direttamente al domicilio del truffato da una "persona di fiducia"; i soldi richiesti variano tra i 500 ed i 1.000 euro. Se l'anziano al telefono dichiara di non avere contanti, i ladri non si danno per vinti e chiedono la consegna di preziosi da far valutare da un perito e da convertire in denaro.

 

Le indagini ancora in corso. La difficoltà delle indagini sta nel fatto che la presenza fisica del truffatore vicino al truffato è ridotta al minimo: pochi istanti utili per la consegna dei soldi, mentre il grosso della truffa viene svolta al telefono.


La polizia di Stato avverte. Le opportunità di cogliere in flagranza i malviventi, diventano così minime senza la collaborazione della potenziale vittima. Ricordiamo quindi a tutti che le forze dell'ordine non chiedono denaro da ritirare a domicilio e che la cauzione in Italia non esiste. E che in caso di qualunque dubbio non bisogna esitare e chiamare subito i numeri del pronto intervento 113 o 112.




PALERMO, TRUFFA SERVIZIO ANTINCENDIO: SEQUESTRATI BENI PER 12,5 MILIONI DI EURO

di Angelo Barraco

Palermo – A seguito di una vasta operazione eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo e al termine di complesse e tortuose indagini, è stata sventata una maxitruffa nell’ambito dell’affidamento e svolgimento del servizio antincendio boschivo con mezzi aerei che esistevano solo ed esclusivamente sulla carte. Sono stati apposti i sigilli a quattro società e sono state poste sotto sequestro varie attrezzature e veicoli nonché anche denaro il tutto per un totale di 12,5 milioni di euro. Sono stati effettuati sequestri dalle fiamme gialle su tutto il territorio nazionale, nei confronti degli amministratori pro tempore delle società  Heliwest srl, Elifriulia srl, Elitellina srl ed Elimediterranea spa,per truffa aggravata a danno dello Stato, falsita' in atto pubblico, turbata liberta' degli incanti, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture.
 
Le indagini. Le indagini hanno accertato la fraudolenta aggiudicazione dell’appalto del servizio antincendio alle quattro società riunitesi in un’Associazione temporanea di imprese. L’Ati ha attestato di avere la disponibilità di personale di volo e tecnico e ha dichiarato di poter impegnare due elicotteri bimotore che erano invece impegnati in altre Regioni italiane.L’Ati è stata l’unica ad aggiudicarsi l’appalto poiché l’unica partecipante alla gara e al relativo bando. L’Ati inoltre, non avendo piloti e mezzi tecnici, ha dovuto falsificare la rendicontazione dei turni di servizio svolti dal personale. E’ stata falsificata la presenza degli addetti al servizio antincendio dislocata presso le nove basi in Sicilia che, in realta', risultavano operare presso altre Regioni italiane di turni di riposo, con la conseguenza che il dispositivo di intervento veniva di fatto assicurato dai pochi tecnici e piloti realmente presenti, costretti  a garantire maggiori ore di presenza al lavoro di quelle dovute, oltre i "limiti di volo". Sono in corso ulteriori accertamenti. 



CROTONE,TRUFFA A DANNO UE: SEQUESTRI PER 714 MILA EURO

di A.B.
 
Crotone – Otto persone, ritenute responsabili di truffa aggrevata, di falso e reati tributari di emissione ed utilizzo di fatture false, occultamento di scritture contabili sono state denunciate. Vi è stato un sequestro delle disponibilità bancarie e beni immobili dell’importo di 714.000 euro nei confronti degli amministratori di una società nel settore della costruzione. L’operazione è stata eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone con un ordine di sequestro emesso dal Giudice.
 
La Guardia di Finanza ha controllato e monitorato il processo di erogazione di risorse attraverso la Regione Calabria per l’incremento occupazionale e la formazione in azienda di neo-assunti. Tra i destinatari di finanziamenti della specie, è stata sottoposta a controllo una società operante nel settore delle costruzioni, beneficiaria di un contributo di € 630.000 per le spese relative ai costi salariali ed € 84.000 per quelle inerenti i corsi di formazione.
 
Le indagini hanno portato alla scoperta di molte e numerose irregolarità, per esempio il registro delle presenze; ad eccezione di un solo soggetto, tutti gli altri hanno disconosciuto le firme attribuite a loro e hanno dichiarato di non aver mai partecipato a nessun corso di formazione. La stessa assunzione dei “neo-dipendenti” era irregolari poiché gli stessi erano stati licenziati poco prima di essere assunti dal nuovo soggetto societario, tale manovra aveva il solo fine di ottenere il finanziamento.