Troika, Atene esce dalla crisi ed entra in rianimazione

Il 20 agosto la Troika ha lasciato Atene. L’operazione chirurgica è stata conclusa lasciando la Grecia in prognosi riservata. Come scriveva l’Avvenire “La crisi partì nel 2009 ed ebbe i suoi picchi nel 2015 e 2016. L’austerity pesa ancora su una popolazione stremata”. Il 20 agosto è giunta a termine la servitù finanziaria, chiuso il programma di aiuti da parte dei creditori internazionali ma, soprattutto, il 20 agosto è rinata la speranza per il governoTsipras di fare ripartire l’economia, con l’opportunità di tornare a finanziarsi direttamente sui mercati.

La troika lascia le coste elleniche dopo 8 anni di predominio. Bruxelles e le banche tedesche e francesi esultano e hanno ben donde. Si calcola che dei 216 miliardi di euro erogati fino al 2016, solo il 5% sono finiti nelle casse di Atene. Il 95% sono serviti per ripagare i creditori come le banche francesi e tedesche.

Quanto sia giustificata tutta questa euforia è da stabilire

Dopo questi otto lunghi anni di austerità il paese non si presenta nelle migliori condizioni. Mentre l’economia greca segnala dei primi avvisi di crescita, la vera ripresa ha ancora molta strada da fare. L’uscita della Grecia dal programma di salvataggio, forse vantaggerebbe più l’Eurozona che la stessa Grecia e non per niente che le autorità europee per prime e le banche francesi e tedesche poi, salutano “come una vittoria” il completamento del programma di salvataggio finanziario di Atene.

L’Unione europea canta vittoria ma la Grecia è al collasso

La chiusura dell’ultimo bilancio con un superattivo pari al 3,7% del Pil non poteva essere altrimenti dopo 15 tagli alle pensioni e pesanti sforbiciate allo stato sociale. Si è sicuri che sia finito l’incubo dell’austerità mentre si parla solamente dei problemi dell’economia? Al ministro delle Finanze, Euklides Tsakalotos aspettano tempi difficili. Proprio mentre scriviamo scade per Atene l’ultima tranche di prestito, 15 miliardi di euro. Ad Atene è stato concesso più tempo e potrà posticipare di 10 anni il pagamento del prestito di 110 miliardi di euro previsto dal vecchio fondo salva-Stati. Se poi non dovesse riuscire a pagare nei tempi previsti, avrà la possibilità di farlo entro altri 10 anni senza sanzioni.

Il futuro del paese è affidato alla buona sorte

Il paese esce stremato da otto anni di austerità la più rigorosa . Il paese deve ricostruire la sua economia industriale, un servizio sanitario, assistenza sociale, lotta alla povertà, alla disoccupazione. L’autunno 2019 la Grecia tornerà alle urne. Quale sarebbe il programma di Tsipras se dovesse essere eletto? I senzatetto superano il migliaio, altri migliaia occupano case abusivamente perché non possono permettersi il pagamento di un affitto.

Secondo il Financial Times , la povertà assoluta, che nel 2009 era del 2%, in appena sei anni di austerità è schizzata al 15%. Il rigore ha reso impossibile al governo Tsipras l’assunzione di medici e infermieri, riducendo così a lumicino l’assistenza sanitaria. Per chi viveva sulla strada non esisteva alcuna assistenza. Oggi è tutto da ricostruire. Molti considerano la situazione presente una vera emergenza umanitaria. Per chi conosce Atene può farsi un idea di cosa vuole dire quando si dice che da piazza Syntagma a piazza Omonoia, i portici che fiancheggiano la strada sono un dormitorio a cielo aperto. Le associazioni di volontariato hanno fatto un grandissimo lavoro di sostegno alla povertà e ai senza tetto.Volontariato come Step, Bananas, Human Aid e Help Refugees hanno rimboccato le maniche e hanno dimostrato che la solidarietà è un valore per cui vale la pena di impegnarsi. Durante l’austerità si è visto di tutto. Si racconta di profughi che sfamano i senzatetto greci.

Chi assumerà il governo del paese il prossimo settembre 2019 troverà ad attenderlo il fenomeno della prostituzione minorile, tantissime madri che non hanno più soldi per pagare il necessario ai propri bambini come omogeneizzati, occhiali, vaccinazioni e persino un ospedale per assicurare cure gratuite a chi è stato lasciato senza niente dalle politiche di austerity e per strada tanti giovani senza lavoro.

La Troika (BCE, Fondo Monetario, Commissione Europea), suona le campane a festa, la popolazione greca ancora giace con prognosi riservata in rianimazione. Ad Atene ed al suo grande popolo giungano i migliori auguri per una veloce ripresa.

Emanuel Galea




Grecia, politiche della Troika e responsabilità di governo: uno stato in bilico tra default e declino totale

“L’amara verità! Atene rischia di pagare un conto sempre più salato” scriveva Sergio Coggiola il 5 giugno 2015 su “ilsussidiario- Economia e Finanza”. Le previsioni di Coggiola, ahinoi, furono più che mai profetiche. Siamo a marzo 2018 e la situazione di Atene, a dire poco, è disastrosa.

E se oggi Atene piange, Roma certamente non ride

Due stati bagnati dallo stesso mare. Due paesi con un debito “strangolante” che li accomuna. Due paesi sovrastati da una immigrazione clandestina fuori controllo.
La Grecia al pari dell’Italia deve il suo dissesto economico/finanziario alla mala politica, agli sprechi, alla corruzione e all’evasione. A detta di molti, Atene oggi è sul punto di non ritorno e la causa del disastro sarebbero i cosiddetti “mercati” che hanno messo in ginocchio il paese imponendo un tasso di interesse sul debito pubblico (sui titoli di stato) che sarebbe insostenibile per qualsiasi nazione al mondo.

La morte lenta ed inesauribile di Atene non è stata casuale

Le politiche della Troika e il governo che le ha imposte sono i principali responsabili del presente “stato in bilico” tra il default e il declino totale, per la sua povertà supera di molto la disastrata Venezuela di Maduro. La Grecia ahinoi, è un paese in svendita. Il peggioramento progressivo seguito da Atene è esattamente quello che, in misura minore, ci auguriamo essere solo un fattore contingente, sta accadendo anche da noi.Prima di procedere oltre, sarebbe utile dare un’occhiata alla situazione ellenica attuale affinché il popolo italiano stia ben guardingo ad evitare di cadere nelle braccia della Troika. Cosa ben risaputa che già nel 2011 le politiche della Troika in Grecia avevano fatto chiudere un negozio su 4, oggi ne sono rimasti un decimo, rispetto al periodo pre-crisi.
A seguito dell’arrivo della Troika ad Atene, migliaia di statali sono stati licenziati. ridotti all’osso gli stipendi e le pensioni da 700 euro al mese, valori pre-crisi, oggi sono solo un ricordo. La Grecia ha dovuto mettere in vendita i suoi “gioielli” (la messa sul mercato di 110 bellissime spiagge, che diventeranno i “lidi privati” dei lobbisti, magari i responsabili della stessa situazione greca.)
Aumenta sempre più il numero dei senzatetto e dei genitori disperati, che non sapendo più come sfamare i propri bambini, li abbandonano per le strade. File dei disperati fuori i cancelli degli enti caritatevoli, mendicando un pezzo di pane, si allungano sempre di più. A questa sacca di povertà e degrado prospera la circolazione della droga dei poveri, lo spaccio di quella pesante ed una inevitabile crescita di furti e reati connessi. La malavita la fa da padrona e crescono le violenze. La giustizia lascia molto a desiderare e gli abusi di potere aumentano l’indigenza rendendo sempre più la vita invivibile. Il sistema sanitario è diventato un lusso solo per pochi e sempre più le case farmaceutiche interrompono le forniture a causa di insolvenza. Il lavoro è diventato più che mai un bene prezioso e chi vuole lavorare deve essere disposto ad accettare stipendi di poche centinaia di euro al mese, senza contratto, senza assicurazione e senza alcun diritto.

Così è se vi pare! In certe località è stato introdotto il sistema medioevale del baratto. Questa è la Troika della moderna Unione Europea.

Spesso e volentieri in Grecia, ai giorni nostri, ci si imbatte in casi quando in cambio alla tredicesima e quattordicesima si offrono coupon per cibo e benzina. Tutto quanto detto si verifica mentre in Italia si dibatte di rischio fascismo, alleanze e possibili governi ballerini, mentre Francia e Germania vogliono mettere in difficoltà la ditta Italia, riscrivendo le regole europee a livello finanziario, preparando il terreno per lo sbarco della Troika come scriveva Mauro Bottarelli il 13 febbraio 2018 su “il sussidiario”, un articolo intitolato: “Le manovre contro l’Italia ignorate dalla campagna elettorale”. Lo stesso dubbio lo ha esternato anche Alessandro Graziani sul Sole 24Ore con il suo commento nell’articolo “La Yalta del Sistema Finanziario”. Molti studi accademici, condotti da economisti e studiosi di fama, studi come: “Political connections and the informativeness of insider trades” confermano questa ipotesi. Già nel 2016 Alberto Rovis nel suo sito “altreinfo.org” scriveva : “La Troika sta distruggendo la Grecia. Poi tocca a noi….” Allora per gli ellenici si era avviata una spirale negativa, imposta dalla Troika che l’ha messa in ginocchio: elevata tassazione /conseguente riduzione di investimenti nell’attività produttiva/mancanza di lavoro/cittadini con sempre meno reddito/inabissamento del Pil/ fuga dei capitali all’estero/aumento delle tasse da parte dello Stato/ svendita del patrimonio per il pagamento degli interessi sul debito pubblico. Allora bastava qualche mese dei QE gestito da Draghi per salvare la Grecia, senonché i finanziamenti dei Q.E. vanno a salvare le banche e mai gli Stati in difficoltà. A questo punto urge fare una riflessione. Cosa accadrebbe all’Italia il giorno in cui si esaurisse l’Istituto del Q.E? Il debito schizzerebbe avanti, e dopo? Continuerebbero i nostri avventurieri politici a sprecare il tempo discutendo forme di governi impossibili che appena formati, se si riuscisse a formarli, si scioglierebbero come neve al sole?

Emanuel Galea




GRECIA PRIVATIZZAZIONE: LA GERMANIA GESTIRA’ 10 AEREOPORTI REGIONALI. "BENVENUTA TROIKA"

Il giallo dell’evasione fiscale di una società tedesca in Grecia non ha allertato nessuna commissione, mentre la Franport, il nuovo gruppo tedesco, spenderà circa 330 milioni di euro nei primi quattro anni per migliorare gli aeroporti, che poi andrebbero a gestire per i prossimi 40 anni

di Cinzia Marchegiani

Atene (Grecia) – La Grecia svende i suoi gioielli di Stato. Il programma di questa privatizzazione in Grecia si sta ultimando, come mamma Troika aveva imposto. E’ stato ripreso dal governo di Tsipras gli accordi affinché i fondi del FMI possono entrare nelle casse elleniche. La privatizzazione ora prevede anche la gestione di 14 aeroporti greci regionali, come precedentemente concordato, alla società Fraport di Francoforte. Fraport e la greca Copelouzos si erano accordati con l'agenzia ellenica per le privatizzazioni nel 2014 per la gestione di 14 aeroporti in diverse destinazioni turistiche, tra cui Corfù.
Così ora il governo ellenico, dopo un’estate di tiri alla fune ha ceduto su tutta la linea e ha confermato che darà in gestione gli aeroporti regionali alla tedesca Fraport e l'accordo che vale 1,2 miliardi di euro, inizialmente congelato, verrà ora finalizzato nelle prossime settimane. Il nuovo gruppo dovrebbe spendere circa 330 milioni di euro nei primi quattro anni per migliorare gli aeroporti, che poi gestirebbero per i prossimi 40 anni.

Game over per Tsipras. La pubblicazione della decisione sulla gazzetta ufficiale conferma l'impegno del governo a procedere coi termini già fissati in precedenza, infatti l’accordo preliminare era stato raggiunto nel 2014, ma poi bloccato dopo l'elezione a gennaio del primo ministro Alexis Tsipras, che ne aveva annunciato una revisione. Anche se il portavoce di Fraport ha detto che la decisione del governo è "la base per ulteriori negoziati", e che ancora non è stato firmato alcun contratto, di certo quest’accordo, una volta ratificato, rappresenterà la prima privatizzazione completata dal governo Tsipras, che invano si è opposto alla vendita delle imprese strategiche statali, ma che ha svendere e cedere per ricevere l'ok all'implementazione delle privatizzazioni in cambio di nuovi fondi.

Il giallo dell'evasione fiscale di una società tedesca in Grecia. Interessante la notizia che invece vede come il più grande evasore fiscale in Grecia una società tedesca. Un tribunale di Atene ha rilevato che la Hochtief, che è la più grande società di costruzioni tedesca, specializzata negli aeroporti, è la società tedesca che progettava l'aeroporto "Eleftherios Venizelos" di Atene International non pagava l'IVA da 20 anni. Le notizie riportano che la società Hochtief, dovrà pagare più di 500 milioni di euro per arretrati di IVA. Insieme ad altri pagamenti in sospeso, come quelle ai fondi di previdenza sociale, che potrebbe ammontare più di 1 miliardo di euro. Se non fosse ironico, ci sarebbe da chiedersi cosa c’è sotto, poiché nell'ambito del programma di austerità imposto dalla "Troika" i dipendenti greci hanno perso circa 400 milioni di euro dai tagli ai loro stipendi. Questa notizia non ha allertato però  alcuna commissione d'indagine della Comunità Europea. Chapeaux.

 




UE L’INDAGINE SULLA TROIKA CONDANNA IL SUO OPERATO… MA NESSUNO PAGHERA’ PER GLI IMPATTI DEVASTANTI

di Cinzia Marchegiani

Terminata l’inchiesta che ha messo sotto lente d’ingrandimento l’operato della Troika, la sua eccessiva austerità ha prodotto effetti negativi economici e sociali partorendo riforme catastrofiche segnando vite e storie umane sotto la sua inquisizione nonché cambiamenti geopolitici non indifferenti. I relatori a capo di questa iniziativa, il socialista Liem Hoang Ngoc e l’europarlamentare austriaco del centro destra Othmar Karas avevano accolto i dubbi in merito al lavoro sui salvataggi dei paesi della zona euro che hanno imposto condizioni assai rigorose dai rappresentati dei creditori internazionali. La storia ricorderà come l’intervento sulla Grecia abbia spalancato i dubbi sul metodo di queste azioni risolutive. Riflessioni che ora sembrano profetiche quelle dell’eurodeputato Marisa Matias (Sinistra Unita, Portogallo) che osservava come la BCE era intervenuta ben al di là delle proprie competenze interferendo con le politiche economiche e fiscali nei paesi in cui sono stati necessari i piani di salvataggio:”l'azione della BCE ha avuto un impatto sulle scelte degli Stati membri in questione, in particolare rispetto alla capacità d'investire in lavoro e crescita.”
Questo il verdetto dell’indagine appena conclusa: “Un sistema debolmente costruito” che condanna l'organizzazione della Troika. "Le tre istituzioni indipendenti, con una distribuzione non equilibrata delle responsabilità tra le medesime, cui si aggiungono mandati differenti e strutture negoziali e decisionali con diversi livelli di responsabilità, il che si traduce in una mancanza di controllo adeguato e di responsabilità democratica della Troika nel suo insieme". I Parlamenti nazionali sono stati troppo spesso lasciati fuori dall'equazione. I Ministri delle finanze dell'UE, in particolare dell'Eurogruppo, sono accusati di non riuscire a dare indicazioni politiche chiare e coerenti alla Commissione e per non essersi assunti la loro parte di responsabilità politica.

La verità affiora come una bolla d’aria in un’ampolla d’acqua, trascinando con se tutta la sua drammaticità, il Parlamento Europeo conferma che le condizioni imposte in cambio dell'assistenza finanziaria hanno messo in pericolo gli obiettivi sociali dell'Unione europea, in particolare perché è stato concesso poco tempo per l'attuazione di dette misure e perché non sono state eseguite valutazioni d'impatto adeguate del loro effetto distributivo su diverse fasce della società. “La disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani – e ciò porta alla loro emigrazione – e molte piccole imprese hanno fallito. I tassi di povertà sono aumentati, anche tra la classe media. In poche parole “mancanza di un'adeguata valutazione d'impatto”…..
Ed ecco che da pochi giorni sono state votate e due  risoluzioni, quella  sull'indagine della commissione affari economici e monetari sul funzionamento della Troika, redatta da Othmar Karas (EPP, AT) e Liem Hoang-Ngoc (S&D, FR), è stata approvata con 448 voti favore a 140, e 27 astensioni, dove emerge che la struttura della Troika e i metodi di lavoro hanno ostacolato "l'appartenenza" nazionale e compromettono la trasparenza e la responsabilità. La seconda risoluzione della Commissione Affari Sociali redatta da Alejandro Cercas (S&D, ES), è stata adottata con 408 voti favorevoli, 135 voti contrari e 63 astensioni, e critica gli impatti negativi delle riforme ispirate dalla Troika sull'occupazione.
Dalle risoluzioni appena partorite escono dal cilindro le “Raccomandazioni”  e come primo passo, gli stessi deputati propongono l'introduzione di disposizioni procedurali chiare, trasparenti e vincolanti per la cooperazione tra le istituzioni in seno alla Troika e la ripartizione dei compiti al suo interno. Una migliore strategia di comunicazione è anche una "massima priorità", afferma il testo preparato dalla commissione affari economici. I programmi di aggiustamento devono includere "piani di emergenza" nel caso in cui gli scenari di riferimento previsti non si materializzino. I protocolli d'intesa, che sono alla base di tutti i programmi, dovranno meglio rispecchiare le dimensioni sociali e occupazionali. Ciascun paese oggetto di un programma dovrebbe beneficiare di una "task force per la crescita". Infine, ci vuole più impegno per garantire la responsabilità democratica e la partecipazione nazionale. Nel medio termine, la risoluzione raccomanda un ripensamento radicale della Troika, con un coinvolgionento del FMI "facoltativo",  la BCE presente solo come "osservatore silenzioso", e un "Fondo monetario europeo" come ruolo per la Commissione europea.
Inoltre i deputati chiedono alla Commissione e al Consiglio di prestare la stessa attenzione agli squilibri sociali e macroeconomici. Gli Stati membri e l'UE dovrebbero mettere in atto un piano di recupero di posti di lavoro, una volta superata la parte pià difficile della crisi finanziaria, tenendo conto, in particolare, della necessità di creare condizioni favorevoli per le  PMI, ad esempio con una riforma del sistema creditizio. La Commissione, la BCE e l'Eurogruppo (Ministri delle finanze dell'Eurozona) dovrebbero infine riesaminare il prima possibile le misure messe in atto, e l'UE dovrebbe sostenere, con risorse finanziarie sufficienti, il ripristino delle norme di protezione sociale.

Belle parole, votazioni interessanti, peccato che il danno sociale non lo pagherà nessuno, gli assetti politici ed economici stravolti non saranno ascrivibili ad alcun organo europeo, un po’ parafrasando hanno chiuso il recinto dopo che i buoi son fuggiti tutti. Se questa rappresenta la forma di democrazia cui i paesi membri devono attenersi, i nuovi scenari che si stanno proiettando come un’ombra inquietante sull’Europa, con gli ordini targati USA, lasciano presagire raccapriccianti futuri, dove ulteriormente i vincoli climatici ed energetici potrebbero continuare a schiacciare la zona euro,  favorendo squisitamente ancora le grandi potenze.

Allora una domanda sorge spontanea…con quali ausili democratici l’Europa ha difeso la giustizia sociale e i posti di lavoro? Eppure dal bilancio annuale dell'UE risulta un ammontare pari  150,9 miliardi di euro nel 2013, che con orgoglio viene definito come una somma ingente in termini assoluti, ma pari solo all'1% della ricchezza annuale generata dai paesi UE.
Il comunicato che segue lo stesso bilancio annuale specifica:”
La maggior parte di queste risorse è spesa per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e delle comunità locali dell'UE, ed è diretta in particolare verso le regioni e le categorie sociali meno ricche, o destinata a creare posti di lavoro e a stimolare la crescita in tutta l'Unione”.
Considerazioni inopportune dopo l’esito dell’indagine sull’operato della Troika, ai cittadini europei sinceramente sembra di essere su Scherzi a Parte!
 




BRUXELLES, E’ PARTITA L’INCHIESTA EUROPEA SUL LAVORO DELLA TROIKA

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – E’ partita l’inchiesta parlamentare europea che porterà sotto lente d’ingrandimento il lavoro della Troika, a fine marzo il Parlamento Europeo affronterà con la votazione plenaria la relazione sul lavoro svolto dalla BCE nel 2012. I relatori a capo di questa iniziativa, il socialista Liem Hoang Ngoc e l’europarlamentare austriaco del centro destra Othmar Karas hanno accolto i dubbi in merito al lavoro sui salvataggi dei paesi della zona euro che hanno imposto condizioni assai rigorose dai rappresentati dei creditori internazionali, il denaro per i salvataggi proviene da prestiti bilaterali dei paesi della zona euro, tramite gli organismi appositamente creati, come il MES (Meccanismo europeo di stabilità), e dal FMI (Fondo Monetario Internazionale). Una delegazione della  Commissione ECON ha già visitato Cipro e Portogallo, presto si recherà in Irlanda e in Grecia. Hoang Ngoc spiega la finalità di questa commissione: "Questa inchiesta è stata istituita per fornire risposte a tutti coloro la cui vita è stata influenzata dalla Troika. Da quando la Troika è intervenuta la prima volta in Grecia, vi è la necessità di valutare in modo trasparente e democratico se esso sia stato il metodo d'azione migliore.”

Purtroppo gli effetti negativi economici, sociali dell’eccessiva austerità innescate per poter ricevere aiuto da parte del meccanismo europeo di stabilità ha prodotto solo riforme economiche senza logica e portatrice di cambiamenti e assetti geopolitici che hanno segnato le storie umane, i diritti e i doveri degli stati membri sottoposti all’inquisizione della Trioka (Commissione Europea, Banca Centrale Europea,BCE e Fondo Monetario Internazione, FMI)
L’ECON in agenda entro questo mese ha organizzato varie audizioni in cui i politici attuali ed ex della Troika prenderanno la parola, interverranno, il commissario agli affari economici e monetari, Olli Rehn, l’ex presidente della BCE, Jean-Claude Trichet e il direttore del Meccanismo europeo di stabilità, Klaus Regling, mentre a causa del proprio regolamento interno, il Fondo Monetario Internazionale non potrà partecipare al dibattito sulla trasparenza della Troika.

Il ruolo della Troika ha giudizi severi da parte dei deputati del parlamento europeo, Marisa Matias (Sinistra Unita, Portogallo) senza giri di parole afferma che la BCE è intervenuta ben al di là delle proprie competenze interferendo con le politiche economiche e fiscali nei paesi in cui sono stati necessari i piani di salvataggio:”l'azione della BCE ha avuto un impatto sulle scelte degli Stati membri in questione, in particolare rispetto alla capacità d'investire in lavoro e crescita.”

Il deputato italiano di centro-sinistra Gianni Pittella, relatore per il Parlamento della relazione annuale della BCE del 2012, ha indicato che è necessario un nuovo sistema per organizzare i piani di salvataggio:”La BCE deve avere un ruolo di consulenza e non politico e la troika dovrebbe essere sostituita da un sistema in cui la Commissione è posta al centro del meccanismo e per il quale deve rendere conto al Parlamento".
L’inchiesta ancora da ultimare porrà quesiti importanti sulla legittimità democratica delle misure imposte, in particolare in Irlanda, Cipro, Slovenia, Grecia, Portogallo e Italia, ad un primo esame sembra accogliere solo commenti critici,  nella plenaria di fine marzo o aprile il parlamento europeo chiederà alla commissione europea maggiori poteri di controllo e forse facendo uscire il FMI, Fondo Monetario Europeo.

Le elezioni europee alle porte sembrano aver umanizzato il ruolo dell’Unione Europea, nazioni in crisi economia e umanitaria, cambiamenti degli assetti politici e strategici sono diventati motivo di studio ed interesse, molti si chiedono..ma prima dov’erano? Sembra un iter ormai convalidato, le elezioni parlamentari riescono a illuminare e attivare la curiosità sui gravi disagi che le politiche miopi e sorde hanno prodotto. La cristallizazione dell’economia e del lavororo, la disoccupazione  ai masimi storici, malasanità da deficit di risorse, collasso delle strutture aziendali pubbliche e private, desertificazione industriale e aziendale, abbandono all’istruzione, aumento della povertà ora sembrano trovare un interlocutore. E così, anche l’europa si desta, peccato che nel frattempo molte famiglie  (piccoli stati della società) siano fallite e senza la forza motrice del lavoro molte sono senza una casa. E’ stata scippata con una violenza inaudita la dignità di poter offrire ai propri cari il necessario per una vita decorosa…sotto lo sguardo gelido e impietoso dei nuovi amministratori, ma le politiche dell'UE non dovevano e essere al servizio dei cittadini europei?
La commissione si preannuncia seria, forse saranno declassati o estromessi i crudeli sansionatori, ma questi danni irreversibili chi li pagherà?