ANCORA SUI MINORI

Gerardo Spira

 

Gentile Direttrice, ho letto sul Vostro quotidiano del 5 marzo [ TUTELA DEI MINORI: QUANDO ASSOCIAZIONI E INFORMAZIONE VENGONO MESSE SOTTO ACCUSA ] l'accaduto lamentato dalla vice direttrice Roberta Sabaud dell'associazione "donne per la sicurezza Onlus" e ho apprezzato il suo commento.

Quando le cose non vanno bene in questo Paese, avvertiamo il pericoloso rigurgito di pressioni per tentare di fermare la diffusione di notizie che mettono a nudo disfunzioni,abusi e soprusi. Il problema  non è l'informazione, che svolge il suo libero compito, ma il dramma di situazioni che ha ormai  coinvolto tutti,famiglie,istituzioni,  forze dell'ordine e magistratura e nessuno prende l'iniziativa di porre fine a tanto disastro,tracciando, pur con le leggi esistenti un filo unico e invalicabile a tutela dei minori. I servizi disaccordi e la giurisprudenza contrastante alimetano dissapori e conflitti senza pensare che i bambini compresi quelli di chi decide sono tutti uguali nell'amore e nel dolore. Si parla tanto di minori e tutti aprono il cuore proteso a difenderli e a tutelarli,ma nessuno ha compreso che i conflitti non si possono dirimere o superare con un fredda sentenza,che risulterà comunque avvelenata dalle incongruenze, contraddizioni , dissapori, odi e  vendette.Sul vostro quotidiano del 20 settembre 2012 scrissi che nessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva.Sono sempre più convinto che le questioni dei minori vanno affrontate con le ragioni del cuore. Il danno ai minori lo stanno procurando tutti coloro che in forza di potestà e di attribuzioni esprimono pareri e decisioni. A noi è capitata una vicenda ,triste per gli aspetti e clamorosa per i risultati che ci porta a dovere indossare la corazza di acciaio per difendere la dignità di un bambino che da oltre cinque anni sta gridando il suo dolore a tutti e  nessuno se ne preoccupa,o meglio qualcuno lo fa, ma  a senso unico. 

A proposito di minori,qualche giorno addietro,per la vicenda occorsa, ho espresso alcune  mie considerazioni che allego e che sono in corso di pubblicazione. Speriamo che a qualcuno non venga in mente di toglierle dalla bacheca aperta sul mondo. 

La problematica  della vita di coppia e di famiglia ha ormai sconvolto l'intera  società,per aver  disperso lungo il cammino civile, pezzi importanti che  ne tenevano saldamente uniti principi e valori. Duramente ne pagano le conseguenze i minori, perchè non protetti e adeguatamente salvaguardati dalle istituzioni che entrano nell'arena con l'intenzione di mettere pace,ma col risultato di alimentare i litigi dimenticando  che  solo i minori, disperatamente aggrappati all'uno o all'altro genitore, diventano le uniche vittime, mai più recuperabili. Di chi la responsabilità!  Unicamente della Società che ha delegato un compito ed una funzione così importanti alle istituzioni, le quali non fanno altro che applicare giustamente o  ingiustamente le regole dettate dalla stessa. Per dirimere i conflitti le istituzioni mettono in piedi strutture gestite da persone più o meno capaci, dirette e guidate dall'Autorità giudiziaria,la quale , mette fine alla lite,con  una decisione che incide sensibilmente nella sfera patrimoniale ed in quella affettiva  dei litiganti.A questo punto il minore è già divenuto  soggetto senza alcuna identità, mortificato nella dignità, distrutto nei sentimenti e soprattutto cancellato dal libro dei sogni. Di fondamentale importanza è la funzione dei servizi,delegati ad organizzare ed istruire percorsi adeguati per il recupero di una condizione di esclusiva tutela del minore, trovando modalità di collante per la costituzione di un rapporto civile  orientati solo al benessere del minore.Questa fase costituisce il corollario di base della decisione del Giudice. Quindi se il percorso è stato tracciato e seguito nella logica dei procedimenti corretti e con strumenti e attrezzature a norma di legge, lo stesso potrà considerarsi condizione di solidità giuridica,del conseguente procedimento e decisione del giudice, se invece lo stesso presenta  incidenti e vizi, non corretti o  sistemati, la fase giudicante  si presenterà  improduttiva di effetti giuridicamente validi. Scaturisce dunque la necessità che il Giudicante, nell'interesse superiore del minore e per sua garanzia,dia atto nella decisione che la precedente fase sia stata controllata in punto di legittimità  e possa essere di garanzia, giurisdizionale del provvedimento da emanare. Qui sta il problema. Nella generalità dei provvedimenti giudiziari non è dato atto delle predette garanzie,per cui  il conflitto di coppia si trasferisce sugli atti e documenti,con impegno  delle strutture  coinvolte, dispendio di risorse economiche e finanziarie e conseguente impoverimento delle parti, che con una giustizia meglio organizzata e più garantista, potrebbero adempiere agli obblighi di mantenimento. Vale il detto che tra i due litiganti il terzo gode, mentre quest'ultimo ha la responsabilità di quanto accade. Ritengo che il responsabile finale della decisione,nel nostro caso l'Autorità giudiziaria debba deliberare chiari e precisi codici e schede di percorso e di comportamento,senza trascurare ambienti ,modalità di incontri esami ed accertamenti di tutte le parti interessate, le garanzie di protezione legale, verbalizzazione di tutto il percorso,rispetto  del principio di compatibilità ed esclusione del conflitto di interesse  etc etc. La vicenda occorsa a mio figlio a Roma mi ha coinvolto per necessità professionale. Mi sono trovato pertanto , specializzato in diritto amministrativo, catapultato in un mondo in cui  le deficienze del diritto,permettono arbitrii e abusi burocratici, senza alcun controllo da parte dell'Autorità giudiziaria che li raccoglie e inserisce nei provvedimenti finali,





TRIBUNALE DEI MINORI, IL GIUDICE ANGELA RIVELLESE DISPONE IL DEFERIMENTO AL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DEL DIFENSORE DI MAMMA STEFANIA

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'avvocato Antonio Matonti che segue il caso di Stefania D'Acunto presso il Tribunale dei Minori di Roma per il rietro dei minori in famiglia.

"L’avv.  Antonio Matonti dichiara di aver subito forti intimidazioni e compromissione del diritto di difesa delle proprie assistite in seguito a comportamenti del giudice Angela Rivellese in forza presso il Tribunale per i Minorenni di Roma che ha impedito la partecipazione delle parti ivi comparse ad un’udienza tenutasi in data 11 ottobre 2012, per il caso della signora Stefania D’Acunto, sostenuta nella sua lotta dall’Associazione Donne per la Sicurezza onlus, alla quale nel corso del mese di Settembre  2007 le sono stati sottratti – con prelievo manu militari all’uscita di scuola –  i due figli minori all’epoca di 2 e 7 anni, ancor oggi in casa famiglia.Invero il detto Giudice, adducendo questioni non pertinenti allo svolgimento dell’udienza – ed anzi prodromi alla stessa e collegati con l’indicazione del luogo dove le parti alle quali era stato impedito di presenziare avrebbero dovuto attendere – ha disposto, simultaneamente all’apertura dell’udienza, il deferimento del sottoscritto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma per questioni – giova ripetere – non inerenti l’udienza ed al suo svolgimento e che, oltre a non costituire comportamento giuridicamente rilevante, risultano del tutto avulse all’ufficio ed alle funzioni ad esso spettanti. Altresì quel Giudice ha svalutato – tra l’altro in maniera immotivata – l’opera del Legale, arrivando a dire che lo stesso avrebbe, nel corso dell’udienza, fatto domande inutili ad alcuni partecipanti. Sempre quel Giudice, oltre ad aver consentito ed espletato una  precedente udienza in insanabile difetto di contraddittorio – per omessa comunicazione di cancelleria cui Egli è tenuto a verificare – non ha ancora disposto la convocazione delle parti in ricorso d’urgenza presentato i primi di settembre 2012 e relativo ad un tentativo di suicidio di uno dei due minori per cui pende procedimento. Si evidenzia inoltre come i minori sono stati a suo tempo sottratti alla madre adducendo motivi di disordine e sporcizia all’interno della propria casa di campagna, unitamente alla presenza di numerosi cani ed animali all’interno del giardino dell’abitazione (ed allora i Rom?), senza disporre alcunché in ordine alla limitazione della capacità genitoriale della madre, per inesistenza di conflittualità, posto che il padre naturale ha fatto perdere ogni traccia. Ciononostante, oggi, a distanza di cinque anni, il Tribunale è in procinto di decidere su detta limitazione sol perché la madre ha giustamente denunziato le Assistenti sociali per inadempienze connesse ad omessi incontri ed esami medici richiesti dalla Pediatra, Dr.ssa Sanna, ai quali non è stato dato corso. Non dimenticando, infine, come nel corso degli anni ed a più riprese (almeno tre volte), il Pubblico Ministero, rappresentativo dell’interesse della legge, ha sempre espresso parere favorevole per il rientro dei minori in famiglia, tant’è che la madre, per questo motivo, si è  premurata di prendere in locazione altro immobile nell’abitato romano nel quale allocarli per il caso auspicato di rientro in famiglia. "

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16/08/2012 GROTTAFERRATA, RESTA INASCOLTATO IL GRIDO DISPERATO DI MAMMA STEFANIA: "RIDATEMI I MIEI FIGLI"
12/08/2012 GROTTAFERRATA, Il GRIDO DISPERATO DI MAMMA STEFANIA: "RIDATEMI I MIEI FIGLI"


 




PADOVA BAMBINO PRELEVATO DA SCUOLA CON LA FORZA, SEMBREREBBE CHE L'AVVOCATO DELLA MADRE IN UN CASO PRECEDENTE SUGGERI' AD UN BAMBINO DI FARE I CAPRICCI

Redazione

Le mamme di Cittadella, il paese del bambino conteso tra madre e padre e prelevato dalla polizia con la forza a scuola, hanno organizzato una fiaccolata, sotto la pioggia, in segno di solidarietà. In duecento tra mamme e papà dei bambini suoi compagni di scuola hanno partecipato al corteo partito dal Duomo in centro storico e che ha attraversato le vie del centro per arrivare davanti all'istituto scolastico che frequentava Leonardo. Intanto Andrea Coffaro, l'avvocato di Ombretta Giglione (la mamma del piccolo Leonardo), sembrerebbe che l'anno scorso ad un convegno raccontò di aver suggerito ad un minore, Matteo, di fare scenate con gli agenti quando sarebbero andati a prenderlo. In questo modo, il legale sarebbe riuscito a non far portare Matteo in casa famiglia. Una coincidenza il caso di Leonardo?" Gli dissi: ma guarda Matteo so che quando tu fai i capricci sei uno tosto, non è che sei un così. Se tu mi hai detto che non ci vuoi andare glielo devi fare capire. Fai i capricci, perché gli adulti possano capire", avrebbe dichiarato l'avvocato, come riportato da alcuni quotidiani.

 
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  13/10/2012 PADOVA BIMBO PRELEVATO CON FORZA DALLA POLIZIA: CONSEGUENZA DELLA SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE



PADOVA, BAMBINO PRELEVATO CON LA FORZA: I POLIZIOTTI HANNO INFRANTO LA LEGGE? LA MADRE STRAZIATA NON PUO' VEDERE SUO FIGLIO

[VIDEO RIPRESO DALLA ZIA DEL BAMBINO PRELEVATO DALLA POLIZIA DI STATO]

[AUDIO DELLA PICCOLA BEATRICE CHE GRIDA LA PROPRIA VOLONTA' DI VOLER STARE CON LA MAMMA FEDERICA PUMA]

 

La legge dice che i bambini vanno prelevati con “discrezionalità”, e invece si è consumata una tragedia e la legge è stata infranta.

 

Chiara Rai
Il bambino, di cui volutamente non facciamo il nome, ha espresso tante volte e anche in maniera straziante la sua volontà di restare con la madre e i nonni. Lo dimostrano le stesse asserzioni del padre negli ambienti della Questura di Padova, lui stesso avrebbe dichiarato che ha provato più volte a portare via con sé il bambino, presentandosi a casa. Ma ogni volta il piccolo “si nascondeva”. Da qui la decisione dei giudici di procedere al prelevamento forzato del bambino che avrebbe dovuto consumarsi con “discrezionalità”, come prevede la legge in materia. Invece così non è stato. Gli agenti avevano il compito di prelevarlo e di portarlo in una struttura protetta, perché i giudici della corte d'Appello di Venezia hanno deciso che la patria potestà del piccolo deve andare unicamente al papà. Era necessario “prelevare” il bambino con queste modalità? La scena è successa davanti agli occhi di tutti, dei compagni di scuola del bambino che in quei momenti si è sentito impotente e si è sentito male, tanto che i parenti della madre gridavano che serviva una autoambulanza. Chiediamo a chi ha eseguito questo prelevamento forzato se hanno riflettuto per un solo istante alle conseguenze psicologiche che porterà per sempre il bambino e, altresì, ai danni psicologici che hanno arrecato agli altri studenti. Questi hanno paura, adesso, che la scuola sia un luogo dove è possibile che accadano simili e drammatiche scene. I bambini hanno paura che a scuola la polizia possa prenderli e strapparli dalle braccia dei loro cari. E’ normale tutto questo? Come ne esce anche l’immagine del Corpo di Polizia? L’associazione Donne per la Sicurezza Onlus ammonisce l’accaduto e definisce l’evento scandaloso e sconcertante: “ci indigna ancor di più – dice il Vicepresidente dell’Associazione Roberta Sibaud –  vedere in rete filmati di arresti eccellenti, ne è esempio la vicenda Fiorito della Regione Lazio che viene arrestato con tanto di suv ad attenderlo e con tutti gli onori e precauzioni del caso. Dovrebbe essere tenuto a mente da tutti che i bambini hanno dei diritti, non calpestiamoli per sciocche regole burocratiche. Dove sono questi diritti che la nostra società tanto declama? Il video mandato in onda da “Chi l’ha visto?” è un pugno nello stomaco, l’appello della nostra associazione è rivolto a tutti i comuni cittadini, gli Enti locali, le Commissioni Sicurezza del nostro Parlamento affinché intervengano immediatamente e prendano seri provvedimenti nei confronti di quelle figure istituzionali, assistenti sociali e poliziotti, ai quali dovremmo affidarci per essere tutelati, ma che invece, usano metodi criminali. Quel bambino non è un boss, non è un delinquente, è un bambino che subirà un trauma indelebile per tutta la vita. Chiediamo con la massima urgenza di riunire le commissioni per l’ infanzia e di studiare una modifica ai provvedimenti di allontanamento minorile emanati dai tribunali per i minorenni italiani”.  Non dimentichiamo che anche il pianto della piccola Beatrice dimostra che i metodi utilizzati sono gli stessi. Non si può usare una simile violenza sui minori perché si tratta di bambini che dovrebbero essere tutelati e non traumatizzati con azioni degne di un regime dove è impossibile persino esprimere liberamente la propria volontà. Non si vuole entrare nel merito della decisione presa dal Tribunale dei Minori, ma dovevano essere usate altre modalità per portare a termine l’esecuzione di una ordinanza di affido. Invece il bambino gridava “nonna non respiro, aiutami!”. Tutto questo davanti gli occhi del padre, davanti ad una zia che ha avuto il coraggio e la fermezza di filmare tutto per lasciare che l’opinione pubblica giudichi quanto avvenuto. La mamma di questo bambino, portato di via di peso da scuola è sconvolta, ci riferiscono dall’associazione Donne per la Sicurezza Onlus che la donna, in queste ore, ha tentato di vedere il suo bambino, ma non le viene permesso. Qualche tempo fa, ha detto l'avvocato della donna, la mamma aveva fatto un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento, ricorso che è stato rigettato dalla Corte. Intanto, la polizia ha riferito che i nonni si sono avventati sugli agenti, per impedire loro di portare via il bambino. Il loro gesto non può essere condannato perché chi ha infranto la legge non sono coloro che hanno reagito di fronte all’esecuzione forzata.  Ripetiamo: la legge dice che i bambini vanno prelevati con “discrezionalità”, e invece si è consumata una tragedia e la legge è stata infranta.

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    11/10/2012 PADOVA, BAMBINO DI 10 ANNI PRELEVATO CON FORZA A SCUOLA DI FRONTE A TUTTA UNA SCOLARESCA
  08/10/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: SPUNTA FUORI UN FAX INVIATO DAL PADRE DELLA BAMBINA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DEI MINORI

     04/10/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA: L'ONOREVOLE GIUSEPPE BERRETTA PRESENTA UNA INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

  23/09/2012 ROMA, MANIFESTAZIONE PER PER SOSTENERE E PROTEGGERE LA FAMIGLIA (MAI PIÙ UN FIGLIO SENZA GENITORI, MAI PIÙ UN GENITORE SENZA FIGLI)

20/09/2012 ROMA CASO PUMA, NESSUN TRIBUNALE PUO' FARE GIUSTIZIA NELLA SFERA AFFETTIVA
25/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE
16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA


 




PADOVA, BAMBINO DI 10 ANNI PRELEVATO CON FORZA A SCUOLA DI FRONTE A TUTTA UNA SCOLARESCA

[IL VIDEO VERITA' RIPRESO DA UN CELLULARE E TRASMESSO IERI SERA DA "CHI L'HA VISTO"]

 

Alberto De Marchis

Ieri mattina, un bambino di 10 anni è stato prelevato a scuola dalla polizia in esecuzione di un provvedimento di affidamento in via esclusiva al padre. E' successo nel Padovano. Il piccolo, ha tentato di opporre resistenza svariate volte prima di essere caricato su un'auto. E’ stato quindio portato via di forza dagli agenti tra le urla disperate del piccolo e dei parenti. All'intera scena , come riportato dalla Trasmissione "Chi l'ha visto", avrebbero assistito i compagni di classe del bambino oltre che svariati ragazzini dell'istituto scolastico,  che ora sono impauriti che la stessa cosa possa accadere a loro. Questa mattina i genitori degli altri bambini manifesteranno di fronte alla scuola dove è successo il fatto. L’episodio è stato interamente ripreso da un cellulare in un video shock. La polizia, dopo che la Corte d'Appello ha recentemente rigettato un ricorso presentato dalla madre per la sospensione del provvedimento di affidamento al padre, anche su indicazione di un consulente della Corte stessa, aveva deciso di intervenire durante le ore scolastiche. Il filmato, della durata di circa un minuto e mezzo, mostra una donna che corre verso un gruppo di persone e comincia a urlare. Poi il ragazzino sollevato di forza e portato per alcuni metri verso un'auto dove poi è stato caricato. Per tutto il tragitto, il piccolo tenta di divincolarsi dalla stretta di un uomo che lo tiene per le spalle e di un altro che gli stringe le caviglie. Infine si sente una voce di donna, presumibilmente l'autrice del video che il bimbo chiama 'zia', che rivolge domande a un'altra donna, che le risponde di essere un ispettore e di non poterle dare spiegazioni, affermando nel video “io sono un ispettore di polizia lei non è nessuno”.
 




ROMA CASO PUMA, NESSUN TRIBUNALE PUO' FARE GIUSTIZIA NELLA SFERA AFFETTIVA

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'Avvocato Gerardo Spira:

A proposito del caso Puma.su questo indirizzo lasciai nel mese di agosto un commento,per far sentire alla signora Puma, colpita dal provvedimento del tribunale dei minori di Roma,la nostra più profonda vicinanza.Per altri aspetti,abbiamo vissuto la stessa vicenda,perchè nostro figlio,è stato costretto,per un'azione proposta dal Pm e aggredita dall'ex,in un programma,definito dal bambino "una tortura". .Dopo nove mesi ,il trbunale ha decretato la insussistenza dei motivi addotti per sottoporrre il padre al programma protetto e intanto,per nove mesi ,noi nonni e famiglia diretta,non abbiamo avuto alcuna notizia del bambino.La cosa grave è che il bambino è stato lasciato senza protezione in un ambiente in cui aveva riferito di abusi e maltrattamenti.Ora la situazione si è sbloccata e il bambino sta parlando e riferisce di cose che è stato costretto a dire ai servizi sociali,corresponsabili di quanto avvenuto. .Per gli aspetti di tutela riservata manterrò il riserbo sul fatto,ma intendo,per quanto abbia compreso della problematica,esprimere il mio pensiero sull'argomento.Per carenza legislativa,i casi vengono sottoposti alla prassi e discrezionalità di figure professionali,le quali trattano la materia,con il solo impegno dell'adempimento burocratico e con la freddezza normativa,senza preoccuparsi di sfogliare ,in modo esaustivo , il libro degli affetti e dei sentimenti,dell'ambiente in cui vive il minore,delle condizioni di vita dell'uno e dell'altro genitore e senza verificare se i rapporti da una e dall'altra parte,abbiano coinvolti ascendenti e discendenti.

A mio avviso,nessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva, perchè i sentimenti non si possono giudicare e le pulsazioni del cuore non si possono pesare.Le teorie inventate dagli esperti,valgono a tenere acceso il problema ,a scrivere testi inutili e fuorvianti e soprattutto a creare un pantano in cui vi possono guazzare tutti,sulla pelle del minore,che ha già subito il danno,per essere stato sottoposto a una pesante ed insopportabile,per l'età,condizione psicologica. La sindrome dell'alienazione genitoriale, tanto cara al giudice Cavallo,  è un'altra teoria,per distruggere rapporti,affetti e per acuire il conflitto tra i genitori e le famiglie.Il problema è sociale e la società deve farlo proprio,con la rivalutazione dei valori e dei principi della famiglia,tenendo fuori tribunali ed operatori,i quali ultimi,per la cultura del momento,ne fanno occasione per favorire questo o quel genitore,senza curarsi del minore, assillati dalla carriera,dal posto di lavoro e da qualche altra cosa,che ho dovuto scoprire a nostre spese. A Roma esiste un organizzazione dei servizi sociali ,sia dell'Asl che del Comune,la quale ha stipulato un protocollo di intesa,con specifiche competenze,demandando ad un gruppo di lavoro,definito GIL il quale stabilisce se il caso debba essere affidato all'ASL o al Comune.Le figure che girano sono sempre le stesse,per cui se cadi in questa rete,è pressochè impossibile uscirne,in quanto  da questa struttura dipende la tua storia.Come opera e chi la controlla non è dato di sapere.Se il soggetto interessato ha tempo da perdere,con qualche amicizia ,potrà entrare nel meccanismo e controllare il percorso;se invece è senza alcuna conoscenza,dovrà affidarsi alla sorte che in questo caso è sempre determinata dagli operatori e dai Giudici,di cui nessuno può garantirne l'integrità. L'avvocato,impegnato nella difesa del cliente,non ha il tempo di seguire il procedimento e di verificare la formalità degli atti,mentre qui si annidano vizi,irregolarità ed abusi e da qui si può comprendere,se vi è stata illeceità e se questa è avvenuta per colpa o per dolo. Se si puntano gli occhi su questi aspetti,operatori e giudici,sono costretti ad adottare gli atti,con più dovizia di procedure,con rispetto della forma e soprattutto,con richiamo delle norme violate.Ciò richiede tempo e il tempo deve essere indicato e la problematica oggi non lo consente. Mi sentirete ancora, grazie e auguri alla Signora Puma e al suo legale che ho apprezzato per la forza e passione che ha messo nella questione.

ARTICOLI PRECEDENTI:

25/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE
16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA



ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE

Sempre per continuare ad illustrare cosa significa “diritto alla famiglia” e quali effetti provoca la non osservanza a questa legge. I minorenni senza le loro radici, la loro casa, il loro nucleo famigliare, come crescono? Quali personalità sviluppano? Ancora il caso di Federica Puma, serve a scuotere le coscienze.

[ISTANZA DI IMMEDIATO AFFIDAMENTO DELLA MINORE BEATRICE G. ALLA PROPRIA MADRE, FEDERICA PUMA  EX ART 700 C.P.C.]

Riceviamo e pubblichiamo

“Nuova istanza di richiesta di liberazione in attesa di risposta. In questa istanza – afferma Roberta Sibaud, vicepresidente dell’associazione ‘Donne per la sicurezza onlus’ –  viene evidenziato il malessere provocato a Beatrice con un provvedimento ingiusto e abnorme del giudice Cavallo che continua ad asserire di aver salvato la bambina. Questa non è la salvezza questa è una punizione riservata a tutti quei bambini che sfortunatamente incappano nel girone del Tribunale per i Minorenni di Roma. In questo caso c'è una mamma che con coraggio lotta per far tornare a casa sua figlia malgrado le intimidazioni e tanto altro… quanti sono i bambini che rimangono impigliati in questa rete e devono gioco forza rassegnarsi a vivere una vita lontani da genitori fino all'eta' di 21 anni? Le case famiglia – continua Sibaud – possono trattenerli fino all'età di 21 anni e poi cosa sarà di loro?
Cosa sarà il futuro con un simile bagaglio di anaffettività, di assenza di autostima, di perdita delle proprie radici che solo una "famiglia" può offrire. Chi ha dato l'imprimatur al Tribunale per i Minorenni, agli educatori (!?), alle suore, alle assistenti sociali, agli operatori, di essere gli unici in grado di fare il bene di Beatrice, dal momento che la bambina chiede quotidianamente a squarciagola (malgrado i trattamenti psicologici che subisce!) di voler tornare dalla sua mamma e solo da lei??????
Roberta Sibaud”

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16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA


 




TUTELA DEI MINORI: IL SENATORE CARDIELLO TENTA UN NUOVO DISEGNO DI LEGGE IN MATERIA DI SOPPRESSIONE DEI TRIBUNALI PER I MINORENNI

Redazione

Dopo il tentativo del ministro della Giustizia Castelli (2003), fallito a seguito della strenua opposizione della sinistra e delle camere minorili (e non solo…), si affaccia in Parlamento un DDL che, da titolo, promette bene: "S.2844 – Disposizioni in materia di soppressione dei tribunali per i minorenni, nonchè disposizioni in materia di istituzione di sezioni specializzate per la famiglia e per i minori presso i tribunali e le corti d'appello e di uffici specializzati delle procure della Repubblica presso i tribunali". Sotto accusa il rito, del tutto antidemocratico e risalente al periodo fascista, proprio dei giudici minorili, i quali possono usare procedure arbitrarie in nome di una sempre più fumosa tutela dei monori. Termine quanto mai vago, utilizzato strumentalmente e spesso senza alcun raziocinio, in grado di distruggere intere famiglie grazie al "braccio armato" dei Servizi Sociali. Un sistema che, coadiuvato dagli assistenti sociali, gode di larga impunità per glòi infiniti errori e soprusi che, grazie al web e ai social network, stanno venendo velocemente alla luce negli utlimi anni. E così, il senatore Franco Cardiello propone una riforma che, oltre a chiedere l’istituzione di sezioni specializzate per la famiglia e per i minori al posto del tribunale dei minorenni, prende di mira proprio i servizi sociali e i c.d. professionisti in ambito familiare (psicologi e psichiatri. Il DDL stabilisce che la sezione specializzata venga composta esclusivamente da giudici togati, eliminando i giudici onorari dalla trattazione delle vicende. Spesso, infatti, i procedimenti dinnanzi al tribunale minorile viene trattato soltanto da costorto, e solo all'ultimo (in camera di consiglio) interviene il giudice di carriera. Nei confronti dei servizi sociali le misure previste da Cardiello prevedono la presenza di nuclei di polizia giudiziaria da istituire presso le sezioni specializzate della Procura della Repubblica, togliendo di fatto qualsiasi funzione giuridica agli assistenti sociali che tornerebbero dunque alla loro funzione originale di assistenza sociale. 

TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE

SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA

– DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa del senatore CARDIELLO Disposizioni in materia di soppressione dei tribunali per i minorenni, nonché disposizioni in materia di istituzione di sezioni specializzate per la famiglia e per i minori presso i tribunali e le corti d'appello e di uffici specializzati delle procure della Repubblica presso i tribunali

Onorevoli Senatori.

– L'istituzione del Tribunale dei minori risale al 1934, allo scopo di dare protezione agli orfani di guerra. Fu concepito come tribunale speciale, composto da due giudici togati e due giudici onorari, esperti di varie discipline. Si trattava di un'idea innovativa. Tuttavia, con il mutare della società, si sono presentati una serie di problemi che rendono necessaria una revisione della materia. La realtà, infatti, è oggi rappresentata da minori figli di genitori separati ovvero di bambini nati fuori del matrimonio. Inoltre, nel settore della famiglia non opera soltanto il tribunale dei minori, cui sono demandate le adozioni e le violazioni delle potestà genitoriali, ma anche quello ordinario per quanto attiene la materia delle separazioni e dei divorzi. Ci sono, inoltre, il giudice tutelare ed il pubblico ministero.

Diversa è anche la procedura utilizzata nell'ambito del tribunale ordinario, dove le parti possono esprimersi e proporre perizie, da quella propria del tribunale dei minori, dove spesso il contraddittorio non esiste; infatti, essendo prevista la presenza degli esperti, spesso non si fanno perizie e ci si limita ad acquisire i rapporti dei servizi sociali.

L'assenza di un rappresentante processuale degli interessi del minore, inoltre, fa sì che il giudice minorile sia nello stesso tempo organo giudicante e portatore dell'interesse superiore del bambino, con la conseguenza che, troppo spesso, la voce del genitore, che viene a trovarsi in contrapposizione con il bambino, viene disattesa o addirittura non audita. Quest'ultima ipotesi si verifica nel momento in cui il procedimento dinanzi il tribunale minorile ha inizio ad istanza del pubblico ministero presso la Procura della Repubblica minorile. Il pubblico ministero, infatti, formula le proprie istanze di sospensione o di decadenza della potestà genitoriale e di affidamento del minore ai sevizi sociali. Il Tribunale minorile accoglie le istanze del pubblico ministero e le famiglia non può fare altro che accettare che il figlio venga a lei tolto, senza che abbia potuto conoscerne le ragioni.

Il tutto è notevolmente aggravato dal fatto che il procedimento minorile è governato dal principio della camera di consiglio, composta da due giudici togati e da due giudici onorari, laureati in psicologia o in discipline affini. La procedura della camera di consiglio seguita oggi dal Tribunale minorile lede i diritti costituzionali della difesa e del contraddittorio, di cui rispettivamente agli tabella 24 e 111, secondo comma della Costituzione.

Il presente disegno di legge si pone lo scopo di revisionare la materia attraverso la soppressione dei Tribunali dei Minori e la contemporanea istituzione di sezioni specializzate per la famiglia e per i minori. In particolare, il provvedimento si compone di 18 tabella.

L'articolo 1 istituisce le sezioni specializzate per la famiglia e per i minori presso i tribunali e presso le corti d'appello.

L'articolo 2 prevede che le competenze proprie del pubblico ministero nelle materia di competenza delle sezioni specializzate siano esercitate da magistrati assegnati in via esclusiva alla sezioni stesse costituite presso la procura della Repubblica.

L'articolo 3 stabilisce che la sezione specializzata presso il tribunale e presso la corte d'appello sia composta esclusivamente da giudici togati e che giudichi in composizione collegiale.

Gli tabella 4, 5 e 6 attengono alla competenza penale delle sezioni specializzate per la famiglia e per i minori. Nel dettaglio, l'articolo 4 elenca le materie di competenza delle sezioni, con la precisazione che i reati siano commessi dai minori di anni diciotto, demandando, invece la competenze per territorio (articolo 6) alle norme del codice di procedura penale.

L'articolo 7 riguarda la competenza per materia in ambito civile.

L'articolo 8 stabilisce che la competenza per territorio è determinata dal luogo in cui risiede la persona nei confronti della quale è richiesto il provvedimento.

L'articolo 9 tratta della materia delle impugnazioni, prevedendo che la sezione specializzata istituita presso la corte d'appello, ovvero presso una sezione di essa, è competente per le sentenze penali e civili emesse in primo grado.

L'articolo 10 definisce il ruolo del giudice tutelare che svolge le proprie funzioni nell'ambito delle sezioni specializzate per la famiglia e i minori e che è designato tra i magistrati assegnati alla sezione medesima. Contro i provvedimenti del giudice tutelare è ammesso reclamo alla sezione specializzata, che decide in camera di consiglio con la partecipazione del giudice tutelare.

L'articolo 11 stabilisce che le sezioni specializzate possono avvalersi della collaborazione degli uffici di servizio sociale, specialisti e degli organismi dipendenti dal Ministero della giustizia o con questo convenzionati. Possono altresì servirsi delle aziende sanitarie locali o dei servizi sociali.

L'articolo 12 prevede che siano costituiti nuclei di polizia giudiziaria presso le sezioni specializzate istituite nell'ambito della Procure della Repubblica.

L'articolo 13 affida alle sezioni specializzate le funzioni della sezione di sorveglianza e del magistrato di sorveglianza.

Gli tabella 14 e 15 determinano dettagliatamente gli organici delle sezioni specializzate per la famiglia e per i minori, nonché i criteri ai fini della copertura dell'organico medesimo.

L'articolo 16 reca disposizioni inerenti gli affari penali e civili pendenti presso i tribunali per i minorenni, le domande di affidamento preadottivo e le cause pendenti davanti ai giudici tutelari.

L'articolo 17 detta norme concernenti i magistrati in servizio presso i tribunali dei minorenni.

L'articolo 18, infine, oltre a sopprimere i tribunali dei minorenni, stabilisce che le sezioni specializzate inizino la loro attività decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento.
 

………..Art. 15 (Copertura dell'organico delle sezioni specializzate per la famiglia e per i minori) In sede di prima attuazione della presente legge, ai fini della copertura dei posti di organico presso le sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2, e all'articolo 2, commi 1 e 2, hanno la precedenza i magistrati che hanno acquisito una particolare competenza in materia secondo i requisiti seguenti:

a) l'esercizio nell'ultimo quinquennio, per almeno due anni, delle funzioni di giudice o di pubblico ministero presso il tribunale per i minorenni ovvero di giudice presso la sezione per i minorenni della corte d'appello;

b) l'esercizio nell'ultimo quinquennio, per almeno due anni, delle funzioni di giudice tutelare in via esclusiva o prevalente;

c) l'esercizio nell'ultimo quinquennio, per almeno due anni, delle funzioni giudicanti o requirenti nelle materie del diritto della famiglia e dei minori.

Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Consiglio superiore della magistratura, provvede, con proprio regolamento, all'istituzione di appositi corsi di formazione per i magistrati, al fine dell'eventuale assegnazione dei medesimi presso le sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2, e all'articolo 2, commi 1 e 2.

La partecipazione ai corsi di cui al comma 2 costituisce requisito necessario ai fini dell'assegnazione, ferma restando la competenza del Consiglio superiore della magistratura nella valutazione di ulteriori requisiti concernenti la attitudini personali dei magistrati e la loro formazione tecnico-giuridica.

Il Consiglio superiore della magistratura, nell'ambito dell'attività di formazione permanente dei magistrati, organizza incontri di studio, di approfondimento e di aggiornamento, con frequenza annuale, ai quali i magistrati che compongono le sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2, e all'articolo 2, commi 1 e 2 sono tenuti a partecipare.

Alla copertura dell'organico del personale amministrativo delle sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2, e dell'ufficio specializzato per la famiglia e per i minori delle procure della Repubblica si provvede mediante assegnazione del personale in servizio che ne ha fatto richiesta ai medesimi organi giudiziari; quanto ai posti residui, si provvede mediante le ordinarie procedure di trasferimento.

Art. 16 (Affari pendenti) Per gli affari in corso alla data di entrata in vigore della presente legge si provvede secondo le disposizioni seguenti:

a) le cause penali e civili pendenti presso i tribunali per i minorenni e presso ogni altro ufficio giudiziario sono devolute, d'ufficio, alla cognizione delle sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2 competenti per territorio ai sensi della presente legge;

b) le domande di affidamento preadottivo presentate ai sensi dell'articolo 22 della legge 4 maggio 1983, n. 184, sono trasmesse alle sezioni specializzate di cui all'articolo 1, comma 1, del luogo di residenza dei richiedenti a meno che i coniugi non richiedano, entro il termine di dieci mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, che la loro domanda sia esaminata da un altro tribunale;

c) le cause pendenti davanti ai giudici tutelari sono devolute alla cognizione del giudice tutelare presso le sezioni specializzate di cui all'articolo 1, comma 1, competenti per territorio.

Art. 17 (Perdenti posto) Ai magistrati titolari dei posti di presidente del tribunale per i minorenni, di presidente di sezione presso il tribunale per i minorenni, di procuratore della Repubblica ovvero di procuratore aggiunto delle procure della Repubblica presso i medesimi tribunali, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni rispettivamente dettate, per i magistrati titolari dei posti di consigliere pretore dirigente, di consigliere pretore, di procuratore della Repubblica preso la pretura circondariale ovvero di procuratore aggiunto presso il medesimo ufficio dall'articolo 37 del decreto legislativo 19 febbraio 19 febbraio 1998, n. 51, e successive modificazioni.

Art. 18 (Disposizioni finali) Le sezioni specializzate di cui all'articolo 1, commi 1 e 2 e all'articolo 2, commi 1 e 2, iniziano la loro attività decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. A partire dalla data di cui al comma 1, sono soppressi i tribunali per i minorenni e le relative procure della Repubblica, di cui al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935,n. 835, con conseguente cessazione della loro attivita'.




GROTTAFERRATA, Il GRIDO DISPERATO DI MAMMA STEFANIA: "RIDATEMI I MIEI FIGLI"

[CONCLUSIONI CLINICHE ASL RMH SORAYA E LORENZO]

[ISTANZA D'URGENZA PER MODIFICA A DECRETO DEL 26 LUGLIO 2012]

 

Redazione

C'e' un appello al Tribunale per chiedere la revoca dell'affido di due bambini, figli di Stefania D'Acunto residente di Grottaferrata. Il 17 luglio e' stato emesso un provvedimento del quale la madre non conosce l'esito. Era il 18 settembre del 2007, Stefania ha un canile a Grottaferrata dove si prende cura di circa 90 cani. Lei e i suoi due bambini, Soraya di due anni e Lorenzo di sette vivono con la mamma, in campagna in mezzo alla natura. Stefania ha anche una fattoria, i tre, secondo il racconto della madre, vivono sereni.


 A raccontarci questa storia, e' Roberta Sibaud vicepresidente dell'associazione "Donne per la Sicurezza Onlus", la quale ci scrive:"Stefania D’Acunto e’ una donna normalissima, schietta e diretta nelle sue esternazioni. Figlia di professionisti, perde il padre a 10 anni. Questo lutto le cambia la vita, l’umore ed il tenore di vita. Diplomata in perito agrario ed iscritta alla facolta’ di veterinaria ama gli animali. Questo porta la societa’ a ritenerla diversa ed a trattarla con sufficienza. Tutto ha inizio nel 2006, quando il vicino di abitazione vuole adibire la sua struttura confinante con quella della fattoria, a Bed and Breakfast. Iniziano le denuncie per ottenere la chiusura del canile rifugio a Grottaferrata "Il Mondo di Lorenzo" (ricordate bene questo nome, ha un significato d’amore). I cani presenti nella struttura sono tutti sterilizzati e realmente amati e nutriti dalla signora Stefania, anche con grandissime difficolta' senza aiuto di nessuno. In venti anni da quando il suddetto canile e' nato, le persone che abitano nei dintorni, hanno mandato spesso lettere di protesta al Sindaco perche' esso venisse chiuso. I controlli della Asl, Servizi di Prevenzione/veterinari hanno trovato sempre tutto a posto, nonostante le telefonate di denuncia del vicino di casa e degli amici, che puntualmente arrivavano a decine al servizio veterinario della zona! La sig.ra Stefania lotta da sola per salvare animali in difficolta', senza scopo di lucro. Il canile viene chiuso, Stefania continua ad accudire i suoi animali! A seguito di controlli, scaturiti da denuncie, i servizi veterinari della zona intervengono (una donna, veterinaria) denuncia la mamma, secondo lei, per “situazione ambientale non consona a far vivere dei minori, cani, disordine, bimbi che hanno accesso a mille pericoli…”, questo dicono di Stefania!!! Ma le cose non sono come vogliono far credere. Stefania ama i suoi bambini, li cura, e’ una mamma accorta, gioca con loro, vivono a contatto con la natura e gli animali… quanti bambini oggi mangiano uova e non hanno mai visto una gallina! Bevono il latte ed hanno visto una mucca disegnata sui barattoli di Yogurt! I due fratellini sono sempre vissuti in quell’ambiente naturale. Come certificato piu’ volte dal pediatra che li segue fin dalla nascita, sono puliti, educati ed in ottime condizioni di salute. Quell’infausto 18 settembre 2007 all’uscita della scuola, i bambini non trovano la loro mamma ma ad attenderli ci sono i servizi sociali, che li sottraggono e li collocano immediatamente in casa famiglia. I due fratellini oltretutto, vengono subito separati e sono li' da ormai 5 anni. A nulla sono valse le denuncie della mamma. Le perizie, i certificati che accertano che Stefania e’ in grado di essere madre e di crescerli. Stefania in questi lunghissimi e pesantissimi cinque anni e’ riuscita a mantenere e a non staccare il cordone ombelicare con i suoi figli, cosi’ come certificato dagli psicologi del Tribunale. Non e’ facile tutto questo perche’ nelle case famiglia i bambini si sentono abbandonati e non riescono ad elaborare, essendo cosi’ piccoli, l’allontanamento! Nell’ultimo atto/istanza, il legale avv. Antonio Matonti, chiede che i minori non vengano inseriti in casa affidataria, e vengano restituiti ad una mamma ed una nonna che possono accudirli e che li amano! C’e’ una mamma che, su suggerimento del Tribunale, ha dovuto affittare una casa idonea a Roma, per far crescere i suoi bambini, quella di Grottaferrata non va bene! Ha dovuto acquistare un’ automobile, come richiesto dal Tribunale, ma purtroppo non ha un compagno…. Non lo vuole, non ha la testa ora per vivere con un altro uomo, lei vuole solo i suoi figli ! Questa e’ la storia".

 Non e' tutto. Adesso i bambini stanno iniziando i pernottamenti presso una nuova famiglia. Ciononostante i due bambini, secondo il racconto di Stefania, mostrano palesemente di volere la loro madre:"Non posso stare senza di loro – dice Stefania conun filo di voce – sto facendo di tutto per mantenere un rapporto affettivo con loro, li vedo una volta a settimana. Soraya mi chiede di portarle le arachidi e i giochini, prima volevano sempre lo yogurt. Loro mi abbracciano, Lorenzo all'inizio e' sulle sue, poi scatta il nostro "rito": io lo inseguo e lui alla fine si fa prendere e si fa abbracciare". Stefania non ha problemi psicologici, non beve e non fuma. Noi de L'osservatore Laziale ci teniamo pero', in questo caso, a non voler dare giudizi in questione. Ci sono anni di denunce di pezzi di carta di visite di assistenti sociali, di perizie. Non possiamo sapere i fatti per filo e per segno e soprattutto non possiamo dare giudizi perche' non si scherza con i minori, non si possono lanciare accuse se non si e' vissuta l'intera vicenda. Quello che ci riferisce Stefania e' che i bambini si troverebbero molto male nelle case famiglia di Rocca di Papa (la mamma ci riferisce che si tratta di "casa Chiara" e "casa Amicizia". Invitiamo, pertanto, l'avvocato della signora, gli assistenti sociali o i gestori delle case famiglia a voler rendere anche la loro versione dei fatti. Noi, come redazione e per dovere di cronaca, abbiamo sentito il bisogno di far conoscere la storia di Stefania e allegare al presente articolo istanze e documenti che attestano parte di un percorso legale fatto da Stefania D'Acunto per riavere i suoi bambini. Ci auguriamo che prima che vengano tolti i figli ad un genitore naturale, si valuti attentamente il caso con tutti i suoi pro e i contro.