TRAFFICO DI MIGRANTI, IL "COVO" IN UNA PROFUMERIA DI ROMA: 38 ARRESTI

Red. Cro.

Sgominata una pericolosa rete di trafficanti di esseri umani in tutta Italia. La Polizia di Stato ha eseguito, dalle prime ore del mattino in diverse città d'Italia, 38 fermi, emessi dalla Procura Distrettuale di Palermo, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, all'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio criminoso.

Nel corso delle indagini, svolte dalle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo, "è stata ricostruita la struttura organizzativa di un pericoloso network criminale e sono stati individuati ingenti flussi di denaro, provento del traffico di migranti – dicono gli investigatori – è stata individuata la centrale delle transazioni finanziarie effettuate tramite "hawala" in un esercizio commerciale ubicato a Roma, dove, lo scorso 13 giugno, sono stati sequestrati 526.000 euro e 25.000 dollari in contanti, oltre ad un libro mastro, riportante nominativi di cittadini stranieri ed utenze di riferimento". Le indagini hanno permesso di "evidenziare diverse modalità utilizzate dal sodalizio per far arrivare i migranti sul territorio nazionale, non solo via mare, ma anche tramite falsi ricongiungimenti familiari". È emerso, altresì, che i principali indagati «gestivano anche una fiorente attività di traffico internazionale di stupefacente del tipo catha o qat, droga importata dall'Etiopia, inserita per la legislazione italiana tra le droghe pesanti".

Subito dopo avere deciso di collaborare con i magistrati della Procura di Palermo, l'ex trafficante di esseri umani Nuredin Weharabi Atta, aveva messo a verbale: «Ho deciso di collaborare perché ci sono stati troppi morti ed in particolare quelli di Lampedusa del 3 ottobre 2013, su cui io non c'entro nulla ed anche numerosi altri. Anzi preciso che i morti di cui si viene a conoscenza sono una minima parte tant'è che in Eritrea otto famiglie su dieci hanno avuto delle vittime dovute ai viaggi dei migranti». L'uomo aveva quindi aiutato gli inquirenti a fare luce su quanto accaduto nel naufragio del 2013 costato la vita a 366 persone. Nell'operazione "Glauco 1", del giugno 2014, la Polizia di Stato di Palermo aveva ricostruito le rotte e le tappe intermedie dei viaggi dei migranti




CLANDESTINI, GIRO MILIONARIO: FERMATA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

Redazione

Aveva raggiunto un giro di soldi milionario l'organizzazione criminale che permetteva ai migranti di raggiungere clandestinamente l'Europa dall'Afghanistan, attraverso la Grecia e l'Italia.

La polizia dopo due anni di indagini è riuscita a ricostruire il meccanismo del traffico di migranti ed oggi ha chiuso l'inchiesta con 37 persone indagate e 3 finite direttamente agli arresti. I reati contestati a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, riciclaggio, contraffazione di documenti e operazioni finanziarie illecite.

L'indagine, chiamata "Toman" dal nome della moneta iraniana, era partita dalla città romagnola quando il 15 febbraio 2012 erano stati sorpresi 14 clandestini afghani mentre camminavano in fila indiana lungo la Statale Romea.

Nel marzo successivo, i poliziotti, a San Lazzaro di Savena (Bologna) avevano trovato altri 18 migranti.

Questi due "incontri" di clandestini ha dato origine ad indagini più approfondite che si sono poi sviluppate su più fronti.

Un altro filone investigativo si è sviluppato nella Capitale dove gli agenti hanno monitorato diversi flussi di clandestini scoprendo luoghi e immobili per il momentaneo alloggio dei migranti e tecniche per superare i controlli agli aeroporti di Ciampino e Fiumicino. E proprio a Roma, sono stati rintracciati due cittadini afghani finiti in carcere.

L'ampia attività d'indagine ha portato alla luce l'esistenza di un'associazione criminale transnazionale, composta da cittadini afghani ed iraniani, operante nei rispettivi paesi, con snodi operativi in diverse città italiane, in Grecia, e con referenti in altri paesi europei, destinazioni finali dei migranti.

L'organizzazione si serviva sia di "passeur" che accompagnavano a destinazione i clandestini sia di aerei e treni, fornendo documenti falsi e luoghi dove soggiornare temporaneamente. I prezzi del viaggio variavano dai 2 ai 7 mila euro a seconda del servizio offerto e delle tappe richieste. Gli indagati sono stati controllati mentre organizzavano viaggi verso la Germania, la Danimarca, l'Austria, la Norvegia e la Svezia.

Parallelamente sono stati monitorati scambi di denaro e valuta in ambito internazionale con transazioni per decine di milioni di euro in violazione delle normative fiscali ed antiriciclaggio.

Per il meccanismo illecito si faceva riferimento sia a imprenditori italiani, quali intermediari finanziari internazionali non autorizzati, sia al sistema "hawala", tradizionale metodo di pagamento fiduciario mediorientale. Gli inquirenti sono riusciti a monitorare gli scambi del denaro in esercizi pubblici e persino nei bagni della stazione.

Hanno preso parte all'operazione oltre 100 agenti delle squadre Mobile di Ravenna, Roma, Bologna, Trento, Milano, Firenze, Modena, Siena, Torino, Teramo, Rieti, Venezia, Verona Ascoli Piceno, Ancona, Caltanissetta e dei Commissariati di Chioggia e Senigallia che hanno inoltre sequestrato beni tra contanti, conti correnti e preziosi per diverse decine di migliaia di euro.